Evoluzione umano-cosmico-planetaria – I

O.O. 102 – L’agire di entità spirituali nell’uomo – 29.02.1908


 

Oggi tratteremo un argomento connesso con l’ampia visione dello spazio cosmico che abbiamo tentato la volta scorsa. Con questo ci sarà dato di penetrare nell’evoluzione spirituale, e insieme in quella più spaziale e materiale, in modo anche più approfondito.

L’ultima volta abbiamo visto come siano entità spirituali a dirigere e condurre quel poderoso processo evolutivo che viene descritto in modo inesatto dalla scienza fisica esteriore e in modo esatto dalla scienza dello spirito.

Abbiamo visto come i singoli pianeti, i singoli corpi del nostro sistema solare emergono da una comune materia primordiale, e abbiamo in generale stabilito che in tutto questo evolversi agiscono entità spirituali delle più diverse specie.

 

In altre conferenze abbiamo anche mostrato che, nel campo della scienza dello spirito, noi, nei singoli corpi del nostro sistema stellare, non vediamo solo cose fisiche, materiali, bensì un elemento fisico e materiale congiunto con maggiori o minori entità spirituali, con entità della più alta specie, che promuovono l’evoluzione aiutando tutto il sistema, e anche con entità spirituali di rango inferiore, che intervengono impedendo e disturbando.

Veramente ci deve essere chiaro che quanto appare come impedimento e disturbo è incorporato d’altra parte alla saggezza di tutto il sistema.

 

Si potrebbe perciò dire: quando esiste qualcosa di apparentemente disturbante, ostacolante e cattivo,

dall’evoluzione complessiva viene operato tanto saggiamente

che anche questo disturbo e ostacolo e male vien fatto volgere al bene, al meglio.

 

Ma quello che oggi vogliamo porre in modo vivente dinanzi alla nostra anima è l’esistenza di certe entità spirituali – e per prime vogliamo considerare le entità spirituali di rango più elevato – che appartengono alle entità creatrici; mentre l’uomo dovrà lavorare ancora a lungo nell’evoluzione per raggiungere il grado di entità creatrice. Noi vogliamo considerare specialmente quelle entità che presero parte alla costruzione del nostro sistema di mondi, quando la Terra iniziò la sua evoluzione nel nostro universo, quale Saturno.

 

La nostra Terra cominciò la propria evoluzione come Saturno, e giunse alla sua attuale configurazione dopo aver attraversato l’evoluzione solare e lunare. Quando la nostra Terra era Saturno, su quel corpo celeste tutto era molto diverso dal pianeta Terra attuale. Su Saturno non esisteva ciò che nel senso odierno chiamiamo masse rocciose, mondo minerale. Neppure l’acqua nel senso odierno esisteva, nemmeno l’aria, e l’unico allora esistente degli attuali elementi della Terra poteva essere appena paragonato al “calore”, al “fuoco”, come noi diciamo in occultismo. Davvero nemmeno voi ve ne fareste un’idea esatta, se pensaste che questo fuoco di Saturno era simile alla fiamma di una candela, oppure a quella del gas.

 

Potete farvene una rappresentazione esatta se vi raffigurate quel che pulsa proprio nel vostro organismo, se vi rendete conto della fondamentale differenza che vi è a questo riguardo fra un animale di natura inferiore, che ha raggiunto solo certi gradini dell’evoluzione, e l’uomo. Un animale inferiore ha il calore del suo ambiente. Un anfibio non ha calore proprio, ma ha quello del proprio ambiente; è caldo o freddo come lo è il suo ambiente. L’uomo ha il proprio calore, interno e costante, così come lo deve avere. Il suo organismo deve provvedervi in modo tale che, anche quando fuori fa freddo, egli possa mantenere una determinata temperatura. E voi sapete che quando insorgono disturbi di questo calore, come la febbre e così via, è disturbata anche la salute del corpo fisico.

 

Si tratta appunto di questo: l’uomo ha la massa del proprio calore all’interno,

e deve pensare che alla base di questo calore interno vi sia una forza che genera calore.

Questa forza non è né acqua, né terra, né aria, ma è un elemento a sé stante.

E quest’elemento esisteva solo sull’antico Saturno, la prima incarnazione della nostra Terra.

 

Se voi a quel tempo foste andati a spasso nell’universo – questa, naturalmente, è una fantasia, ma va bene per farsi un’immagine di come stavano le cose – non avreste visto Saturno, giacché la luce in quello stato più antico non era ancora elaborata. Per diventare luminosi, i corpi celesti devono prima divenire un Sole, o stare in collegamento con un Sole. Se vi foste avvicinati all’antico Saturno, nelle sue vicinanze avreste notato: “qui è caldo”! E avreste pensato: “qui c’è uno spazio riempito di caldo”, come se foste entrati in un forno. Solo per mezzo di questa forza del calore si sarebbe manifestata l’esistenza dell’antico Saturno. Questo è uno stato finemente materiale, del quale l’uomo odierno può a mala pena farsi una rappresentazione, e men che meno può farsela uno studioso di fisica. Ma è esistito uno stato più leggero del gas, più lieve dell’aria, e ciò che allora esisteva — il primo impianto del corpo fisico – consisteva di questa materia. Se oggi poteste allontanare da voi tutto all’infuori del vostro calore sanguigno, avreste allora di nuovo davanti a voi quel primo impianto dell’uomo. Ma questo non potrebbe essere, perché così non si può vivere. Oggi non sarebbe possibile, con l’attuale regno minerale, con l’attuale acqua e così via, vivere come viveva l’uomo sull’antico Saturno. Allora si poteva. Così oggi dovete immaginare di allontanare da voi tutto quello che, per esempio, avete come succhi, tessuti, elementi solidi. Dovete anche prescindere da quello che assorbite dall’aria come ossigeno. Dovete pensare che di voi rimanga, unico e solo, e naturalmente in tutt’altra forma, il calore che è contenuto nel vostro sangue: un uomo fisico che consista di solo calore! È una rappresentazione raccapricciante per un odierno indagatore della natura, ma proprio per questo tanto più giusta e reale.

 

Tale era la forma originaria dell’uomo, del suo corpo fisico.

• Su questo Saturno, di tutti gli altri esseri che oggi sono sulla Terra, come animali, piante e minerali, nulla esisteva.

• A quel tempo Saturno consisteva soltanto di forme archetipiche del corpo umano,

che erano ammassate come le piccole bacche che compongono una mora.

 

Così appunto la massa di Saturno era come una grossa bacca composta unicamente di singole piccole bacche, che erano gli uomini. Una tale sfera era questo antico Saturno. Se volessimo esplorare i dintorni di questo Saturno come facciamo con i dintorni della nostra Terra, che è avvolta da un manto di aria dove troviamo nebbia, nuvole e così via, non troveremmo cose di natura materiale, ma sostanze spirituali, entità spirituali che sono tutte di specie più alta dell’uomo quale era allora su Saturno, nel suo primo impianto.

 

Ci occuperemo ora di una determinata specie di entità che erano unite con l’esistenza di Saturno. Là noi troviamo gli Spiriti della volontà, poi gli Spiriti della saggezza, gli Spiriti del movimento, gli Spiriti della forma, gli Spiriti della personalità e così via. Oggi noi vogliamo considerare specialmente gli Spiriti della forma, e proprio perché, come vedremo, essi hanno giocato un ruolo importante al principio della nostra evoluzione. Da tutta la schiera delle entità spirituali esistenti nell’atmosfera e nei dintorni di Saturno, noi vogliamo estrarre gli Spiriti della forma e chiarirci che anche questi Spiriti della forma, come tutti gli esseri, hanno compiuto fino ad oggi un’evoluzione. Come l’uomo ha ricevuto il corpo eterico sul Sole, il corpo astrale sulla Luna e l’io sulla Terra, e per questo è divenuto sempre più perfetto, allo stesso modo gli Spiriti della forma hanno compiuto la loro evoluzione.

 

Questi Spiriti della forma su Saturno non avevano un corpo fisico. Essi allora erano fatti così che, quale corpo inferiore della loro entità, avevano un corpo eterico paragonabile al corpo eterico dell’uomo. Dobbiamo distogliere completamente il nostro sguardo dal corpo fisico umano, e pensare, per gli Spiriti della forma, al corpo eterico quale corpo inferiore della loro entità. Inoltre, queste entità hanno il corpo astrale, l’io, il sé spirituale o manas, lo spirito vitale o buddhi, l’uomo spirito o atma, ed un ottavo corpo, che è di un grado più alto di quello che l’uomo potrà raggiungere nel corso della sua evoluzione attraverso l’incarnazione terrestre.

Questi Spiriti della forma agiscono su Saturno verso l’esterno, per mezzo del loro corpo eterico, proprio come l’uomo sulla Terra agisce verso l’esterno per mezzo del suo corpo fisico. Essi non hanno mani con le quali lavorare su Saturno, non piedi coi quali poter camminare e così via, dato che queste sono membra del corpo fisico.

 

Ma il loro corpo eterico si manifesta così che essi, dal manto esterno di Saturno, irradiano costantemente dentro a tale sfera succhi vitali fecondatori di materia finissima. Noi possiamo rappresentarci Saturno come lo abbiamo descritto, e che costantemente, dalla sua atmosfera, dal corpo eterico degli Spiriti della forma irradino su di esso succhi vitali fecondatori. Saturno stesso aveva la proprietà di non trattenere per sé questi succhi vitali fecondatori, ma di rimandarli continuamente indietro, come uno specchio. Per questo sorgono – ora io descrivo esattamente proprio ciò cui ho già accennato in precedenti conferenze – quelle immagini riflesse di Saturno delle quali vi ho parlato. Voi potete rappresentarvi la calda materia di Saturno che continuamente accoglie le radiazioni del corpo eterico degli Spiriti della forma e a sua volta le irradia di rimando.

 

Possiamo farcene un’immagine approssimativa, se ci rappresentiamo il modo in cui la pioggia stilla giù dalle nubi sulla Terra, vi si raccoglie e sale su di nuovo come vapore. Ma non dobbiamo frapporre del tempo in mezzo a questo processo, bensì rappresentarcelo senza un tempo in mezzo: come i generosi, rigogliosi succhi vitali irradiano dentro e vengono di nuovo riflessi, così le formazioni su Saturno, i primi impianti del corpo fisico umano, si presentano come immagini riflesse.

Ottenete un buon quadro per quello che fu l’impianto fisico dell’uomo su Saturno, se vi rappresentate di aver un uomo davanti a voi e di guardarlo negli occhi. Voi mandate la vostra luce negli occhi dell’altro, e la vostra immagine vi ritorna irradiata dall’occhio di lui. Cosi era con gli Spiriti della forma tutt’attorno dell’antico Saturno. Essi mandavano la loro linfa vivificante giù nella calda massa di Saturno, e la loro propria immagine, il loro ritratto, si rispecchiava in questa massa di calore. Tali immagini riflesse erano i primi germi del corpo fisico umano. Già sull’antico Saturno l’uomo era, in senso letterale, un ritratto della sua divinità.

 

Se noi ora procediamo oltre, fino al Sole, che sorse dall’antico Saturno,

allora questa ulteriore formazione dell’uomo avviene grazie al fatto

che gli Spiriti della forma non hanno più la necessità di un corpo eterico o vitale.

Essi depongono il loro corpo eterico.

 

Il corpo eterico che gli uomini hanno ricevuto sul Sole,

al principio è stato foggiato dal corpo eterico degli Spiriti della forma,

era un lembo del corpo eterico degli Spiriti della forma.

 

Queste entità spirituali celesti si sono rispecchiate nel caldo Saturno, e per lo stesso fatto di essersi sacrificate per esso e avergli creato immagini sono a poco a poco divenute indipendenti, sono divenute capaci della grande opera: deporre il proprio corpo eterico, sacrificarlo, e compenetrare ora con la propria forza vitale quanto dapprima avevano foggiato come immagine.

 

Se voi poteste dotare di vita l’immagine riflessa che vi viene incontro dall’occhio dei vostri interlocutori e renderla indipendente, così che avesse vita propria e potesse uscir fuori dall’occhio, allora avreste un’azione quale gli Spiriti della forma compirono nel passaggio dall’antico Saturno al Sole. Fu questo un progresso significativo per la nostra evoluzione cosmica.

 

Voi sapete già – faccio qui solo un accenno – che tutte le saghe e i miti hanno sempre un significato molteplice. E quando noi ci poniamo davanti agli occhi le vere realtà dell’evoluzione dei mondi nel senso dello spirito, allora, in maniera sorprendente, ci vengono incontro i miti nella loro verità. Si può vederlo anche oggi con un solo mito.

 

Osserviamo il progredire da Saturno al Sole. Sull’antico Saturno irradiavano le forze vivificanti, venivano riflesse e di nuovo accolte dal manto, dall’atmosfera di Saturno. Nell’antico mito greco si chiamava Gea la calda sfera di Saturno, e la sua atmosfera Cronos. Considerate ora il mito: di continuo le vivificanti forze di Cronos irradiano su Gea (cioè su Saturno) e ritornano indietro, vengono riassorbite. È Cronos che man mano divora i propri figli! Deve essere sentita una tale verità del mito. Se non la si sente, non si acquista la giusta prospettiva per tali cose. Pensate solo un poco cosa significhi che nel tempo remoto dell’antica Grecia noi ritroviamo un mito che in modo mirabile ci presenta in immagini questa verità. Vi è un’unica possibilità di chiarire una tale realtà, ed è questa: gli individui più progrediti dell’umanità, che conducevano nei misteri il suo ulteriore sviluppo, sapevano dell’evoluzione cosmica precisamente quello che noi oggi affermiamo con la scienza dello spirito.

 

Proprio come noi parliamo qui di queste cose, così si parlava nei grandi misteri della Grecia, e per le grandi masse queste verità venivano adombrate in immagini, e queste immagini rappresentavano proprio quello che noi oggi conosciamo come mito. Nei riguardi di questa conoscenza, si comportano davvero in modo strano gli uomini che credono che la verità sia stata scoperta solo negli ultimi quarant’anni, e che tutto ciò che gli antichi tempi hanno conosciuto sia solo immaginazione di una fantasia infantile. Ma se c’è un’immaginazione infantile da segnalare, è proprio quella che sempre di nuovo viene sottolineata: “Come siamo avanti, oggi!”. Questa è la vera immaginazione infantile!

 

Procediamo dunque da Saturno al Sole, e osserviamo l’ulteriore evoluzione degli Spiriti della forma. Hanno deposto il loro corpo eterico, l’hanno “spremuto via da sé” e l’hanno passato al corpo della Terra, e i corpi umani si sono frammisti col corpo eterico degli Spiriti della forma. Questi stessi ora, quale arto inferiore della loro entità, hanno il corpo astrale, e la loro alta evoluzione significa che essi non hanno un arto solo al di sopra dell’uomo-spirito, o atma, ma ancora un altro, così che ora dobbiamo designare la loro entità come: corpo astrale, io, sé spirituale, spirito vitale, uomo-spirito, e un ottavo e un nono corpo che stanno ancora più su rispetto a ciò che l’uomo raggiungerà con la completa evoluzione dei suoi sette corpi.

 

Quale apparenza esteriore mostrano gli Spiriti della forma?

Gli Spiriti della forma, per così dire, hanno stillato su Saturno la “pioggia vitale”. Gli Spiriti della forma si manifestano attraverso gli impulsi, le cupidigie, le passioni che irradiano sul Sole, attraverso tutto ciò che è ancorato nel corpo astrale. Chi si fosse seduto sul Sole e avesse guardato fuori nell’universo, non avrebbe visto guizzar lampi, né rombare tuoni, ma avrebbe percepito intorno a sé, nella luce astrale, le passioni delle entità spirituali – passioni ovunque all’intorno e non dovete rappresentarvi solo le basse passioni. Queste passioni, questi affetti, scorrono dall’esterno verso l’interno tutt’attorno al pianeta. Se noi osserviamo ancora i miti, vediamo agire appunto dentro alla nostra evoluzione terrestre i Titani, i portatori delle passioni, i quali agiscono dall’esterno verso l’interno, dall’atmosfera spirituale del Sole, quando questo era un pianeta.

 

Ed ora passiamo avanti, sulla Luna; il Sole si tramuta in Luna. Questo nel corso dell’evoluzione significa che gli Spiriti della forma ora sacrificano anche il loro corpo astrale, e che il loro arto più basso è l’io. Se noi volessimo descrivere il loro essere, dovremmo dire: come l’uomo ha il corpo fisico quale arto inferiore, così questi Spiriti della forma hanno quale arto inferiore l’io, e poi il sé spirituale, lo spirito vitale, l’uomo-spirito, un ottavo, un nono e ancora un decimo arto. Così dunque essi estroflettono il loro io. È straordinario, ma è così: essi estroflettono puro io, sprizzano io all’esterno. Ogni attività in prossimità della Luna è così, come se voi incontraste degli esseri che esternano tutta la loro individualità, tutta la loro entità.

 

Ciò avveniva partendo dall’atmosfera della Luna. Immaginate che tutti i vostri io che sono qui nei vostri corpi fisici fossero liberati improvvisamente dal corpo fisico, e il corpo fisico, il corpo eterico e il corpo astrale se ne andassero. Solo i vostri io sarebbero qui come arto inferiore, e voi potreste manifestarvi attraverso lo spazio. Pensate di essere voi stessi sull’antica Luna e i vostri io fuori, ma così che questi io fossero adagiati nelle sostanze spirituali e solo gli arti inferiori degli Spiriti della forma agissero dall’aria verso l’interno: avreste una rappresentazione di come gli Spiriti della forma si manifestino come puro io dallo spazio verso l’interno.

 

Il loro corpo astrale, che essi ancora avevano sul Sole, l’hanno offerto agli uomini, sì che ora, sulla Luna, l’uomo consiste di corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale.

Per immedesimarci meglio in queste cose, facciamo un piccolo schizzo. Vogliamo rappresentarci che questo sia l’uomo di Saturno, che ha la prima disposizione del corpo fisico. Fluttuanti sopra di lui dobbiamo immaginare entità (che sono gli Spiriti della forma) che abbiano corpo eterico, corpo astrale, io, sé spirituale, spirito vitale, uomo-spirito, e su fino all’ottavo arto.

 

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Adesso dobbiamo immaginarci lo stato successivo. Negli uomini solari abbiamo il corpo fisico e il corpo eterico. Il corpo eterico è penetrato dentro agli uomini per il fatto che gli Spiriti della forma hanno deposto il loro corpo eterico e hanno tenuto solo il loro corpo astrale, il loro io e su fino al nono arto.

 

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Poi arriviamo alla Luna. Gli uomini qui consistono di corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale, e quest’ultimo è sorto solo perché gli Spiriti della forma hanno sacrificato il loro corpo astrale ed ora, quale arto inferiore, essi hanno l’io, e poi il sé spirituale e così via, fino al decimo arto. Quello che noi chiamiamo “uomo” è fluito giù gradualmente dalla periferia dei pianeti, è stato composto dall’esterno. Tutto quanto è all’interno, tutto quanto si è deposto nell’uomo, era un tempo all’esterno.

 

Seguiamo ora l’evoluzione sulla Terra stessa. Al principio dell’evoluzione terrestre l’uomo ha l’impianto del suo corpo fisico, poi il suo corpo eterico e il suo corpo astrale. Gli Spiriti della forma giungono qui dalla Luna. Il loro arto inferiore è l’io: essi sacrificano anche questo e con esso fecondano gli uomini nella loro disposizione, così che l’io, quando compare sulla Terra, è una forza fecondatrice che adesso scaturisce dagli Spiriti della forma, mentre gli Spiriti della forma conservano, quale arto più basso della loro entità, il sé spirituale o manas. Se noi dunque volessimo descriverli, dovremmo dire: sopra di noi e intorno a noi vegliano nell’atmosfera della Terra gli Spiriti della forma. Il loro arto inferiore è il sé spirituale o manas. In questo essi vivono e tessono, e hanno sacrificato ciò che sulla Luna avevano ancora: l’io operante in ogni direzione. Esso stillò giù e fecondò gli uomini.

 

Ora vogliamo per una volta seguire questo passaggio dell’uomo sulla Terra stessa.

Si può indicare il punto nell’uomo ove viene instillato l’io;

noi oggi però vogliamo osservare questo fatto solo schematicamente.

L’uomo accoglie il suo io.

 

Questo incontra naturalmente per primo il suo corpo astrale, che lo avvolge come un involucro aurico. L’io dunque fluisce dapprima nel corpo astrale, compenetrandolo. Ciò avviene al tempo che noi chiamiamo “lemurico”. E avviene là, alla metà dell’evoluzione terrestre. Nell’età lemurica, nel corso di un lungo arco di tempo, in modo differente e secondo i diversi uomini, questo io penetra dapprima nel corpo astrale e lo feconda. Poniamoci ora innanzi questi uomini che si evolvono ulteriormente.

Allora il corpo fisico non consisteva, come oggi, di ossa, carne e sangue, ma era una delicatissima struttura ancora priva di cartilagini, e questo corpo veniva come attraversato da correnti magnetiche. Tale era allora il corpo fisico. Vi era poi il corpo eterico, come corpo più vicino, e infine il corpo astrale. Questo viene fecondato dall’io. Questa fecondazione dobbiamo rappresentarcela come qualcosa che forma un buco, un taglio nel corpo astrale, come un’invaginazione. Fluendovi l’io, nel corpo astrale si forma dunque un’apertura; un’apertura che arriva fino all’eterico. Questo fatto ha avuto un grande significato e una grande conseguenza, e la conseguenza è che entrò nell’uomo la prima percezione crepuscolare di un mondo fisico esteriore.

 

Negli stadi precedenti, l’uomo non percepiva altro che quello che viveva nel suo intimo.

Era come chiuso ermeticamente verso l’esterno.

Percepiva soltanto se stesso e quello che passava nella sua interiorità.

Solo ora gli si aprì lo sguardo su un mondo fisico esteriore.

 

Ma l’uomo non era ancora completamente autonomo.

Molto veniva ancora regolato per lui da altre entità divine, con le quali egli stava in rapporto.

L’uomo non poteva vedere subito tutto quello che gli stava attorno come oggi.

Ma poiché soltanto il suo corpo astrale era aperto, egli pure percepiva solo per mezzo di esso.

 

Si trattava di una chiaroveggenza del tutto crepuscolare,

tale per cui quando l’uomo, in quell’età remota, si muoveva sulla Terra,

percepiva quello che era fuori della sua corporeità,

ma proprio in quanto simpatico o antipatico, utile o dannoso.

 

Quando egli si muoveva, percepiva per esempio un’immagine di un rosso vivo che sorgeva come immagine aurica colorata (giacché allora era aperto soltanto il suo corpo astrale). E vedendo un’immagine rossa, egli sapeva: qui nelle vicinanze c’è un essere che è pericoloso per me! E allorché gli veniva incontro un’immagine rosso-blu, egli sapeva di poterlesi avvicinare. Così egli si orientava grazie a questa percezione di veggenza crepuscolare. Percepiva soltanto l’animico. Ciò che è presente, per esempio, nelle piante attuali, egli non lo percepiva ancora. Percepiva soltanto ciò che di animico esisteva negli uomini e negli animali, e dunque anche le anime di gruppo. Questa fu la prima fecondazione dell’io.

Questo io andò formandosi a poco a poco, in modo che ciò che entrava nel corpo astrale come elemento fecondatore lo penetrava sempre di più, – e così l’io era sempre più presente nelle sensazioni di piacere e dispiacere della vita astrale.

 

Mentre l’io si diffondeva nel corpo astrale,

sorgeva ciò che nel mio libro Teosofia si chiama anima senziente.

È dunque l’anima senziente ciò che allora sorgeva.

 

Dobbiamo ora inserire un’altra cosa importante. Noi ora abbiamo visto un progredire normale dell’evoluzione. Abbiamo visto come gli Spiriti della forma abbiano irradiato sull’antica Luna il loro arto più basso, il loro io, e come essi, quando la Luna è diventata Terra, abbiano ceduto l’io e con esso abbiano fecondato gli uomini. Ora, noi sappiamo che sulla Luna sono rimaste indietro certe entità che non sono riuscite a completare la loro evoluzione lunare.

Questo significa che esse non sono progredite fino al grado di raggiungere la capacità di lasciar fluire il loro proprio io e con esso fecondare gli uomini. Non erano in grado di farlo. Esse stavano ancora all’antico gradino lunare, quando con il loro io agivano dentro l’atmosfera terrestre. Erano entità rimaste indietro, attorno agli uomini, e agivano come gli Spiriti della forma facevano sulla Luna. Così agivano sulla Terra questi esseri rimasti indietro.

 

L’uomo era attorniato nell’atmosfera della Terra da entità-io che ancora non avevano deposto il loro io. Queste entità aspirano ora a poter fare sulla Terra quello che per ultimo dovettero fare sulla Luna. Perciò l’uomo fu esposto ad influssi che qui, nell’evoluzione normale, non gli sarebbero appartenuti. Tali influssi degli spiriti-io irradiavano dentro al suo corpo astrale.

Mentre per mezzo dell’io stillato dagli Spiriti della forma il corpo astrale dell’uomo veniva trasformato, contemporaneamente irradiavano su di lui dagli spiriti-io (che non avevano portato l’io fino al punto degli Spiriti della forma) forze più basse di quelle che avrebbero dovuto irradiare su di lui in una evoluzione normale.

Queste forze più basse agivano così che l’uomo si suddivise in una parte più alta ed in un’altra più bassa.

 

Così noi, dallo stillare dell’io dagli Spiriti della forma abbiamo l’io disposto all’altruismo,

e da ciò che è stillato dagli spiriti-io ritardatari abbiamo l’altro io, quello dedito alla cura di sé, all’egoismo.

Questo è l’io che ancora non vuole staccarsi dagli istinti, dalle brame e dalle passioni.

 

Queste urgono nel corpo astrale e lo compenetrano in modo tale che esso nell’uomo è duplice, presentando da un lato impulsi disinteressati più elevati, e dall’altro quelle passioni che sono imposte dall’egoismo. Queste sono entrate nell’uomo attraverso l’influsso degli spiriti-io e si ancorano in lui.

 

Ora vogliamo osservare l’ulteriore evoluzione.

Noi abbiamo visto come il corpo astrale sia stato tutto penetrato dalla forza degli io che stillava giù.

Ed ora avviene che anche il corpo eterico viene afferrato da tale forza,

così che anche nel corpo eterico si forma una specie di apertura verso il mondo esterno.

 

Se noi vogliamo disegnarlo, dobbiamo fare come se nel mezzo avessimo un corpo fisico, poi un corpo eterico aperto, che viene tutto riempito dalla forza degli io, e poi il corpo astrale che pure viene riempito dalla forza degli io. Così ora abbiamo nel corpo eterico la forza che vuol uscire fuori: il corpo eterico si apre al mondo esterno.

 

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Noi siamo ora all’incirca alla formazione dell’uomo nel primo e secondo terzo dell’epoca atlantica. Allora esisteva ancora un’antica chiaroveggenza, ma non tale che vedeva in immagine soltanto ciò che era utile o dannoso, simpatico o antipatico. Bensì davanti agli uomini si ergevano quasi viventi figure di sogno, che permanevano a lungo. Dato che il corpo eterico è il portatore della memoria, e poiché questi uomini non erano ancora disturbati dal corpo fisico, essi le trattenevano incredibilmente a lungo. La memoria era allora una forza dell’anima che spiccava in modo specialissimo.

 

Potete leggere nella “cronaca dell’akasha” come erano gli uomini allora, a questo riguardo. Non è ancora un vero e proprio “vedere” il mondo esterno, ma una specie di veggenza crepuscolare. Questa è però più vasta della percezione per mezzo del corpo astrale. Lascia sorgere tutto in potenti immagini chiaramente formate, come un sogno, ma già corrispondente agli oggetti esteriori, mentre prima le immagini servivano all’uomo solo per suggerirgli cosa fare a seconda delle circostanze. Gli oggetti esteriori però non erano ancora visti.

Proseguiamo fino all’ultimo terzo del tempo atlantico. Ora non solo il corpo astrale e il corpo eterico, ma anche il corpo fisico viene afferrato dalla forza dell’io (vedi disegno).

 

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Si presenta nel corpo fisico la disposizione ad una incavatura.

Il corpo fisico viene incavato, e intorno a esso abbiamo il corpo eterico e il corpo astrale. Cerchiamo ora di rappresentarci schematicamente il tutto (più avanti, nel corso delle prossime conferenze, impareremo a conoscere i fatti).

In un certo modo si era dunque formata una tal specie di cavità.

 

Il corpo fisico accolse in sé l’io.

Fra le sopracciglia si trova il punto in cui l’io fu accolto.

• Quanto a questa apertura che avviene nel capo

a seguito della compenetrazione del corpo fisico da parte dell’io,

dobbiamo pensare specialmente all’aprirsi dei sensi fisici.

L’io compenetra l’occhio, l’orecchio. Non si tratta di una sola apertura, ma di una quantità di aperture.

 

Tutto ciò accadde nell’ultimo terzo dell’epoca atlantica,

e attraverso tutti questi fatti il corpo fisico umano venne configurato in modo tale da diventare quello che è oggi.

 

Noi ora il corpo eterico elaborato, come si è formato ai primi tempi dell’epoca atlantica,

lo chiamiamo “anima razionale o affettiva”,

e il corpo fisico elaborato lo chiamiamo “anima cosciente”.

 

Eccovi dunque rappresentato qui, come conseguenza dell’evoluzione, ciò che trovate descritto così com’è oggi nel mio libro Teosofia. Vedete qui come le cose si siano formate un poco alla volta.

 

Ora che anche il corpo fisico si è aperto verso l’esterno,

ecco che l’uomo impara a conoscere realmente per la prima volta il mondo esteriore

e comincia a elaborare coscientemente il corpo astrale.

Prima tutto era una elaborazione più o meno incosciente, giacché l’anima cosciente è presente solo adesso.

 

Se vogliamo rappresentarci questo stato, dobbiamo pensarlo schematicamente così: una volta aperti il corpo astrale, il corpo eterico e il corpo fisico, per il fatto che l’uomo è entrato in rapporto col mondo esterno, egli foggia dentro di sé un involucro. Esso è tutto ciò che l’io sviluppa nel comunicare col mondo esterno, quello che l’io impara mentre comunica col mondo esterno. Immaginatevi che tutto quello che l’io così sviluppa diverrà sempre più e più grande – benché sia espresso in modo schematico, ciò corrisponde al reale processo queste nuove creazioni che l’uomo un po’ alla volta sviluppa si depositano nel suo corpo astrale e vi si uniscono.

 

Poi, nel corso dell’evoluzione, questo corpo astrale si trasforma nel vero e proprio manas o sé spirituale.

L’uomo è oggi intento a tale lavoro: quanto egli raggiunge attraverso il suo contatto col mondo esterno

viene elaborato dal suo corpo astrale fino a manas o sé spirituale.

 

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In tale processo ci troviamo attualmente.

Ovunque però, dato che gli Spiriti della forma hanno deposto l’io e l’hanno instillato negli uomini,

noi siamo circondati da questi Spiriti della forma, ovvero da entità il cui arto inferiore è manas o sé spirituale.

• Se noi dunque, nel nostro ambiente, vogliamo cercare l’arto inferiore di questi Spiriti della forma,

lo troviamo in quello che noi stessi, un po’ alla volta, elaboriamo come quinto arto.

• Ciò che sviluppiamo come saggezza umana e per cui dobbiamo diventare sempre più saggi,

dovremmo trovarlo manifestato nel nostro ambiente quale arto inferiore degli Spiriti della forma.

 

Vediamo dunque una volta che cosa ci sta intorno, cosa hanno fatto intorno a noi elevate, altissime entità. Guardiamo la parte superiore del femore – ne abbiamo parlato spesso -, dove le condizioni di statica, sempre mutevoli, sono insieme connesse per una meravigliosa impalcatura, così che non possiamo fare a meno di dirci: con infinita saggezza e col minor dispendio di materia è qui raggiunta la maggior massa di forza!

Ciò che l’uomo a poco a poco raggiunge con la sua saggezza, noi lo vediamo qui occultato. L’uomo imparerà un po’ alla volta – oggi non può ancora farlo – con la sua ingegneria, a costruire armature di ponti che saranno impostate con la stessa saggezza che si scopre nella parte superiore del femore che, come pilastro, regge la parte superiore del corpo. Così saggiamente è costruito tutto il corpo umano: un’espressione e una manifestazione della saggezza! E se noi andiamo fuori, nella natura, ecco venirci incontro ovunque questa saggezza.

Se ci avviciniamo per esempio alle costruzioni che si preparano i castori, vediamo come essi in determinate stagioni dell’anno si riuniscono, quando l’acqua raggiunge un certo livello, e al di sotto di un certo angolo costruiscono una diga con cui trattengono l’acqua e determinano un nuovo pendio.

 

Ovunque intorno a noi troviamo tutto ricolmo e impregnato di saggezza,

della quale saremo impregnati anche noi quando avremo sviluppato al massimo il manas.

Questa saggezza che troviamo ovunque è qualcosa che appartiene agli arti degli Spiriti della forma.

Come il nostro arto inferiore è il corpo fisico,

così la saggezza che vediamo intorno a noi è l’arto inferiore degli Spiriti della forma.

 

Questi Spiriti della forma hanno poi buddhi e atma, laddove noi abbiamo corpo eterico e corpo astrale. In più essi hanno l’ottavo, il nono, il decimo e l’undicesimo arto. Vedete dunque che noi abbiamo qui a che fare con entità elevatissime, alle quali eleviamo il nostro sguardo, e quando vediamo la saggezza nel nostro ambiente vediamo soltanto l’arto inferiore di queste altissime entità. In rapporto a esse noi siamo come la bestiola che striscia intorno all’uomo e che vede soltanto la parte esterna del suo corpo fisico. Perdonatemi il paragone, ma noi strisciamo sulla Terra e vediamo la saggezza che per gli Spiriti della forma è quello che per noi è il corpo fisico. Un essere di tal genere è quello che noi chiamiamo lo Spirito Creatore, poiché questo Spirito Creatore ha insufflato all’uomo il suo io.

 

Proprio come ci innalziamo verso il manas nel modo descritto, così un giorno ci innalzeremo, nell’ulteriore corso dell’evoluzione, mediante l’elaborazione del corpo eterico, e incorporeremo lo spirito vitale, o buddhi. Nel nostro mondo, come saggezza in esso intessuta, noi abbiamo manas, o sé spirituale. Come questo è un arto inferiore di entità spirituali – gli Spiriti della forma -, così sono congiunte con la Terra anche altre entità, il cui arto più basso non è il nostro quinto, il manas, ma il nostro sesto, e cioè lo spirito vitale o buddhi. Intorno a noi vi è l’atmosfera per tali entità, il cui ultimo arto, in quanto arto di più alte entità, si trova al gradino del nostro spirito vitale.

 

E così com’è vero che al principio dell’evoluzione terrestre un atto esteriore ha instillato l’io negli uomini, è altrettanto vero che in un determinato momento dell’evoluzione terrestre si ebbe la prima impressione, il primo influsso di quelle entità che un po’ alla volta instillano nell’uomo la piena forza del buddhi. Pochi millenni dopo l’antichissimo tempo in cui stillò giù l’io, non c’era ancora molto da vedere di quegli io che erano nei corpi degli uomini. Tutto ciò procedette lentamente. Solo nel corso di molti millenni questa forza dell’io acquistò pieno valore.

 

Mai si deve immaginare che l’instillazione dell’io sia un avvenimento del quale qualcuno potrebbe dire: “qui non è successo niente di speciale, non ci vedo proprio niente; è un avvenimento come già altri che vi sono stati in passato!”

Se allora, millenni dopo l’instillazione dell’io sulla Terra, qualche spirito straordinariamente illuminato fosse vissuto e avesse fondato un materialismo, avrebbe detto così:

“vi sono fra di noi alcuni che credono che una forza speciale sia discesa dal cielo e abbia portato avanti tutti gli uomini, ma questo è un dualismo della più esecrabile specie; come monisti noi dobbiamo chiarire che qui vi è qualcosa che c’era ancora prima!”

 

Queste cose si presentarono lentamente e a poco a poco.

Proprio come al principio dell’età lemurica si è avuta un’importante spinta in avanti con l’instillazione dell’io,

e solo per questo fatto è sorta la possibilità di elaborare in seguito il sé spirituale o manas,

ugualmente vi è un avvenimento che ha un significato basilare

e per mezzo del quale l’uomo diventerà capace di elaborare dentro di sé non solo il manas,

ma anche lo spirito vitale o buddhi.

E questo avvenimento è l’evento del Golgota, è l’apparizione del Cristo sulla Terra!

 

Può essere che oggi molti lo neghino, ma questo avvenimento è un impulso proveniente dall’atmosfera circostante, altrettanto come lo fu l’altro. Così vediamo che, se noi guardiamo nelle profondità di questo mondo, afferriamo il progredire del suo lato spirituale. Impariamo a poco a poco ad alzare il nostro sguardo non solo ad una esistenza materiale; quando guardiamo nello spazio cosmico, scopriamo ovunque gli esseri spirituali e le loro azioni, e, attraverso quella che chiamiamo teosofia, impariamo a conoscere le azioni di queste entità spirituali.

 

Noi siamo, viviamo e operiamo in mezzo alle entità spirituali e alle loro azioni.