Discesa e ascesa dell’uomo

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 25.06.1909


 

L‘intero genere umano, in quanto vive sulla terra,

discende da un mondo spirituale, da un’esistenza divino-spirituale.

 

Possiamo quindi dire: prima che vi fosse qualsiasi possibilità

• che un occhio fisico esteriore potesse vedere dei corpi umani,

• che una mano potesse toccare un corpo umano,

l’uomo esisteva quale essere spirituale,

e nei tempi più remoti esisteva quale parte di esseri divino spirituali;

egli è nato come un essere da entità divino-spirituali.

 

Gli Dei sono per così dire gli antenati dell’uomo, e gli uomini i discendenti degli Dèi.

• Gli Dèi avevano bisogno di uomini per discendenti,

perché in certo modo essi non erano capaci, senza di loro, di scendere nel mondo fisico-sensibile.

• Gli Dèi continuarono a quell’epoca la loro esistenza in altri mondi,

e agirono dall’esterno sull’uomo che andava gradatamente evolvendosi sulla terra.

 

Ormai gli uomini dovevano superare di gradino in gradino gli ostacoli creati dalla vita terrestre.

 

L’essenziale per l’uomo è che gli Dei sono rimasti spirituali,

mentre gli uomini, quali loro discendenti, sono diventati fisici.

L’uomo, che aveva lo spirito soltanto quale interiorità del fisico,

ed era diventato fisico quale essere esteriore, doveva superare tutti gli ostacoli posti dall’esistenza fisica.

 

Egli doveva evolversi ulteriormente nel mondo materiale.

Di conseguenza si è evoluto a grado a grado a sempre maggiore altezza, è divenuto sempre più e più maturo,

e gli è stato sempre più possibile di rivolgersi in alto, agli Dèi, dal seno dei quali era nato.

 

Dunque: • una discesa dagli Dèi,    • e un volgersi di nuovo verso i medesimi

per poterli gradatamente raggiungere, e riunirsi a loro:

questa è la via che l’uomo deve percorrere attraverso l’esistenza terrestre.

 

Ma perché l’uomo potesse percorrere questa evoluzione,

era necessario che sempre alcune singole individualità umane

si evolvessero più rapidamente delle altre, che precedessero le altre,

per divenire i loro maestri e le loro guide.

Queste guide e questi maestri vivono quindi in mezzo al resto dell’umanità

e ritrovano prima degli altri, la via del ritorno verso gli Dei.

 

Possiamo dunque pensare che in una certa epoca

gli uomini abbiano raggiunto una determinata maturità nella loro evoluzione;

allora forse intuiscono soltanto la via del ritorno verso gli Dei, ma la mèta è ancora lontana.

 

• Esiste una scintilla della divinità nell’uomo, ma nelle singole guide ne esiste di più.

• Esse stanno più vicine alla divinità che l’uomo deve di nuovo raggiungere.

• E chi ha l’occhio aperto per lo spirito vede ciò che vive nelle guide dell’umanità

come la parte più essenziale e più importante di esse.