Dottrina del karma, della reincarnazione e il cristianesimo

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 26.09.1909


 

Nel corso di queste conferenze abbiamo visto confluire le diverse correnti, ed ora le cognizioni acquistate convergeranno tutte in un punto culminante dell’evoluzione, secondo quanto risulta dall’indagine spirituale e dal vangelo di Luca. Questo punto culminante è quello che chiamiamo il mistero del Golgota.

Abbiamo cercato di descrivere a fondo ciò che è avvenuto nel periodo dell’evoluzione umana in cui il Cristo Gesù visse sulla Terra per tre anni; e abbiamo cercato di caratterizzare come questo evento abbia potuto attuarsi, grazie al confluire delle diverse correnti spirituali. L’evangelista Luca ci caratterizza appunto mirabilmente la missione del Cristo Gesù sulla Terra, purché si sappia vedere quanto egli ci descrive, alla luce delle cognizioni attinte alla cronaca dell’akasha.

 

Ora qualcuno potrebbe domandarci: poiché la corrente buddistica è organicamente intessuta nella dottrina cristiana, come mai in questa non vien fatto accenno alla legge fondamentale del karma, al pareggio che ha luogo nel corso delle incarnazioni umane? Sarebbe però un malinteso credere che quanto siamo in grado di riconoscere mercé la legge del karma non sia contenuto nelle comunicazioni del vangelo di Luca; vi è contenuto. Se però vogliamo comprendere giustamente questa cosa, dobbiamo renderci conto che i bisogni delle anime umane sono diversi nelle diverse epoche, e che i grandi missionari dell’evoluzione non hanno certo il compito di dare agli uomini la verità assoluta, in forma astratta; infatti essa non verrebbe nemmeno compresa dagli uomini, ai diversi stadi del loro sviluppo.

 

I grandi missionari dell’umanità devono parlare in modo da dare agli uomini, nel momento opportuno, ciò che è loro adeguato. In quello che l’umanità ha ricevuto dal Buddha è contenuta tutta la saggezza che si ricollega alla dottrina della compassione e dell’amore e alla trascrizione di questa dottrina nell’ottuplice sentiero; tutto ciò può condurre a una comprensione della dottrina del karma. E se, seguendo questa via, non si arriva a una tale comprensione, ciò significa che non si è cercato abbastanza profondamente entro l’anima umana il sentiero che conduce alla dottrina del karma e a quello della reincarnazione.

 

Abbiamo detto che, circa fra tremila anni, gran parte dell’umanità sarà progredita al punto da poter arrivare per virtù propria alla dottrina dell’ottuplice sentiero; oggi possiamo aggiungere che, in conseguenza di ciò, gran parte dell’umanità sarà progredita anche fino alla dottrina del karma e della reincarnazione. Ma questo dovrà avvenire gradualmente. Come il fiore non può sbocciare dalla pianta appena il seme è stato posto in terra, ma la pianta deve prima svilupparsi secondo le leggi necessarie, foglia a foglia, così è necessario che l’evoluzione spirituale dell’umanità proceda di tappa in tappa, e che tutto quanto avviene, avvenga sempre a tempo opportuno.

 

Chi oggi s’immerga nella propria anima con le facoltà acquisite mediante l’antroposofia, troverà necessaria la dottrina del karma e della reincarnazione. Ricordiamo però che l’evoluzione non avviene invano, e che solo all’epoca nostra le anime sono ridiventate veramente atte a trovare in se stesse quella che chiamiamo la dottrina del karma e della reincarnazione.

 

Non sarebbe stato un bene che questa dottrina fosse stata annunziata qualche secolo fa; né sarebbe stato un bene, per l’evoluzione dell’umanità, che l’attuale contenuto della scienza dello spirito, di cui le anime umane sono assetate e con cui è connessa l’interpretazione profonda dei Vangeli, fosse stato annunziato apertamente all’umanità già da un paio di secoli. Prima occorreva che le anime umane ne fossero assetate, e sviluppassero le facoltà necessarie ad accogliere la dottrina del karma e della reincarnazione; occorreva che queste anime fossero già passate per molte incarnazioni, anche nell’epoca cristiana, e avessero sperimentato tutto quanto si può sperimentare quando non si è ancora maturi per la dottrina del karma e della reincarnazione. Se già nei primi secoli del cristianesimo fosse stata annunciata apertamente, come lo facciamo oggi, la dottrina del karma e della reincarnazione, per l’evoluzione umana sarebbe stato come chiedere a una pianta di far spuntare subito il fiore anziché le foglie.

 

Così l’umanità è andata gradualmente maturandosi ad accogliere in sé, nel suo contenuto spirituale, la dottrina del karma e della reincarnazione. Non è affatto da meravigliarsi perciò che, in quello che da secoli è stato trasmesso all’umanità dai Vangeli, si trovi qualcosa che possa apparirci come un’immagine errata del cristianesimo.

 

I Vangeli sono stati dati agli uomini, per un certo riguardo, prematuramente; e solo oggi l’umanità va maturandosi a sviluppare nell’anima tutte le facoltà che ci conducono alla comprensione del vero contenuto dei Vangeli. È stato assolutamente necessario che la rivelazione del Cristo Gesù tenesse conto delle condizioni, della disposizione delle anime umane di quei tempi; così la reincarnazione ed il karma non furono insegnati allora in forma di dottrine astratte, ma nelle anime umane furono riversati sentimenti tali da renderle mature gradualmente ad accogliere la dottrina della reincarnazione e del karma. Ciò significa che a quell’epoca si dovette comunicare solo ciò che poteva condurre gradualmente alla comprensione della dottrina della reincarnazione e del karma, e non la dottrina stessa.

 

Come parlavano il Cristo Gesù e i suoi discepoli di questa dottrina? Per comprenderlo, dovremo leggere il vangelo di Luca nel giusto modo. E se lo faremo, se avremo la giusta comprensione, potremo leggere in esso come la legge del karma sia stata annunciata agli uomini di allora.

 

• «Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati!

• Beati voi che adesso piangete, perché riderete!

• Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e vi bandiranno dalla loro compagnia,

e vi colmeranno di obbrobri e ripudieranno il vostro nome come abominevole, per causa del Figlio dell’uomo.

• Rallegratevi in quel giorno e tripudiate, perché il vostro premio sarà grande nei cieli» (Luca 6, 20-23).

 

Qui abbiamo la dottrina del pareggio che, senza trattare astrattamente di karma e di reincarnazione, si dà tuttavia premura di far penetrare nelle anime la certezza, fondata sul sentimento, che chi per un certo tempo deve soffrire la fame – in qualsiasi campo – ne avrà un compenso. Tali sentimenti dovevano fluire nelle anime umane, e le anime che vivevano allora e in cui questa dottrina era stata riversata in questa forma, divennero atte, quando tornarono a incarnarsi, ad accogliere in forma concettuale la dottrina del karma e della reincarnazione.

Così, a quel tempo, dovette fluire nelle anime qualcosa che sarebbe maturato in esse più tardi.