Del confine tra il mondo dei sensi e i mondi soprasensibili

O.O. 12-16-17 – Sulla via dell’Iniziazione – (Del confine tra il mondo dei sensi e i mondi soprasensibili)


 

Per conoscere i rapporti fra i diversi mondi va tenuto conto

che una forza destinata a svolgere in un certo mondo un’azione conforme all’ordinamento universale,

può rivolgersi contro questo ordinamento quando essa si esplichi in un mondo diverso.

 

Così è necessario alla natura dell’uomo

che nel suo corpo eterico siano presenti le due forze contrastanti:

• la capacità di trasformarsi in altri esseri     • e il forte sentimento dell’io (o di sé).

 

Entrambe queste forze dell’anima non possono esplicarsi nell’esistenza sensibile, senza essere attutite.

Nel mondo elementare esse sono presenti

in modo da rendere possibile l’individualità umana grazie alla reciproca compensazione,

come il sonno e la veglia rendono possibile la vita umana nel mondo dei sensi.

 

Il rapporto fra due forze contrastanti come quelle

non potrebbe mai consistere nell’annullamento dell’una da parte dell’altra:

entrambe devono estrinsecarsi e compensarsi a vicenda.

 

• Ma il sentimento dell’io e la facoltà di trasformarsi

possono agire in quel modo l’uno sull’altra soltanto nel mondo elementare;

• nel mondo materiale può operare, in modo conforme all’ordinamento universale,

solamente la risultante delle due forze, nel loro reciproco rapporto e concorso.

 

Se il grado di capacità di trasformazione che l’uomo deve avere nel suo corpo eterico

operasse entro l’esistenza sensibile, egli si sentirebbe sul piano animico

come qualcosa che non corrisponde a ciò che egli è, conforme al suo corpo fisico.

 

Nel mondo dei sensi  il corpo fisico conferisce all’uomo un’impronta fissa mercé la quale

egli viene a trovarsi in questo mondo come un essere personale ben determinato.

• Non è questo il modo in cui si trova posto col suo corpo eterico nel mondo elementare.

In questo, per poter essere uomo nel pieno senso della parola, egli deve poter assumere le forme più disparate.

 

Se ciò gli fosse impossibile, nel mondo elementare sarebbe condannato all’isolamento completo;

non potrebbe conoscere nulla se non di se stesso, non si sentirebbe affine ad alcun essere, né ad alcun processo.

Ma in quella sfera ciò significherebbe che gli esseri e i processi caratteristici di essa per lui non esisterebbero.

 

Se d’altra parte l’anima umana sviluppasse nel mondo dei sensi

la capacità di trasformazione che le occorre nel mondo elementare, essa perderebbe la sua impronta personale.

• In quelle condizioni, un’anima vivrebbe in contraddizione con se stessa.

• Per il mondo fisico, la capacità di trasformarsi deve essere una forza latente nelle profondità dell’anima,

una forza che conferisce all’anima la sua disposizione fondamentale, ma che non si estrinseca nel mondo fisico.

 

La coscienza soprasensibile deve familiarizzarsi con la capacità di trasformazione;

se non vi riuscisse, non potrebbe fare osservazioni nel mondo elementare.

Così la coscienza soprasensibile si appropria di una facoltà

che è chiamata ad applicare solo finché sa di trovarsi nel mondo elementare,

ma che deve reprimere appena ritorna nel mondo dei sensi.

La coscienza soprasensibile deve sempre fare attenzione al confine tra i due mondi;

non deve operare nel mondo dei sensi,

valendosi di facoltà adeguate a un mondo soprasensibile.

 

Se quando sa di trovarsi nel mondo dei sensi

l’anima permettesse alla capacità di trasformazione di continuare ad agire nel suo corpo eterico,

la coscienza ordinaria si riempirebbe di pensieri che non corrispondono ad alcun essere nel mondo dei sensi.

L’anima cadrebbe in uno stato di confusione della sua vita di rappresentazione.

 

Il rispetto del confine fra i diversi mondi

è una necessaria premessa alla giusta attività della coscienza soprasensibile.

Chi vuole acquistare la coscienza soprasensibile deve badare

a che nessun fattore di disturbo, legato alle conoscenze sui mondi superiori, s’insinui nella sua coscienza normale.

 

Se s’impara a conoscere il «guardiano della soglia»,

si viene a sapere come stanno le cose per l’anima nel mondo dei sensi,

quanto essa sia forte per eliminare dalla coscienza fisico-sensibile

le forze e facoltà dei mondi superiori, che in questa non devono agire.

 

Se si penetra nel mondo soprasensibile senza l’autoconoscenza procurata dal guardiano della soglia,

si può rimanere sopraffatti dalle esperienze di quel mondo.

Esse possono penetrare nella coscienza fisico-sensibile sotto forma di immagini illusorie.

Assumono il carattere di percezioni sensoriali,

e ne risulta necessariamente che l’anima le prende per reali, mentre non lo sono.

 

La chiaroveggenza correttamente sviluppata non prenderà mai le immagini del mondo elementare come realtà, nel senso in cui la coscienza fisico-sensibile deve considerare reali le esperienze del mondo dei sensi. Le immagini del mondo elementare vengono messe nella giusta connessione con la realtà alla quale corrispondono, soltanto grazie alla facoltà di trasformazione dell’anima.

 

• Neppure la seconda forza necessaria al corpo eterico, cioè il forte sentimento dell’io,

deve intromettersi nella vita dell’anima entro il mondo dei sensi,

nel modo in cui è adeguata al mondo elementare.

• Se invece s’intromette, nel mondo dei sensi essa diventa fonte di tendenze immorali legate all’egoismo.

 

A questo punto della sua osservazione del mondo,

la scienza dello spirito trova l’origine del «male» presente nell’agire umano.

Significherebbe disconoscere l’ordinamento universale,

se si volesse credere che esso potrebbe sussistere anche senza le forze che sono la sorgente del male.

 

Se queste forze non esistessero, l’entità eterica dell’uomo non potrebbe svilupparsi nel mondo elementare.

Quelle forze sono assolutamente buone, se operano solo nel mondo elementare;

producono il male in quanto non rimangono tranquille in fondo all’anima,

per regolarvi il rapporto dell’uomo col mondo elementare,

ma vengono trasferite nell’esperienza dell’anima entro il mondo dei sensi,

trasformandosi in tal modo in impulsi egoistici.

Si oppongono allora alla capacità di amare, diventando in tal modo le origini di azioni immorali.

 

• Se il forte sentimento dell’io passa dal corpo eterico in quello fisico,

ne deriva non soltanto un’accentuazione dell’egoismo, ma anche un indebolimento del corpo eterico.

• La coscienza soprasensibile deve fare la scoperta che all’ingresso nel mondo soprasensibile  

il necessario sentimento dell’io è tanto più debole, quanto più forte è l’egoismo nell’esperienza entro il mondo dei sensi.

 

L’egoismo non rafforza l’uomo nelle profondità della sua anima, ma al contrario lo indebolisce.

Quando poi l’uomo attraversa la porta della morte,

l’effetto dell’egoismo esplicato durante la vita tra la nascita e la morte

si manifesta nel fatto che l’anima si presenta debole alle esperienze del mondo soprasensibile.