Cristo rende possibile all’umanità la via della redenzione

O.O. 131 – Da Gesù a Cristo – 14.10.1911


 

Che cosa fu necessario perché gli uomini potessero arrivare gradatamente a quest’epoca di evoluzione?

Possiamo rendercene chiaramente conto nel modo seguente.

 

 

 Se vogliamo formarci un’immagine grafica di che cosa accadde nell’antica epoca lemurica per l’evoluzione terrestre dell’uomo, possiamo dire che l’uomo era disceso allora dalle altezze divine, che era stato destinato a evolversi ulteriormente in un determinato modo, ma che in seguito all’influsso luciferico venne gettato nella materia più profondamente di quello che non sarebbe stato senza di esso. Di conseguenza il corso della sua evoluzione divenne un altro.

 

Quando l’uomo fu arrivato al gradino più basso della sua discesa, fu necessario un potente impulso per farlo risalire. Questo si potè verificare soltanto per il fatto che un’entità delle gerarchie superiori, che indichiamo col nome di Cristo, nei mondi superiori prese una decisione che per la propria evoluzione non occorreva prendesse.

 

L’entità del Cristo avrebbe infatti conseguito la propria evoluzione anche se avesse percorso una via molto, moltissimo al di sopra di tutto ciò che gli uomini erano sul loro cammino. L’entità del Cristo avrebbe potuto per così dire passare al di sopra dell’evoluzione dell’umanità. Ma allora l’evoluzione dell’umanità, se non le veniva dato l’impulso per risalire, si sarebbe svolta in modo da proseguire in via discendente. In tal caso l’entità del Cristo avrebbe avuto un’ascesa e l’umanità soltanto una caduta.

 

 

Soltanto per il fatto che l’entità del Cristo prese la decisione di unirsi con un uomo al momento degli eventi di Palestina, di incarnarsi in un uomo e di rendere possibile all’umanità la via dell’ascesa, per questo fatto soltanto venne promossa quella evoluzione dell’umanità che possiamo ora chiamare redenzione dell’umanità dall’impulso proveniente dalle forze luciferiche. Nella Bibbia questo impulso viene indicato nell’immagine del peccato originale, nella tentazione per mezzo del serpente che ha prodotto il peccato originale. Il Cristo compì così un’azione che per il Cristo stesso non era necessaria.

 

Che azione fu?

Fu un’azione di amore divino! Dobbiamo vedere con chiarezza che di primo acchito nessun sentimento umano è in grado di sentire l’intensità di amore che occorre perché un essere divino prenda la decisione, per esso non necessaria, di agire sulla terra in un corpo umano. Di conseguenza, grazie a quell’atto di amore, venne compiuto l’evento che è il più importante nell’evoluzione dell’umanità.

 

Se gli uomini considerano l’atto di amore della Divinità, se cercano di sentirlo come un grande ideale, di fronte al quale ogni atto umano di amore non può che sembrare piccolo, allora essi, attraverso il sentimento della piccolezza dell’amore umano rispetto all’amore divino che era necessario per il mistero del Golgota, si avvicinano anche alla formazione, alla nascita di quelle immaginazioni che pongono dinanzi al nostro sguardo spirituale l’importantissimo evento del Golgota.

 

Sì, veramente: è possibile arrivare all’immaginazione della montagna sulla quale era eretta la croce; quella croce sulla quale pendeva un Dio in corpo umano, un Dio che aveva compiuto quell’atto per libera sua volontà, cioè per amore, perché la terra e l’umanità potessero arrivare alla loro mèta.

 

Se il Dio, che viene indicato con il nome di Padre,

non avesse un tempo permesso che gli influssi luciferici si avvicinassero agli uomini,

l’uomo non avrebbe sviluppato la disposizione a un io libero.

Con l’influsso luciferico venne sviluppata la disposizione all’io libero,

e questo dovette essere permesso dal Dio Padre.

 

Dopo che l’io, per ottenere la libertà, dovette essere costretto nella materia,

per essere nuovamente liberato dalla costrizione nella materia

occorreva che tutto l’amore del Figlio conducesse all’atto del Golgota.

• Soltanto così fu resa possibile la libertà degli uomini, la completa dignità umana.

Possiamo diventare esseri liberi grazie ad un atto di amore divino.

 

Come uomini possiamo dunque sentire che siamo esseri liberi,

ma non dobbiamo mai dimenticare che dobbiamo tale libertà all’atto di amore di Dio.

 

Se pensiamo così, fra i nostri sentimenti si affaccerà il pensiero di poter arrivare alla dignità umana, ma di non dover dimenticare che siamo debitori di quel che siamo a Chi ci ha restituito la nostra immagine umana primordiale attraverso la redenzione sul Golgota.

 

Gli uomini non dovrebbero poter afferrare l’idea della libertà senza l’idea della redenzione a opera del Cristo;

solo così l’idea della libertà è giustificata.

Se vogliamo essere liberi, dobbiamo fare il sacrificio di sentirci debitori del Cristo per la nostra libertà.

Allora soltanto la possiamo realmente percepire.

 

 

Chi crede che la sua dignità umana rimanga limitata per il fatto di esser debitori al Cristo, dovrebbe riconoscere che le opinioni degli uomini non hanno importanza alcuna di fronte ai fatti cosmici, e che arriverà il momento in cui riconoscerà ben volentieri che la sua libertà è stata conquistata dal Cristo.