Gesù significa «medico spirituale»

O.O. 123 – Il Vangelo di Matteo – 10.09.1910


 

Gesù significa in fondo «medico spirituale»:

questa è una traduzione abbastanza esatta, soprattutto se ci si fonda sul valore affettivo della parola.

• Questo esempio può anche illuminarci sul sentimento che questo nome destava a quel tempo,

dato che allora i nomi avevano appunto un senso che oggi non hanno più.

 

Parlando come si parlava a quel tempo, si sarebbe potuto dire: certi uomini sono in grado di penetrare nei misteri; grazie a un determinato sacrificio della coscienza del loro io, nei misteri essi possono mettersi in rapporto con certe forze divino-spirituali le quali poi si irradiano nell’ambiente; e in virtù di tali forze essi diventano guaritori.

 

Ammettiamo che un uomo siffatto fosse diventato discepolo del Cristo Gesù. Egli avrebbe detto: abbiamo fatto l’esperienza straordinaria che mentre in passato poteva diventare guaritore spirituale solo chi aveva accolto nei misteri le forze spirituali, mediante l’attutimento della coscienza individuale, adesso abbiamo conosciuto un uomo che lo è diventato senza le pratiche dei misteri, e con la conservazione integrale del suo io.

 

Il fatto sorprendente non era che si compissero delle guarigioni spirituali. Quel discepolo non si sarebbe affatto stupito che nel vangelo di Matteo si narravano le opere di un guaritore spirituale. Egli avrebbe detto: che cosa vi è di strano nel fatto che qualcuno possa compiere delle guarigioni? Ciò è perfettamente naturale. Le guarigioni narrate da Matteo non sarebbero affatto apparse miracolose a quei tempi.

 

Quello che conta è invece che Matteo narri di un uomo che porta una nuova forza essenziale all’umanità; di un uomo che compiva guarigioni con la forza del suo io, con la forza cioè che in passato non serviva a quello scopo. I Vangeli narrano dunque qualcosa di completamente diverso da quanto si ritiene di solito.