Differenza fra la natura vegetale-eterica dell’uomo e della pianta

O.O. 119 – Macrocosmo e microcosmo – 31.03.1910


 

Sappiamo che l’essere umano che si sveglia ha il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale e l’Io, e sappiamo che durante lo stato di sonno, nel letto, rimangono il corpo fisico e il corpo eterico o vitale dell’uomo e che il corpo astrale e l’Io fuoriescono in un mondo spirituale, nel macrocosmo.

Così l’uomo nel sonno è scisso in due entità.

• Un elemento è quello che rimane indietro in modo visibile nel mondo fisico come corpo fisico, con quanto è certamente invisibile, ma dev’esserci, il corpo eterico o vitale;

• il secondo è un elemento invisibile, sovrasensibile dell’entità umana, consistente in corpo astrale e Io. L’indagine esteriore, naturalmente, non può perseguire quest’ultimo elemento dell’entità umana. Esso si mostra soltanto alla coscienza chiaroveggente quando guarda l’uomo addormentato.

 

Ora chiediamoci: non vi è qualcosa ancora nel mondo esterno che mostri, in certo modo, un’analogia con ciò che dell’uomo, di notte, rimane indietro nel letto? In altre parole: che cosa possiede corpo fisico e corpo eterico o vitale? Sappiamo che il corpo fisico dell’uomo appena viene abbandonato dal corpo eterico segue leggi totalmente diverse. A quel punto segue leggi prettamente fisiche e chimiche; ma si decompone. Il fedele lottatore dalla nascita fino alla morte che ne impedisce la decomposizione è il corpo eterico o vitale.

 

L’uomo ha, però, ciò che noi chiamiamo la sua vita, in comune non solo con gli animali, ma anche con tutto il mondo vegetale. Se rivolgiamo lo sguardo fuori nel mondo fisico, osserviamo tutt’intorno a noi il mondo vegetale. Una pianta che ci si fa incontro ci si mostra come un essere che non segue soltanto le leggi fisiche e chimiche; essa le segue solo nel momento della sua morte.

Soltanto il regno minerale segue leggi fisiche e chimiche. Noi attribuiamo innanzitutto al corpo fisico solo le leggi del regno minerale. Ma esso è permeato e compenetrato da leggi superiori proprie del corpo eterico o vitale e che lo abbandonano solo nella morte; perciò il corpo fisico soccombe poi alle mere leggi fisiche e chimiche.

 

Così dunque vediamo l’essere umano, per quanto concerne l’elemento esteriore che rimane indietro nel mondo fisico durante il sonno, costituito da corpo fisico e corpo eterico o vitale.

Anche il mondo vegetale è costituito da corpo fisico e corpo eterico o vitale.

Troviamo perciò facilmente comprensibile quando il ricercatore dello spirito dice: l’uomo ha il corpo fisico e il corpo eterico in comune con le piante.

 

Tuttavia si mostra un’enorme differenza tra uomo e pianta, poiché

• nel primo i due corpi sono anche compenetrati dal corpo astrale e dall’Io.

• La pianta porta in sé soltanto il corpo fisico e quello eterico o vitale.

L’uomo anche esteriormente deve comparirci dinanzi in modo diverso rispetto alla pianta, poiché egli accanto a questi corpi ha anche il corpo astrale e l’Io che li compenetrano e li plasmano.

 

In tal modo, quindi, l’uomo, per quanto riguarda i due arti inferiori della sua entità, corpo fisico e corpo eterico o vitale, si trova per così dire in mezzo agli esseri del mondo vegetale, è simile alle piante, ma si innalza sopra la mera natura vegetale, avendo inserito in quella del suo essere anche un corpo astrale e un Io.

Abbiamo dunque affinità con la pianta soltanto per il fatto che questa ha portato solo fino alla formazione dei nostri due corpi inferiori.

Ma per come siamo all’interno del mondo terrestre, ci vediamo completamente dipendenti dal mondo vegetale.

L’essere umano fisicamente ne è del tutto dipendente.

 

Per la sua corporeità, sappiamo che egli può fare del tutto a meno della natura animale.

Se non vuole, non ha bisogno di nutrirsi dell’animale, ma gli occorre proprio il mondo vegetale affinché il suo corpo fisico possa vivere.

Ha bisogno della natura vegetale.

Il corpo fisico dell’uomo presuppone il corpo fisico della pianta. L’uno non può essere senza l’altro.

 

Il corpo fisico umano, per come oggi ci si fa incontro, non può essere, non può affatto esistere senza avere attorno a sé un regno delle piante che gli genera il suo attuale pianeta.

Se teniamo conto di questo, abbiamo già fatto un passo avanti nelle nostre considerazioni.

 

Ora possiamo dire: guardiamo un po’ l’uomo che passa nello stato di sonno. Egli può far questo in modo del tutto indipendente da qualsiasi combinazione esteriore di Sole e Terra. Può dormire in ogni ora del giorno o anche di notte, senza essere dipendente dalla posizione del Sole. Proprio quando il Sole leva i suoi raggi alla Terra l’uomo dorme meglio. Egli può mantenere la sua connessione tra corpo fisico e corpo eterico anche quando il Sole non splende.

 

Se cerchiamo il processo corrispondente nel mondo vegetale, vediamo che per il mondo vegetale la cosa è completamente diversa rispetto all’uomo. L’uomo, come abbiamo visto, può mantenere l’unione fra il suo corpo fisico e il corpo eterico indipendentemente dall’azione dei raggi solari, indifferentemente da come si rapporta il Sole con la Terra.

Questo la pianta non lo può. Essa riceve le sue forze direttamente da quelle del Sole ed è del tutto dipendente da queste. Vive e muore con il corso annuale del Sole, il che già si fa notare a un’osservazione superficiale, ad esempio, nelle piante erbacee.

Tuttavia anche nelle cosiddette piante o alberi perenni e simili che passano l’inverno, sappiamo che mantengono questo rapporto con il Sole che distingue proprio l’essere del vegetale; esse con la natura morente, in autunno, perdono le foglie e rimane solo la parte legnosa, dalla quale poi, in primavera, spuntano nuovi germogli.

 

Dunque, la pianta in autunno muore completamente o in gran parte, vale a dire il suo corpo eterico si tira fuori dal corpo fisico, d’inverno si prende nuove forze e, quando il Sole in primavera acquista di nuovo la forza dei suoi raggi riscaldanti e luminosi, la vita vegetale sboccia nuovamente e, in certo qual modo, si risveglia.

 

Quando nell’autunno il sole perde la sua forza riscaldante e luminosa, la fresca vita vegetale passa ad una specie di stato di riposo. Ed anche nelle piante perenni vediamo come nel periodo invernale esse si avvicinino a uno stato di deperimento.

• La vera vita della pianta muore d’inverno e si risveglia nuovamente in primavera, per arrivare al più alto sviluppo d’estate.

È dunque un risvegliarsi e un morire nello stesso ritmo come la rotazione della Terra intorno al Sole.

La pianta verso l’autunno deve passare pressappoco in uno stato in cui l’essere umano passa solo quando va incontro alla morte.

 

Vi è dunque una diversa coesione nella pianta, tra il corpo fisico e il corpo eterico o vitale, rispetto all’uomo.

Riguardo a questo rapporto, la pianta dipende dalla posizione del Sole verso la Terra; l’essere umano se ne è reso indipendente, egli non deperisce ogni autunno, il suo corpo eterico non si tira fuori dal corpo fisico durante l’inverno, ma vi rimane dentro per tutta la vita terrena. Per questo il suo corpo astrale e il suo Io escono e rientrano quotidianamente durante il sonno e così rigenerano le forze del corpo eterico.

 

Se consideriamo ciò che dell’uomo si trova nel sonno in condizione di riposo, vediamo la parte della sua entità che è costituita come la pianta. Questo ci mostra come saremmo come uomini se non fossimo arrivati ad inserire corpo astrale ed Io alla nostra natura vegetale. La pianta ci pone davanti agli occhi una parte del nostro proprio essere.

 

Tuttavia l’uomo è essenzialmente diverso dalla pianta.

Nel sonno è sì sprofondato, per quanto riguarda l’elemento visibile, nella condizione di una pianta vivente, ma poiché possiede corpo astrale ed Io che lavorano su di lui, non ha bisogno di subire quel periodico decadimento della pianta a una condizione subvegetale. Tale differenza rende la vita umana innanzitutto possibile, e poiché la pianta si trova su un gradino più basso, l’essere umano si può costruire il proprio corpo da essa.

 

Senza la pianta l’uomo non potrebbe vivere.

Perciò ci deve risultare comprensibile che tra l’uomo e il mondo vegetale non esiste solo un rapporto fisico, ma anche un rapporto morale-spirituale.

 

• Quando l’essere umano si abbandona al suo sano sentimento naturale, può assai presto notare questo rapporto morale-spirituale verso il mondo vegetale.

L’uomo non ha bisogno della pianta solo per il nutrimento, ma ne ha bisogno anche per la sua interiorità.

 

Gli è necessario il mondo vegetale che lo circonda per avere in sé tali sentimenti e sensazioni necessari per la sua vita animica.

Egli ha anche bisogno delle impressioni del mondo vegetale qui sul piano fisico, se vuole mantenersi fresco e sano nella sua vita interiore.

È qualcosa che non può essere mai sottolineato abbastanza, poiché si mostra ben presto come una mancanza nell’anima umana, se essa si isola dalla fresca e stimolante impressione del mondo vegetale.

 

Quell’uomo che, a parer mio, dimorando in una grande città, per certi riguardi è privato del rapporto diretto col mondo vegetale, all’osservatore più profondo mostrerà sempre una certa carenza della sua anima e, in fondo, è assolutamente vero che l’anima ne riporti danno quando perde la gioia diretta, il piacere diretto, la coesione col mondo vegetale, con ciò che è la natura vegetativa fuori.

 

Accanto a tutti gli svantaggi della cultura moderna che si sviluppa principalmente nelle grandi città, si deve annoverare anche questo, che attraverso la nostra vita di città siamo tagliati fuori dall’incontro diretto col ravvivante mondo vegetale. Sappiamo che già oggi vi sono esseri umani che crescono in modo tale da non saper distinguere un chicco di avena da uno di frumento.

 

Ma ciò fa parte della sana evoluzione animica umana; sembra così strano che si possa differenziare un grano di avena da uno di frumento. Sia detto in modo sintomatico, ma con ciò è detto qualcosa di reale. E si deve vedere con dispiacere davanti a sé una prospettiva del futuro che potrebbe allontanare completamente l’uomo dalla diretta impressione del mondo vegetale. L’uomo ha bisogno di quel mondo.

 

Il modo in cui è profondamente fondata questa relazione ci può risultare da questo: l’uomo odierno non potrebbe essere una persona sempre addormentata. Non è concepibile oggi un uomo che dorma continuamente; non potrebbe vivere come tale. L’essere umano attuale è pensabile solamente in modo che il suo corpo fisico e quello eterico, nello stato di veglia, siano compenetrati dal corpo astrale e dall’Io. Questi fan parte dell’intera natura umana.

 

Sappiamo anche che l’uomo, per acquisire una coscienza del mondo fisico esteriore, deve immergersi con il suo Io e il suo corpo astrale nel corpo fisico e in quello eterico. Egli durante il sonno, quando si trova con l’Io e il corpo astrale nella sua patria spirituale, non ha alcuna coscienza del mondo esterno. Inizia a svilupparla soltanto quando si immerge nel corpo fisico e nel corpo eterico.

 

• Dobbiamo quindi dire: da un lato l’uomo è come sta davanti a noi sul suo gradino evolutivo attuale, non pensabile nella sua forma se non avesse corpo astrale ed Io, dall’altro però egli non potrebbe sviluppare alcuna coscienza dell’Io né alcun impulso di sentimento e di volontà se non avesse il corpo fisico e il corpo eterico come fondamento.

Egli ha bisogno dunque del corpo fisico e del corpo eterico come base per la sua vita interiore. Se ne evince che questi siano il presupposto per l’evoluzione del corpo astrale e dell’Io.

Il corpo fisico e il corpo eterico devono esserci dapprima nell’essere umano, solo dopo possono fare il loro ingresso un corpo astrale e l’Io.

 

Quindi non veniamo ricondotti solo ai tempi dello stadio lunare della Terra, dove l’uomo aveva una forma del tutto diversa da quella di oggi, bensì veniamo riportati alle epoche in cui egli soprattutto non possedeva ancora un corpo astrale ed un Io, ma solo un corpo fisico e un corpo eterico o vitale.

Prima di tutto dovettero essere costituiti il corpo fisico e il corpo eterico a partire dal macrocosmo, poi questi poterono formare il presupposto, la base per il corpo astrale e l’Io.

In un remotissimo passato dovette una volta accadere ciò che avviene oggi ogni mattina.

 

Come ogni mattina l’Io e il corpo astrale, a partire dal mondo spirituale, entrano nel corpo fisico e in quello eterico o vitale, così un tempo, per la prima volta, l’Io e il corpo astrale dovettero giungere dal mondo spirituale e trovare il corpo fisico e quello eterico.

Prima che l’uomo potesse essere ciò che oggi è con i suoi arti superiori, gli vennero preparati il corpo fisico e il corpo eterico, a partire da tutto l’universo, senza la sua cooperazione, grazie a forze ed entità di natura diversa e superiore rispetto a quello che egli stesso era.

 

Ma ora chiediamoci: se all’essere umano furono preparati il suo corpo fisico e il suo corpo eterico prima che il corpo astrale e l’Io soprattutto si potessero sviluppare in questo mondo, allora egli in un primo tempo dovette svilupparsi con una sorta di natura vegetale, prima di ricevere la sua natura superiore.

L’uomo dapprima dovette esistere come una specie di pianta; e questo ha dovuto precedere la sua natura superiore.

Veniamo dunque ricondotti ad un’epoca passata dell’evoluzione dell’umanità, in cui l’uomo venne plasmato dal macrocosmo come una specie di essere vegetale.

 

Oggi guardiamo il mondo delle piante che sta intorno a noi con lo sguardo giusto, solo se ci diciamo: questo mondo vegetale verdeggiante, spuntante dalla terra e germogliante che abbiamo intorno ci mostra, nel tempo presente, qualcosa della natura che noi stessi avevamo una volta, prima di ricevere ciò con cui potevamo sbagliare, con cui soprattutto potevamo arrivare al male.

• Il mondo vegetale ci fa vedere la nostra propria entità umana nella sua purezza originaria, come era in epoche lontanissime, quando non era ancora pervasa da istinti, brame e passioni.

 

Ma quando noi consideriamo inoltre che la nostra natura vegetale umana, così com’è oggi, è indipendente dalla posizione del Sole rispetto alla Terra, mentre le piante odierne ne sono dipendenti, spuntano in primavera e disseccano in autunno, allora dobbiamo dire che noi non possiamo mai essere stati delle piante come queste.

In quella specie di piante che noi eravamo, doveva inserirsi un corpo astrale e un Io.

Questo non è possibile nelle nostre piante attuali.

 

La natura vegetale umana si differenzia appunto da quella delle piante odierne per il fatto che il corpo fisico e il corpo eterico dell’essere umano sono indipendenti dalla posizione del Sole rispetto alla Terra.

La connessione fra tali corpi nell’uomo dovette essere sorta sotto condizioni planetarie del tutto diverse da quelle delle piante attuali.

 

Possiamo comprendere quelle condizioni diverse se consideriamo ancora quanto segue.

Sappiamo dunque che nell’uomo il rapporto tra corpo fisico e corpo eterico non dipende dalla posizione del Sole nei confronti della Terra.

Ma egli è anche indipendente, comunque, dalle azioni del Sole?

Non è così, poiché senza di esse il corpo fisico e quello eterico dell’uomo non potrebbero esistere.

Se il Sole non lasciasse sempre la sua influenza sulla Terra, nessun essere umano vi si potrebbe evolvere.

 

L’uomo nel suo essere è condizionato dall’azione del Sole, ma è indipendente dalla sua posizione rispetto alla Terra.

Il Sole lascia sempre degli effetti dietro di sé.

Sappiamo che quando il Sole sottrae la sua diretta forza calorica alla Terra, non cessa per questo di lasciarla dietro di sé per la benedizione e la salvezza della Terra.

 

Quando andiamo fuori nella campagna, troveremo che là, in autunno, vengono scavate delle buche profonde, in cui si mettono le patate; poi esse vengono ricoperte e si conservano, poiché la forza riscaldante del Sole che si riversa d’estate sulla superficie terrestre si ritira all’interno della Terra. Questa forza riscaldante rimane presente sotto la superficie fino a una certa profondità. La Terra si tiene in custodia la forza calorica del Sole durante l’inverno, anche se il Sole stesso si è ritirato.

 

Quando accendiamo una stufa con del carbone, questo lo abbiamo preso dall’interno della Terra. In che modo si è formato questo carbone? Per il fatto che una volta, in epoche lontane, delle piante furono ricoperte dalla terra. Quelle piante si sono sviluppate sotto l’influenza della luce e del calore solare. Ciò che la luce e il calore del Sole hanno svolto è conservato nel carbone; e con esso si tira fuori di nuovo dalla Terra luce e calore solare di epoche assai remote. Così la nostra Terra ha anche del Sole in sé, quando è cessato da molto l’effetto esteriore tramite la posizione del Sole rispetto ad essa.

 

Le nostre piante attuali, nella loro vita sbocciante e germogliante, hanno qualcosa che viene provocato direttamente solo dalla posizione del Sole rispetto alla Terra. Tutto ciò che vive sulla Terra ha bisogno del Sole; e la Terra conserva quanto riceve da esso al di là del periodo invernale; essa è ricolma di azione solare. Quest’azione rimane, per così dire, sempre dentro la Terra, e quando la Terra non viene più direttamente riscaldata dalla posizione del Sole, il calore solare vi è ancora conservato ed opera sulle creature che vivono su di essa.

 

Senza di questo il corpo fisico e quello eterico dell’uomo non potrebbero esistere.

Se togliamo all’essere umano anche solo un pezzo della Terra, egli non potrebbe esistere.

Egli ha bisogno di tutto, della Terra con l’azione solare contenuta dentro.

 

Per le condizioni attuali del nostro sistema solare, la nostra Terra non genera dunque direttamente quella connessione tra corpo fisico e corpo eterico che vediamo nell’uomo, ma solo quella che vediamo nella pianta. La connessione umana tra i due corpi deve oggi attuarsi in modo indiretto.

Ma all’uomo occorre, per poter soprattutto esistere, l’azione solare conservata nella Terra.

 

Perciò troveremo comprensibile che in una precedente esistenza planetaria debba essere stato una volta possibile che il corpo fisico e il corpo eterico umani si siano sviluppati così come oggi, sulla Terra, si sviluppa direttamente la natura vegetale.

Come oggi la pianta è una figlia della Terra, così una volta il corpo fisico e il corpo eterico dell’uomo devono essere stati il figlio di uno stadio planetario antecedente della Terra, nel quale non potevano esserci le condizioni odierne. Quindi dovevano esisterne delle altre.

La scienza dello spirito ci fa notare quelle differenti condizioni, mostrandoci che ancora un altro stadio planetario della Terra precedette quello dell’antica Luna, e che noi chiamiamo a ragione l’antico stadio solare della Terra.

 

La Terra è scaturita dall’antico stadio lunare e questo ancora dall’antico stadio solare. Ma come era quest’ultimo?

Non poteva essere che il Sole risplendesse dall’esterno; poiché l’uomo non vi avrebbe potuto sviluppare il suo corpo fisico e il suo corpo eterico, le piante del genere attuale lì non si sarebbero sviluppate. Quindi non poteva arrivare alcuna azione solare da fuori. Ma senza azione solare l’essere umano non poteva formare il corpo fisico e quello eterico.

Quanto oggi è in parte conservato come azione solare nella Terra doveva venir fuori totalmente dalla Terra stessa.

La Terra doveva produrre gli stessi effetti generati oggi dal Sole. Significa che essa doveva essere il Sole stesso.

Se ricerchiamo dunque uno stadio precedente del nostro pianeta, ne possiamo trovare solo uno in cui il Sole non risplendeva dal di fuori. Gli effetti solari dovevano provenire dalla Terra stessa.

 

• Così troveremo comprensibile che la scienza dello spirito chiami lo stadio precedente a quello dell’antica Luna lo stadio solare della Terra. L’occhio chiaroveggente mostra all’investigatore spirituale che la Terra allora era addirittura un essere luminoso e calorico. A quei tempi non si potevano ancora formare delle piante nel senso odierno, ma si poteva sviluppare la connessione del corpo fisico e del corpo eterico dell’uomo.

 

È ovvio che qualcuno potrebbe osservare che se la Terra era un Sole e l’uomo aveva solo corpo fisico e corpo eterico, egli avrebbe dovuto bruciare. Sì, ovviamente, se il suo corpo fisico fosse stato così come si presenta oggi! Ma allora esso era diverso da quello attuale. Naturalmente, non poteva avere le sue componenti solide odierne, che non potrebbero esistere in uno stadio solare. L’essere umano non poteva nemmeno avere delle parti liquide, poiché neanche la nostra acqua attuale non poteva esistere in un tale corpo planetario. Ma era già possibile lo stato aeriforme o gassoso e tanto più lo stato di calore.

 

Siamo quindi ricondotti a un’antica incarnazione planetaria della nostra Terra, in cui troviamo l’uomo preformato nel corpo fisico ed eterico, ma sotto condizioni del tutto diverse. A quei tempi le cose stavano così: solido e liquido non c’erano ancora, era data solo la predisposizione al fisico in uno stato aeriforme e igneo.

L’uomo è diventato quello che è oggi solo dopo la trasformazione dell’antico Sole, o meglio, dell’antica Luna nella Terra attuale. A quei tempi era adattato a quel predecessore planetario della nostra Terra attuale.

 

Ora possiamo immaginarci che in quell’epoca non soltanto la Terra dev’essere stata diversa rispetto ad oggi, ma tutto il sistema solare, poiché uno presuppone l’altro.

Quanto noi oggi chiamiamo acqua o elemento liquido, a quei tempi, non era ancora presente, e nemmeno l’elemento solido, terroso, ma vi era solo il calore, l’elemento igneo, e quello aeriforme.

Così arriviamo ad una condizione del nostro sistema solare che si mostra essenzialmente diversa dal nostro attuale sistema solare e che doveva avere leggi del tutto differenti da quelle del nostro corpo terrestre odierno.

 

Vorrei ancora brevemente far notare che quella condizione che abbiamo designato ora come lo stadio solare della nostra Terra ne presupponeva di nuovo un’altra, [ancora precedente].

Nello stadio solare abbiamo già un nesso fra il corpo fisico, che consisteva di calore e aria, e il corpo eterico.

Ma [nell’attuale gradino evolutivo] il corpo fisico non può esistere senza il suo corpo eterico, ed anche il corpo eterico, se vuole avere sussistenza, deve avere a fondamento un corpo fisico.

 

Quindi l’uomo, sull’antico Sole, dovette già trovare un corpo fisico, vale a dire, il corpo fisico doveva già essere stato formato in precedenza, prima di poter trovare quella sua connessione col corpo eterico.

Ciò richiama la nostra attenzione su un’incarnazione planetaria ancora precedente della nostra Terra.

 

Allo stesso modo in cui abbiamo rarefatto l’elemento fisico fino allo stato aeriforme, gassoso, durante lo stadio solare della Terra, così arriviamo a un’ulteriore rarefazione dell’elemento fisico, a una condizione che consisteva soprattutto solo di calore.

Dobbiamo considerare questo calore come il primo elemento fisico, e dobbiamo immaginarci tutto il sistema solare di allora adeguato a questo primo stadio planetario, lo stadio di calore o di fuoco della nostra Terra.