Exusiai, Dynamis, Kyriotetes lavorano al nostro karma.

O.O. 239 – Nessi karmici Vol. V – o9.06.1924


 

Sommario: L’immedesimarsi delle anime umane nelle gerarchie spirituali salendo alle sfere planetarie. Exusiai, Dynamis, Kyriotetes lavorano al nostro karma. L’uomo è il portatore del divenire storico.

 

Le idee sui retroscena del karma che ci siamo fatte ieri possono venir ancora considerevolmente approfondite. Abbiamo visto che dietro a quello che chiamiamo un destino umano vi sono mondi al cui confronto ciò che di solito si percepisce del destino umano si presenta come la conoscenza delle lettere alfabetiche proprie di una lingua rispetto a quel che si forma dalle svariate combinazioni di tali lettere in un’opera, diciamo, come il Faust goethiano. Dietro un destino umano si può davvero vedere la vita e l’opera dei mondi superiori e delle loro entità. Come ho detto, quest’idea può però venir approfondita.

 

Abbiamo già accennato che quando l’uomo percorre quella che abbiamo chiamata la sfera della Luna vive assieme agli antichissimi maestri dell’umanità che ora si trovano in quella sfera.

Durante tutta la vita tra morte e rinascita si vive assieme alle anime umane che hanno anch’esse varcato la porta della morte e che vivono la loro successiva esistenza spirituale nella vita tra morte e rinascita, in particolare con le anime umane con cui si è in qualche modo karmicamente legati.

L’uomo però già nella sfera lunare vive con le entità che chiamiamo Angeli, Arcangeli e Archai e, proseguendo nelle sfere successive, continua a vivere assieme a entità sempre superiori.

 

Non è del tutto corretto limitare l’attribuzione di ogni sfera stellare a una ben precisa gerarchia. In realtà non avviene così. In generale si può però dire che Archai, Arcangeli e Angeli entrano in contatto con noi prima che si penetri nella sfera del Sole, e che ci immedesimiamo poi con tutto quanto abbiamo da compiere tra morte e rinascita assieme alle entità della gerarchia di Exusiai, Dynamis, Kyriotetes; poi a poco a poco, ma in maniera per noi ora indefinita, viviamo ulteriormente nella sfera di Troni, Cherubini, Serafini procedendo verso Marte e Giove. Una gerarchia non coincide esattamente con una formazione planetaria, con una sfera planetaria. Vale però un altro principio che diverrà importante anche per noi se ci occuperemo dei particolari dei nessi karmici.

 

Dobbiamo solo far nostra un’idea ben precisa che, se si è abituati al modo di pensare e di sentire che si ha sulla Terra, può sembrare un po’ particolare. Quando siamo sulla Terra da uomini e ci sentiamo esistere, pensiamo che l’elemento terreno ci circondi direttamente: sulla superficie terrestre, sotto la superficie terrestre, un poco sopra, un poco intorno, e se vogliamo osservare il cosiddetto sopraterrestre, volgiamo lo sguardo al di sopra di noi movendo da una particolare sensazione. In cuor nostro consideriamo il sopraterrestre come qualcosa che sta sopra di noi. Ora è singolare, ma proprio vero che quando siamo noi stessi nelle sfere a cui volgiamo lo sguardo dalla Terra come al sopraterrestre, per noi avviene esattamente il contrario.

 

Allora dai mondi sopraterrestri guardiamo giù verso il mondo terreno e in certo senso per tutta la durata della nostra esistenza tra morte e rinascita guardiamo giù verso il mondo terreno. Viene da chiedersi se non viviamo abbastanza ciò che è terreno già qui sulla Terra senza guardare sinché giù dal mondo sopraterreno verso il terreno, durante la vita tra morte e rinascita, in certo senso come verso un cielo sotto la Terra?

Per capirlo bisogna assolutamente prendere in considerazione dell’altro. Quel che vediamo qui sulla Terra quando, tra nascita e morte, viviamo dentro la nostra pelle nel nostro corpo fisico, quel che vediamo attorno a noi nelle vastità dell’universo è certo grandioso, maestoso, innalza sensi, cuore e sentimento, ci porta in situazioni tragiche colme di sofferenza, ricche di dolore, è una vita ricca. Stando qui sulla Terra, ci diremo facilmente che rispetto alla maestà e grandezza di tutto, soprattutto del cielo stellare, quel che possiamo abbracciare con lo sguardo come nostro mondo esterno, quel che vive dentro la nostra pelle, quel che siamo tra nascita e morte in quanto uomini fisici è solo insignificante.

 

Non è così per il modo di vedere che abbiamo tra morte e rinascita. Là tutto quanto qui sulla Terra è per noi mondo esterno, è il nostro mondo interiore. A poco a poco ci dilatiamo nelle sfere dell’universo. Ciò che sentiamo come noi stessi diviene sempre più grande, e volendo usare un’espressione terrena per esprimere quel che viviamo là dobbiamo dire quanto segue.

Qui sulla Terra diciamo « il mio cuore » e con questo intendiamo qualcosa che sta all’interno della nostra pelle. Quando siamo nella vita tra morte e rinascita, non diciamo « il mio cuore », ma diciamo « il mio Sole », poiché poi, in un certo stadio tra morte e rinascita, dopo esser diventati tanto grandi nel cosmo, il Sole è dentro di noi come sulla Terra è dentro di noi il nostro cuore, come, alla loro maniera spirituale, gli altri mondi stellari che ho descritto. Per contro, tutto quanto è all’interno della pelle umana, diviene per noi mondo esterno.

 

Non ci si deve immaginare che la realtà sia quella che vede un anatomista che seziona un cadavere. Non è così: la realtà è molto più maestosa e più grande di tutto il sistema cosmico che, come mondo esterno, possiamo abbracciare con lo sguardo dalla Terra. Dal punto di vista che abbiamo tra morte e rinascita, in quelli che ai sensi fisici si presentano come cuore, polmoni, fegato e così via, in tutto ciò si rivela un mondo grandioso, imponente, più grande del mondo che abbracciamo con lo sguardo qui dalla Terra.

 

Sorge un altro aspetto singolare. Si potrà osservare che però allora ognuno ha quel mondo e che vengono portati oltre la morte tanti mondi quante persone muoiono. Dopo la morte bisognerebbe quindi vedere infiniti mondi quante persone si vedono allora. Il segreto è che in primo luogo tutte le persone in qualche modo karmicamente connesse vengono viste come un’unità, come un unico mondo. Alle persone cui si è karmicamente legati si associano le altre che si stringono anch’esse più o meno in un’unità tra loro, anche se non così stretta, e che a loro volta si uniscono anche a noi, legate in un’unità. Tutto infatti muta quando si passa dal mondo fisico al mondo spirituale. Si può ritenere paradossale qualcosa cui non siamo abituati in una simile concezione.

 

Pure qua e là bisogna però accennare ad alcune caratteristiche del mondo spirituale quali risultano alla saggezza iniziatica. Qui nel mondo fisico-sensibile si può contare: uno, due, tre, si può contare addirittura il denaro, anche se non proprio adesso, ma nel mondo spirituale il contare non ha davvero senso. Là il numero non significa nulla di particolare, là tutto è più o meno unità, e la distinzione tra le cose quando le si conta, quando l’una deve stare accanto all’altra non esiste nel mondo spirituale. Molte cose devono venir descritte per il mondo spirituale in maniera del tutto differente che nel mondo fisico-sensibile. Così quello che in realtà nel fisico umano è interno, dal punto di vista del mondo spirituale è appunto del tutto diverso da come si presenta qui. La figura umana è grandiosa e stupenda, più grandiosa e più stupenda di quella del cielo che si può osservare dalla Terra. Quello che ci prepariamo in collaborazione con le gerarchie superiori per la futura vita terrena che segue alla vita tra morte e rinascita, deve inserirsi nella figura umana, deve essere un elemento animico-spirituale che pervade la complessione umana e pervadendola la vivifica. Come si sviluppa infatti la vita umana sulla Terra?

 

Quando nasciamo alla vita terrena provenendo dalla nostra esistenza preterrena, in apparenza riceviamo dai nostri genitori l’intero corpo fisico. La cosa potrebbe presentarsi, ma in realtà non è così, come se discendessimo dal mondo soprasensibile, dall’esistenza preterrena, con un elemento animico-spirituale e ci collegassimo solo esteriormente con quello che ci mettono a disposizione i genitori nel mondo fisico, con quello che si forma nel corpo materno.

Non è però così: in realtà la sostanza fisica che abbiamo nel nostro corpo fisico è in continua trasformazione. Scompare di continuo e viene di continuo sostituita. Basta pensare alle nostre unghie e ai nostri capelli. Tagliamo le unghie, ed esse ricrescono. Questo però è solo un aspetto esteriore. In realtà l’uomo si squama continuamente verso l’esterno e rinnova dall’interno, dal punto centrale interiore, quel che squama verso l’esterno. Spinge in continuazione la materia verso l’esterno, se ne libera. Dopo sette o otto anni il processo è tale che ci si è liberati di tutta la sostanza fisica che vi era in noi sette anni prima e la si è ricostituita.

 

Le cose stanno proprio così: sette anni fa ebbi già il piacere di parlare qui a Breslavia a qualcuno dei presenti. Anche allora gli amici sedevano sulle sedie di fronte a me, ma la materia fisica di allora oggi non esiste più, non ve ne è più nulla, è stata sostituita tutta da altra materia fisica: ciò che è rimasto è l’individualità animico-spirituale. Comunque prima della nascita era già presente nell’esistenza preterrena, era presente nella precedente vita terrena, è per così dire fedele. Invece la sostanza del corpo fisico che sedeva allora sulle sedie, si è da lungo tempo dispersa ai quattro venti e ai quattro angoli del mondo.

 

Ora questo ricambio che si verifica ogni sette, otto anni, avviene sin dalla nascita. Infatti riceviamo la sostanza fisica e la sua struttura dai nostri genitori, ed essa dura solo fino alla seconda dentizione. La sostanza che formiamo poi, la costituiamo traendola dalla nostra individualità. La seconda dentizione è importantissima. Dai genitori riceviamo un modello che vale sino alla seconda dentizione, è un modello che assomiglia loro, e vi sono in esso le caratteristiche ereditarie.

 

La nostra individualità animico-spirituale forma lentamente da quel modello il secondo corpo, che esiste dalla seconda dentizione sino alla maturità sessuale, di cui si libera poi di nuovo. Inizia allora il terzo corpo. Quel che però ereditiamo veramente, di modo che le caratteristiche ereditarie permangano, è perché le riproduciamo dal modello nel nostro secondo corpo. Quel che più avanti abbiamo formato dal modello, lo adattiamo in conformità a ciò che acquisimmo nell’esistenza preterrena, quasi un’arte inconscia di formare l’organismo umano traendolo dai propri segreti. Il primo corpo sino alla seconda dentizione non ci serve a null’altro che a renderci simili ai nostri genitori secondo il nostro karma. Tra morte e rinascita dobbiamo apprendere in conformità alla loro intima natura gli autentici segreti, i profondi e complessivi segreti in base a cui viene strutturato l’organismo umano come copia meravigliosa della costruzione celeste esterna. In quel periodo, dopo aver trascorso la metà dell’esistenza solare, dobbiamo imparare a vivere a ritroso, ad abituarci nella seconda metà a formare gli impulsi del nostro karma. Là guardiamo di nuovo a un evento meraviglioso che avviene tra noi e le entità delle gerarchie superiori nella vita tra morte e rinascita.

 

Come qui sulla Terra abbiamo contatti con minerali, vegetali, animali e con altri uomini, così tra morte e rinascita non abbiamo contatti con minerali ma, nella maniera descritta, con altre anime umane, e ora, anziché con minerali, vegetali e animali con Archai, Arcangeli, Angeli, e assieme a loro formiamo il nostro karma. Durante tutto quel tempo guardiamo giù verso il mondo terreno sottostante in cui dovrà svolgersi il nostro karma, desiderosi di qualcosa verso cui tendono tutte le nostre forze dell’anima, la nostra nostalgia, così come tra nascita e morte guardiamo verso l’alto al cielo con nostalgia.

 

Ascendendo alla sfera della Luna, di Mercurio, di Venere, ci inseriamo tra le entità della gerarchia di Archai, Arcangeli, Angeli. In loro abbiamo i giudici delle nostre azioni buone e cattive e, nel senso che ho spiegato nelle conferenze precedenti, anche delle nostre mutilazioni, perché veniamo mutilati dal male nell’animico-spirituale. Là abbiamo i giudici, là veniamo immersi nei giudizi cosmici. Quando arriviamo nell’esistenza solare giungiamo da Exusiai, Dynamis, Kyriotetes. Ci troviamo tra le schiere delle entità che non sono solo giudici, ma che lavorano al nostro karma.

 

Queste entità, Exusiai, Dynamis e Kyriotetes, sono in primo luogo abitanti del Sole, ma con ciò naturalmente di tutto l’universo. Per loro natura appartengono ai mondi spirituali. Occorrono mediatori tra i mondi spirituali e quelli fisico-sensibili, e i mediatori sono Troni, Cherubini, Serafini. Essi hanno il rango superiore nel cosmo spirituale perché sono i più potenti, non solo spiritualmente nell’esperienza spirituale, ma anche perché realizzano poi nel mondo fisico le esperienze che fanno nel mondo spirituale.

 

Quando viviamo tra morte e rinascita e guardiamo giù alla Terra con nostalgia come ho descritto, consapevoli di guardare giù verso l’elemento terreno, in realtà guardiamo le esperienze rimarchevoli che fanno tra loro Serafini, Cherubini e Troni. Noi guardiamo dunque giù, vediamo esperienze, azioni reciproche che avvengono tra Serafini, Cherubini e Troni, azioni che ci scuotono profondamente.

A poco a poco impariamo a comprendere quelle azioni, le azioni che si svolgono tra Serafini e Serafini, Cherubini e Cherubini, Troni e Troni e ancora tra Troni e Serafini, Troni e Cherubini e così via. Essi compiono qualcosa, qualcosa che giustamente compensa e di cui, se solo impariamo a capirlo a poco a poco, abbiamo la sensazione che ci riguardi. Di che cosa si tratta? È l’immagine che si forma nel divenire del mondo in base a quanto di buono e di cattivo fummo nella precedente vita terrena.

Il bene deve avere conseguenze buone, il male ne deve avere cattive.

 

Serafini, Cherubini e Troni strutturano tra di loro le conseguenze di quanto abbiamo seminato sulla Terra. Le azioni cattive compiute hanno cattive conseguenze nel cosmo. Vediamo l’interagire di Serafini, Cherubini e Troni che è la conseguenza delle nostre male azioni. A poco a poco impariamo a capire che quello che nell’evoluzione del mondo avviene tra Serafini, Cherubini e Troni è l’esplicarsi celeste del nostro karma prima che noi lo possiamo vivere sulla Terra.

Il turbamento viene rafforzato perché ora, con tutte le forze che possiamo avere nella vita spirituale che trascorriamo tra morte e rinascita, ci diciamo: quel che sperimentano Cherubini, Serafini e Troni nella loro esistenza divina troverà il suo giusto pareggio quando verrà sperimentato da noi nella vita terrena futura.

Il nostro karma viene prima vissuto in modo sopraterreno da Troni, Cherubini e Serafini.

 

Sì, gli dèi nella loro spiritualità sono i creatori di tutto quanto esiste di terreno. Devono vivere tutto per primi. Lo vivono nella sfera spirituale, poi viene realizzato qui nella sfera fisico-sensibile.

Serafini, Cherubini e Troni vivono in anticipo nella loro esistenza divina anche quel che noi sperimentiamo come nostro karma e così viene creata la somma delle forze che forma il nostro karma.

Così viviamo l’esistenza delle sfere planetarie, così viviamo quel che avviene su Mercurio, prima come giudizio di Archai, Arcangeli e Angeli. Poi però vi si mescolano di nuovo Serafini, Cherubini e Troni per esemplificarci il nostro karma.

Sperimentiamo così in noi stessi ciò di cui siamo debitori al mondo a causa delle nostre azioni passate, così sperimentiamo nel modello divino quel che dovrà succedere nella nostra vita. È un’esperienza complicata, ma tale che alla base della vita terrena vi è la vita sopraterrena.

 

Quando poi ci siamo così fatti un’idea di quanto ricca sia la vita tra morte e rinascita e quando ricolleghiamo il suo contenuto con quello della vita terrena, solo allora ci formiamo un’immagine valida e reale di quel che avviene nel mondo grazie agli uomini, con gli uomini, negli uomini. Così là viene approfondita, animata e spiritualizzata per la prima volta nella giusta maniera la nostra autoconoscenza. Solo quando si considera quel che avviene anche nel corso della vita terrena umana in modo da vederlo sullo sfondo di ciò che si svolge nel mondo spirituale, solo allora si considera la vita nella sua realtà.

 

Qui sulla Terra vediamo comparire esseri umani. Divengono bimbi grazie alla nascita, crescono, hanno questo o quel destino di gioia, di azione, di lavoro, portano in sé questa o quella capacità. Da quelle capacità, da quelle azioni umane, da quei pensieri, da quelle sensazioni, nel corso del tempo si forma anche la vita storica degli uomini. Tutti coloro che entrano così in una vita terrena che trascorre tra nascita e morte, tutti già vissero una precedente vita terrena in cui sperimentarono l’elemento terreno in un modo un po’ diverso, in cui strutturarono l’elemento terreno in altri modi. In tutte le vite terrene successive si fanno valere gli effetti delle precedenti vite terrene. Noi possiamo comprendere l’intero nesso solo osservando i periodi di vita tra morte e rinascita.

 

Allora perveniamo anche a una corretta comprensione della vita storica, poiché per noi tutto si presenta in maniera che ci diciamo: quel che accade in un periodo terreno per opera umana si allaccia a un periodo terreno precedente. Come si trasferisce però quel che avvenne in un periodo terreno precedente in quello successivo? Gli storici da sempre lo descrivono semplicemente annotando i fatti che si susseguono l’uno all’altro nella storia. A quel modo non ci si poteva neppure accorgere come il successivo seguisse il precedente. Poi vennero alcuni che dissero: nella storia agiscono idee, e le idee si realizzano. Chi pensa in maniera realistica non riesce a immaginarsi che le idee si debbano realizzare. Poi vennero altri che concepirono la storia materialisticamente e dissero: le idee, sono cose fumose! Si realizzano solo nessi economici e tutto proviene da essi. Venne l’epoca della concezione storica meccanicistica, materialistica.

 

Tutto questo è un pasticciare in superficie. In realtà quel che avvenne in precedenti periodi storici viene portato nei successivi dagli uomini stessi. Le persone che siedono qui vissero già tutte in precedenti epoche storiche. Quel che fanno è la conseguenza di ciò che fecero in vite precedenti. Lo stesso avviene per ogni cosa grande e piccola che accade nel corso della storia. Il passato viene portato nel futuro dalle anime umane stesse.

Solo così viene approfondita la concezione della vita umana che considera l’uomo come il portatore anche del divenire storico. Lo si può considerare così, ma si riesce a farlo solo quando nella vita umana si perviene a ciò che tra morte e rinascita avviene nelle sfere stellari grazie all’opera delle entità delle gerarchie superiori congiunta a quella degli uomini.