Dobbiamo includere nella nostra vita interiore anche la percezione del mondo esterno

O.O. 153 – Natura interiore dell’uomo e vita fra morte e nuova nascita – 09.04.1914


 

Se si considera astrattamente la vita interiore dell’uomo,

essa ci si presenta in tre forme di cui già spesso abbiamo parlato: nelle forme del pensare, del sentire e del volere.

Ma per poter esaminare esaurientemente la vita interiore, vi si dovrà aggiungere un quarto aspetto.

 

Non appartengono infatti alla vita interiore dell’uomo soltanto quelle tre sfere,

ma anche quanto l’uomo elabora delle mere impressioni dei sensi.

Infatti i colori e i suoni, le impressioni di calore e altre simili,

non passano semplicemente davanti alla nostra coscienza,

ma le accogliamo e le trasformiamo nelle nostre percezioni.

 

Dato che possiamo ricordarci di quelle impressioni, che possiamo conservarle,

che sappiamo non solo che una rosa è rossa quando l’abbiamo di fronte,

ma che possiamo in certo modo portare con noi il rosso della rosa,

che possiamo conservare i colori come una rappresentazione della memoria,

abbiamo la dimostrazione che la vita della sensazione, la vita della percezione

per cui ci mettiamo in contatto col mondo esterno, appartiene già alla nostra vita interiore.

 

Perciò possiamo dire che dobbiamo includere nella nostra vita interiore

anche la percezione del mondo esterno, in quanto nel percepire noi la interiorizziamo.