Fantoma – corpo incorruttibile

O.O. 131 – Da Gesù a Cristo – 10.10.1911


 

Se si chiede a qualcuno che si occupa un poco di scienza dello spirito, ma non profondamente, se conosce il corpo fisico dell’uomo, egli dirà certamente di conoscerlo benissimo perché lo vede quando un uomo gli si presenta davanti agli occhi. Le altre parti costitutive sono immateriali, invisibili, e non si possono vedere; il corpo fisico umano lo si conosce invece benissimo.

Ma il corpo fisico dell’uomo sta veramente dinanzi ai nostri occhi quando con la nostra vista abituale fisica e la nostra intelligenza fisica ci troviamo di fronte a un uomo? Chiedo cioè chi abbia mai veduto un corpo fisico umano senza essere chiaroveggente.

Che cosa abbiamo dinanzi agli occhi quando guardiamo soltanto con gli occhi fisici e comprendiamo con l’intelletto fisico?

 

• Un essere umano che però è costituito di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io!

Quando cioè un uomo ci sta dinanzi, ci si presenta un complesso organico formato di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io.

Non si può dire che un corpo fisico ci sta dinanzi, come non si può dire che vi è idrogeno in un bicchier d’acqua che si presenta a qualcuno.

L’acqua è composta di idrogeno e di ossigeno, come l’uomo è costituito di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io.

 

• L’assieme costituito da corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io è visibile esteriormente nel mondo fisico, come l’acqua nel bicchiere.

L’idrogeno e l’ossigeno però non si vedono, e sbaglierebbe grandemente chi volesse affermare che vede l’idrogeno nell’acqua.

Altrettanto si sbaglia chi crede di vedere il corpo fisico, quando vede un uomo nel mondo esteriore.

 

L’osservatore dotato di intelletto e di sensi fisici non vede un corpo fisico umano, ma un essere con quattro parti costitutive; e vede il corpo fisico soltanto in quanto esso è compenetrato dalle altre parti costitutive dell’essere umano.

Esso si presenta però trasformato, come l’idrogeno nell’acqua quando è compenetrato dall’ossigeno.

L’idrogeno è infatti un gas, e l’ossigeno anche; abbiamo dunque due gas che riuniti ci dànno un liquido.

 

Perché dovrebbe dunque essere difficile capire che l’uomo, quale ci si presenta nel mondo fisico, è molto dissimile dalle singole sue parti costitutive, dal corpo fisico, dal corpo eterico, dal corpo astrale e dall’io, appunto come l’acqua è così dissimile dall’idrogeno?

Difatti è così; dobbiamo perciò dire che l’uomo non deve fidarsi della maya in cui il corpo fisico a tutta prima gli appare.

Dobbiamo pensare il corpo fisico in tutt’altro modo se vogliamo avvicinarci all’essenza del corpo fisico umano.

 

L’osservazione del corpo fisico umano come tale

è un difficile problema della chiaroveggenza, uno dei più difficili.

 

• Supponiamo infatti che nel mondo esteriore venga compiuto con l’uomo un esperimento che sia simile alla scomposizione dell’acqua in idrogeno e ossigeno.

Nella morte questo esperimento vien compiuto dall’universo.

Allora vediamo che l’uomo depone il suo corpo fisico.

 

Ma depone veramente il proprio corpo fisico?

La domanda sembra davvero ridicola perché ci sembra ben chiaro che con la morte l’uomo depone il suo corpo fisico.

Ma che cosa depone l’uomo con la morte?

 

• È qualcosa di cui per lo meno bisogna dire

che ormai più non possiede quanto di più importante il corpo fisico ha nella vita,

e cioè la forma che, dal momento della morte,

comincia ad essere distrutta nella parte del corpo fisico che è stata deposta.

 

• Abbiamo dinanzi a noi sostanze in decomposizione, e la forma non è più quella specifica.

• Ciò che ora vien deposto sono, in ultima analisi, le sostanze e gli elementi che di solito ritroviamo anche nella natura

e che per loro natura non si darebbero una forma umana.

• Questa forma è però parte essenziale del corpo fisico umano.

 

Per lo sguardo chiaroveggente comune, a tutta prima è davvero come se l’uomo deponesse semplicemente queste sostanze, che vengono poi condotte alla decomposizione o alla cremazione, come se del suo corpo fisico altro non rimanesse.

 

Dopo la morte la chiaroveggenza comune può penetrare con lo sguardo in quell’assieme costituito da io, corpo astrale e corpo eterico durante il tempo in cui l’uomo ha la visione retrospettiva della sua vita passata.

 

Poi il chiaroveggente, nell’esperienza che continua, vede staccarsi il corpo eterico, vede un estratto di esso accompagnare l’uomo, e vede disciogliersi il rimanente nell’etere cosmico universale in un modo o nell’altro.

Sembra effettivamente come se l’uomo avesse deposto con la morte il corpo fisico, con le sue sostanze e forze fisiche, e dopo un paio d| giorni anche il corpo eterico.

Se il chiaroveggente segue più oltre l’uomo durante il periodo del kamaloka, vede come del corpo astrale, a sua volta, l’uomo porti seco un estratto nell’ulteriore sua vita fra morte e nuova nascita, e come il rimanente del corpo astrale venga abbandonato all’astralità generale.

 

• Vediamo dunque che corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale vengono deposti, e che il corpo fisico sembra esaurito in ciò che abbiamo dinanzi a noi, nelle sostanze e nelle forze esposte alla decomposizione, alla cremazione o in qualsiasi altro modo soggette a disciogliersi negli elementi.

 

Quanto più la chiaroveggenza dell’uomo si svilupperà, tanto più egli si renderà chiaro conto che le sostanze e forze fisiche, deposte con il corpo fisico, non sono l’intero corpo fisico, che anzi non darebbero neppure l’intera figura del corpo fisico.

A queste sostanze e forze si aggiunge anche qualcosa d’altro a cui, se vogliamo parlarne giustamente, dobbiamo dare il nome di fantòma dell’uomo.

 

Esso è la figura della forma dell’uomo che, come un tessuto spirituale, elabora le sostanze e le forze fisiche

in modo che esse si inseriscano nella forma che ci si presenta nell’uomo sul piano fisico.

 

• Come lo scultore non crea una statua, se prende del marmo o qualsiasi altro materiale

e vi picchia sopra disordinatamente facendone saltare via delle schegge,

ma occorre che abbia il pensiero che poi imprime nella sostanza,

• così anche per il corpo umano è presente il pensiero;

e poiché il materiale del corpo umano non e né marmo né gesso,

il pensiero non deve essere come quello dell’artista,

ma deve esistere come pensiero reale nel mondo esteriore, come fantòma.

 

Ciò che lo scultore imprime sulla sua materia, viene impresso come fantòma del corpo fisico

nelle sostanze della terra che vediamo abbandonate dopo la morte alla tomba o al fuoco.

 

Il fantòma appartiene al corpo fisico, è la parte ulteriore del corpo fisico, è più importante delle sostanze esteriori,

perché in ultima analisi le sostanze esteriori non sono altro

che qualcosa di riversato nella rete della forma umana, come si caricano delle mele sopra un carro.

 

Il fantòma è qualcosa d’importante!

Le sostanze che si decompongono dopo la morte sono essenzialmente

ciò che incontriamo anche fuori nella natura e che vengono trattenute dalla forma umana.

 

Riflettendo profondamente, è credibile

che tutto il lavoro compiuto dai grandi spiriti divini attraverso le evoluzioni di Saturno, Sole e Luna

abbia creato soltanto ciò che dopo la morte viene abbandonato agli elementi della terra? Certo no!

• Non è affatto questo che si è andato sviluppando attraverso le evoluzioni di Saturno, Sole e Luna.

È il fantòma che così si è sviluppato, la forma del corpo fisico!

 

Dobbiamo dunque renderci ben conto che comprendere il corpo fisico non è tanto facile.

Soprattutto la comprensione del corpo fisico non va cercata nel mondo dell’illusione, della maya.

 

Sappiamo

• che la base, il germe del fantòma del corpo fisico è stato posto dai troni durante l’evoluzione di Saturno,

• che poi vi hanno ulteriormente lavorato gli spiriti della saggezza durante l’evoluzione solare,

• gli spiriti del movimento durante l’evoluzione lunare,

• e gli spiriti della forma durante l’evoluzione terrestre.

 

Soltanto così quello che è corpo fisico è diventato fantòma.

Per questo chiamiamo spiriti della forma

quelli che in sostanza vivono in ciò che denominiamo il fantòma del corpo fisico.

 

Per comprendere dunque il corpo fisico dobbiamo risalire al suo fantòma.

Se ci trasferissimo al principio della nostra esistenza terrestre, potremmo dire che le schiere delle gerarchie superiori, che attraverso le evoluzioni di Saturno, Sole e Luna fino a quella terrestre prepararono la forma del corpo fisico umano, posero anzitutto il fantòma nell’evoluzione della terra.

 

• Effettivamente prima del corpo fisico dell’uomo vi fu il fantòma che non si può vedere con gli occhi fisici.

Esso è un corpo di forza del tutto trasparente.

• Ciò che l’occhio fisico vede sono le sostanze fisiche che l’uomo mangia,

che egli accoglie, e che riempiono questa forma invisibile.

• Quando l’occhio fisico guarda un corpo fisico, esso vede in realtà gli elementi minerali che riempiono il corpo fisico,

ma non vede affatto il corpo fisico.

 

• Ma per effetto di che cosa è penetrato nel fantòma del corpo fisico dell’uomo l’elemento minerale, così come esso è?

• Per rispondere a questa domanda ricordiamoci la formazione, il primo divenire dell’uomo sulla nostra Terra.

 

Quell’insieme di forze, che proviene da Saturno, Sole e Luna,

ci si presenta nella sua vera forma nell’invisibile fantòma del corpo fisico

e si paleserà appunto alla chiaroveggenza superiore, come tale,

se faremo astrazione da tutto ciò che, quale sostanza esteriore, lo riempie.

Il fantòma è dunque ciò che si trova al punto di partenza.

L’uomo sarebbe stato perciò invisibile all’inizio del suo divenire terrestre, anche come corpo fisico.

 

• Supponendo ora che al fantòma del corpo fisico venisse aggiunto anche il corpo eterico,

il corpo fisico sarebbe diventato visibile quale fantòma?

• No certamente perché il corpo eterico è di per sé invisibile per lo sguardo normale.

• Dunque corpo fisico più corpo eterico non sono ancora visibili nel senso fisico esteriore.

• Il corpo astrale meno che mai, e quindi

il corpo fisico quale fantòma, il corpo eterico e il corpo astrale, riuniti, rimangono sempre invisibili.

• Se anche vi si aggiunge l’io, questo sarebbe sì interiormente percepibile, ma non sarebbe esteriormente visibile.

• L’uomo derivato dalle evoluzioni di Saturno, Sole e Luna

resterebbe per noi qualcosa di invisibile, e riuscirebbe visibile per la vista chiaroveggente.

 

Per mezzo di che cosa l’uomo è diventato visibile?

Non sarebbe diventato visibile se non si fosse verificato ciò che la Bibbia ci descrive simbolicamente,

e che anche la scienza occulta veramente ci descrive nella realtà: l’influsso luciferico.

 

Che cosa si è verificato per mezzo di tale influsso?

Nella mia Scienza occulta si può leggere che dalla direttiva di evoluzione in cui l’uomo si trovava,

secondo la quale il suo corpo fisico, quello eterico e quello astrale erano stati portati fino all’invisibilità,

egli è stato precipitato nella materia più densa,

e ha accolto la materia più densa come appunto doveva accoglierla sotto l’influsso di Lucifero.

 

Se dunque nel nostro corpo astrale e nell’io non vi fosse quella che chiamiamo la forza luciferica,

la materialità densa non sarebbe diventata visibile come lo è diventata.

Dobbiamo perciò dire che l’uomo deve essere considerato invisibile,

e che soltanto con l’influsso di Lucifero sono penetrate in lui delle forze che lo rendono, per la materia, visibile.

 

Per mezzo degli influssi luciferici

entrarono nel campo del fantòma sostanze e forze esteriori

e lo compenetrarono.

 

Come in un bicchiere trasparente si versa del liquido colorato in modo che il bicchiere ci appaia colorato, mentre di solito per i nostri occhi è trasparente, così dobbiamo pensare che l’influsso luciferico versò delle forze nella forma del fantòma umano; grazie ad esse l’uomo divenne capace di accogliere sulla terra le corrispondenti sostanze e forze che fanno diventare visibile la sua forma, altrimenti invisibile.

 

Che cosa rende dunque visibile l’uomo?

 

Le forze luciferiche nella sua interiorità rendono visibile l’uomo, quale ci si presenta sul piano fisico;

altrimenti il suo corpo fisico sarebbe rimasto sempre invisibile.

 

Gli alchimisti hanno perciò sempre detto che in realtà il corpo fisico è costituito delle medesime sostanze di cui è costituita la pietra filosofale, completamente trasparente e cristallina. Il corpo fisico consiste realmente di assoluta trasparenza, e invece le forze luciferiche nell’uomo lo hanno condotto a essere non trasparente e ce lo presentano opaco e tangibile.

Da questo si vede che l’uomo è diventato quell’essere che accoglie le sostanze e le forze esteriori della terra, sostanze che vengono nuovamente abbandonate con la morte, soltanto per il fatto che venne sedotto da Lucifero e che determinate forze furono riversate nel suo corpo astrale.

 

Ma che cosa necessariamente ne risulta?

Ne risulta che, mentre l’io sotto l’influenza di Lucifero

è penetrato nell’insieme di corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale,

l’uomo soltanto così è diventato ciò che è sulla Terra:

il portatore della figura terrestre; altrimenti non lo sarebbe diventato.

 

Supponiamo ora che da un complesso umano consistente di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io, a un determinato momento della vita esca l’io e che rimangano perciò dinanzi a noi il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale, senza però che vi sia l’io.

Supponiamo che si verifichi quello che si verificò in Gesù di Nazareth nel trentesimo anno della sua vita, quando l’io umano abbandonò il complesso formato da corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale, e in ciò che rimase, nel complesso appunto di corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale, penetrò l’entità del Cristo con il battesimo di Giovanni nel Giordano.

Perciò abbiamo ora corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale di un uomo e l’entità del Cristo.

Mentre di solito in quel complesso umano risiede un io, vi risiede ora l’entità del Cristo.

 

Cosa distingue dunque ora il Cristo Gesù da tutti gli altri uomini della terra?

Lo distingue il fatto

che mentre tutti gli altri uomini portano in loro un io che subì una volta la tentazione di Lucifero,

il Cristo Gesù non porta più in sé quell’io, ma porta in sé l’entità del Cristo.

Di quel che proviene da Lucifero, egli porta quindi in sé il residuo

senza che, a partire dal battesimo di Giovanni in poi,

un umano possa lasciare più oltre penetrare gli influssi luciferici in quel corpo.

 

• Un corpo fisico, un corpo eterico, un corpo astrale

in cui si trovano residui degli influssi luciferici del passato,

ma in cui nessun influsso nuovo può penetrare nei tre anni seguenti,

e l’entità del Cristo: questo è il Cristo Gesù.

 

• Vediamo di preciso che cosa è il Cristo dal battesimo di Giovanni nel Giordano fino al mistero del Golgota:

un corpo fisico, un corpo eterico e un corpo astrale;

quest’ultimo rende visibile il corpo fisico e il corpo eterico

perché contiene ancora in sé i residui degli influssi luciferici.

 

• Per il fatto che l’entità del Cristo

ha i residui del corpo astrale che Gesù di Nazareth ebbe dalla nascita fino al trentesimo anno,

per questo il corpo fisico è visibile quale portatore del Cristo.

 

Dal battesimo di Giovanni nel Giordano in poi, abbiamo dunque dinanzi a noi un corpo fisico, che come tale non sarebbe visibile sul piano fisico, un corpo eterico, che come tale non sarebbe percepibile sul piano fisico, i residui del corpo astrale, che rende gli altri due corpi visibili e fa dunque del corpo di Gesù di Nazareth un corpo visibile dal battesimo di Giovanni nel Giordano fino al mistero del Golgota; e dentro a questi corpi l’entità del Cristo.

 

• Vogliamo imprimerci bene nell’anima l’entità del Cristo Gesù formata da quattro parti e vogliamo dirci:

ogni uomo che ci sta dinanzi sul piano fisico è costituito di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io;

ma è un io che esercita un’azione nel corpo astrale fino alla morte;

l’entità del Cristo Gesù ci si presenta invece

come un essere che ha in sé un corpo fisico, un corpo eterico e un corpo astrale, ma non un io umano;

nei tre anni fino alla morte non viene così esercitata la medesima azione

che di solito viene esercitata nell’entità umana,

ma opera in essa appunto l’entità del Cristo.