Discesa verso una nuova nascita – II

O.O. 99 – La saggezza dei rosacroce – 29.05.1907


 

Abbiamo visto che nella sua discesa verso una nuova nascita, l’uomo viene rivestito di un nuovo corpo eterico da entità spirituali di grado simile agli spiriti dei popoli. Il corpo eterico così avuto non è perfettamente adatto all’individualità, ma ancora meno lo è l’involucro fisico. Vediamo di chiarire a grandi tratti come l’uomo s’inserisca nel mondo fisico, anche se non tutti i particolari possano essere esposti in una conferenza pubblica.

 

Sappiamo che in base alle sue caratteristiche l’uomo si riveste di un corpo astrale.

• In considerazione della sua sostanza astrale, si sente attratto verso determinate persone sulla Terra,

e in senso lato il corpo eterico lo attira verso il popolo e verso la famiglia in seno ai quali dovrà rinascere.

• Il modo nel quale l’uomo ha costituito il suo corpo astrale lo porta verso la madre;

l’essenza, la sostanza, l’articolazione del corpo astrale lo sospingono verso la madre.

• Il suo io invece lo sospinge verso il padre.

 

Quando l’anima scese per la prima volta in un corpo terrestre dal grembo della divinità, nei più antichi tempi, già esisteva l’io, sviluppatosi poi attraverso numerose incarnazioni. Ogni io umano è differente da tutti gli altri e, allo stadio attuale dell’evoluzione, esso sente una particolare attrazione per il padre.

 

• Il corpo eterico tende al popolo, alla famiglia; • il corpo astrale specialmente alla madre, • e l’io al padre.

Così si instrada l’essere che vuole scendere per una nuova incarnazione.

• Può avvenire che il corpo astrale sia attratto da una determinata madre, ma che l’io non voglia il padre corrispondente;

in questo caso la migrazione continua, sino a trovare i genitori adatti.

 

Allo stadio attuale dell’evoluzione,

• l’io rappresenta l’elemento della volontà, degli impulsi sensitivi,

• mentre nel corpo astrale si trovano le facoltà della fantasia e del pensiero;

i primi si ereditano quindi dal padre, le seconde dalla madre.

• L’individualità che vuole incarnarsi cerca dunque con le sue forze incoscienti

la coppia di genitori che dovrà darle il corpo fisico.

• In sostanza i fatti descritti si concludono circa alla terza settimana dopo il concepimento.

 

Per la verità l’essere che consiste di io, corpo astrale e corpo eterico

è già vicino alla madre, portatrice del seme fecondato, sin dal momento del concepimento, ma agisce dal di fuori.

• Circa alla terza settimana il corpo astrale e quello eterico afferrano il germe umano e iniziano a collaborare;

sino ad allora lo sviluppo del corpo fisico umano era avvenuto senza l’influenza del corpo astrale e dell’eterico,

mentre da ora anch’essi collaborano allo sviluppo del bambino

e provvedono direttamente all’ulteriore formazione del germe umano.

 

• Per quanto dunque riguarda il corpo fisico,

avviene in misura ancora maggiore quanto era stato detto per il corpo eterico,

e cioè che risulta ancora più difficile che esso si sviluppi in armonia col resto.

Questi fatti importanti gettano luce su molti avvenimenti del mondo.

 

Finora abbiamo considerato l’uomo comune del nostro tempo nella sua normale evoluzione; ma quanto si è detto non vale in ugual misura per chi, in una precedente incarnazione, abbia iniziato uno sviluppo occulto.

 

• Più egli è progredito, più presto inizia per lui il momento di elaborare il suo corpo fisico

in modo da renderlo più adatto alla missione che dovrà svolgere sulla Terra.

• Più tardi arriva ad afferrare il germe fisico, meno potrà divenire padrone del suo corpo fisico.

 

Le individualità umane altamente sviluppate, le guide spirituali del nostro mondo,

iniziano già quell’elaborazione al momento della concezione; nulla viene fatto senza la loro collaborazione;

guidano il loro corpo fisico sino alla morte e iniziano ad elaborare il nuovo sin dal primo avvio.

 

Le sostanze che compongono il corpo fisico si modificano di continuo; in circa sette anni ogni atomo si è rinnovato.

Cambia la sostanza, ma rimane però la forma. Fra la nascita e la morte dobbiamo sempre ricreare la sostanza mutabile.

• Quanto si sviluppa in senso superiore fra la nascita e la morte, ed oltre questa,

viene conservato per formare un nuovo organismo.

• Il lavorio incosciente dell’uomo fra la nascita e la morte

viene fatto coscientemente dall’iniziato, fra la morte e una nuova nascita, per formare il suo nuovo corpo fisico.

 

La sua nascita è quindi solo una trasformazione radicale, un cambio totale della materia. Ne consegue una grande somiglianza nella figura di tali individualità da un’incarnazione all’altra, mentre i meno sviluppati hanno figure del tutto dissimili nelle loro diverse incarnazioni.

Più l’uomo si evolve, più sono simili le incarnazioni susseguentesi, come si può osservare con sguardo chiaroveggente. Esiste una precisa espressione per l’alto gradino di sviluppo cui si può giungere: si dice che l’iniziato non nasce in un altro corpo, così come non si può dire, dell’uomo comune, che egli riceva un nuovo corpo ogni sette anni. Del maestro si afferma che è nato nello stesso corpo e che lo usa per dei secoli, persino per dei millenni, come avviene per quasi tutte le individualità di guida.

Un’eccezione è data da alcuni maestri che hanno una speciale missione e il cui corpo fisico viene conservato in modo che per loro non avviene neppure la morte. Si tratta dei maestri che hanno il compito di curare il passaggio da una razza alla successiva.

 

Si pongono ora due questioni: sulla durata della permanenza negli altri mondi

e sul sesso nelle incarnazioni che si susseguono.

L’indagine occulta ci dice che in media un uomo ritorna sulla Terra ogni 1000 o 1300 anni circa. La ragione è che, ritornando, egli deve vedere l’aspetto della Terra modificato per poter sperimentare cose nuove. Le modificazioni della nostra Terra sono in stretta relazione con certe costellazioni; si tratta di un’importante realtà.

All’inizio della primavera il Sole sorge in un certo segno dello zodiaco, e 800 anni prima di Cristo sorgeva nel segno dell’Ariete, dell’Agnello; prima ancora nasceva nel segno del Toro. Il Sole impiega 2160 anni per passare da un segno all’altro; in occultismo si chiama anno cosmico il periodo necessario per attraversare tutte le dodici costellazioni.

I popoli antichi sentivano profondamente quanto era in relazione con lo spostarsi del Sole nello zodiaco. Pieni di venerazione, vivevano con tutta l’anima il sorgere del Sole in primavera e il rinnovarsi di tutta la natura, riposatasi durante l’inverno; sentivano che i raggi divini del sole primaverile svegliavano la natura dal suo profondo sonno, e che la forza della primavera la univa alla costellazione nella quale il Sole sorgeva. Si dicevano che il segno zodiacale inviava sulla Terra il sole con la sua nuova forza divina creatrice.

 

L’agnello apparve così agli uomini di circa due millenni fa come il benefattore dell’umanità. Tutti i miti relativi all’agnello risalgono a quell’epoca. A questo simbolo si uniscono anche dei concetti divini; lo stesso Salvatore, il Cristo Gesù, è rappresentato nei primi secoli con il simbolo della croce, sotto la quale vi è l’agnello. Soltanto nel sesto secolo il Salvatore è rappresentato crocifisso. Nasce dalla stessa fonte anche il mito di Giasone in cerca del vello d’oro.

Il Sole nasceva nella costellazione del Toro nel periodo precedente l’800 a. C., e di conseguenza troviamo in Egitto la venerazione per il bue Api ed in Persia per il toro Mitra.

Ancora prima, il sole nasceva nella costellazione dei Gemelli, e in effetti si rinvengono nella mitologia indiana e germanica degli accenni ai gemelli. I due caproni gemelli con i quali viaggia il dio Donar ne sono un residuo. Si può retrocedere all’epoca del Cancro che ci porta vicino al diluvio atlantico, col quale finisce una civiltà e ne inizia un’altra. Un segno occulto ben definito lo indica: la doppia spirale, il simbolo del Cancro, riportato in ogni calendario.

 

I popoli hanno sempre avuto precisa coscienza degli avvenimenti celesti, paralleli alle modificazioni sulla Terra.

• Nel periodo di tempo che il Sole impiega a percorrere una costellazione,

anche la Terra modifica il suo aspetto, e allora il rivivere è di nuovo importante per l’uomo.

• Per questo l’intervallo fra due successive incarnazioni dipende dalla precessione degli equinozi.

• All’incirca nel periodo impiegato dal Sole per passare

attraverso una costellazione dello zodiaco, l’uomo rinasce due volte: un’incarnazione maschile e l’altra femminile.

 

Le esperienze che si fanno in un organismo maschile o in uno femminile sono talmente diverse per la vita spirituale, che l’uomo attraversa un’incarnazione maschile e l’altra femminile nel periodo durante il quale la Terra ha lo stesso aspetto. L’intervallo fra due incarnazioni è cioè in media da 1000 a 1300 anni.

In questo modo si è pure risposto alla domanda relativa al sesso, di regola cioè alternato. Questa norma a volte non è osservata, e capita allora di avere tre o cinque incarnazioni successive del medesimo sesso, mai però più di sette. L’affermazione che sette successive incarnazioni del medesimo sesso sia la norma usuale, è contraria a ogni esperienza occulta.