Diversità evolutive fra gli uomini che vivono attualmente

O.O. 100 – Evoluzione dell’Umanità e conoscenza del Cristo – 22.11.1907


 

Non tutti gli uomini che vivono attualmente sulla Terra si trovano allo stesso grado evolutivo.

Accanto ai popoli che hanno attinto un elevato grado di civiltà,

esistono delle popolazioni che vivono allo stato di natura,

che sono rimaste molto indietro rispetto alla civilizzazione.

 

Le scienze naturali contemporanee hanno elaborato una concezione – alla quale sono tenacemente attaccate, nonostante taluni dati di recente acquisizione depongano a suo sfavore – secondo la quale i popoli più evoluti deriverebbero da quelli rimasti indietro nell’evoluzione. Questa concezione non corrisponde ai risultati delle ricerche spirituali. Citiamo qui per esempio i popoli resi noti dalla scoperta dell’America, riguardo ai quali descriveremo un breve episodio che ci permetterà di formarci un’idea della loro vita spirituale.

 

È noto che i bianchi, dopo avere respinto sempre più all’interno del paese la popolazione degli indiani d’America, non hanno mantenuto la promessa di concedere loro dei territori. Al comandante di una spedizione di conquista europea, un capo indiano rivolse una volta le seguenti parole: «Voi visi pallidi ci avete tolto le nostre terre con la promessa di darcene altre. Ma l’uomo bianco non ha mantenuto la parola data all’uomo bruno, e noi ne conosciamo anche il perché. L’uomo bianco ha piccoli segni nei quali abitano esseri magici, ed è da questi che egli ricerca la verità. Ma ciò che viene a sapere non è la verità, perché non è buono. L’uomo bruno non cerca la verità in quei piccoli segni magici. Egli ascolta il “Grande Spirito” nel fruscio della foresta, nel mormorio del ruscello. Nella folgore e nel tuono il “Grande Spirito” gli rivela ciò che è giusto e ciò che è ingiusto».

 

Quella americana è una popolazione antichissima, rimasta molto indietro anche riguardo alla visione religiosa del mondo, ma che ha conservato la fede in un Dio monoteistico che le parla attraverso tutti i suoni che la natura esprime. Il rapporto che l’indiano d’America ha con la natura è ancora così intensamente intimo da fargli udire in tutte le sue espressioni la voce del Grande Spirito creatore. L’europeo, invece, è talmente immerso nella cultura materialistica da non essere più capace di percepire la voce della natura.

 

I due popoli hanno le stesse origini, entrambi discendono dalla popolazione di Atlantide che aveva una fede monoteistica scaturita da una chiaroveggenza spirituale. Mentre gli europei, però, sono ascesi ad un grado di civiltà superiore, gli indiani d’America si sono arrestati e, perciò, sono andati incontro alla decadenza. Questo processo evolutivo, che va sempre tenuto presente, si può descrivere nel modo seguente.

 

Nel corso dei millenni il nostro pianeta si trasforma,

e questa metamorfosi comporta anche un’evoluzione dell’umanità.

I rami laterali non più conformi alle condizioni esistenti, vanno in decadenza.

Abbiamo, dunque, un ceppo evolutivo che procede in linea retta e rami laterali in decadenza.

 

Se dal punto in cui in Atlantide gli Europei e gli indiani d’America erano ancora uniti risaliamo a tempi ancora più remoti, arriviamo ad un’epoca in cui il corpo umano era ancora relativamente molle, cartilaginoso. Vediamo che anche in quell’epoca vi sono degli esseri che si distaccano e rimangono indietro. Da questi esseri, che continuano ad evolversi, ma in una linea discendente, prende forma la specie delle scimmie.

 

Non dobbiamo dire che l’uomo discende dalla scimmia, ma che entrambi discendono da un’unica forma, che però era totalmente diversa da quelle delle scimmie e degli uomini attuali. La diramazione avvenne nel momento in cui questa forma primordiale ebbe la possibilità, per un verso, di ascendere all’essere umano e, per l’altro, di decadere, di divenire una caricatura dell’uomo.

 

Seguiremo la teoria evoluzionistica solo nella misura necessaria a farci trovare il collegamento con le considerazioni espresse al riguardo in conferenze precedenti.