Cristo sposa la morte
O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 06.07.1909
Dall’evento del Golgota in poi, si svolge nel cosmo qualcosa di essenziale.
• Allora, quando la croce venne innalzata sul Golgota, e il sangue colò dalle ferite del Cristo Gesù,
venne creato un nuovo centro cosmico.
Eravamo presenti alla creazione di questo nuovo centro cosmico;
vi eravamo presenti come uomini — o in un corpo fisico; o fuori della vita fisica, fra nascita e morte.
Così nascono nuove formazioni cosmiche!
Dobbiamo però comprendere che, osservando il Cristo morente,
assistiamo all’inizio della formazione di un nuovo «sole».
Il Cristo sposa la morte che è diventata sulla terra l’espressione caratteristica dello spirito del Padre.
Il Cristo va al Padre e si unisce con la morte, espressione del Padre.
L’immagine della morte diventa così menzognera,
perché la morte diventa il seme di un nuovo sole nell’universo.
• Se sentiamo in noi questo evento, se sentiamo il divenire menzognero della morte,
• se sentiamo che la morte sulla croce diventa il seme dal quale scaturisce un nuovo sole,
• allora sentiamo anche giustamente come l’umanità sulla terra abbia dovuto sentire ed intuire quell’evento
come il momento di transizione più importante nella evoluzione dell’umanità.
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Il Cristo Gesù si è sposato con la morte,
è andato alla morte, che era divenuta l’espressione caratteristica del Padre, si è unito con la morte.
E dall’unione del Cristo Gesù con la morte è nato il principio di un sole vitale.
È un’immagine ingannatrice, è maya o illusione, credere che la morte equivalga alla sofferenza.
Se con l’andar del tempo gli uomini impareranno a lasciarsi avvicinare dalla morte,
come essa si avvicinò al Cristo Gesù, la morte allora in verità sarà il germe della vita.
Essi potranno contribuire tanto al nuovo sole e ad un nuovo sistema planetario
quanto, accogliendo l’impulso del Cristo, vi aggiungeranno del proprio,
aumentando così sempre più la grandezza del nuovo sole vitale.