Dopo la mezzanotte cosmica si presenta una tentazione: restare nel mondo spirituale

O.O. 153 – Natura interiore dell’uomo e vita fra morte e nuova nascita – 10.04.1914


 

Procedendo oltre l’ora della mezzanotte cosmica che sta alla metà fra la morte e una nuova nascita, procedendo ulteriormente, noi vediamo nel più remoto futuro l’ideale dell’umanità, ci troviamo di fronte alla prospettiva ultima dell’ideale dell’umanità.

Trovandoci in quel punto, noi dobbiamo dire (naturalmente non lo diciamo, ma lo sperimentiamo del tutto interiormente: occorre pur servirsi di parole della vita ordinaria): forze divino-spirituali hanno agito su di noi, sempre più si sono interiorizzate nella nostra anima, ora esse vivono in noi.

Ora ci troviamo però in un punto in cui non possiamo ulteriormente compenetrarci di quelle forze perché dovremmo essere assai più perfetti al fine di poter procedere oltre.

 

Arriva poi un momento critico, un momento cruciale, e ci si presenta una forte tentazione.

Gli dèi hanno avuto intenzioni buone verso di noi, ci hanno dato tutto quanto potevano darci, ci hanno reso forti quanto più era possibile, conformemente alla forza da noi conseguita nella vita passata.

La forza donataci dagli dèi è dunque in noi.

Ora la tentazione ci si presenta e ci dice: tu puoi seguire gli dèi, tu puoi in certo modo far fluire tutto quello che sei nella forza che gli dèi ti hanno donata; tu puoi penetrare nei mondi spirituali, perché molto gli dèi ti hanno donato.

 

Noi potremmo del tutto spiritualizzarci.

Questa prospettiva ci si affaccia, ma non è possibile seguirla se non deviando dalla vera strada, se non uscendo dalla strada che conduce al grande ideale dell’umanità.

Potremmo cioè seguire la via che conduce ai mondi superiori, apportandovi tutte le nostre imperfezioni: esse vi si trasformerebbero in perfezioni, perché le imperfezioni potrebbero trasformarsi, e noi potremmo entrare con quelle nei mondi superiori.

Essendo pervasi da forze divine, noi diventeremmo un’entità; dovremmo però rinunziare alle disposizioni che portiamo in noi e che fino ad ora non abbiamo ancora sviluppato in direzione del grande ideale dell’umanità. Dovremmo rinunziarvi.

 

Prima di entrare in un’incarnazione terrena, ci si presenta sempre questa tentazione,

la tentazione di restare nel mondo spirituale, di penetrare nello spirito

e svilupparci ulteriormente con le qualità che già abbiamo e che sono interamente pervase di divinità,

di rinunziare a ciò che, in quanto uomini, sempre più noi potremmo diventare

sulla via del remoto ideale religioso del mondo divino-spirituale.

Ci si presenta la tentazione di diventare irreligiosi rispetto al mondo dello spirito.

 

• Questa tentazione ci si avvicina tanto più, in quanto

in nessun altro momento dell’evoluzione dell’umanità Lucifero esercita un maggior influsso sull’uomo.

• In quel momento gli suggerisce di cogliere dunque l’occasione e di restare nello spirito,

perché ciò che ha sviluppato può ora portarlo seco nella luce spirituale.

Lucifero cerca per quanto è possibile di far dimenticare all’anima le tendenze che ancora sono riposte in lei,

di farle dimenticare ciò che sta in quel tempio lontano, sulla remota sponda dell’esistenza dei tempi.

 

• Nell’attuale condizione dell’umanità

l’uomo non sarebbe in quel momento in grado di resistere alla tentazione di Lucifero,

se gli spiriti di cui Lucifero è l’oppositore non s’incaricassero della sua sorte.

• Allora fra gli dèi che spingono l’uomo verso il suo ideale,

fra gli dèi cioè che professano la religione divina, e Lucifero, si inizia la lotta per le anime umane.

• Il risultato di tale lotta è che l’immagine primordiale, che l’uomo si è formato della sua esistenza terrena,

viene proiettata dal tempo nello spazio, viene magneticamente attratta dall’esistenza spaziale.

 

È anche il momento in cui si presenta un’attrazione magnetica da parte di una coppia di genitori,

il momento in cui l’uomo viene trasferito entro sfere spaziali, in cui diventa affine con la sfera spaziale.

Così intorno all’uomo viene a occultarsi

tutto ciò che potrebbe tentarlo a fermarsi nel mondo spirituale.

Tale occultamento si esprime appunto nel suo rivestirsi di una corporeità.

Egli viene immerso nella corporeità, perché non veda ciò che Lucifero vuol presentargli.

 

• Quando l’uomo è avvolto nell’involucro corporeo e guarda ormai il mondo mediante i suoi sensi e il suo intelletto,

non scorge ciò a cui altrimenti vorrebbe aspirare nel mondo spirituale, illuso dal tentatore.

• Non lo vede; egli osserva da fuori il mondo delle entità e dei processi spirituali,

vede come quel mondo si manifesti ai sensi e all’intelletto legato al cervello.

• Essendo egli immerso nei sensi, assumono la sua evoluzione gli spiriti che lo fanno progredire.