Differenza essenziale fra iniziazione precristiana e cristiana

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 29.06.1909


 

Con il progredire della civiltà,

gli uomini diventavano sempre più estranei al mondo spirituale.

 

• Diventavano sempre più rari gli iniziati capaci di spingere lo sguardo nelle regioni superiori dei mondi spirituali,

perché il processo iniziatico diventava sempre più pericoloso.

• Diventava sempre più difficile rimanere tre giorni e mezzo in uno stato simile alla morte,

e ottenere il distacco del corpo eterico, senza che ne seguisse la morte.

• Per tutta la vita umana si verificò quindi un rinnovamento,

mediante l’impulso del quale parlammo già nei giorni scorsi: l’impulso-Cristo.

 

Abbiamo già detto che il Cristo, l’alto spirito solare, si era avvicinato gradatamente alla terra. Abbiamo visto che al tempo di Zarathustra era ancora necessario cercarlo sul Sole quale «Ahura Mazda», mentre Mosè lo poteva già scorgere nel roveto ardente e nel fuoco sul Sinai. Egli penetrò lentamente nella sfera terrestre che doveva rimanerne trasformata. Questo Spirito provvide anzitutto a che gli uomini lo riconoscessero qui sulla terra.

 

Che cosa, in ultima analisi, occorreva in tutte le antiche iniziazioni?

Occorreva far uscire il corpo eterico dal corpo fisico.

E anche nelle iniziazioni postatlantiche l’uomo doveva venir portato ad un sonno simile alla morte,

vale a dire doveva esser privo di sensi per la coscienza fisica.

In tal modo l’uomo veniva a sottoporsi al dominio dell’io di un altro.

 

Questo era stato sempre necessario per l’iniziazione.

Il suo io veniva a trovarsi completamente sotto il dominio di chi lo iniziava.

Egli abbandonava completamente il proprio corpo fisico; non abitava più in esso

e con il suo io non esercitava più alcuna influenza sul proprio corpo fisico.

 

Ma la grande mèta dell’impulso del Cristo è invece

• che l’uomo percorra un’evoluzione dell’io,

• che possa rimanere completamente in sé,

• e non abbia bisogno, per giungere ai mondi superiori,

di immergersi in uno stato di coscienza inferiore a quello dell’io.

 

Per ottenere questo era necessario che anzitutto qualcuno si offrisse in sacrificio

per accogliere lo spirito stesso del Cristo in un corpo umano.

 

Abbiamo già accennato che un iniziato, preparatosi attraverso moltissime incarnazioni,

era divenuto capace, da un determinato momento della sua vita in poi, di allontanare da sé il proprio io,

e di accogliere in sé lo spirito del Cristo.

Questo viene indicato nel Vangelo di Giovanni col battesimo nel Giordano.

Quale è il vero significato di quel battesimo?

 

Sappiamo che quel battesimo veniva eseguito da Giovanni Battista, il precursore, l’annunziatore del Cristo Gesù, su coloro che egli aveva preparato ad accogliere il Cristo in maniera adeguata. Soltanto se riflettiamo che Giovanni battezzava unicamente per preparare al Cristo in modo adatto, soltanto allora comprendiamo quello che dice il Vangelo di Giovanni su quel battesimo. Se pensiamo ad un battesimo odierno, che è soltanto un’imitazione del simbolo originario, non arriveremo alla comprensione di quel battesimo. Non si trattava di una semplice aspersione con l’acqua; il battezzando veniva allora completamente immerso nell’acqua dove rimaneva per un periodo di tempo, più o meno lungo.

 

Tenteremo ora di capire quello che ciò significa, considerando il mistero dell’entità umana.

Ricordiamo che l’uomo è costituito di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale ed io.

 

Durante lo stato diurno di veglia, queste quattro parti costitutive sono fra di loro solidalmente collegate; durante il sonno il corpo fisico e il corpo eterico rimangono sul letto, mentre il corpo astrale e l’io sono fuori. Nella morte avviene invece che il corpo fisico rimane indietro come cadavere, mentre il corpo eterico esce; e per un breve tempo l’io, il corpo astrale e il corpo eterico si trovano uniti fra loro.

 

Chi abbia ascoltato anche solo qualcuna delle mie conferenze

già sa che in quel momento si verifica una ben determinata esperienza:

l’uomo vede davanti a sé tutta la sua vita passata, come in un quadro meraviglioso;

tutti gli eventi della sua vita gli si presentano intorno contemporaneamente, come allineati nello spazio;

il corpo eterico è anche il portatore della memoria,

solo che durante la vita il corpo fisico gli impedisce la completa e contemporanea visione del tutto.

 

Dopo la morte il corpo fisico viene deposto,

e allora tutto ciò che l’uomo ha sperimentato nella sua ultima vita può affacciarglisi alla coscienza.

Ho già anche detto che una tale visione retrospettiva sulla propria vita

si verifica anche quando l’uomo si trova in pericolo di vita, o sperimenta un grande spavento, un forte trauma.

 

Anche da altre fonti si sa che un uomo, quando sta per annegare o per precipitare da una montagna senza perdere la coscienza, sperimenta come in un grande quadro tutta la sua vita passata.

 

Ciò che l’uomo in tal modo sperimenta a causa di un grande pericolo, come per esempio quando sta per annegare,

veniva sperimentato quasi da tutti coloro che Giovanni battezzava.

Il battesimo consisteva appunto nel rimanere sott’acqua tanto tempo, fino a sperimentare tutta la vita passata.

Ma ciò che così si sperimentava veniva sperimentato come immagine spirituale;

succedeva allora che, in quello stato anormale, ciò che lo spirito sperimentava

si ricollegava in certo qual modo al resto del mondo spirituale;

chi dunque, dopo il battesimo di Giovanni, veniva tratto fuori dall’acqua sapeva:

«Esiste un mondo spirituale! In verità ciò che ho in me è qualcosa che può vivere senza il corpo!»

 

Dopo il battesimo l’uomo era convinto che vi è un mondo al quale egli appartiene col suo spirito.

Cosa dunque otteneva Giovanni per mezzo del suo battesimo?

 

Gli uomini erano arrivati ad amare sempre più il mondo fisico, ad orientarsi sempre più nel mondo fisico;

a credere sempre più che il fisico fosse la vera realtà.

Coloro però che si avvicinavano al Battista sperimentavano la propria vita come spirituale.

Dopo il battesimo sapevano di essere qualcosa d’altro,

diverso da ciò che erano mediante il loro corpo fisico.

 

La mentalità degli uomini si era gradatamente andata formando in modo da esser guidata verso il mondo fisico.

Giovanni aveva provocato nei suoi seguaci la consapevolezza che esiste un mondo spirituale,

che essi appartenevano a quel mondo spirituale con la loro parte superiore.

Basta dunque rivestire i suoi discorsi con parole diverse, e allora si avrà:

«Cambiate la mentalità che è diretta verso il mondo fisico ».

 

Essi cambiavano la loro mentalità, quando accoglievano giustamente il battesimo.

Allora sapevano di avere in loro qualcosa di spirituale,

sapevano che il loro io apparteneva al mondo spirituale.

 

L’uomo aveva conquistato questa convinzione dentro il corpo fisico.

Non si trattava di uno speciale processo come per l’iniziazione; il battezzato sperimentava nel corpo fisico.

E dalla maniera in cui tutto l’insegnamento, impartito a quei tempi dalla rivelazione di Mosè in poi,

veniva accolto e assimilato dall’anima,

l’esperienza del battesimo di Giovanni acquistava ancora un significato particolare.

 

Dopo il battesimo, l’uomo non aveva soltanto la coscienza di essere uno col mondo spirituale,

ma capiva anche quale mondo spirituale si avvicinava alla terra.

 

Un uomo siffatto sapeva che quello che si è rivelato a Mosè come «ejeh asher ejeh» nel roveto ardente e nel fuoco sul Sinai, pervade ora la terra, e che con la parola Jahvé o Jehova oppure: «ejeh asher ejeh» oppure «Io sono l’io sono», quel mondo spirituale viene espresso nel giusto modo.

 

L’uomo dunque, mediante il battesimo di Giovanni, non soltanto sapeva di essere uno col mondo spirituale,

ma sapeva anche che nel mondo spirituale vive l’io-sono, dal quale egli era nato secondo lo spirito.

Così Giovanni aveva preparato i suoi seguaci per mezzo del battesimo.

 

Egli aveva destato in loro questo sentimento, questa sensazione. Naturalmente non poteva trattarsi che di pochi, perché i più non erano maturi per sperimentare tutto ciò durante l’immersione; ma alcuni riconoscevano l’avvicinarsi dello spirito che venne poi chiamato il Cristo.