Dietro all’attività del Sole che irradia sulla Terra la sua luce e il suo calore, vi è l’attività del suono e della vita

O.O. 123 – Il Vangelo di Matteo – 03.09.1910


 

Da molto tempo la Terra si era aperta all’azione del Sole,

quando giunse per l’uomo il momento di sottrarsi a tale azione diretta.

Gli uomini dell’Atlantide erano ancora recettivi, nella loro chiaroveggenza, all’azione diretta del Sole.

 

• E come per la Terra subentrò un’epoca nella quale essa cominciò a indurirsi,

così per gli uomini giunse un’epoca in cui essi si dovettero ritrarre in se stessi,

sviluppando una vita interiore e sottraendosi all’azione diretta del Sole.

 

• Tale processo di sviluppo di una vita interiore, in cui l’uomo non potè più aprirsi al Sole,

ma solo sviluppare in se stesso un debole riflesso

dell’azione dell’etere vitale, dell’etere sonoro, dell’armonia delle sfere,

tale processo durò a lungo, fino ad epoca postatlantica inoltrata.

 

Nei primi tempi dell’epoca atlantica

era dunque esistita una percezione diretta dell’attività esercitata dal Sole,

mentre più tardi gli uomini furono preclusi da quella percezione.

 

Quando poi gli effetti dell’attività solare non poterono più penetrare negli uomini, mentre al contrario fioriva sempre più la loro vita interiore, soltanto i sacri misteri, mediante una disciplina che possiamo chiamare yoga, furono in grado di suscitare nei loro discepoli forze spirituali che consentivano di percepire direttamente le azioni solari, contrariamente alle mutate condizioni normali.

 

Pertanto nella seconda metà dell’epoca atlantica si svilupparono le sedi che a ragione sono denominate oracoli, nei quali (in mezzo a un’umanità che normalmente non poteva più percepire le azioni dirette degli eteri sonoro e vitale) si preparavano discepoli capaci invece di percepirne le manifestazioni, a scapito di una momentanea repressione delle percezioni sensoriali.

 

E tale possibilità si conservò anche nell’epoca postatlantica, nelle autentiche sedi della sapienza occulta; si conservò con tale intensità, che perfino la scienza esteriore menziona (sia pure senza comprenderla) una tradizione della scuola di Pitagora secondo la quale esiste la possibilità di udire l’armonia delle sfere.

 

Solo che la scienza esteriore trasforma subito in qualcosa di astratto l’idea dell’armonia delle sfere, mentre non si tratta affatto di una realtà astratta; d’altra parte non si riesce oggi a concepirne la natura vera.

 

In realtà nelle scuole pitagoriche

il percepire l’armonia delle sfere aveva questo preciso significato:

la riapertura realmente compiuta dell’essere umano nei confronti

dell’etere del suono, dell’armonia delle sfere, del reale etere divino della vita.

 

Dietro all’attività del Sole che irradia sulla Terra la sua luce e il suo calore,

vi è anche qualcosa d’altro: vi è l’attività del suono, vi è perfino un’attività di vita,

ed esse si esplicano nell’interiorità umana solo come un debole riflesso.

 

E fu Zaratustra, o Zoroastro, che più di ogni altro insistette in modo grandioso in tali insegnamenti.

Volendo trasporre la sua dottrina nel nostro linguaggio odierno,

potremmo dire che questo fu l’insegnamento da lui elargito ai suoi discepoli:

innalzando al Sole il vostro sguardo, voi percepite il benefico calore, la luce benefica che irraggia verso la Terra.

 

Se però svilupperete gli organi della percezione spirituale,

potrete percepire l’essere stesso del Sole, che sta dietro alla vita solare fisica;

percepirete allora azioni sonore, e dietro a queste il senso stesso della vita.

 

La spiritualità più vicina all’attività fisica del Sole veniva indicata da Zaratustra ai suoi discepoli come Ormazd, o Ahura Mazdao, cioè la grande aura del Sole. È comprensibile che il termine «Ahura Mazdao» possa venir tradotto anche come «la grande saggezza», in contrapposto alla piccola saggezza, ch’è quella che l’uomo è in grado di sviluppare in sé oggi. La «grande saggezza» è quella che si può scorgere contemplando la grande aura del Sole.