Cristo ha dato all’uomo il karma

O.O. 107 – Antropologia Scientifico-Spirituale Vol. II – 22.03.1909


 

E chi ha dato all’uomo il karma?

Chi in genere ha dato all’uomo la possibilità che un karma esista?

 

Potrete comprendere quanto diremo ora, se non vi atterrete pedantescamente al concetto terrestre del tempo. Col concetto terrestre del tempo, l’uomo crede che quanto una volta accade qua o là abbia un effetto soltanto su ciò che segue. Ma nel mondo spirituale le cose stanno altrimenti: ciò che accade in un determinato momento, si mostra già prima nei suoi effetti, è già presente prima nei suoi effetti.

 

Donde proviene il beneficio del karma?

Donde propriamente deriva questo beneficio dell’esistenza del karma nella nostra evoluzione terrestre?

Il karma non deriva, in tutta l’evoluzione, da nessun altra forza che da quella del Cristo.

Anche se il Cristo è apparso soltanto più tardi,

tuttavia da sempre egli è stato presente nella sfera spirituale della Terra.

 

Già negli antichi oracoli atlantici i sacerdoti parlavano dello Spirito del Sole, del Cristo. Nel periodo di civiltà indiano i santi Risci parlavano di Vishva Karman; in Persia Zarathustra parlava di Ahura Mazdao; Hermes parlava di Osiride; e Mosè, che preannunziò il Cristo, parlava di quella forza che, grazie al suo nucleo eterno, costituisce un pareggio per tutto quanto è naturale, parlava della forza che vive nell’«Ehjeh asher ehjeh».

 

Tutti parlavano del Cristo. Ma dove era possibile trovare il Cristo in quegli antichi tempi? Solo là dove l’occhio spirituale aveva facoltà di guardare, ossia entro il mondo spirituale. Nel mondo spirituale era sempre possibile trovarlo, ed Egli era in quel mondo sempre attivo, e da quel mondo operava.

 

• Egli è colui che, già prima di discendere sulla Terradiede all’uomo la possibilità del karma.

 

Poi Egli stesso comparve sulla Terra; e noi sappiamo che cosa sia stato dato all’uomo appunto perché Egli comparve sulla Terra. Abbiamo descritto il suo influsso sulla sfera stessa della Terra. Abbiamo parlato del significato dell’evento del Golgota. Abbiamo detto del suo influsso anche su coloro che, quando quell’evento ebbe luogo, non erano incarnati in un corpo terrestre, ma erano nel mondo spirituale.

 

Sappiamo che nel momento in cui sul Golgota il sangue fluì dalle ferite, lo spirito del Cristo apparve agli inferi; e abbiamo detto: in quel momento tutto il mondo dello spirito fu come attraversato da un’illuminazione, da un rischiaramento. In breve, abbiamo detto che la comparsa del Cristo sulla Terra è l’evento più importante anche per quel mondo in cui l’uomo vive fra la morte ed una nuova nascita.

 

Dal Cristo ha origine un’azione assolutamente reale. Basta chiederci che cosa sarebbe accaduto della Terra, se il Cristo non vi fosse apparso. Potrete misurare tutto il significato, per la Terra, della comparsa del Cristo, dalla controimmagine di una Terra priva di Cristo.

 

Supponiamo per un momento che il Cristo non sia comparso, che l’evento del Golgota non abbia avuto luogo.

Prima della comparsa del Cristo nel mondo spirituale, per le anime degli uomini più progrediti, cioè degli uomini che avevano sviluppato il più profondo interesse per la vita terrestre, era proprio una realtà il detto dei Greci:

«Meglio essere un mendicante sulla Terra, che un re nel regno delle ombre».

 

Perché prima dell’evento del Golgota, nel mondo spirituale,

le anime si sentivano sole e avviluppate dalla tenebra.

 

Per coloro che attraversavano la porta della morte ed entravano nel mondo spirituale,

quel mondo non era trasparente in tutta la sua luminosa chiarità.

Ciascuno si sentiva solo, respinto in sé, fra lui ed ogni altro si erigeva come un muro.

E ciò avrebbe assunto un grado sempre maggiore.

 

Gli uomini, nel loro io, si sarebbero induriti, sarebbero stati rimandati totalmente a se stessi,

nessuno avrebbe trovato un ponte verso l’altro uomo.

Gli uomini poi si sarebbero reincarnati;

e se l’egoismo prima era già grande, ad ogni nuova incarnazione sarebbe diventato sempre più immane.

 

L’esistenza della Terra, nel suo insieme, avrebbe reso l’uomo via via sempre più selvaggiamente egoista.

Sul globo terrestre nessuna possibilità mai vi sarebbe stata per una fraternità, per una interiore armonia delle anime;

perché, ad ogni passaggio attraverso la sfera spirituale, sarebbero penetrati nell’ego influssi sempre più possenti.

Tutto questo sarebbe avvenuto in una Terra senza Cristo.

 

Che l’uomo a poco a poco possa ritrovare la via che va da anima ad anima,

che giunga alla possibilità di effondere su tutta l’umanità la grande forza della fratellanza,

è dovuto al fatto che il Cristo è apparso sulla Terra, che l’evento del Golgota ha avuto luogo.

 

Così il Cristo ci si presenta come quella potenza

che ha reso possibile all’uomo di sfruttare l’esistenza terrestre in modo adeguato,

il che significa appunto di configurare nel modo adeguato il karma.

Perché il karma deve operare proprio qui sulla Terra.

 

Che nell’esistenza terrestre fisica l’uomo trovi la forza di correggere adeguatamente il proprio karma,

che abbia la possibilità di uno sviluppo continuo,

questo egli lo deve all’azione del Cristo, alla presenza del Cristo nella sfera della Terra.

 

Vediamo dunque che ad attuare il corso dell’evoluzione dell’umanità collaborano le più diverse forze ed entità. Possiamo adesso scorgere ben chiaramente ciò che prima abbiamo solo potuto accennare genericamente: se il Cristo non fosse venuto sulla Terra, l’uomo si sarebbe sommerso entro l’errore, perché sempre più si sarebbe indurito, sarebbe diventato, per così dire, una sfera a sé, del tutto chiusa in sé, e nulla avrebbe saputo delle altre entità. A questa situazione l’uomo sarebbe stato spinto dall’errore e dal peccato.

 

Così il Cristo è appunto il portatore di luce che ci conduce fuori dall’errore e dal peccato;

e così l’uomo è in grado di trovare la propria strada verso l’alto.