Dall’uscita al ritorno della Luna.

O.O. 204 – Prospettive dell’evoluzione dell’umanità – 13.05.1921


 

Sommario: Dall’uscita al ritorno della Luna. Dall’anno 1879 entità oltremondane vogliono entrar nell’esistenza della Terra. I pensieri intellettualistici che gli uomini ordiscono oggi interiormente, un giorno copriranno la Terra come una ragnatela.

 

Ricorderete certo di aver letto nella mia Scienza occulta che l’uscita della Luna dal corpo della Terra è uno dei grandi eventi che hanno interferito nell’evoluzione terrestre. La Luna che ci risplende oggi dal cielo era una volta congiunta alla Terra, poi se n’è staccata e continua a girarle intorno come suo satellite. Sapete anche quali profondi cambiamenti in tutta l’evoluzione umana siano connessi con quest’uscita della Luna dalla Terra. Dobbiamo risalire molto indietro, all’epoca antidiluviana, per trovare il tempo in cui la Luna è appunto uscita dal corpo della Terra.

 

Ci occuperemo ora degli effetti che, in seguito all’uscita della Luna, si sono manifestati sulla Terra quanto all’uomo e alla natura che lo circonda. Altra volta ho mostrato che i minerali variamente colorati derivano, in sostanza, anch’essi la loro colorazione da questo rapporto della Luna con la Terra, e sono stato indotto a collegare questi eventi cosmici con una maniera artistica di considerare l’esistenza. Ma in ciò rientrano anche altre cose di una notevole importanza.

 

L’uomo ha riportato la sua entità da precedenti metamorfosi terrestri, dagli stadi di Saturno, Sole e Luna, e mentre si è sviluppato quale entità saturnia, solare e Lunare, nel suo ambiente non c’era ancora alcun regno minerale. La mineralità è comparsa solo nel quarto stadio planetario, cioè nell’epoca terrestre propriamente detta. Così pure la materia minerale è entrata a far parte dell’uomo solo nell’epoca terrestre. Nell’antica epoca saturnia, solare e Lunare egli non era ancora un’entità destinata a trascorrere la sua esistenza sulla Terra, ma, per la sua costituzione, apparteneva al cosmo intero.

 

• Prima che avvenisse l’uscita della Luna,

e prima che il minerale si sviluppasse nella sua colorazione sulla Terra,

l’uomo non era ancora adatto a viver sulla Terra.

 

Era, se così si può dire, un problema degli spiriti preposti alla guida dell’evoluzione terrestre, il da farsi con l’uomo; se, cioè, egli dovesse venir trasferito sulla Terra o trascorrere la sua esistenza all’infuori della Terra. E si potrebbe chiamare una visione delle entità che guidano l’evoluzione umana, il fatto che la Luna fu avulsa e che, per questo, la Terra, e con essa l’uomo, subì una trasformazione. Per esser stata espulsa la grossolana materia Lunare, l’uomo è pervenuto a quell’organizzazione che gli rese possibile di diventare uomo terrestre.

 

Così che l’uomo è divenuto uomo terrestre

mercé l’uscita della Luna e l’incorporazione del minerale nella Terra.

 

Con ciò egli in sostanza ha ricevuto la sua gravità terrestre. Ma non sarebbe divenuto mai un essere capace di libertà, se non avesse ricevuto questa gravità terrestre. In certo modo, egli non era ancora una vera personalità. Lo diventò, perché le forze che dovevano formare il suo corpo si contrassero; e ciò avvenne con l’uscita della Luna e con l’incorporazione del minerale. L’uomo diventò così una personalità e, in quanto tale, suscettibile di libertà.

 

Quest’evoluzione umana sulla Terra scissa dalla Luna si compì, dopo l’uscita della Luna, attraverso i più svariati stadi.

E si può dire: fin tanto che non era accaduto altro, se non l’uscita della Luna, l’uomo aveva pur sempre la possibilità di aver dal suo intero organismo, dal suo essere animico-corporeo, immagini della chiaroveggenza antica.

Questa facoltà non fu tolta all’uomo dall’uscita della Luna. Egli vedeva il mondo in immagini, come ho spesso descritto. Se non fosse accaduto altro, l’uomo vivrebbe ancor oggi in questo mondo d’immagini. Ma, com’è noto, l’evoluzione è andata avanti. L’uomo non è rimasto attaccato solo alla Terra.

 

L’uomo è stato in certo modo predisposto ad un’evoluzione a ritroso,

e questa ha raggiunto il suo culmine nel secolo XIX.

 

L’ho ripetutamente caratterizzato. Ma già in tempi antichi, anche quando l’uomo, quale essere munito di un sistema del ricambio, acquistò la gravità terrestre, egli fu reso idoneo, quale essere dotato di un capo, per l’esistenza cosmica.

 

L’uomo sviluppò il suo intelletto.

In quest’intelletto si condensarono le immagini della chiaroveggenza antica fin verso il IV secolo postcristiano.

• Solo poi, e specialmente a partire dal secolo XV, l’intelletto umano si fece sempre più astratto.

Quest’intelletto umano, benché sia nell’uomo un elemento del tutto spirituale,

non ha propriamente alcuna realtà; ha solo una realtà d’immagine.

 

Quando oggi l’uomo pensa solo col suo intelletto, questi pensieri non hanno radice nella realtà.

Si muovono solo in una parvenza di realtà, esistono allo stato di ombra.

Così si muovono sempre più i pensieri umani.

Il loro carattere di ombra si accentuò al massimo nel secolo XIX.

Oggi manca all’uomo del tutto il senso della realtà.

Egli vive in un elemento spirituale, ma è materialista.

 

Coi suoi pensieri spirituali che però non sono se non ombre egli pensa solo l’esistenza materiale.

Si è così verificato quest’altro evento.

L’uomo è ridivenuto più spirituale,

ma quel che prima la materia gli ha dato di contenuti spirituali, non lo compenetra più di anima.

Egli è divenuto più spirituale, ma, con la sua spiritualità, pensa solo il materiale.

 

Ora, sappiamo che la Luna un giorno si ricongiungerà alla Terra. Quel giorno potrà esser dilazionato di millenni da astronomi e geologi che vivono nell’astrazione; ma è un’aberrazione. In realtà, non ne siamo affatto lontani. L’umanità come tale ringiovanisce sempre più. Sempre più gli uomini compiono la loro evoluzione animico-corporea solo fino a un determinato punto.

 

Nell’epoca anteriore alla morte di Cristo, quando ebbe luogo l’evento del Golgota,

gli uomini erano generalmente suscettibili di sviluppo animico-corporeo fino al trentatreesimo anno di età.

Oggi non lo sono che fino al ventisettesimo.

E verrà un tempo nel quarto millennio,

in cui gli uomini saranno suscettibili di sviluppo solo fino al ventunesimo anno.

Poi verrà un tempo nel settimo millennio,

in cui gli uomini saranno suscettibili di sviluppo per mezzo della loro corporeità solo fino al quattordicesimo anno.

 

Le donne cesseranno allora di esser feconde; subentrerà un tutt’altro modo di vivere sulla Terra.

Sarà il tempo in cui la Luna si riavvicinerà alla Terra, s’incorporerà di nuovo alla Terra.

A tali eventi cosmici l’uomo dovrebbe oggi cominciare a rivolgere lo sguardo.

Non dovrebbe limitarsi a parlar come in sogno, astrattamente, di un alcunché di divino,

ma considerare gli eventi connessi con la sua propria evoluzione.

 

Egli ha da sapere che una volta la Luna è uscita dalla Terra e che vi rientrerà.

E come l’uscita della Luna fu un fatto importante, lo sarà del pari il suo ritorno.

• In quanto uomini, popoleremo ancora la Terra, ma non saremo più generati nel solito modo;

ci congiungeremo alla Terra altrimenti che non attraverso la nascita.

 

Ma fin allora ci saremo evoluti in un determinato modo. E quel che accade oggi, cioè l’intelletto che acquista il carattere di ombra, dobbiamo metterlo in rapporto con l’evento decisivo che un giorno si verificherà nell’evoluzione terrestre, con la reinserzione della Luna nella materia della Terra.

Sempre più simile all’ombra diventa il nostro intelletto. Se ciò continuasse, né l’umanità si decidesse ad accogliere in sé quel che può fluire dai mondi spirituali, l’uomo si esaurirebbe sempre più nella tinta d’ombra del suo intelletto.

 

Pensate un po’, che cosa mai non contiene quest’intelletto simile a ombra! Non può comprendere nemmeno l’entità stessa dell’uomo. Comprende i minerali. È, in ultima analisi, la sola cosa che quest’intelletto possa comprendere fino a un certo grado.

Già la vita della pianta gli è un enigma, la vita degli animali gli sfugge, e la sua stessa vita gli è del tutto impenetrabile.

Così l’uomo si forma immagini del mondo che costituiscono soltanto un problema del mondo,

e contengono solo quanto non accede alla vera e propria essenza della pianta, dell’animale e dell’uomo.

La formazione di tali immagini procederebbe sempre,

se l’uomo non si risolvesse ad accogliere quel che gli vien comunicato di nuove immaginazioni,

per mezzo delle quali gli si descrive l’esistenza universale.

 

• Nei concetti e nelle rappresentazioni dell’intelletto simile a ombra

dev’essere accolto quanto di saggezza vivente può dare la scienza dello spirito.

Così devono esser vivificate le immagini-ombra dell’intelletto.

Questa vivificazione è però non solo un fatto umano, bensì un fatto cosmico.

 

Ho descritta nella mia Scienza occulta come già le anime umane siano trasmigrate nei pianeti e siano poi discese nell’esistenza terrestre. Ho pure descritto come, uno dopo l’altro, gli uomini di Marte, Giove ecc. siano tornati sulla Terra.

 

Ora, nel 1879, si è svolto un fatto importante che può venir segnalato solo su dati la cui conferma si trova nel mondo spirituale. Mentre nell’antica epoca atlantica gli uomini di Saturno, Giove, Marte, ecc. son scesi sulla Terra, mentre dunque le anime umane inauguravano l’esistenza terrena, comincia un tempo in cui altre entità che non sono uomini, ma che per l’ulteriore sviluppo della loro esistenza son predisposti ad arrivare sulla Terra e ad entrare in un rapporto con l’uomo, discendono pure da regioni ultraterrene.

 

Dal 1879 entità oltremondane vogliono entrar nell’esistenza della Terra.

Così come gli «uomini di Vulcano» sono stati gli ultimi a scender qua sulla Terra,

così esseri di Vulcano entrano ora effettivamente nell’esistenza terrena.

Abbiamo già nell’esistenza terrena entità oltremondane.

 

E si deve a questa circostanza, per cui entità oltremondane portano giù i messaggi in questa esistenza terrena,

il fatto che, in genere, possiamo avere una scienza dello spirito organica.

Ma, nel complesso, come si comporta il genere umano?

Il genere umano si comporta in un modo, direi, brusco

verso queste entità che provengono dal cosmo e che sulla Terra appaiono da prima lentamente.

Non si cura di esse, le ignora.

 

Ed è questo il fatto che porterà la Terra in situazioni sempre più tragiche;

ché fra noi, nel corso dei prossimi secoli,

si aggirerà un numero sempre maggiore di entità spirituali,

il cui linguaggio noi dobbiamo comprendere.

E lo comprendiamo solo se cerchiamo di capire quel che viene da esse: il contenuto della scienza dello spirito.

 

Questo vogliono darci, e vogliono che si agisca nel senso dell’antroposofia,

che l’antroposofia venga applicata al modo di agire sociale dell’esistenza terrena.

Dall’ultimo terzo del secolo XIX abbiamo realmente da fare con un afflusso di esseri spirituali dal cosmo;

in primo luogo, di quelli che popolano la sfera fra la Luna e Mercurio,

ma che già irrompono sulla Terra e cercano di prendervi piede mediante il fatto

che gli uomini si riempiano del pensiero interno alle entità spirituali del cosmo.

 

Ciò si descrive concretamente se si dice

che la scienza dello spirito vuol scender sulla Terra e dev’essere accolta.

Si avrebbero rivolgimenti su rivolgimenti, e infine l’esistenza terrena dovrebbe sfociare nel caos sociale,

se gli uomini avessero soltanto dell’opposizione alla discesa di queste entità.

Esse non vogliono essere altro che le avanguardie

per quello che accadrà dell’esistenza terrena quando la Luna si ricongiungerà alla Terra.

 

Oggi tutto ciò può ancora apparire relativamente innocuo agli uomini, finché pensano solo quei pensieri che sono automatici e privi di vita, e che sorgono nel considerare il mondo minerale e il minerale nelle piante, il minerale negli animali, il minerale nell’uomo.

 

Di questi pensieri gli uomini si ricreano oggi, vi si trovano, in quanto materialisti, a loro agio, perché essi vengono solo pensati. Ma immaginate un po’, se gli uomini continuassero a pensar così, non formassero effettivamente null’altro che pensieri simili, fin tanto che, nell’ottavo millennio, la Luna si riunisse con la Terra, che cosa accadrebbe allora?

 

Sì, le entità di cui ho parlato continueranno a scender sulla Terra. Superuomini di Vulcano, superuomini di Venere, superuomini di Mercurio, superuomini del Sole, ecc. si uniranno con l’esistenza terrena. Ma se gli uomini continuano a far loro semplicemente opposizione, l’esistenza terrena trapasserà in un caos nel corso dei prossimi millenni.

 

Gli uomini della Terra potranno sviluppare ulteriormente il loro intelletto in modo automatico; esso può svilupparsi anche in mezzo alla barbarie; ma la piena umanità non sarà accolta in quest’intelletto, e gli uomini non avranno alcun nesso con quelle entità che si protendono giù verso di loro fin dentro l’esistenza terrena.

 

E tutti quegli esseri che ora sono pensati dall’uomo in modo sbagliato per il fatto che il semplice intelletto spettrale pensa solo il minerale, cioè il grossolanamente materiale nel regno minerale, nel regno vegetale, nel regno animale e persino nel regno umano, questi pensieri che non hanno realtà, la ricevono di colpo quando la Luna si congiunge con la Terra.

 

E dalla Terra salterà fuori una specie orribile di esseri

che, per la loro natura, stanno fra il regno minerale e il vegetale

come esseri automatici dotati di un intelletto intenso, eccessivo.

Questo movimento prenderà posto sulla Terra e la ricoprirà come una rete ed una tela di orrendi ragni,

ragni di una saggezza gigantesca che però, nella loro costituzione,

non arrivano nemmeno fino all’esistenza della pianta, che si aggroviglieranno,

che nei loro movimenti esteriori imiteranno tutto ciò che gli uomini avranno escogitato

col loro intelletto che non si lasciò toccare da quel che deve venire per mezzo di una nuova immaginazione,

e in genere per mezzo dell’antroposofia.

 

Tutto quanto gli uomini pensano di simili pensieri irreali, diventerà reale.

La Terra, com’è avvolta ora da uno strato d’aria, com’è talvolta oppressa da nugoli di cavallette,

sarà coperta da orrendi ragni semi-minerali e semi-vegetali

che si ingarbuglieranno molto intelligentemente, ma anche malignamente.

 

E l’uomo, in quanto non ha vivificato i suoi concetti intellettualistici,

dovrà collegare la sua esistenza, anziché con le entità che, dall’ultimo terzo del secolo XIX,

vogliono discendere sulla Terra, con quest’orribile genia di ragni.

Dovrà pure cercare il suo progresso nell’esistenza cosmica in quell’evoluzione che questa specie di ragni prenderà.

 

Ora, tutto ciò è presente nella realtà dell’evoluzione umana sulla Terra ed è noto a un gran numero di quegli uomini che trattengono l’umanità dall’accoglimento di cognizioni scientifico-spirituali. Ché vi sono anche di quelli che sono gli alleati coscienti dell’impigliamento dell’esistenza umana quaggiù nelle ragnatele. Non bisogna più lasciarci spaventare oggi da descrizioni come questa. Ché descrizioni come questa stanno dietro a ciò che molti uomini dicono ancor oggi, i quali hanno ancora da antiche tradizioni una certa coscienza di tali cose e vorrebbero coprire queste antiche tradizioni con un certo velo di mistero.

 

La nostra evoluzione umana sulla Terra non può però venir sempre coperta dal velo del mistero: quando gli ostacoli sono così grandi, le cose devono esser dette, ché si tratta per l’umanità di una seria decisione di fronte all’accoglimento o meno delle cognizioni scientifico-spirituali.

 

Non si tratta qui di qualcosa da cui prendere delle risoluzioni che abbiano da far soltanto con un’indifferente simpatia o antipatia, bensì di qualcosa che interferisce in tutta la struttura del cosmo, del fatto se l’umanità voglia decidersi, nell’epoca attuale, a penetrare gradualmente in ciò che spiriti buoni, i quali vogliono unirsi all’uomo, le portano giù dall’universo, o se l’umanità voglia cercare l’ulteriore esistenza cosmica nella genia dei ragni dei suoi pensieri astratti.

 

Oggi non basta più il segnalare in formule astratte la necessità di cognizioni scientifico-spirituali,

ma occorre far vedere come i pensieri diventino realtà.

 

Il brutto di tutte le teorie astratte è che presentano agli uomini astrazioni come questa:

«i pensieri diventano più tardi realtà», ma non provvedono a mostrare la piena, concreta portata della cosa.

E la portata concreta è che i pensieri intellettualistici

che gli uomini ordiscono oggi interiormente, un giorno copriranno la Terra come una ragnatela,

e che gli uomini vi saranno intessuti, se non si solleveranno al di sopra di questi pensieri astratti.

 

Dobbiamo prender molto sul serio certe cose, come, ad esempio, l’opportunità che la conoscenza del colore sia sollevata dalla fisica astratta in un dominio, dove la fantasia e la sensazione dell’artista che comprende l’essenza del colore ed una visione scientifico-spirituale del mondo agiscono insieme.

 

Sappiamo come ciò che la fisica precipita nell’arimanico coi suoi orribili disegni sia innalzato nell’artistico, così che realmente può essere fondata una teoria dei colori che sta lungi dalle abitudini di pensiero della scienza di oggi, ma che può costituire una base per la creazione artistica, se l’uomo se ne permea.

 

Anche un altro pensiero è da prender sul serio. Che cosa vediamo oggi in tutto il mondo civile? I nostri giovani frequentano le cliniche e le facoltà scientifiche; lì viene loro spiegato l’uomo. Essi imparano a conoscerne il sistema osseo e in genere la costituzione, attraverso il cadavere. Imparano a edificar logicamente l’organismo in pensieri astratti.

 

Ma così s’impara a conoscere nell’uomo solo il minerale. Questa scienza insegna solo quanto ha un significato dall’uscita della Luna al suo ritorno, e che si converte in ragni dai pensieri dell’attualità. Dev’essere preparata una conoscenza che comprenda l’uomo altrimenti, e può venir preparata solo a patto che la scienza sia elevata a contemplazione artistica, che una volta si ammetta:

• Sì, fino a un certo punto la scienza, com’è oggi intesa, arriva al minerale nel regno minerale, nel regno vegetale, nel regno animale, nel regno umano; ma già nel regno vegetale la scienza deve trasformarsi in arte, ancor più nel regno animale. Il voler capire una forma animale così come fanno gli anatomisti o i fisiologi è un’assurdità. E se non si ammette ch’è un’assurdità, l’intelletto non può trasformarsi in una vivente comprensione spirituale del mondo.

 

Tutto ciò che s’insegna oggi in una forma così desolatamente astratta ai nostri giovani, quando vengono all’università, deve sfociare dappertutto in comprensione artistica. Ché la natura in mezzo a cui viviamo, crea artisticamente.

 

E se non s’intenderà che quanto ci attornia, come natura, è creazione artistica

e non può venir compreso se non con concetti artistici,

nessun risanamento può avvenire nella nostra concezione del mondo.

 

Dovrebbe affermarsi l’idea che il vecchio ricordo che sussiste ancora in chi abbia visto i castelli medievali con le loro camere di tortura, dove si rinchiudeva la gente nella «vergine di ferro» e poi la si trafiggeva con gli spiedi, è bensì una procedura alquanto più fisicamente evidente, ma è la stessa di quando nell’anatomia o fisiologia di oggi si espone allo studente quanto vige come anatomia e fisiologia, e si dice che, così, egli intenda qualcosa intorno all’entità dell’uomo.

 

No, egli non comprende nulla, all’infuori di qualcosa ch’è stato prodotto da un elemento di tortura animico-spirituale. Egli comprende l’uomo smembrato, l’uomo mineralizzato, quella parte cioè dell’uomo che un giorno sarà intessuta nell’invasione dei ragni sulla Terra.

 

Non è forse doloroso che il potere della civiltà sia oggi in mano di coloro

che riguardano come una stoltezza i più veraci pensieri,

ciò che sta nel più stretto rapporto con la salvezza dell’evoluzione umana,

con l’intera missione dell’umanità nel mondo?

 

È tragico, e bisogna rendersene conto.

Ché solo tenendo presente agli occhi dell’anima, in tutta la sua evidenza, questa grande tragedia,

si prenderà una reale decisione d’intervenire qui a misura delle proprie forze,

perché l’intelletto divenuto astratto trovi la possibilità

di far entrare il mondo spirituale che si affaccia dal soprasensibile,

così che quest’intelletto astratto venga reso idoneo per quell’elemento al quale ha da assurgere.

 

L’intelletto simile a ombra non deve già esser respinto nel subvegetale,

nella genia dei ragni che si estende sulla Terra, bensì dev’essere innalzato l’uomo,

quando sarà sopravvenuto l’ottavo millennio e la Luna si ricongiungerà alla Terra.

Dovrà allora rimanere indietro il terrestre che l’uomo ha da governare solo da fuori

come lo scanno dei suoi piedi ch’egli non ha da prendere con sé nell’esistenza cosmica.

L’uomo si deve preparare al fatto di non aver bisogno di unirsi

con quello che in tal modo si svilupperà sulla faccia della Terra.

 

Ché così come l’uomo è entrato dall’esistenza prenatale in quest’esistenza terrena,

come, con l’uscita della Luna, è subentrata la nascita fisica, il venir generato, per l’uomo, dalla donna,

così tornerà quello che non sarà più l’esser generato dalla donna,

ché questo è solo un episodio passeggero nell’intera evoluzione cosmica:

è quell’episodio che deve portare all’uomo il senso della libertà,

la coscienza della libertà, la delimitazione dell’individualità e personalità:

un episodio che non dev’esser trascurato, un episodio ch’era necessario nell’intero processo cosmico,

ma è qualcosa che non dev’essere conservato.

 

E l’uomo non deve adagiarsi nella comoda visione di un divino meramente astratto,

ma deve contemplare concretamente quel ch’è connesso con la sua evoluzione.

Egli può giungere ad una reale vivificazione interiore di tutto il suo essere animico-spirituale

solo comprendendo, ma nella sua concreta forma evolutiva,

questa grande epoca attraverso cui egli passa nelle sue vite terrene successive.

Ciò è quanto ci dice oggi la vera scienza dello spirito.

 

Le cose appunto cozzano fra loro. La volontà minaccia di venir espulsa dalla spiritualità, di venir congiunta con la ragnatela della Terra: questa volontà che vive coscientemente in singoli uomini, perché questi credono di trovare il loro tornaconto nell’educar spiritualmente solo se stessi e nel lasciare gli altri all’oscuro di tutto. I più invece vivono senza saperlo e, in sostanza, non sospettano neanche a quale orribile destino vadano incontro, collegandosi con ciò che una più antica scienza dello spirito chiamava le sedici vie della rovina umana.

 

Ché come vi sono vie molteplici per volgersi con l’intelletto astratto a quanto può venir quale messaggio, quale annuncio dal mondo spirituale, così, naturalmente vi sono molteplici varianti dell’intelletto astratto per legarsi con quest’attività intellettualistica all’incrostazione dei ragni che nell’avvenire avvolgerà la Terra. L’intelletto vigerà allora obiettivamente nelle varie masse delle membra che questa genia di ragni avrà, e che s’intrecceranno fra loro, si avviticchieranno, e in questi vicendevoli avviticchiamenti serpentini evocheranno gli aspetti più singolari, più ingegnosi, più acuti (nel senso di oggi).

 

Solo tornando a comprendere da dentro l’arte,

l’uomo potrà portare una comprensione incontro a ciò ch’è sopraminerale,

a ciò che si esplica nella formazione della superficie.

 

Com’è infatti sintomatico nel divenire dell’umanità che Goethe abbia scoperto la teoria della metamorfosi! Tutti i pedanti che lo circondavano l’han ritenuta dilettantesca, e i pedanti d’oggi la ritengono del pari tale. In Goethe però il chiaro senso si è congiunto con quella veduta che già nella natura stessa scorge un alcunché di artistico. Egli non pervenne, con questo principio della metamorfosi, a poter vedere l’animale se non fino alla formazione della vertebra del cranio.

 

Quella trasformazione di un’anteriore esistenza dell’uomo che configura la rimanente corporeità nella forma del capo, la meravigliosa trasformazione artistica delle ossa lunghe in quelle sferiche, è ciò che, se viene osservato realmente a fondo, consente primamente una vera penetrazione intima della differenza di tutta la restante forma umana dal capo.

Bisogna posseder questo concetto, se si vuole plasticamente connettere il capo al resto dell’organismo umano.

 

È però, in quanto arte, anche la vera scienza; ché ogni scienza che non s’innalzi a quest’arte è scienza illusoria, è una scienza che precipita l’uomo nella sciagura cosmica. In realtà, vediamo come una vera scienza dello spirito inviti ad una comprensione artistica. Quest’ultima viveva nell’anima di Goethe già intorno al 1780, quando egli dettò l’inno in prosa La Natura:

• «Natura, da lei noi siamo circondati e avvinti…» L’insieme è vivificato da un tale ordito di rappresentazioni che si potrebbe dire: è come lo sviluppo di un’aspirazione ad accogliere l’essenza dello spirito dal gran Tutto. Sì, l’ulteriore elaborazione dei pensieri viventi in quest’inno di Goethe offrirebbe un terreno a quelle entità che vorrebbero discendere dal cosmo. Invece, ciò ch’è stato escogitato nel corso del secolo XIX, questi orribili concetti di tortura della fisiologia e biologia dell’uomo, dei sistemi delle piante, ecc., i quali, in sostanza, non hanno nulla a che fare con la vera natura delle piante, tutti questi concetti non artistici non possono dar nessuna conoscenza, non possono arrivare all’uomo.

 

Perciò quel che oggi è considerato scienza è, nella sua essenza, un prodotto arimanico,

qualcosa che conduce l’uomo nel perire terrestre,

e gl’impedisce di giungere in quella sfera che gli è portata incontro,

a partite dall’ultimo terzo del secolo XIX, da entità cosmiche.

 

Il coltivare l’antroposofia non è qualcosa di puramente astratto;

significa aprire delle porte a influssi oltremondani.

È un reale evento cosmico, e dobbiamo averne la consapevolezza.

 

Riassumendo, abbracciamo con lo sguardo lo spazio di tempo fra l’uscita della Luna e il suo ritorno. Questa Luna che ci riverbera la luce del Sole ha dunque una profonda relazione con la nostra esistenza. Si è staccata dalla Terra perché l’uomo potesse divenirvi libero. Ma l’uomo deve adoperare questo tempo per non offrire alla Luna il materiale che può esser congiunto con l’esistenza Lunare in seno alla Terra, quando la Luna sia tornata in quel nuovo regno naturale che vi ho ora descritto in questa forma evidente.

Si può dire che oggi sorga già talvolta nell’uomo un presagio di quello che avverrà.

 

Non so con quale sentimento gli uomini abbiano letto quel che Nietzsche rappresenta nel suo Zaratustra, nel capitolo sul più brutto degli uomini nella valle della morte. È una descrizione tragica. Nietzsche non ha naturalmente avuto alcuna idea di quella valle della morte in cui sarà trasformata l’esistenza terrena, quando quella genia di ragni, della quale ho parlato, coprirà la Terra.

 

Ma al tempo in cui è sorta in Nietzsche la fantasia di quella valle della morte viveva inconsapevolmente in lui appunto qualcosa di quest’immagine del futuro, ed egli trasferì allora in quella valle della morte il più brutto degli uomini. È come un presagio di come un giorno gli uomini, se continueranno a coltivare i loro pensieri astratti, saranno accolti come le più brutte figure dall’esistenza Lunare che si ricongiungerà alla Terra, per impigliarsi come gli uomini più brutti in quel groviglio di ragni e unirvisi.

 

A che cosa gioverebbe oggi tener celate queste cose, come molti vorrebbero? Significherebbe gettar la polvere negli occhi alla gente. Una gran parte di quanto oggi si divulga come così detta spiritualità, non è altro che polvere negli occhi.

 

Si trovano via via degli uomini che si accorgono di che cosa voglia dire gettar la polvere negli occhi alla gente, non considerare alcun evento storico così com’è in realtà. Quanti mai uomini si rendono conto che ai nostri giorni si svolgono avvenimenti di fondamentale importanza? Quanti mai vogliono approfondircisi? I più preferiscono chiuder gli occhi, dicendo: be’, le cose non hanno poi quest’importanza. Ma gli indizi tuttavia ci sono, e gli uomini dovrebbero comprenderli.