Evoluzione della razza ed evoluzione individuale dell’uomo

O.O. 346 – Apocalisse ed agire sacerdotale – 17.09.24


 

Nelle considerazioni antroposofiche, ho spesso fatto accenno ad un certo momento nel diciannovesimo secolo, all’inizio degli anni quaranta. Dissi che l’inizio di questi anni quaranta, visto spiritualmente, rappresenta un importante, un significativo punto di svolta nello sviluppo del mondo civilizzato. Esso è, per così dire, la culminazione del materialismo.

 

In relazione al materialismo, era stato proprio tutto già deciso nell’anno 1843/44.

Il resto, in fin dei conti, ne fu solo conseguenza e ne sarà ancora conseguenza.

Ma per ciò che è pervenuto all’umanità civilizzata dell’Europa e della sua appendice americana, quel momento,

all’inizio degli anni quaranta fu di un’importanza infinitamente grande,

perché l’irrompere delle potenze arimaniche negli avvenimenti umani fu enormemente intensiva.

 

Potete dire: Si, dopo l’anno 1843/44 sono giunti avvenimenti ancora più cattivi. Vedete, però tutto ciò è solo in apparenza. Dovete solo pensare che Arimane è più intelligente degli uomini. Nell’anno 1843/44 Arimane agiva in sostanza. Pone le cose nel modo in cui lo fa secondo la sua intelligenza. Questo è il punto più basso o, secondo me, il punto culminante della via materialistica.

Poi, gli uomini hanno continuato ad affaccendarsi e ciò di cui gli uomini si sono affaccendati è, talvolta, esteriormente più odioso ma per la complessità dell’evoluzione, la cosa non si presenta in maniera così orribile: e se lo si prende in considerazione dal punto di vista dello spirituale ciò è una ripercussione di ciò che fu progettato, da Arimane, all’inizio degli anni quaranta del diciannovesimo secolo.

 

All’inizio di questi anni quaranta, comincia a suonare l’angelo della sesta tromba

e suonerà sino a che, alla fine del ventesimo secolo, compariranno quegli avvenimenti di cui ho parlato,

in cui l’angelo della settima tromba comincerà a suonare.

Siamo, pertanto, proprio dentro al campo delle doglie.

Questa è la seconda doglia che, in qualità di umanità civilizzata, abbiamo nel campo dell’anima cosciente

ed a ciò precede, di circa un secolo e mezzo, ciò che fu la quinta tromba.

 

E se ricostruiamo le trombe riferendoci al numero sette

nel periodo dell’anima cosciente perveniamo ad un momento precedente.

Qui sotto, sulla Terra, il periodo dell’anima cosciente comincia nel 1413.

Ma le cose slittano nel tempo, tempi ancora anteriori agiscono;

con i suoni di tromba, retrocediamo fino all’epoca delle crociate.

 

Si, anche in luoghi veramente occulti si è sempre concepito

il lasso di tempo dal periodo delle crociate, fino a noi, come il periodo degli squilli di tromba.

E, al loro interno, potete trovarvi le tappe di quello che viene descritto nell’Apocalisse.

 

Potrete trovare come con l’irrompere del materialismo,

diciamo per esempio quando il copernicanesimo ha fatto la sua comparsa,

un terzo dell’umanità venne proprio ucciso spiritualmente,

cioè, cessò di sviluppare una piena spiritualità.

Ed è paurosamente sconvolgente la piaga delle cavallette descritta nell’Apocalisse.

 

Qui, però, perveniamo a qualcosa che, desidererei dire, non si cita volentieri, e che però, appartiene alle cose che si ripercuotono all’interno dell’azione sacerdotale. Questa piaga delle cavallette, vista dal puro punto di vista dell’anima cosciente, ha fatto già la sua comparsa in un senso più generalmente imminente, per davvero, mentre noi parliamo teoricamente. Parlando a delle persone laddove, in condizioni malate, possono sempre comparire dei risanamenti, queste cose poi non possono venire dibattute; quando, però, si tratta dell’agire sacerdotale, allora si deve sapere con quali uomini, di regola, si ha a che fare.

 

Accade che, regolarmente, vi è un’enorme letizia in coloro che si dicono uomini liberali o democratici se questi possono sempre e ripetutamente dire che l’umanità, in un dato territorio della Terra, si è tanto enormemente incrementata. L’aumento della popolazione è cosa che viene fortemente osservata, in maniera particolare, dagli uomini liberal-democratici, intesi in senso politico, e anche da tutti, come voi credete, i liberi pensatori spirituali.

 

Ora, vedete, in primo luogo ciò non è del tutto esatto, perché le statistiche si basano su errori; nei calcoli di confronto statistici non si considera l’intera Terra, se ne considera solo un pezzo e non si pensa che le altre parti di essa, in altri tempi, erano popolate in maniera più folta di oggi.

 

Nel dettaglio, ciò non è sempre giusto, ma, nel complesso, è vero

che già nel nostro tempo compare un tipo di uomini in sovrannumero che sono senza Io,

i quali, in realtà, non sono uomini.

 

Questa è una verità spaventosa. Se ne vanno in giro, non sono incarnazioni di un Io.

Vengono posti all’interno dell’ereditarietà fisica, ricevono corpo eterico ed astrale,

in un certo senso vengono equipaggiati interiormente con una coscienza arimanica;

se non li si guarda esattamente danno l’impressione di essere uomini,

ma nel pieno senso della parola non sono uomini.

 

Questa è una verità terribile, è presente ed è proprio vera.

E lo scrittore dell’Apocalisse indica in modo diretto degli uomini

quando parla sulla piaga delle cavallette nella quinta epoca delle trombe.

E, di nuovo, si può riconoscere lo scrittore dell’Apocalisse nella sua veggenza.

Infatti, nel corpo astrale, tali uomini appaiono proprio come egli li descrive:

come cavallette eteriche, con volti umani.

 

È proprio così che si deve pensare a riguardo di tali cose sovrasensibili in modo tale che il sacerdote le debba sapere. Allora è un curatore di anime. Allora, deve trovare anche le parole per tutto ciò che accade in una simile anima. Non devono essere sempre anime cattive, possono essere anime che giungono fino all’animico ma fanno a meno dell’Io. Se ne verrà a capo, quando ci si imbatterà in questi uomini.

Il sacerdote deve saperlo perché ciò influenza la comunità fra gli uomini. Soprattutto quegli uomini che sono animicamente puri soffrono per tali persone che vanno per il mondo proprio come uomini-cavalletta.

Può e deve sorgere addirittura la domanda: Come ci si deve comportare nei confronti di tali uomini?

 

Nei confronti di tali uomini, si ha spesso proprio un compito difficile, perché essi sono profondamente sensibili; possono essere straordinariamente sensibili, però si nota che in loro non si nasconde un’individualità propria. Naturalmente bisogna loro soltanto premurosamente occultare che, in loro, non si nasconde nessuna individualità perché altrimenti la conseguenza naturale sarebbe la pazzia.

 

Ma, nonostante il fatto che si debba nascondere loro questa cosa si tratta che, per tali anime, – sono anime, anche se non spiriti – si prepari tutto in modo tale che, queste persone, trovino un rapporto con altri uomini al cui seguito possano evolversi, che, in un certo senso, divengano compagni di questi altri uomini. Questi uomini mostrano abbastanza precisamente, la natura e l’essere dell’uomo, fino al ventesimo anno d’età. Poi, in questo ventesimo anno nasce prima l’anima razionale ed affettiva e con essa viene data la possibilità di un godere terreno dell’Io.

 

Chi volesse affermare che, nei confronti di tali uomini senza Io, privi di individualità, non bisogna comportarsi in maniera compartecipe, perché non avrebbero un’incarnazione futura, non essendo presente un’individualità, si sbaglia di molto. Egli dovrebbe anche affermare che non si dovrebbe comportare in maniera compartecipe anche con i bambini. Si deve decidere, in ogni caso, cosa si nasconde propriamente, in una siffatta persona.

 

Talvolta, in tali anime, si nascondono anime postume, postume di fronte alle anime umane che nacquero in un certo periodo dell’evoluzione e che si incorporano ripetutamente come uomini.

Possono essere, però, anche anime restate indietro che più tardi sono ritornate da un altro pianeta dove, in un determinato periodo, era andata l’intera umanità. Anche simili anime si possono nascondere nei corpi umani.

In piena coscienza, dobbiamo educare questi uomini come se fossero rimasti bambini.

 

Vedete, tutto ciò è proprio già celato all’interno dell’Apocalisse. E quando si prendono queste rappresentazioni, che emergono come immaginazioni – nell’Apocalisse sono talvolta terribilmente taglienti nel cuore, spaventose, quando si parla qui di tutta la sofferenza possibile che viene all’umanità terrestre -, dobbiamo dire: Nella nostra epoca è presente davvero molto di ciò, soprattutto negli aspetti spirituali.

 

Ora vi sono anche delle grandi e soavi rappresentazioni miti nell’Apocalisse, come per esempio gli Angeli che vengono con i profumi, con il turibolo (Apocalisse 8,3). Qui si accenna al fumo sacrificale. Ed il nostro sguardo, pone l’attenzione su molto di ciò che ha avuto luogo al tempo delle crociate.

 

• Con la prima tromba veniamo trasportati alle crociate;

abbracciando con lo sguardo lo sviluppo dell’anima cosciente dell’umanità perveniamo proprio all’epoca delle crociate.

E qui vediamo che, al tempo delle crociate, nel periodo ad esse relativo, fanno la comparsa singole personalità

che infatti ricevevano impressioni enormemente forti dalla loro convivenza con il mondo spirituale.

Qui ci imbattiamo, desidererei dire, nei geni della religiosità.

È di straordinaria importanza che ciò sia chiaro per noi. Qui incontriamo i geni della religiosità.

 

Retrocediamo ancora e così, guardando a ritroso prima del nostro campo della coscienza, troviamo il periodo dal mistero del Golgota fino alle crociate e a tutto ciò che con questo è connesso, possiamo vedere, questo stesso periodo come una epoca più piccola dell’apertura dei sette sigilli. Lo si capisce chiaramente, solo dopo che ci si è chiariti quanto segue.

 

Pensate soltanto a quante personalità hanno fatto la loro apparizione proprio all’epoca delle crociate e che hanno diretto tutta la loro religiosità nella profondità, nell’intensità del sentimento, nell’esperienza mistica interiore. Ciò ebbe inizio proprio allora, quando prima, in fin dei conti, si guardava ancora all’intero universo, quando si voleva percepire il mondo del divino – in ogni caso dagli uomini influenti con la battaglia continua contro la corrente che usciva da Roma.

Era presente la comprensione per il Dio che vive, tesse ed opera nella manifestazione dei sensi, a cui si sollevava lo sguardo. Poi, però, tutto ciò venne diretto, più o meno, verso l’interiorità. Apparvero i grandi geni della mistica.

 

Prima, abbiamo uno sguardo nel cosmo come una manifestazione del divino; dopo abbiamo un sentimento che il cuore umano può sentire come un accendere la luce interiore, in modo tale che il divino possa venire illuminato, a partire dall’interiorità dell’uomo. E queste tappe descritte dallo scrittore dell’Apocalisse, sono presenti proprio nella diffusione del Cristianesimo. Abbiamo qui la prima penetrazione vittoriosa del Cristianesimo, in cui il suo diffondersi sta, di fatto, nella forza dello spirito vittorioso, della parola vittoriosa. Si diffonde, desidererei dire, nei retroscena della vita sociale di allora.

 

• Abbiamo, poi, una seconda epoca in cui la diffusione del Cristianesimo esige, dalla Terra, molto di ciò che egli chiama pace. Ciò, fondamentalmente prende parte alla lotta nella seconda epoca.

• Vediamo poi anche il periodo dove fa la sua comparsa progressivamente un’aspirazione dell’impulso interiore del Cristianesimo, in cui il Cristianesimo diviene religione di Stato, cosa che, naturalmente, fu un’aspirazione del vero impulso originario cristiano.

• Abbiamo, però, poi, l’epoca che si deve intendere come quella del quarto sigillo, in cui il maomettanesimo irrompe nel modo da me descritto.

 

E così, si apre sigillo per sigillo e ciò che accade, sotto l’influsso delle crociate, accade con l’influsso di geni religiosi importanti; lo si può osservare, se si segue in maniera più precisa, ciò che è propriamente accaduto. In questo contesto tutta la redazione della Storia è veramente una falsificazione storica completa.

 

Poi, vedete, prima delle crociate ogni diffusione del Cristianesimo è avvenuta proprio nel bene. E ciò che è più volte accaduto qui, attraverso i membri del monachesimo, anche ciò che è cattivo in senso esteriore, quando il Cristianesimo si è diffuso, sino alle crociate, in Europa è accaduto più o meno sul modello dei racconti palestinesi.

 

Ad ogni modo, i Vangeli non erano letture per i laici, erano occupazione per i sacerdoti.

Ma ciò che accadde allora, si trova sotto l’influenza di ciò che il sacerdote, poteva scorgere dal Vangelo.

Il sacerdote aveva il Vangelo ed il culto.

Il culto era ciò in cui il mondo sovrasensibile, si rispecchiava in maniera sensibile.

La messa, lo stesso sacrificio della messa, per i sacerdoti,

era ciò in cui essi vedevano le porte rivolte verso il sovrasensibile.

 

Perciò, impararono osservando progressivamente, ma sempre più innalzando lo sguardo verso la manifestazione del divino-spirituale, attraverso il cielo stellato e tutte le antiche meravigliose profezie ancora rimaste in connessione con ciò che questa mattina – nei confronti dell’astronomia e dell’astrologia odierna – ho chiamato astrosofia; tutte queste saggezze antiche, vennero a poco a poco celate quasi completamente, fino all’epoca delle crociate.

 

Al tempo delle crociate vediamo dappertutto, e all’improvviso, far la loro comparsa degli uomini che ora peregrinavano dall’Oriente ad Occidente, o che ritornavano direttamente dalle crociate, o che vennero più tardi e nei quali si erano radicate delle cose che erano segreti dell’Oriente. Qui sono stati portati dall’Oriente una gran quantità di scritti, che più tardi si sono rovinati; ciò è da ascriversi alla circostanza che non si era vegliato proprio con gli occhi di Argo su tutto ciò che si possedeva di scritto come si fa oggi. Perciò non è rimasto molto di ciò che era scritto. Si è diffuso molto di più attraverso la tradizione orale nel senso del Cristianesimo cosmico e ha preso radici proprio al tempo delle crociate.

 

Qui viene aperto una specie di settimo sigillo. E per potere esprimere ciò che concerne il rispetto, per ciò che viene scritto, si pensi per una volta a quanto segue: Sembrerebbe che un professore italiano abbia scoperto i manoscritti di Livio, e che tempesta viene fatta da parte dello stato italiano – nonostante che il tutto sia incerto – per venirne in possesso. Non occorre andare indietro di molto, nel tempo, per trovare il momento in cui lo stato era indifferente al massimo grado al fatto che si sia rinvenuto questo o quello. L’interesse a conservare ciò che è scritto è qualcosa che è apparso solo più tardi.

 

In questo contesto, io stesso ho visto un pezzo riuscito, quando ero all’archivio di Goethe e di Schiller. Qui ricevemmo una lettera di Goethe” che si mostrava strana: Sudicia, paurosamente strappata. Al tempo in cui mi trovavo all’archivio di Goethe e di Schiller, ciò era già un peccato. Non si tratta così una lettera di Goethe. Facemmo delle ricerche per sapere che c’era dietro. La lettera era stata nelle mani di Kuno Fischer, che l’aveva semplicemente data alla tipografia, non l’aveva trascritta bensì spedita alla tipografia con i suoi appunti, e note a margine. È stato un miracolo che, nonostante tutto, la lettera si sia salvata, poiché allora, in generale, non si conservavano i manoscritti.

 

Non bisogna meravigliarsi del fatto che, al tempo in cui il Cristianesimo venne in contatto, attraverso le crociate, con l’orientalismo, nello stesso Cristianesimo si diffondessero verità che oggi chiameremmo verità cabalistiche. In questo periodo, visse qualcuno che, senza fare alcun scalpore, ne sapeva di più di Jakob Bohme, mentre al tempo di Jakob Bohme, faceva scalpore che vi fosse un uomo come, per l’appunto, Jakob Bohme.

 

Il tempo delle crociate – in cui non vogliamo accennare agli avvenimenti esteriori che vengono descritti nei libri di storia, ma a ciò che accade nella coscienza dell’uomo -, è il periodo in cui il tempo dei sigilli si trasforma nel tempo delle trombe.

Nature con una sensibilità più profonda hanno sempre percepito il periodo fra le crociate fino ai giorni nostri, in modo tale da dire: Ah, che terribile cosa accade qui nelle anime umane, nel segno degli squilli di tromba – quando tratto la cosa dal punto di vista sovrasensibile. Però, gli uomini sulla Terra, non odono gli squilli di tromba.

Questa coscienza, è proprio ciò che dovrebbero possedere molti uomini di questo tempo, tempo che noi viviamo come il periodo della sesta tromba, di cui ben sapete quali sono le sue caratteristiche essenziali e le sue essenziali ripercussioni.

 

Un terzo degli uomini, così si cita (Apocalisse 9,15), verrà ucciso.

Questo, naturalmente, accadrà solo nel corso del tempo.

Con “uccidere” qui si intende questo non essere presente dell’Io

in quegli uomini che già prima furono preparati attraverso la forma di cavalletta.

Queste cose, costringono proprio il sacerdote a vedere, più profondamente, nella struttura di ciò che accade.

Il sacerdote, deve avere a che fare con il sovrasensibile.

 

In ogni direzione, siamo circondati dal sovrasensibile.

Ciò che può essere osservato dall’uomo, dal momento che abbiamo un corpo fisico, è solo un dettaglio della vita umana.

Dal momento che cominciamo a penetrare nel sovrasensibile, vediamo poi le reali azioni degli uomini,

e vediamo spesso che, essi, non sono coscienti delle loro conseguenze di queste azioni.

 

Talvolta, non si può sapere cosa un uomo causi nella vita di un altro quando gli passa accanto senza curarsi di lui, anche se è stato posto nel suo karma di comportarsi nei confronti di questi in una certa maniera in questa vita terrena. Più tardi, questo karma eserciterà tuttavia una costrizione più grande, dovrà venire appianato, ma in verità dovrebbe venire appianato in questa vita.

 

Non c’è bisogno di osservarlo nella vita fisica esteriore. Nella vita fisica esteriore non vi è nulla da obiettar e contro l’uomo in questione, dal punto di vista esteriore, borghese, egli ha adempiuto a tutti i suoi obblighi, egli, però, ha compiuto forse qualcosa nel senso dei rapporti con l’evoluzione del mondo che ha creato delle ferite paurosamente profonde. Non si può dire che si tratta di cose sovraterrene perché, all’interno dell’elemento terreno, il sovrasensibile si verifica in continuazione.

 

Vedete, capire l’Apocalisse con questa serietà, sarà una necessità nella misura in cui ciò che io ho chiamato il Cristo eterico diverrà visibile all’interno dell’umanità.

Perciò, corrisponde ad una intuizione del tutto sana, che ha avuto origine nel più profondo subconscio il fatto che voi, miei cari amici, abbiate voluto fare, dell’Apocalisse, l’oggetto delle vostre considerazioni. Forse, avevate pianificato qualcosa di diverso da ciò che ho potuto darvi sull’Apocalisse in questo momento, ma il fatto che abbiate voluto udire delle considerazioni da me, riguardo questo testo, corrispondeva allo stato d’animo del tempo nei vostri cuori.

 

E si potrebbe già dire quanto segue: Il fatto che sia sorta in voi la necessità di capire l’Apocalisse, che anche voi intesi come sacerdoti che si appartengono l’uno all’altro, vi uniate in tali tendenze, indica che voi, in un certo qual senso, avete della affinità con lo scrittore dell’Apocalisse, con Giovanni. E ciò che per voi è necessario, il fatto di compenetrarsi dello spirito dell’Apocalisse, non troverà nessuna contraddizione con il fatto che si possano distinguere determinate epoche secondo il principio del numero sette, e che, in fin dei conti, si può iniziare ovunque da questo principio per trovare come le cose procedano. Non si troveranno le connessioni nell’evoluzione del mondo, se non si applica il principio del numero, come metodo. Vedete, abbiamo toccato la parte dell’Apocalisse che, proprio per il nostro tempo, è essenziale e terribile.

 

Ora, inframmezzato nell’Apocalisse, usualmente nei punti dove il numero sette trapassa in altro numero troviamo anche altri avvenimenti. Qui, ci viene incontro qualcosa che ha molto bisogno di una spiegazione. Pensate soltanto che qui, nei numeri, qualcuno si imbatta in quanto segue: In un certo periodo di tempo, sono presenti un certo numero di uomini che portano sulla loro fronte il sigillo di Dio, che appartengono ai fortunati che verranno salvati o liberati in una certa misura, o come li si vuole chiamare (Apocalisse 7,4-8); gli altri, però, non possono pervenire ad una liberazione. Leggendo così in maniera esteriore l’Apocalisse, vi è qualcosa che, nel leggere, in primo luogo può avere qualcosa di opprimente.

 

Ora bisogna però, renderci chiaro il fatto che ovunque negli scritti antichi, viene fatta una distinzione fra evoluzione di razza ed evoluzione individuale dell’uomo. Bisogna renderci ben chiaro il fatto che nessun singolo individuo, si sentiva oppresso in nessun modo in tempi anteriori, se si parlava che di una razza ne sarebbero stati salvati tanti e che gli altri si sarebbero persi. Allora, nessuno ne teneva conto perché si pensava realmente, proprio alla stessa maniera di oggi quando un uomo costringe se stesso ad assicurarsi sulla vita. Per questo motivo viene calcolato verosimilmente quanto ancora vivrà.

 

Le compagnie di assicurazione non accolgono persone che, verosimilmente moriranno fra poco perché altrimenti si assicurerebbero solo persone che muoiono poco dopo e queste comunque avrebbero, subito dopo, le casse vuote. Esse vogliono avere delle persone che vivono a lungo e che pagano a lungo; perciò devono, con un calcolo verosimile, che è proprio un interessante metodo di calcolo per chi si deve assicurare, calcolare da diversi antecedenti la verosimile durata di vita di chi si deve assicurare. Non ho ancora trovato che qualcuno si è sentito obbligato a morire nel momento che la compagnia assicurativa ha calcolato, secondo i suoi metodi, certamente giusti, come quello verosimile della sua morte. Qui sta alla base anche una realtà. Nel momento in cui si penetra nel numero, non si coglie quel gradino della spiritualità su cui si trova l’individualità umana.

 

Vedete, dicendo tali cose si tocca proprio un certo mistero, un segreto occulto. Si basa sul fatto che si crede contando uno, due , tre, quattro individualità e poi applicando questo numero allo spirituale, che questo calcolare debba avere un significato anche per lo spirituale.

 

Il principio del numero, fa la sua comparsa nel momento in cui irrompe lo spirituale e si manifesta, si manifesta nell’anno cosmico platonico oppure nel numero dei respiri e così via dicendo, soprattutto laddove il mondo spirituale appare. Qui non si prosegue, se non si ha il numero o qualcosa di analogo al numero.

 

Se, però, si è sopra nello spirituale e si vuole dare inizio a qualcosa con i numeri, poi tutto non si adatta. Per questo motivo, un tale scrittore occulto come lo scrittore dell’Apocalisse, può dire parlando dell’evoluzione delle razze che si svolge sulla Terra: Tanti sono presenti che si salveranno e tanti altri si perderanno.