Dall’uomo scaturisce la volontà

O.O. 26 – Massime antroposofiche – n° 39, 40, 41, 42


 

39Dall’uomo scaturisce la volontà.

Essa rimane del tutto estranea alle leggi naturali desunte dal mondo esteriore.

L’essenza degli organi dei sensi si può ancora conoscere

dalla loro somiglianza con gli oggetti esteriori della natura,

ma nell’attività degli organi sensori la volontà non può ancora esplicarsi.

L’essenza che si manifesta nel sistema ritmico dell’uomo è già più dissimile da ogni cosa esteriore,

e la volontà vi può aver presa fino ad un certo grado.

Ma tale sistema è compreso fra il sorgere e il perire.

Qui la volontà è ancora legata.

 

40Nel sistema del ricambio e delle membra

si manifesta bensì un’essenza attraverso la materia e i suoi processi legati alla materia,

ma la materia e i suoi processi non hanno a che fare con lei

più di quanto il pittore e i suoi mezzi abbiano a che fare col quadro terminato.

Perciò la volontà può aver presa diretta in tale essenza.

Se dietro l’organizzazione umana, vivente nelle leggi naturali,

si afferra l’entità umana operante nello spirito, 

in questa si ha un campo in cui si può scorgere l’azione della volontà.

Di fronte alla sfera dei sensi, la volontà umana resta una parola priva di qualsiasi contenuto.

E chi voglia afferrarla in questa sfera, abbandona, nel conoscere,

la vera essenza della volontà e mette qualcos’altro al suo posto.

 

41Nella terza delle Massime del gruppo precedente viene accennato all’essenza della volontà umana.

Solo quando abbiamo scorto tale essenza, siamo con la nostra comprensione

in una sfera del mondo nella quale agisce il destino (karma).

Finché si vedono soltanto le leggi dominanti nella concatenazione delle cose e dei fatti naturali,

si resta ben lontani da ciò che agisce nel destino in modo conforme a leggi.

 

42A chi in tal modo abbia compreso l’attività conforme a leggi nel destino,

si palesa altresì che questo non può esplicarsi nel corso della singola vita fìsica sulla terra.

Finché l’uomo dimora nel medesimo corpo fìsico

non può far realizzare il contenuto morale della sua volontà se non per quel tanto

che lo consente il corpo fisico nel mondo fisico.

Solo quando l’uomo sia penetrato nella sfera dello spirito attraverso la porta della morte,

l’essenza spirituale della volontà può acquistare piena realtà.

Ivi perverrà all’attuazione spirituale prima il bene con le sue relative conseguenze, poi il male con le sue.