Evoluzione planetaria – Saturno, Sole, Luna – III

O.O. 99 – La Saggezza dei rosacroce – 04.06.1907


 

Nella nostra descrizione siamo arrivati al momento in cui la Terra termina il cosiddetto stato lunare. Abbiamo anche visto che allo stato lunare della Terra segue una specie di sonno di tutto il sistema. Il fenomeno avviene in modo che tutti gli abitatori del pianeta partecipano a questo stadio di passaggio intermedio, vivendo in esso esperienze diverse da quelle passate durante il vero e proprio periodo di evoluzione manifesta. Possiamo soffermarci per capire le diverse cose sperimentate dagli esseri della Terra durante il periodo intermedio fra la fase lunare della Terra e la vera e propria evoluzione terrestre.

 

Abbiamo visto che sulla Luna vivevano tre tipi di esseri, in un certo senso i progenitori fisici dei nostri attuali regni naturali: i minerali-piante, le piante-animali e gli animali-uomini. Sull’antica Luna neppure l’uomo era giunto a sviluppare una coscienza dell’io, non era ancora arrivato a un io che abitasse in un corpo singolo.

Durante il periodo intermedio accadde qualche cosa di molto importante per la parte spirituale dell’uomo, se così si può dire.

 

Se cerchiamo di aver presente davanti a noi il globo dell’antica Luna, in un certo senso lo possiamo descrivere come un essere avente una propria vita, circa come un albero sul quale vivessero diversi esseri. La Luna stessa era una specie di minerale-vegetale unitario. Le sue rocce erano solo un indurimento della massa minerale-vegetale, le sue piante-animali sorgevano da quella massa, e quelli che abbiamo chiamato i suoi animali-uomini le giravano attorno.

 

Bisogna inoltre pensare che la coscienza individuale

viveva più o meno ancora nella nebbia infocata dell’atmosfera lunare,

ed era ancora parte di un’essenza superiore, comprendente tutti gli «io»

che oggi si trovano invece nei singoli corpi, separati fra di loro ognuno dalla sua pelle.

Non esisteva ancora cioè l’uomo fornito di una coscienza individuale, quale è oggi.

In compenso qualcosa d’altro era molto più formato che non sulla Terra.

 

È noto che quanto oggi viene chiamato spirito del popolo o anima del popolo è divenuto un concetto piuttosto astratto. Oggi molti sono dell’opinione che la sola cosa reale sia l’anima individuale dell’uomo, vivente nel suo corpo. Parlando quindi delle anime dei popoli, tedesco, francese o russo, la gente pensa a qualcosa di più o meno astratto, a un concetto riassuntivo delle caratteristiche proprie degli individui componenti i diversi popoli.

Per l’occultista invece le anime dei popoli, tedesco, francese o russo, sono qualcosa di assolutamente esistente in modo autonomo. Con l’avvertenza che nell’odierno stato della Terra le anime dei popoli esistono soltanto in ispirito e sono percepibili solamente da chi può salire al piano astrale, dove non è possibile negarne l’esistenza perché ivi esse sono entità realmente viventi; sul piano astrale si incontrano le anime dei popoli, come su quello fisico incontriamo i nostri amici.

 

Sulla Luna era ancora meno pensabile di misconoscere le anime di gruppo, perché esse avevano un’esistenza ancora più reale, in quanto erano le anime di popolo o di razza che indirizzavano, la corrente sanguigna nei corpi degli esseri che si aggiravano attorno alla Luna. È destino del nostro tempo negare l’esistenza delle entità viventi realmente sul piano astrale e non percepibili su quello fisico.

Noi siamo giunti proprio al punto estremo dell’involuzione materialistica che misconosce le anime di popolo o di razza.

 

Recentemente è apparso un libro caratteristico, del quale si è anche fatta molta pubblicità, un libro considerato e lodato a ragione come la perfetta espressione dell’attuale e astratto modo di pensare, perché scritto secondo l’anima e la mentalità dell’uomo del nostro tempo. Si potrebbe dire fosse necessario scriverlo. Esso nega tutto quanto non si vede con gli occhi o non si tocca con le mani. Un libro scandaloso dal punto di vista d’un occultista, ma un ottimo libro secondo il modo di pensare attuale. Si tratta della Critica del linguaggio di Mauthner.

In esso ci si è sbarazzati in modo totale di tutte le cose non afferrabili con le mani, ma il libro appare quasi una necessità per la nostra epoca. Non si tratta di una critica, ma soltanto di mostrare la contrapposizione fra il pensiero dell’occultismo e quello dell’epoca moderna. Nel libro si ritrova proprio l’opposto del pensiero occultistico; esso è un magnifico prodotto di una corrente in via di estinzione della civiltà attuale, ed è ottimo proprio da questo punto di vista.

 

Sull’antica Luna esisteva realmente una specie di coscienza collettiva, mentre sulla Terra l’uomo si sente come individuo singolo. Sulla Luna non era così, perché allora era vivente l’anima di gruppo, ridottasi sulla Terra alla funzione di anima di popolo. Si può quindi dire che allora esistesse in alto grado una coscienza collettiva per tutto il pianeta, una coscienza che sentiva se stessa come femminile. La Luna era irraggiata dal Sole, a sua volta sentito come elemento maschile. Nei miti dell’antico Egitto se ne ha ancora un ricordo, e per esempio la Luna è Iside, femminile, e il Sole Osiride, maschile. Nell’atmosfera dell’antica Luna era diffusa la coscienza dell’io che invece mancava nei singoli corpi umani.

 

Nel periodo intercorrente fra l’antica Luna e la Terra, diverse entità lavorarono dall’atmosfera della Luna stessa, in modo da rendere il corpo eterico e quello astrale dell’uomo capaci di albergare la coscienza dell’io. Che cosa conteneva dunque, al suo apparire, il corpo celeste formato da Sole, Luna e Terra?

In prossimità della nuova sfera risvegliatasi si trovavano le entità che oggi formano le anime degli uomini e che, durante il periodo intermedio, già avevano aggiunto la coscienza dell’io ai corpi eterico e astrale.

Il corpo fisico invece non aveva ancora la coscienza dell’io, e al suo riapparire aveva l’aspetto dell’animale-uomo dell’antica Luna; l’io non poteva quindi andare d’accordo con il corpo fisico dell’uomo, mentre sulla Luna tutto era ancora in armonia. Quel che era penetrato ora nei corpi eterico e astrale più non si accordava con la parte fisica in basso e di conseguenza, affinché tornassero ad essere in armonia, fu necessaria una ripetizione degli stati di Saturno, Sole e Luna. Si ebbero così tre periodi di ripetizione prima che iniziasse la Terra vera e propria.

 

Per primo si ebbe lo stato di Saturno con i corpi fisici degli animali-uomini, in certo senso non più così semplici come erano stati sull’antico Saturno. Allora vi erano soltanto i germi degli organi sensori, mentre ora si erano aggiunte le ghiandole e i nervi, sia pure ancora incapaci di accogliere quanto stava sopra di loro. Era necessaria una breve ripetizione dello stato di Saturno affinché gli spiriti della personalità e dell’indipendenza potessero di nuovo elaborare i corpi fisici per renderli capaci di accogliere l’io. Allo stesso modo era necessaria una ripetizione dello stato solare affinché, per quel che riguarda gli organi formatisi sul Sole, i corpi fisici potessero accogliere l’io. Lo stesso dicasi per lo stato lunare, per rendere all’uopo adatto il sistema nervoso.

 

Quindi vi fu prima una ripetizione dello stato di Saturno durante la quale gli esseri, che già erano prima stati animali-uomini, deambulavano sulla Terra come una sorta di macchine, come automi. Alla ripetizione dello stato di Saturno seguì quella dello stato solare, durante la quale i corpi umani erano come piante, con la coscienza di sonno. Avvenne quindi la ripetizione dello stato lunare, durante il quale il sole si separò, lasciando indietro soltanto quel che prima costituiva l’antica Luna. Si trattava di una ripetizione del ciclo lunare, con la differenza che ora era stata inoculata negli esseri umani la possibilità di accogliere un io.

 

Se così si può dire, la ripetizione del ciclo lunare fu per la Terra un periodo cattivo della sua evoluzione

perché, considerato spiritualmente, agli esseri umani consistenti di corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale

era stato aggiunto un io ancor privo di un pensiero purificatore.

 

Nel periodo in cui il Sole era già separato, ma la Terra non aveva ancora espulso la Luna,

il corpo astrale dell’uomo era soggetto ai più selvaggi impulsi,

accoglieva le peggiori forze, senza avere in se medesimo contrappeso alcuno.

 

Volendo esprimerlo oggi, si direbbe che, dopo la separazione del Sole,

la Terra consisteva di una sostanza nella quale gli uomini

avevano ancora un’anima di gruppo soggetta però ai peggiori istinti e alle peggiori brame.

 

Passando dunque attraverso un vero inferno e sotto l’influsso del Sole, purificatosi dopo il suo allontanamento (si tratta non soltanto dell’uscita del Sole fisico, ma anche degli esseri solari che si erano ritirati sul Sole), il pianeta che ripeteva l’evoluzione lunare arrivò al punto da poter espellere istinti e forze orrende, trattenendo sulla Terra quanto era suscettibile di evoluzione. Con l’uscita della Luna odierna se ne andarono pure tutte le forze cattive sopra ricordate. Anche nel suo significato spirituale la Luna attuale è perciò un residuo dei cattivi influssi, un tempo esistenti nel mondo umano; per questa ragione la Luna rappresenta spesso un influsso ritardatore.

Dopo la separazione del Sole e della Luna, quanto rimase sulla Terra era quindi adatto a progredire nell’evoluzione.

 

Consideriamo in primo luogo gli animali-uomini. A poco a poco essi erano maturati al punto che in loro potè essere insufflato l’io. Da quel momento sulla Terra si aggira l’uomo consistente di quattro parti (corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale ed io), e per la prima volta quindi si modifica la sua precedente posizione sospesa, aleggiante: l’uomo raggiunge a poco a poco la posizione eretta. In contrapposto alla posizione orizzontale propria del periodo lunare, la colonna vertebrale e l’insieme dei nervi dorsali diventano verticali.

Parallelamente a questo processo la massa del midollo spinale si allarga in corrispondenza del cervello, mentre avviene anche un’altra importante trasformazione. Nel periodo lunare, e anche nella ripetizione dello stesso, quando ancora viveva immerso nella nebbia infocata e aveva movimenti aleggianti, l’uomo necessitava di una specie di vescica natatoria, simile a quella che hanno oggi i pesci, della quale in realtà egli era fornito.

 

A un certo momento la nebbia infocata (chiamata ruach nel linguaggio biblico) cominciò ad abbassarsi a poco a poco e lentamente. Certo l’aria era ancora piena di densi vapori acquei, ma la parte più pesante si abbassava, sicché l’uomo potè iniziare a respirare con i polmoni invece che con le branchie; la vescica natatoria si trasformò nei polmoni. A seguito di queste trasformazioni l’uomo potè accogliere in sé il primo germe della parte spirituale, superiore allo stesso io: il sé spirituale o manas.

 

La Bibbia esprime la trasformazione della vescica natatoria in polmoni con le meravigliose e monumentali parole: «E l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente». In questa frase sta racchiuso quanto avvenne agli uomini in un lunghissimo periodo di anni. Tutti gli esseri sino ad ora considerati, sia le piante-animali, sia gli animali-uomini della Luna, sia i loro successori del periodo lunare della Terra, non avevano ancora il sangue rosso, ma soltanto qualcosa di simile al sangue non ancora rosso degli attuali animali inferiori.

 

Una sostanza di carattere sanguigno fluiva e defluiva in loro dall’esterno. Affinché essi potessero albergare in loro il sangue rosso, era però ancora necessario qualcosa d’altro. Lo si comprenderà sapendo che il ferro non ebbe alcuna parte nell’evoluzione del nostro pianeta sino alla estromissione della Luna. Sino a quel momento non esisteva ferro sul nostro pianeta; la Terra lo ebbe perché il pianeta Marte attraversò per così dire la nostra Terra, lasciando indietro il ferro. L’influenza del ferro nel sangue rosso ha quindi origine da Marte.

 

Il mito ne ha conservato il ricordo, e infatti a Marte viene attribuita la caratteristica di apportare al sangue il ferro, la forza, l’elemento guerriero. La trasformazione del processo respiratorio venne così rafforzata dall’immissione del ferro nella nostra evoluzione, il che fu di enorme importanza per l’evoluzione medesima. Attraverso questi fenomeni l’organismo umano si perfezionò al punto da poter cominciare a purificare i diversi corpi ricevuti su Saturno, sul Sole e sulla Luna. Tale lavoro iniziò naturalmente sul corpo aggiuntosi per ultimo, sul corpo astrale. La purificazione del corpo astrale è la mèta della nostra civiltà.

 

Potendo osservare l’uomo d’allora, ancora durante la trasformazione dei polmoni e ai primi tentativi di avere il sangue rosso, si sarebbe visto una figura del tutto diversa da quella attuale. Era così diversa che potrebbe persino seccare di sentirsela descrivere, perché apparirebbe grottesca all’attuale pensatore materialistico. L’uomo era giunto circa al grado di evoluzione di un anfibio o di un rettile che inizi a respirare con i polmoni; partendo dalla precedente posizione aleggiante, l’uomo cominciava a poco a poco ad appoggiarsi alla terra.

 

Nel periodo lemurico l’uomo compiva movimenti che ricordavano alternativamente il salto, il passo e poi di nuovo il rialzarsi nell’aria, qualcosa di cui può esser rimasta traccia nei sauri antichi; degli uomini di allora non sono rimasti fossili che possano essere ritrovati dai geologi, perché allora il corpo era molto molle e ancora del tutto privo di ossa.

Qual era l’aspetto della Terra dopo essersi liberata della Luna?

 

Prima essa era circondata da una nebbia infocata, come dai vapori di una fumante caldaia in ebollizione; poi a poco a poco i densi vapori acquei si ritirarono. La Terra ebbe quindi una crosta indurita, molto leggera, sotto la quale si trovava ancora il mare di fuoco gorgogliante e fumante, il residuo della nebbia di fuoco della precedente atmosfera.

A poco a poco si formarono degli isolotti, i primi inizi dell’attuale regno minerale.

 

Mentre sull’antica Luna esisteva ancora un regno minerale-vegetale, si ha ora il primo apparire delle rocce e delle pietre attuali, attraverso un indurimento, una mineralizzazione della precedente massa. Già prima il regno vegetale-animale tendeva a modificarsi verso l’attuale regno vegetale, mentre gli altri esseri lunari, gli animali-uomini, si dividevano in due schiere: alcuni esseri avevano seguito l’evoluzione, assumendo la figura umana, mentre altri non l’avevano fatto, e sono gli odierni animali superiori, rimasti a gradini precedenti, obbligati anzi a retrocedere perché incapaci di progredire.

 

Tutti i mammiferi di oggi sono residui di animali-uomini della Luna, rimasti stazionari.

Non bisogna pensare che l’uomo sia mai stato un animale simile a quelli che oggi si aggirano sulla Terra. I corpi degli animali di oggi non furono allora capaci di accogliere un io, e rimasero alla coscienza di gruppo dell’antica Luna.

• Gli ultimi esseri che quasi riuscirono a cogliere l’occasione sulla Terra, ma che più tardi risultarono ancora troppo deboli per poter dare ricetto a un’anima individuale, sono le scimmie attuali. Neppure esse furono però mai progenitori dell’uomo, ma sono esseri regrediti.

 

Nell’antico periodo lemurico l’aspetto della Terra era quello di una massa infocata, nella quale gli odierni minerali erano in gran parte sciolti e quindi liquidi, come oggi il ferro in lavorazione in una ferriera; da quella massa si andavano sviluppando le prime isole minerali, sulle quali i predecessori umani si aggiravano un poco a saltelloni e un poco aleggianti.

Il sé spirituale si adoperava per impadronirsi a poco a poco di quegli uomini.

Bisogna pensare il periodo di fuoco della Terra come un’epoca nella quale si aveva in certo senso l’ultimo riflesso delle forze dell’antica Luna in via di sparizione. Queste si manifestavano nel dominio che la volontà dell’uomo aveva sulle sostanze e le forze della natura.

 

Sull’antica Luna, quando le anime di gruppo lavoravano all’entità umana, l’uomo era ancora del tutto collegato alle forze della natura. Ora non era più la stessa cosa, pur essendovi ancora un nesso magico fra la volontà umana e le forze del fuoco.

Se un uomo aveva un carattere mite, la sua volontà agiva in modo da calmare il fuoco e da formare più terraferma.

Invece la volontà dell’uomo soggetto alle passioni agiva magicamente in modo da sconvolgere e infuriare le masse infocate che rompevano la leggera crosta terrestre.

 

A un certo momento, nelle anime umane sorte a vita individuale, riaffiorò la forza selvaggia e passionale che era propria dell’umanità sulla Luna, e che si era avuta durante la ripetizione terrestre del periodo lunare. Le passioni agirono sulla massa infocata e la rivoluzionarono, di modo che una gran parte della terraferma abitata dai Lemuri scomparve; soltanto pochi fra gli abitatori della Lemuria poterono sopravvivere e continuare la specie umana.

Gli uomini oggi esistenti vivevano già allora, e le loro anime furono tra quelle che si poterono salvare dalle tempeste di fuoco della Lemuria. La parte dell’umanità salvatasi si ritirò sulla Terra nota come Atlantide, situata in sostanza fra l’Europa e l’America di oggi; nella nuova sede il genere umano continuò a riprodursi. L’atmosfera della Terra si era a poco a poco modificata, gli ultimi resti dell’antico «fumo» erano scomparsi, e l’aria era satura soltanto di poderose nebbie. Le saghe tedesche ne conservano un ricordo nel «Niflheim» o «Nebelheim», un paese continuamente percorso da pesanti masse nebbiose.

 

•Quali spiriti agivano dal di fuori sino al periodo lemurico? Nell’epoca dell’antico Saturno erano state le entità chiamate spiriti dell’egoismo o dell’indipendenza; nel periodo del Sole gli arcangeli o spiriti del fuoco; nell’epoca lunare quelle entità, gli spiriti buoni della Luna, indicate dal cristianesimo come angeli, e dalla scienza dello spirito come spiriti del crepuscolo. La guida che eccelleva fra questi ultimi spiriti è stata indicata col nome di Spirito Santo, come il Cristo fu il capo degli spiriti del fuoco, e Dio Padre quello degli spiriti di Saturno. L’ultimo spirito, attivo con le sue schiere, fu dunque quello indicato dal cristianesimo come Spirito Santo, il reggente dell’evoluzione lunare che ancora era presente nella ripetizione terrestre del periodo lunare. Era lo stesso spirito che costruiva da fuori e per così dire inviava un raggio del suo essere negli uomini.

 

All’inizio del periodo lemurico dobbiamo distinguere due specie di spiriti: quelli che prepararono la corporeità inferiore, inocularono la coscienza dell’io e diedero forma agli involucri dell’uomo, e d’altro canto lo spirito che entrò direttamente negli uomini quando questi appresero fisicamente a respirare.

 

Pensiamo ora che tutto quanto su Saturno era una massa di fuoco, di calore, circondata da una finissima atmosfera, divenne gassoso sul Sole, per trasformarsi sulla Luna nell’atmosfera di nebbia infocata; vediamo cioè che il processo di evoluzione della Terra è da considerare una purificazione, come lo è la stessa evoluzione dell’uomo. L’aria attuale si purificò a poco a poco dai fumi e dai vapori che la pervadevano.

Le parti separatesi dall’atmosfera sono le sostanze con le quali vennero costituendosi tutti i corpi. L’aria è dunque quanto di più puro è rimasto, è la migliore sostanza per gli spiriti-guida dell’antica Luna, chiamati angeli secondo l’espressione cristiana. Perciò l’uomo sentì che l’aria, purificatasi e separatasi, era la sostanza del nuovo spirito-guida della Terra, di Jehova.

Nel soffio del vento si sentiva lo spirito che guidava la Terra. Si arrivò così al periodo atlantico, durante il quale si avvertiva la corporeità di Dio nell’aria inspirata. Il continente dell’Atlanti de costituisce oggi il fondo dell’oceano omonimo.

 

L’influsso magico, che gli uomini avevano sul mare di fuoco e sui processi della Terra, a poco a poco sparì; nei primi tempi dell’Atlantide rimase invece un altro nesso, vale a dire l’uomo conservò ancora una certa magica potenza sulla crescita delle piante. Stendendo la mano (allora ancor di tutt’altra forma) sopra una pianta, l’uomo era in grado di farla crescere più rapidamente con la sua volontà; aveva ancora un intimo nesso con l’essenza della natura. Tutta la vita degli Atlantidi era legata alla vita in comune con la natura.

Allora non esistevano ancora il pensiero logico, l’intelligenza, la facoltà di combinare i concetti. In compenso l’uomo sviluppava al massimo altre facoltà, per esempio la memoria della cui favolosa capacità oggi neppure ci facciamo un’idea. L’uomo allora non poteva far di conto, neppure due per due uguale a quattro; lo sapeva però ugualmente grazie alla memoria, perché ogni volta se lo ricordava da esperienze precedenti.

Se anche l’uomo non sperimentava in se medesimo e immediatamente l’anima del popolo, come sulla Luna, pure nel periodo atlantico egli aveva conservato la possibilità di sentire l’effetto delle antiche anime di popolo o di razza. Esso era così forte che sarebbe stato del tutto impossibile, per un appartenente ad una razza o ad un popolo, di unirsi con un discendente di un’altra razza. Vi era anzi una profonda antipatia per gli appartenenti a popoli diversi, e ci si amava soltanto nell’àmbito della stessa anima di popolo.

 

Si può dire che il sangue comune, che nel periodo lunare fluiva dalla stessa anima di popolo, fosse alla base di ogni unione. Le esperienze degli antenati non venivano ricordate solo in modo approssimativo, ma con la massima precisione; ci si sentiva parte della catena degli antenati attraverso il sangue comune, come oggi si sente la mano come parte dell’organismo.

Il senso della reciproca appartenenza era legato con l’evoluzione, perché in occasione delle modificazioni già considerate, al tempo della separazione del Sole e dell’espulsione della Luna, avvenne un altro importante processo che era connesso anche col fenomeno d’indurimento della Terra. Nasceva il regno minerale, e in pari tempo avveniva pure un analogo processo d’indurimento all’interno dell’uomo. A poco a poco andava formandosi dalla massa molle qualcosa di più duro, prima in forma di cartilagini e poi di ossa. Soltanto col formarsi delle ossa cominciò il movimento deambulatorio degli uomini.

Insieme con la formazione delle ossa, si svolgeva un altro processo parallelo.

 

L’uomo poteva continuare ad evolversi perché la massa lunare era stata espulsa dalla Terra, lasciando soltanto ciò che era passibile di evoluzione; negli esseri che abitavano la Terra si formarono quindi due specie di forze, il Sole e la Luna erano al di fuori, e le relative forze agivano quindi sulla Terra da fuori. La mescolanza delle forze del Sole e della Luna, prima unite alla Terra e ora irraggianti da fuori, fece tendere alla vita sessuale; infatti tutte le forze che si manifestano nella vita sessuale sono sottoposte all’influsso delle forze solari e lunari.

 

Negli antichi tempi, quando Sole, Lima e Terra erano ancora uniti, tutto agiva in modo da poter essere indicato come femminile, ed era per così dire fecondato dalle forze del Sole. Si sentiva il Sole come maschile e la Luna come femminile. Poi anche la Luna si separò, e allora le forze dei due corpi si mescolarono. Gli esseri esistenti fino alla separazione della Luna possono essere senz’altro considerati come femminili, perché tutte le forze fecondanti vengono da fuori, dalla forza del Sole. Soltanto dopo l’espulsione della Luna, il Sole illuminò una Terra del tutto diversa, e soltanto ora l’indifferenziato stato femminile potè separarsi in maschile e femminile; e così, unitamente al processo di indurimento e di ossificazione, si ebbe il passaggio al differenziarsi dei sessi. In questo modo era data la possibilità di formare l’io nella giusta maniera.