Dopo la guerra di tutti contro tutti

O.O. 104 – L’Apocalisse – 17.06.1908


 

Ed ora pensiamo ad un chiaroveggente che guardi nel fu­turo dell’umanità.

Che cosa gli si mostrerà?

• Tutto quanto l’uomo ha preparato attraverso i sette periodi di civiltà – poiché la sua anima era incarnata nelle civiltà passate, e lo sarà pure in quelle avvenire – tutto ciò si incarnerà in un’e­poca seguente e sopravviverà nell’epoca più spirituale, dopo la grande guerra di tutti contro tutti. In ogni periodo egli ha assorbito quanto vi era da assorbire.

Ripensate nella vostra anima a quello che avete vissuto nell’antica civiltà indiana!

 

Allora avete assorbito il meraviglioso insegnamento dei santi Risci; e anche se li avete dimenticati, in seguito ve ne ricorde­rete. Avete così progredito da un’incarnazione all’altra. Avete appreso quanto dalle civiltà persiana, egiziana e greco-roma­na era reso possibile.

 

E questo è oggi nell’anima, ma non appare ancora nel viso quale manifestazione esteriore.

Vivrete ancora nel tempo di Filadelfia, vivrete nel tempo che sarà dominato dall’Amen.

 

E sempre più si svilupperà una comunità umana che, nei visi degli uomini, mostrerà

quello che si è preparato nelle nostre epoche.

Quanto ora già lavora nella vostra anima, quanto avete assorbito nel periodo indiano

si mostrerà nella vostra fisionomia nel primo sottoperiodo del­l’epoca

successiva alla grande guerra di tutti contro tutti.

Quello che l’uomo avrà acquisito nell’antica epoca persiana

modificherà il viso nel secondo sottoperiodo; e così di gradino in gradino.

 

• Quello che voi accogliete, voi che qui ora sedete, la vita spirituale odierna che si lega alla vostra anima, tutto ciò porterà i suoi frutti manifesti nel tempo dopo la grande guerra universale.

 

Oggi voi unite alla vita della vostra anima

quanto dànno i sette spiriti di Dio e le sette stelle, e lo portate a casa.

Nessuno però lo leggerà nei vostri visi, né oggi, né dopo dei secoli;

ma ritornerà fuori dopo la grande guerra di tutti contro tutti.

 

Verrà allora un quinto sottoperiodo, e nel vostro viso ne porterete un’immagine;

sulla vostra fronte sarà scrit­to quello che ora avete elaborato,

saranno scritti i vostri pen­sieri e i vostri sentimenti di ora.

Dopo la guerra di tutti contro tutti gradatamente verrà fuori, si svelerà,

quello che ora è nascosto nella vostra anima.

 

Pensiamo all’inizio della grande guerra: l’anima che ha udito il richiamo fatto risuonare di periodo in periodo dal princi­pio del Cristo vivrà in tutto quanto è indicato nelle sette let­tere. Per sette periodi è stato immesso in lei quello che i sette periodi stessi potevano dare.

 

Immaginiamoci l’anima e come essa attende, come essa attende oltre.

Essa è sette volte sigil­lata.

Ogni periodo di civiltà le ha posto un suggello.

 

In voi è suggellato quello che gli Indiani hanno scritto nell’anima; in voi è suggellato quello che hanno scritto nell’anima i Per­siani, gli Egizi, i Greci, i Romani, e quanto scrive la nostra epoca di civiltà.

 

I suggelli verranno aperti, vale a dire appa­riranno esteriormente manifeste,

dopo la grande guerra di tutti contro tutti, le cose che vi sono scritte.

E il principio, la forza che guida gli uomini

affinché appaiano sui loro visi i veri frutti dei nostri periodi di civiltà,

questo principio, questa forza dobbiamo vederli nel Cristo Gesù.

Devono esser tolti sette suggelli da un libro. Quale è il libro? Dove si trova?

Dobbiamo aver chiaro che cosa sia un libro, una Bibbia, nel senso della Scrittura.

La parola « libro » appare nella Bib­bia solo in pochissimi luoghi, e questo non va dimenticato.

 

La si trova all’inizio dell’Antico Testamento (Genesi 5,1): « Questo è il libro del genere umano. Quando Dio creò l’uomo lo fece a somiglianza di Dio, e li creò maschio e femmina »; e così via.

Potete poi cercare dove volete, ma troverete la pa­rola « libro » solo nel primo Vangelo (Matteo, Cap. 1): « Que­sto è il libro della nascita di Gesù Cristo, figliuolo di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacob­be » e così via.

 

Di nuovo vengono contate le generazioni. Viene contato quello che scorre attraverso lunghe generazioni. Poi compare di nuovo l’espressione « libro » qui, nell’Apoca­lisse di Giovanni. Appare dove vien detto che soltanto l’agnello è degno di aprire il libro dei sette suggelli. L’espressione « libro » viene sempre usata in modo univoco, e mai altrimenti.

Ora occorre appunto comprendere i documenti letteral­mente. Un libro nel nostro senso odierno non è inteso con quella parola. L’espressione « libro delle proprietà » (catasto) conserva molto di più l’antico significato della parola libro. Qui la parola « libro » viene usata quando vien registrato qualcosa che si sussegue, dove una cosa dipende dall’altra, dove cioè si registra la proprietà affinché possa venir ereditata. Abbiamo a che fare con un documento mediante il quale viene creata una base per quanto si eredita, si tramanda.

 

Per l’An­tico Testamento,

nella parola « libro » abbiamo a che fare con un documento

nel quale vengono indicate le generazioni che si tramandano attraverso il sangue.

E non viene usato in altro senso se non quale indicazione di generazioni.

Alla stessa guisa, in seguito, nel primo Vangelo

viene usato per indicare il susseguirsi delle generazioni.

Quanto cioè si sussegue nel tempo è registrato in un « libro ».

Mai con tale parola è inteso qualcosa d’altro che non l’indicazione

di quello che si susse­gue nel tempo, press’a poco nel senso di cronaca, storia.

 

Il libro di vita che ora vien posto nell’umanità, nella quale viene scritto, di civiltà in civiltà, entro l’io dell’uomo quello che ogni epoca dà, quel libro che è scritto nelle anime degli uomini e che sarà dissuggellato dopo la grande guerra di tutti contro tutti, quello è il libro di cui si tratta anche qui nell’Apocalisse.

In quel libro ci saranno le registrazioni dei periodi di civiltà.

 

Come per le serie di generazioni vennero fatte le scritturazioni nei registri genealogici dei vecchi libri, così avviene pure qui, soltanto che ora viene registrato quello che l’uomo si conquista spiritualmente.

E poiché egli si conquista mediante l’intelli­genza quanto vi è da conquistare nella nostra epoca, a poco a poco il progresso di questa evoluzione risulterà e sarà da rappresentare immaginativamente mediante il simbolo che cor­risponde all’intelligenza.

 

• Per il fatto che l’uomo ha vissuto il periodo indiano in una situazione animica nella quale egli non badava al mondo fisico e indirizzava invece lo sguardo allo spirituale, per questo fatto, nella prima epoca dopo la guerra di tutti contro tutti, egli vincerà su quanto è fisico sensibile! L’uomo sarà vincitore per il fatto di far proprio quello che venne scritto nella sua anima nella prima epoca.

• Quello che invece risultò nel secondo periodo di civiltà, il superamento della materia da parte degli antichi Persiani, ci appare nella seconda epoca dopo la guerra di tutti contro tutti: la spada che qui ha il significato di uno strumento per vincere il mondo esteriore.

• Quello che l’uomo ha acquisito nel periodo di civiltà egizio-babilonese, quando apprese la misura, quando apprese a misurare tutto con esattezza, nel successivo periodo dopo la grande guerra di tutti contro tutti ci si presenta come qualcosa che viene indicato mediante la bilancia.

• Il quarto periodo ci mostra, cosa fra le più importanti, quello che l’uomo ha fatto proprio nel quarto periodo del nostro ciclo mediante il Cristo Gesù e il suo apparire: la vita spirituale, l’immortalità dell’io. Per la quarta epoca deve apparire che tutto quanto non è adatto all’immortalità decade ed è destinato alla morte.

 

Una dopo l’altra saltano così fuori le cose che si sono preparate nei nostri periodi di civiltà, e risultano per il fatto che ci sono indicate da un simbolo che corrisponde all’intelligenza.

Leggiamo l’apertura dei primi quattro suggelli nel sesto capitolo dell’Apocalisse di Giovanni: vedremo che quanto vien qui rivelato esprime in un grandioso simbolismo, gradino per gradino, quello che una volta risulterà manifesto.

• « E vidi, ed ecco un cavallo bianco » — questo indica che appare l’intel­ligenza spiritualizzata — « e colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori da vincitore e per vincere.

• E quando fu aperto l’altro sigillo, io udii l’altro animale che diceva: vieni. E ne uscì un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero tra di loro » (affinché vada distrutto quanto non è degno di seguire l’ascesa dell’u­manità) « e gli fu data una grande spada.

 

• E quando ebbe aperto il terzo suggello io udii il terzo animale che diceva: vieni. Ed io vidi, ed ecco un cavallo nero; e colui che lo ca­valcava aveva una bilancia in mano. E udii come una voce in mezzo ai quattro animali che diceva: una misura di frumento per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro;» misura e denaro per indicare quello che l’umanità apprese nel terzo periodo: i frutti vengono portati avanti e dissuggellati.

• Nel quarto periodo è apparso il Cristo Gesù per vincere la morte, e si mostra la manifestazione di questo evento: « E quando ebbe aperto il quarto suggello, io udii la voce del quarto ani­male che diceva: vieni. Ed io vidi, ed ecco un cavallo verda­stro, e colui che lo cavalcava aveva nome Morte, e gli teneva dietro l’Ades».

⦁ «Ecco un cavallo verdastro»: tutto quel che cade, precipita nella razza dei cattivi; chi però ha udito la chiamata, chi ha superato la morte, partecipa alla vita spiri­tuale. Quelli che hanno compreso l’« io sono » e la sua chia­mata hanno superato la morte. Essi hanno spiritualizzato l’in­telligenza. Quello che ora essi son divenuti non sarà più sim­boleggiato col cavallo. Deve intervenire un nuovo simbolo per coloro che hanno compreso di seguire la chiamata di chi ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle.

Essi appaiono ora sotto il simbolo di coloro che hanno indossato la veste bianca, che hanno assunto l’involucro della vita spirituale immortale, eterna.

Ci viene in seguito raccontato come si manifesti tutto quel­lo che sale al bene e tutto quello che scende al male. E ci viene chiaramente espresso.

 

• « E quando ebbe aperto il quinto sug­gello, io vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che avevano reso; e gridavano a gran voce dicendo: o Signore, santo e verace, fino a quando non giudichi e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra? — E a ciascun di loro fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposas­sero ancora finché fosse completo il numero dei loro compagni e dei loro fratelli, che ancora dovevano esser uccisi come loro»… che dovevano essere uccisi nella loro figura fisica per rivivere in quella spirituale — che significato ha questo fatto?

Ricordiamoci che cosa accade del mondo sensibile esterio­re nella vera vita antroposofica. Come abbiamo descritto le sette stelle? Siamo risaliti a Saturno e abbiamo mostrato come è sorto il corpo fisico umano, come esso è stato costi­tuito dal calore. Abbiamo visto come si formò il Sole.

 

Abbia­mo disegnato in ispirito quel mondo;

il Sole non è per noi soltanto un sole fisico,

ma il portatore della vita che apparirà quale vita spirituale,

nella sua forma più alta, nell’avvenire umano;

la Luna è per noi l’elemento che trattiene il passo impetuoso della vita

e fa rallentare gli uomini di quel tanto che è necessario.

 

Vediamo così potenze spirituali nel Sole e nella Luna.

E la saggezza antroposofica che noi ci appro­priamo

appare anch’essa giustamente simbolizzata nel periodo seguente:

il Sole e la Luna appaiono al nostro sguardo spirituale

come quelli che han costruito noi uomini.

Simboli­camente scompare il globo fisico esteriore del Sole, la Luna esteriore,

e diventa come un essere umano, ma in forma ele­mentare!

 

«Poi vidi, quand’ebbe aperto il sesto suggello, ed ecco si fece un gran terremoto, e il Sole divenne nero come un sacco di pelo, e la Luna diventò come sangue »… Tutto questo è il compimento simbolico di quanto noi cerchiamo nella vita spirituale.

 

Vediamo così che in immagini significative viene profetiz­zato per la prossima epoca quello che si prepara in questa.

Oggi noi portiamo invisibile in noi la trasformazione che in­traprenderemo

quando l’elemento fisico si trasformerà in quello spirituale.

Quando lo sguardo chiaroveggente si rivolge all’avvenire,

scompare in realtà quanto è fisico,

e ci appare dinanzi il simbolo della spiritualizzazione dell’umanità.

In tratti un po’ audaci abbiamo oggi indicato quello che, nell’Apocalisse, ci devono dire i sette suggelli e la loro apertura.