Distruzione del fantòma del corpo fisico

O.O. 131 – Da Gesù a Cristo – 11.10.1911


 

Quello che ieri abbiamo designato come fantòma

appartiene al corpo fisico come qualcosa che, quale corpo-forma,

interpenetra e al contempo tiene assieme e collega le parti materiali intessute nel nostro corpo fisico.

 

Se non vi fosse stata nessuna influenza luciferica,

con il suo corpo fisico l’uomo avrebbe ricevuto nella sua piena forza questo fantòma

all’inizio dell’esistenza terrestre.

 

Nell’organizzazione umana, in quanto è costituita di corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale,

penetrarono invece, gli influssi luciferici, e ne risultò la distruzione del fantòma del corpo fisico.

 

Come vedremo,

è questo che viene simbolicamente indicato nella Bibbia con il peccato originale

e con il fatto, detto nell’Antico Testamento, che dal peccato originale derivò la morte.

La morte fu appunto la distruzione del fantòma del corpo fisico.

 

• La conseguenza ne fu che l’uomo

deve vedere corrompere il suo corpo fisico quando varca la soglia della morte.

L’uomo porta anzi seco per tutta la sua vita terrena, dalla nascita fino alla morte,

quel corpo fisico in decadimento al quale manca la forza del fantòma.

 

Il processo di corruzione è veramente continuo,

e la decomposizione, la morte del corpo fisico, non è che l’ultimo processo,

l’ultima pietra di una continua evoluzione che in ultima analisi si svolge ininterrotta.

 

• Se a misura che si svolge la distruzione del fantòma

non venissero infatti a contrapporvisi dei processi ricostruttivi,

si arriverebbe presto a ciò che si chiama morte.

• Se nessun influsso luciferico si fosse verificato,

vi sarebbe stato un equilibrio nel corpo fisico fra le forze distruttive e quelle ricostruttive.

 

Allora però nell’esistenza terrena la natura umana sarebbe diventata diversa;

per esempio non vi sarebbe stato l’intelletto incapace di comprendere la risurrezione.

• Che intelletto è infatti quello dell’uomo, incapace di comprender la risurrezione?

È un intelletto legato alla distruzione del corpo fisico,

ed è così costituito perché l’uomo ha accolto in sé, attraverso l’influsso luciferico,

la distruzione del fantòma del corpo fisico.

 

Per questo l’intelletto umano, il raziocinio umano, è diventato così misero e sdruscito

da non poter accogliere in sé i grandi processi dell’evoluzione cosmica;

li considera miracoli, oppure dice di non poterli comprendere.

 

Se l’influsso luciferico non vi fosse stato, attraverso tutto ciò che gli era stato destinato l’intelletto umano sarebbe divenuto tale (a causa delle forze costruttive che si sarebbero allora trovate nel corpo umano e avrebbero controbilanciato quelle distruttive) che l’uomo sarebbe stato capace di vedere con l’intelletto il processo costruttivo, così come si vede un esperimento nel laboratorio. Ma il nostro intelletto invece è diventato tale che si arresta alla superficie delle cose, e non penetra con lo sguardo nelle profondità degli eventi cosmici.

 

Chi volesse dunque caratterizzare giustamente queste condizioni, dovrebbe dire che al principio della nostra esistenza terrestre il corpo fisico, a seguito dell’influsso luciferico, non è divenuto quale sarebbe dovuto divenire per volontà delle potenze che esercitarono la loro azione attraverso Saturno, Sole e Luna; si è invece introdotto in esso un processo distruttivo.

 

Dal principio dell’esistenza terrestre in poi

l’uomo vive in un corpo fisico che è soggetto alla distruzione,

che non può contrapporre adeguatamente forze ricostruttive a quelle distruttive.

 

Sarebbe dunque vero quel che sembra così sciocco all’uomo moderno,

che vi sia cioè un segreto rapporto fra quello che è successo per l’azione di Lucifero e la morte.

Esaminiamo ora quell’azione.

 

Quale fu dunque l’azione che provocò quella distruzione nel corpo fisico?

Se il nostro corpo fisico fosse completo, quale ci era stato destinato all’inizio dell’esistenza terrestre,

le nostre forze animiche si rispecchierebbero in modo del tutto diverso,

e allora soltanto si saprebbe realmente che cosa noi siamo.

Così non sappiamo che cosa siamo perché il corpo fisico non ci è dato nella sua interezza.

Si parla molto della natura e dell’entità dell’io umano, ma chiediamo quanto l’uomo conosca l’io.

 

L’io è così problematico che il buddismo può perfino negare che esso passi da un’incarnazione all’altra.

È talmente problematico che i greci, perfino tragicamente, si esprimevano con le parole dell’eroe già citate:

• « Meglio essere mendicante in questo mondo che Re nel mondo delle ombre ».

 

Queste parole volevano dire che il greco,

per il valore che attribuiva al corpo fisico (cioè a quello che costituisce il fantòma)

e a causa della distruzione del corpo fisico,

si sentiva infelice della scomparsa e dell’oscurarsi dell’io,

perché sentiva che l’io può consistere soltanto nella coscienza dell’io.

 

Vedendo quindi la distruzione della forma del corpo fisico,

inorridiva al pensiero che il suo io si oscurasse,

quell’io che risulta soltanto per il fatto di rispecchiarsi nella forma del corpo fisico.

 

Se seguiamo l’evoluzione umana dal principio della terra fino al mistero del Golgota, troviamo che il processo, cui ora abbiamo accennato, si palesa sempre più intensamente. Possiamo vederlo dal fatto che negli antichi tempi, per esempio, nessuno avrebbe predicato l’annientamento del corpo fisico nel modo radicale come lo predicò Gotama Buddha.

Occorreva per questo che la distruzione del corpo fisico, il completo annientamento relativo alla sua forma, si andasse sempre più effettuando in modo che sparisse ogni prospettiva che potesse veramente passare da un’incarnazione all’altra quello che diventa coscienza per mezzo del corpo fisico, cioè per mezzo della sua forma.

 

Veramente la situazione è tale che, nel corso dell’evoluzione della terra, l’uomo ha perso la forma del corpo fisico,

non ha ciò che per così dire gli era stato destinato dagli dèi al principio della terra.

Questo egli doveva riavere; questo doveva essergli nuovamente ridato.

 

È impossibile comprendere il cristianesimo se non si comprende che,

al tempo in cui si verificarono gli eventi di Palestina,

la distruzione del corpo fisico nel genere umano sulla terra era giunta al suo massimo punto;

vi era perciò il pericolo per tutta l’evoluzione dell’umanità che andasse perduta la coscienza dell’io,

la vera conquista dell’evoluzione terrestre.

 

Se niente di nuovo si fosse aggiunto a ciò che esisteva fino all’evento di Palestina, se il fenomeno fosse continuato,

il processo distruttivo sarebbe andato sempre più penetrando nella corporeità fisica umana,

e gli uomini nati dopo il tempo dell’evento di Palestina

avrebbero dovuto vivere con un sentimento dell’io sempre più ottuso.

Sarebbe diventato sempre più ottuso ciò che dipende dalla perfezione dell’immagine riflessa da un corpo fisico.

 

• Si verificò allora il mistero del Golgota così come lo abbiamo caratterizzato,

e grazie ad esso avvenne effettivamente quello che è totalmente difficile comprendere per l’intelletto

che è legato soltanto al corpo fisico carico di forze distruttive.

• Si verificò che quell’unicissimo uomo, il portatore del Cristo, attraversasse una morte tale che, dopo tre giorni,

quella parte del corpo fisico che nell’uomo è realmente mortale dovette sparire,

e che dalla tomba si risollevò quel corpo, che è il portatore delle forze che sono alla base delle parti fisico-materiali.

 

Ciò che veramente era stato destinato all’uomo dai reggitori di Saturno, Sole e Luna si sollevò dalla tomba:

era il puro fantòma del corpo fisico, con tutte le caratteristiche del corpo fisico.

Con questo mezzo venne data la possibilità della genealogia spirituale di cui abbiamo parlato.

 

Se ci immaginiamo il corpo del Cristo risorto dalla tomba, possiamo pensare

che come dal corpo di Adamo discendono i corpi degli uomini sulla terra, in quanto essi hanno il corpo corruttibile,

così da ciò che è risorto dalla tomba discendono i corpi spirituali, i fantòma per tutti gli uomini.

 

È così possibile stabilire un nesso col Cristo

grazie al quale l’uomo introduce nel suo corpo fisico corruttibile il fantòma risorto dalla tomba del Golgota.

È possibile che l’uomo riceva nella sua organizzazione le forze allora risorte,

così come al principio della terra, a causa delle forze luciferiche,

egli ricevette nella sua organizzazione fisica l’organizzazione di Adamo.

 

Questo è ciò che Paolo veramente intende:

l’uomo, in quanto appartenente alla corrente evolutiva fisica, ereditò il corpo fisico nel quale si andò sempre più effettuando la distruzione del fantòma portatore di forze, così egli può ereditare quel che ha perduto da ciò che è risorto dal sepolcro; lo può ereditare, se ne può rivestire, come si rivestì del primo Adamo; può diventare uno con esso, e così attraversare un’evoluzione per mezzo della quale risalire nuovamente, così come prima del mistero del Golgota era disceso nella evoluzione.

 

Vale a dire,

• ciò che allora gli venne tolto a seguito delle influenze luciferiche,

può essergli restituito in quanto tuttora esiste come corpo risorto del Cristo.

Questo voleva dire in sostanza Paolo.