Esperienze e karma

O.O.107 – Antropologia S.S.-Vol. II – 17.06.09


 

Donde proviene, in sostanza, ciò che l’uomo accoglie?

Come possiamo comprendere che l’uomo riceve e accoglie qualcosa di nuovo?

Giungiamo con ciò ad un concetto della massima importanza e della massima difficoltà

(non a caso ne parlo in una delle nostre ultime riunioni, affinché possiate riflettervi durante tutta l’estate;

si tratta infatti di concetti sui quali è bene riflettere mesi e anni per poter a poco a poco approfondirli).

 

Donde viene ciò che l’uomo continuamente incorpora in se stesso?

Cerchiamo di comprenderlo con un semplice esempio.

 

Rappresentiamoci tutto quanto appartiene all’evoluzione e supponiamo che un uomo si trovi di fronte ad altri due:

egli è passato attraverso incarnazioni precedenti e ha esplicato ciò che esse hanno posto in lui.

Questo vale anche per gli altri due uomini che gli stanno dinanzi.

Supponiamo ora che il primo dica: “Questi due si presentano assai bene l’uno accanto all’altro”.

Gli piace proprio che stiano vicini.

 

Non è detto che ad un’altra persona piacerebbe altrettanto. Il piacere che uno prova nel vedere quei due insieme non ha nulla a che fare con le loro possibilità evolutive; non è che essi abbiano acquistato la facoltà di piacere al terzo, stando l’uno accanto all’altro. Si tratta di tutt’altra cosa, la quale dipende esclusivamente dal fatto che questo terzo si trova proprio di fronte ai due uomini.

Vedete dunque che l’uomo prova dentro di sé un sentimento di gioia, per la presenza di quei due. Questo sentimento non è per nulla connesso con la loro evoluzione. Esistono nel mondo cose che sorgono soltanto perché determinate condizioni si incontrano. Non è che i due uomini siano congiunti dal loro karma. Vogliamo prendere in considerazione la gioia che si accende nel terzo in presenza degli altri due.

 

Facciamo un altro esempio. Supponiamo che un uomo stia in un determinato punto della Terra e rivolga lo sguardo allo spazio celeste: vede così una certa costellazione. Se egli stesse cinque passi più avanti, vedrebbe qualcos’altro. Questa vista produce in lui un sentimento di gioia, che è del tutto nuovo. L’uomo in tal modo passa per una somma di esperienze del tutto nuove, le quali non sono affatto condizionate dalla sua evoluzione precedente.

 

Tutto quello che il mughetto porta in sé, è condizionato dalla sua evoluzione precedente.

Ma così non è per l’azione dell’ambiente sull’anima umana.

 

L’uomo ha una grande quantità di interessi che non hanno a che fare con una evoluzione precedente,

ma che esistono in quanto, per determinate condizioni, l’uomo entra in contatto con il mondo esterno.

• Per la gioia che egli prova, è avvenuto in lui qualcosa, è avvenuta per lui un’esperienza.

Nell’anima umana è sorto un quid,  non determinato da nulla di precedente, ma generato dal nulla.

 

Tali creazioni dal nulla sorgono continuamente nell’anima umana.

Sono esperienze dell’anima, le quali non si sperimentano per mezzo di fatti,

ma per mezzo di relazioni, di nessi fra i fatti, che l’uomo stesso elabora in sé.

 

Vi prego di distinguere bene

• fra le esperienze che si hanno per mezzo di fatti

• e quelle che si hanno per mezzo dei rapporti fra i fatti.

 

La vita si divide veramente così in due parti che si interpenetrano senza un limite:

• in esperienze che sono rigorosamente condizionate da cause precedenti, dal karma,

• e in esperienze che non sono condizionate dal karma, che entrano per la prima volta nel nostro orizzonte.

Vi sono interi campi della vita umana che rientrano in questa categoria.

 

Supponiamo che voi udiate che in qualche luogo è avvenuto un furto: naturalmente il fatto è condizionato da questo o quel processo karmico. Ma supponiamo che voi sappiate soltanto del furto e non conosciate il ladro; perciò nel mondo esiste effettivamente, obiettivamente una certa persona che ha rubato, ma voi non lo conoscete. Il ladro non viene certo a dirvi: “Arrestatemi, ho rubato”; voi dovete, da ogni sorta di indizi, raccogliere fatti che vi possano fornire la prova che il ladro sia l’una o l’altra persona. Le idee che in proposito voi elaborate, non hanno nulla a che vedere coi fatti obiettivi. Dipendono da tutt’altro, e magari anche dal fatto che voi siete più o meno intelligenti. I concetti che voi ordinatamente esplicate in proposito non determinano affatto la persona del ladro, ma sono un processo che si esplica tutto in voi e viene applicato al fatto esterno. In sostanza, tutta la logica è qualcosa che si aggiunge esteriormente alle cose. E tutti i giudizi estetici che pronunziamo, sono cose aggiunte. L’uomo, in tal modo, arricchisce la sua vita da elementi che non sono precedentemente determinati da cause, ma che egli sperimenta mettendosi in un determinato rapporto con le cose.

 

Se percorriamo rapidamente col pensiero e ci poniamo davanti agli occhi l’intera vita dell’uomo, così come si è evoluta dall’antico Saturno, Sole e Luna, fino alla nostra evoluzione terrestre, troviamo che su Saturno non si poteva ancora parlare di un tale contrapporsi dell’uomo ai fatti obiettivi. Allora esisteva soltanto la necessità. E così era sul Sole e sulla Luna; e come era per l’uomo sulla Luna, così è ancor oggi per l’animale.

 

L’animale sperimenta soltanto ciò che è condizionato da cause precedenti.

Esperienze del tutto nuove, le quali non siano condizionate da cause precedenti, le ha solo l’uomo.

Perciò soltanto l’uomo è, nel vero senso della parola, suscettibile di un’educazione;

soltanto l’uomo aggiunge sempre del nuovo a ciò che è determinato karmicamente.

 

Soltanto sulla Terra l’uomo ha la possibilità di aggiungere nuovi elementi.

Sulla Luna la sua evoluzione non era progredita al punto da permettergli

di aggiungere del nuovo a quanto già si trovava in lui come disposizione.

Sebbene non fosse un animale, egli stava allora sul gradino dell’evoluzione animale.

In ciò che intraprendeva egli era condizionato da cause esterne.

 

Ma anche oggi lo è, fino ad un certo grado; infatti, le esperienze libere penetrano solo lentamente nell’uomo.

E penetrano tanto più in lui quanto più in alto egli si trova sui gradini dell’evoluzione.

Prendiamo i quadri di Raffaello, e pensiamo che un cane vi stia dinanzi.

 

Esso vede in essi ciò che vi è di obiettivo. Vede ciò che dei quadri gli si presenta in quanto sono oggetti sensibili. Ma supponiamo che un uomo stia di fronte a questi quadri; vi vedrà tutt’altro: ciò è possibile soltanto perché egli in incarnazioni precedenti ha già subito una maggiore evoluzione.

 

Ed ora prendiamo un uomo geniale, per esempio Goethe;

egli vede in quei quadri ancora più cose, egli conosce il significato dei diversi modi di disegnare.

 

Quanto più evoluto è l’uomo, tanto più vede.

Quanto più l’uomo si è già arricchito nell’anima,

tante più sono le relazioni che egli aggiunge alle sue esperienze animiche.

Queste diventano proprietà della sua anima, si depositano nella sua anima.

Ma tutto ciò è divenuto possibile all’umanità soltanto con l’evoluzione della Terra.

 

Ora avviene quanto segue.

L’uomo si evolve a suo modo attraverso le successive epoche.

È noto che la Terra sarà sostituita da Giove, Venere e Vulcano.

Durante tale evoluzione, l’interiorità dell’uomo,

cioè la somma delle esperienze che egli fa, prescindendo in tal modo da cause precedenti, si arricchisce sempre più.

E sempre minor significato avrà per lui quanto egli avrà portato da condizioni precedenti, dall’epoca di Saturno, Sole e Luna.

 

L’uomo nella sua evoluzione si svincola dalle condizioni precedenti.

E quando la Terra avrà raggiunto lo stato di Vulcano,

allora l’uomo si sarà liberato da tutto ciò che ha accolto durante l’evoluzione di Saturno, Sola e Luna.

Tutto ciò egli lo avrà abbandonato.

Toccheremo ora un concetto più difficile, che potrà essere illuminato con un paragone.

 

Immaginate di star seduti in una vettura che avete ricevuto in dono oppure ereditato. Fate una gita in vettura. Una ruota si guasta. Sostituite la vecchia ruota con una nuova. Ora avete la vecchia vettura, con una ruota nuova. Supponiamo che dopo un certo tempo un’altra ruota si guasti; la cambiate, e avete così la vecchia vettura con due ruote nuove. Similmente cambiate la terza, la quarta ruota, ecc., e potete facilmente immaginarvi che un bel giorno non avrete davvero più nulla della vecchia vettura, ma avrete sostituito tutto il vecchio col nuovo. Non avete più nulla di ciò che avete ereditato o ricevuto in dono; continuate a sedervici dentro, ma in sostanza è tutto un altro veicolo.

Trasportiamo questo all’evoluzione umana.

 

Durante lo stato planetario di Saturno, l’uomo ha ricevuto l’abbozzo del suo corpo fisico e l’ha a poco a poco elaborato, sul Sole il corpo eterico, sulla Luna il corpo astrale, sulla Terra l’io; a poco a poco egli perfeziona questi corpi. Ma nell’io, egli sempre più sviluppa le nuove esperienze, e abbandona ciò che ha ereditato, ciò che in passato gli è stato dato da Saturno, Sole e Luna. E verrà un tempo, il tempo dell’evoluzione di Venere, in cui l’uomo avrà deposto tutto ciò che gli dèi gli hanno donato durante l’evoluzione di Saturno, Sole e Luna, e nella prima metà dell’evoluzione della Terra. Egli deporrà tutto ciò, come sono stati deposti nel nostro esempio i singoli pezzi della vettura. E a poco a poco sostituirà tutto con elementi che prima non esistevano, con elementi che egli avrà accolto dalle nuove condizioni.

 

Arrivato su Venere, l’uomo non potrà dire: “Ho ancora in me tutto dall’antica evoluzione saturnia, solare e lunare”,

perché tutto questo egli lo avrà già deposto;

e al termine della sua evoluzione egli porterà in sé non ciò che ha ricevuto,

ma ciò che egli stesso avrà elaborato in sé, ciò che avrà edificato in sé dal nulla.

• Questo è il terzo elemento che si aggiunge a evoluzione e involuzione: la creazione dal nulla.

 

Evoluzione, involuzione e creazione dal nulla

è quanto dobbiamo abbracciare con lo sguardo,

se vogliamo contemplare tutta la grandezza e maestà dell’evoluzione umana.