Estensione dell’antico Saturno fino al Saturno attuale, dell’antico Sole fino a Giove attuale, e dell’antica Luna fino a Marte.

O.O. 110 – Gerarchie spirituali – 14.04.1909


 

Saturno era grande come un globo che, avendo come centro il Sole, arrivi fino all’attuale Saturno; un globo immenso, grande come tutto il nostro sistema solare, fino a Saturno.

Il Sole, del quale ora parliamo, era un globo cosmico che si estendeva fino all’attuale Giove. Questo è il segno di confine dell’estensione dell’antico Sole. Sarà bene vedere nei pianeti dei segni di confine fino ai quali si estendevano gli antichi corpi celesti.

In questo modo andiamo avvicinandoci alla teoria dei pianeti, derivandola dall’attività delle gerarchie. Ma ora continuiamo.

 

Sappiamo che lo stato successivo è di nuovo una ulteriore condensazione.

Il terzo stadio del nostro sistema solare è quello dell’antica Luna.

Chi ha studiato le comunicazioni della cronaca dell’akasha, sa che l’antica Luna è sorta per un’ulteriore condensazione della sostanza solare fino allo stato liquido.

 

La Luna non ha ancora in sé terra solida, ma ha fuoco, aria, acqua.

Si è aggiunto e inserito in essa l’elemento liquido, una condensazione dell’elemento aria o gas. Chi ha compiuto questo processo?

Il secondo gruppo della seconda gerarchia di entità spirituali, e precisamente quelle che chiamiamo virtù.

 

Fu dunque opera delle virtù il restringersi della massa dell’antico Sole fino al confine dell’attuale pianeta Marte.

Marte è dunque il segno di confine per l’estensione dell’antica Luna.

Pensando un globo che abbia per centro il Sole

e la cui massa vada fino a dove attualmente Marte percorre la sua orbita, si ha l’antica Luna in tutta la sua grandezza.

 

Siamo ormai giunti al punto nel quale vogliamo ricordarci

che un fatto del tutto nuovo si verificò quando da Saturno e dal Sole nacque l’antica Luna.

• Una parte della sostanza densa venne allora espulsa, e si formarono due corpi.

L’uno prese le sostanze e le entità più fini e divenne un Sole raffinato, l’altro divenne una Luna tanto più densa.

 

Il terzo stadio del nostro sistema planetario è dunque solamente per un certo tempo un corpo cosmico unitario; poi espelle da sé un pianeta che ora gli sta accanto. Fin tanto ch’è un corpo celeste unitario, la Luna si estende fino a Marte; poi il Sole si restringe, e si forma un corpo che gli gira intorno, press’a poco là dove Marte attuale gira intorno al Sole, circa alla periferia del corpo unitario originale.

 

Da che cosa ebbe origine tale scissione? perché un corpo cosmico si scisse in due?

Ciò avvenne al tempo in cui dominarono le dynameis o virtù.

Chi già ha seguito altre mie conferenze, sa che nell’universo accade qualcosa di simile a ciò che accade nella vita umana ordinaria.

Dovunque si evolvono esseri, ve ne sono taluni che progrediscono e altri che rimangono indietro.

 

Quanti padri si lamentano che i loro figli sono bocciati a scuola, mentre altri progrediscono rapidamente! Lo sviluppo procede con rapidità varia, e così è nel cosmo intero. Per ragioni che impareremo a conoscere in seguito, mentre le virtù iniziano la loro funzione, la loro missione, interviene un fatto che in tutti i misteri, in tutto l’esoterismo, fu chiamato la lotta nei cieli.

 

L’insegnamento della lotta nei cieli forma una parte essenziale di tutti i misteri e contiene anche il primordiale mistero dell’origine del male. In un determinato momento dell’evoluzione lunare, le virtù si trovavano a gradi molto diversi di maturità. Le une aspiravano a salire spiritualmente quanto più possibile; altre erano invece rimaste indietro, o almeno erano progredite normalmente nella loro evoluzione.

 

Vi erano dunque delle virtù che avevano raggiunto un progresso molto più avanzato che non le loro compagne dell’antica Luna. Ne conseguì che queste due classi di virtù si separarono: le più progredite estrassero tutto il corpo solare, e quelle meno progredite costituirono la Luna roteante intorno al Sole.

 

Abbiamo così accennato a questa lotta nei cieli, alla scissione dell’antica Luna, per cui

• il satellite, l’antica Luna, cadde sotto il dominio delle virtù rimaste indietro

• e l’antico Sole sotto quello delle virtù più progredite.

 

Un’eco di questa lotta nei cieli risuona nei primi versi della Bhagavad-Gita, nella battaglia descritta al principio che è come un simbolo della gigantesca lotta nei cieli. E fu un ben grandioso campo di battaglia!

 

• Dal momento in cui le dominazioni o kyriotetes operarono la formazione dell’antico Sole,

fino al momento in cui si formò l’antica Luna, quando le virtù o dynameis iniziarono la loro missione,

vi fu nei cieli una lotta possente, un grandioso campo di battaglia.

Le dominazioni restrinsero l’intera massa del nostro sistema solare fino al confine segnato da Giove,

le virtù o dynameis restrinsero l’intero sistema fino al confine dell’attuale Marte.

Tra questi due confini planetari nel cielo sta il grande campo di battaglia della lotta celeste.

 

Consideriamo un po’ questo campo di battaglia nel cielo!

Solo il secolo diciannovesimo ha riscoperto con occhi fisici le devastazioni prodotte da quella lotta.

Tra Marte e Giove si vedono i frantumi della schiera dei piccoli planetoidi:

sono i frantumi della battaglia combattuta nei cieli tra l’uno e l’altro dei due periodi cosmici nei quali

il nostro sistema solare fu condensato, prima fino a Giove, e poi fino a Marte.

 

Quando i nostri astronomi dirigono i loro telescopi negli spazi celesti e scoprono sempre nuovi planetoidi, trovano le rovine dell’immane campo di battaglia dove si combattè, tra le virtù più progredite e le virtù meno progredite, la lotta ch’ebbe per risultato anche la scissione della Luna dal suo Sole.

 

Vediamo dunque come, considerando le azioni delle entità divino-spirituali, le cose esteriori ci appaiono quale espressione, quale fisionomia di entità divino-spirituali.