Entità della 1°, 2° e 3° gerarchia

O.O. 26 – Massime antroposofiche – n° 66-71 / 76-78 / 79-81 / 85-87


 

66 — Le entità della terza gerarchia

si manifestano nella vita che si dispiega come sfondo spirituale nel pensare umano.

Questa vita si cela nell’attività pensante umana.

Se continuasse ad agirvi di per sé, l’uomo non potrebbe giungere alla libertà.

Dove cessa l’attività pensante cosmica, comincia l’attività pensante umana.

 

67 — Le entità della seconda gerarchia

si manifestano in un elemento animico extraumano

che, in quanto avvenimento cosmico-animico, è nascosto al sentire umano.

Questo elemento cosmico-animico opera nello sfondo del sentire umano.

Esso conforma la sostanzialità umana in un organismo di sentimento,

prima che vi possa vivere il sentire.

 

68 — Le entità della prima gerarchia

si manifestano in una creatività extraumana che dimora nel volere umano

come mondo cosmico-spirituale di entità.

Questo elemento cosmico-spirituale sperimenta creativamente se stesso nell’atto della volizione umana.

Esso conforma il rapporto della sostanzialità umana col mondo extraumano,

prima che l’uomo, per mezzo del suo organismo di volontà, divenga un’entità che vuole liberamente.

 

69La terza gerarchia

si manifesta come puro animico-spirituale.

Essa opera in ciò che l’uomo sperimenta in modo animico del tutto intimamente.

Non potrebbe verificarsi alcun processo, né nell’eterico né nel fisico, se agisse solo questa gerarchia.

Ci potrebbe essere soltanto quello che è animico.

 

70La seconda gerarchia

si manifesta come un animico-spirituale che agisce nell’eterico.

Tutto ciò che è eterico è manifestazione della seconda gerarchia.

Essa però non si manifesta immediatamente nel fisico.

La sua forza giunge solo fino ai processi eterici.

Non sussisterebbero che animico ed eterico, se agissero soltanto la terza e la seconda gerarchia.

 

71La prima gerarchia, la più forte,

si manifesta come ciò che è spiritualmente operante nel fisico.

Essa forma a cosmo il mondo fisico.

La terza e seconda gerarchia sono qui le entità serventi.

 

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76Volendo suscitare una rappresentazione della prima gerarchia

(serafini, cherubini, troni),

si dovrà cercare di formare immagini in cui lo spirituale (solo soprasensibilmente osservabile)

si manifesta attivo nelle forme che appaiono nel mondo dei sensi.

Spirituale in raffigurazione percettibile ai sensi

deve essere il contenuto dei pensieri sulla prima gerarchia.

 

77Volendo suscitare una rappresentazione della seconda gerarchia

(dominazioni, virtù, potestà),

si dovrà cercare di formare immagini in cui lo spirituale

non si manifesta in forme percettibili ai sensi, ma in modo puramente spirituale.

Spirituale in raffigurazione non percettibile ai sensi,

ma puramente spirituale, deve essere il contenuto dei pensieri sulla seconda gerarchia.

 

78Volendo suscitare una rappresentazione della terza gerarchia

(archai, arcangeli, angeli),

si dovrà cercare di formare immagini in cui lo spirituale

non si manifesta in forme percettibili ai sensi, ma neanche in modo puramente spirituale,

bensì allo stesso modo in cui pensare, sentire e volere si esplicano nell’anima umana.

Spirituale in raffigurazione di natura animica

deve essere il contenuto dei pensieri sulla terza gerarchia.

 

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79Alla terza gerarchia (principati, arcangeli, angeli)

ci si può spiritualmente accostare

se si imparano a conoscere pensare, sentire e volere

in modo da scorgere in essi lo spirituale attivo nell’anima.

Il pensare pone a tutta prima nel mondo solo immagini, non qualcosa di reale.

Il sentire si muove in questo elemento immaginativo;

testimonia di qualcosa di reale nell’uomo, ma non può esplicarlo.

Il volere dispiega una realtà che presuppone il corpo,

ma non collabora coscientemente alla sua configurazione.

L’essenziale che vive nel pensare, per fare del corpo il fondamento del pensare stesso,

l’essenziale che vive nel sentire, per fare del corpo il partecipe di una realtà,

l’essenziale che vive nel volere, per cooperare coscientemente alla sua configurazione,

è vivente nella terza gerarchia.

 

80Alla seconda gerarchia (dominazioni, virtù, potestà)

ci si può spiritualmente accostare se si riguardano i fatti naturali

come manifestazioni di uno spirituale vivente in essi.

La seconda gerarchia ha allora la natura come sua sede, per agirvi sulle anime.

 

81Alla prima gerarchia (serafini, cherubini, troni)

ci si può spiritualmente accostare

se si riguardano i fatti esistenti nei regni della natura e dell’uomo

come le azioni (creazioni) di uno spirituale attivo in essi.

La prima gerarchia ha allora i regni della natura e dell’uomo come suoi campi di attività,

e in essi si esplica.

 

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85Nella coscienza desta del giorno

l’uomo sperimenta nell’epoca attuale in primo luogo se stesso.

Questa esperienza gli nasconde che nella sua esperienza di veglia è presente la terza gerarchia.

 

86Nella coscienza di sogno

l’uomo sperimenta in modo caotico il proprio essere

congiunto disarmonicamente con la spiritualità del cosmo.

Se alla coscienza di sogno, come altro suo polo,

si contrappone quella immaginativa,

l’uomo si accorge che nella sua esperienza è presente la seconda gerarchia.

 

87 Nella coscienza di sonno senza sogni

l’uomo, senza esserne cosciente, sperimenta il proprio essere

congiunto con la spiritualità del cosmo.

Se alla coscienza di sonno, come altro suo polo, si contrappone quella ispirata,

l’uomo si accorge che nella sua esperienza è presente la prima gerarchia.