Gli esseri elementari dell’aria e del fuoco

O.O. 136 – Le entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura – 03.04.1912


 

Sommario: Gli esseri elementari dell’aria e del fuoco. Le prime entità spirituali nel mondo astrale che dirigono gli esseri elementari e presiedono ai ritmi dei tempi e della rotazione. Conservazione di memoria e coscienza morale nel corso dello sviluppo occulto. Spiriti della natura e forze naturali; spiriti dei periodi ciclici e leggi di natura; spirito planetario e senso della natura.

Ieri ho cercato di indicare la via che porta l’anima umana a percepire il mondo spirituale che si trova più direttamente a contatto col nostro mondo fisico-sensibile; ho cercato di concentrare l’attenzione sopra due classi, o categorie, di entità spirituali che lo sguardo occulto scorge, quando (nel modo che ho descritto ieri) esso solleva il velo che ricopre il mondo dei sensi.

Oggi vorrei parlare di due altre classi, o categorie, di spiriti della natura.

 

• Una di esse si mostra alla visione scaturita dalla disciplina occulta,

quando si osserva il graduale appassire e deperire del mondo vegetale, nella tarda estate e nell’autunno,

e più in generale il graduale spegnersi di ogni essere naturale.

Già quando le piante cominciano a sviluppare frutti dai loro fiori

è possibile far agire sulla propria anima il processo della fruttificazione, nel modo che ho descritto ieri.

Nello stesso modo la nostra facoltà immaginativa ne potrà ricavare l’impressione

di entità spirituali che sono appunto connesse con l’appassire, con il morire degli esseri viventi della natura.

 

Come ieri abbiamo potuto descrivere che in primavera le piante vengono per così dire estratte dalla Terra,

ad opera di certe entità che sono sottoposte a continue metamorfosi, così ora possiamo dire:

quando ad esempio le piante si sono ormai gradualmente sviluppate,

e subentra la necessità del loro appassire, allora intervengono altre entità.

• Di queste non si può nemmeno affermare che le loro figure si trasformano continuamente,

ma in fondo solo che non possiedono nessuna forma determinata.

• Esse ci si manifestano come piccole meteore che si illuminano fulmineamente per scomparire subito:

poi di nuovo si accendono e riscompaiono subito, sì da non rivelarci alcuna forma:

guizzano via sopra la terra come dei fuochi fatui, accendendosi e spegnendosi rapidamente.

 

Queste entità sono anzitutto in rapporto con tutto ciò che nei regni della natura si avvia alla maturazione.

Quelle forze o entità esistono perché nei regni della natura degli esseri possano maturarsi.

Allo sguardo occulto quelle entità si palesano solo quando esso si concentra esclusivamente sopra l’aria stessa,

e quanto più pura possibile.

 

Ieri abbiamo descritto come, per percepire la seconda classe degli esseri naturali, si debba far agire su di noi la vista dell’acqua che si disperde o che torna a raccogliersi, in una cascata o anche nelle formazioni delle nubi.

• Deve invece agire sull’anima un’aria quanto più possibile priva di vapore acqueo, percorsa dalla luce e dal calore del Sole, perché si abbia l’immaginazione di queste entità che si accendono come meteore per spegnersi subito di nuovo: entità che vivono per così dire invisibili nell’aria purissima, priva di ogni traccia di acqua, aspirando avidamente la luce da cui l’aria è compenetrata e che le fa risplendere e luccicare.

Sono queste entità a calarsi ad esempio sul mondo delle piante, o anche su quello animale, e a provvedere alla loro maturazione.

 

Già dal modo in cui si perviene a queste entità risulta che esse stanno in un certo rapporto con ciò che, sin dall’antichità, l’occultismo chiama gli elementi. Infatti, è discendendo nelle profondità della Terra, penetrando cioè nella parte solida del nostro pianeta, che s’incontra quella che ieri abbiamo descritta come la prima specie di tali entità. Là si palesano alla nostra immaginazione entità di forma determinata, sì che le possiamo chiamare anche spiriti naturali dell’elemento solido, ovvero spiriti naturali della terra.

Abbiamo poi trovato la seconda categoria, descritta qui ieri, nell’acqua che si ammassa o che si disperde; perciò possiamo mettere in rapporto queste entità spirituali con ciò che fin dal passato l’occultismo chiama l’elemento liquido, o acqua. In questo elemento esse vanno trasformandosi continuamente, al tempo stesso svolgono il ruolo di far spuntare dal suolo terrestre tutto quel che cresce e germoglia.

Con l’elemento dell’aria quanto più possibile priva di acqua stanno invece in rapporto le entità che abbiamo menzionato oggi. Si può quindi parlare di spiriti naturali della terra, dell’acqua e dell’aria.

 

Possiamo ora prendere in considerazione una quarta categoria di tali entità spirituali.

Lo sguardo occulto può fare conoscenza con questa quarta categoria, purché attenda finché un fiore sia giunto a produrre il frutto e il seme, e osservi poi come il seme si sviluppi gradualmente in una nuova pianta. Solo in queste condizioni è facile osservare la quarta categoria di tali entità; altrimenti è difficile, poiché la quarta categoria è quella degli esseri che proteggono tutti i germi, tutti i semi nei regni della natura. Essi sono i guardiani dei semi e li accompagnano dall’una all’altra generazione delle piante e anche di altri esseri naturali.

Possiamo poi osservare che questi protettori dei semi, dei germi, condizionano la sempre rinnovata presenza degli stessi esseri sulla Terra; queste entità vivono collegate col calore del nostro pianeta, con ciò che fin dai tempi antichi viene chiamato l’elemento del fuoco, o del calore.

Ecco perché le forze dei semi sono connesse con un determinato grado di calore, cioè con una data temperatura.

Se lo sguardo occulto si esercita con la massima precisione, esso scopre appunto che la necessaria trasformazione del calore ambientale nel calore occorrente al seme per maturare, scopre che questa trasformazione del calore inorganico in calore vivente viene operata proprio da queste entità. Perciò esse si possono chiamare anche spiriti naturali del calore, o del fuoco.

 

Abbiamo dunque fatto conoscenza con quattro categorie di spiriti della natura

(e nelle prossime conferenze impareremo a conoscerne certe particolarità),

le quali stanno in un certo rapporto con gli elementi terra, acqua, aria e fuoco,

come se queste entità spirituali avessero nei quattro elementi il loro territorio, la loro sfera d’azione,

come l’uomo stesso possiede la sua sfera d’azione, il suo «territorio», su tutto il pianeta.

• Come l’uomo, nei confronti dell’universo, è di casa su tutto il pianeta,

così quelle entità hanno il proprio «territorio», ciascuna categoria in uno dei quattro elementi.

 

Già ieri ho menzionato che

• tutte queste entità hanno per la Terra intera, coi suoi regni della natura,

cioè per il nostro mondo fisico terrestre, lo stesso significato che il corpo eterico o vitale ha per il singolo essere umano.

Solo che il corpo eterico individuale è un’unità,

mentre il corpo eterico della Terra consta di numerosissimi spiriti naturali,

i quali per di più si suddividono in quattro categorie.

Perciò il corpo eterico della Terra non costituisce una unità, bensì una molteplicità.

 

Se si vuole conoscere per mezzo della visione occulta il corpo eterico della Terra,

bisogna (come ho mostrato già ieri) lasciare agire su di sé il mondo fisico sul piano morale:

in tal modo si potrà sollevare il velo che si stende sul mondo fisico.

Diventa così visibile ciò che si trova subito dietro a questo velo, cioè appunto il corpo eterico della Terra.

 

Che cosa si presenta poi, qualora si allontani anche ciò che possiamo chiamare il corpo eterico della Terra?

Ci è noto che dietro al corpo eterico umano si trova il terzo componente dell’entità umana complessiva,

vale a dire il corpo astrale, portatore delle nostre brame, dei desideri, delle passioni.

 

Prescindendo qui dalle parti costitutive superiori della natura umana, possiamo dunque affermare che nell’uomo si presenta prima il corpo fisico, dietro a questo il corpo eterico, e dietro a quest’ultimo il corpo astrale.

Lo stesso vale anche per la natura esterna.

Dietro al «velo» della realtà fisica si perviene certo a una molteplicità, ma questa rappresenta proprio il corpo eterico della Terra nel suo complesso, con i diversi regni della natura.

È possibile allora parlare anche di una specie di corpo astrale della Terra, di qualcosa cioè che corrisponda, per la Terra intera e per tutti i suoi regni, al corpo astrale dell’uomo?

Certo, non è altrettanto facile pervenire al corpo astrale della Terra, quanto lo è per il suo corpo eterico.

 

Abbiamo veduto che per giungere a quest’ultimo basta lasciar agire su di sé i fenomeni del mondo, non solamente tramite le impressioni sensoriali, ma sul piano morale.

Volendo però penetrare oltre, si rendono necessari degli esercizi occulti approfonditi, quali si trovano descritti nel mio libro L’iniziazione (nella misura in cui è possibile farlo in uno scritto destinato alla pubblicazione).

Lì si potrà leggere tra l’altro che a partire da un certo punto dello sviluppo occulto l’uomo comincia a rimanere cosciente anche quando di solito si è incoscienti, cioè fra l’addormentarsi e il risveglio.

Sappiamo infatti che il normale stato di incoscienza, il normale stato di sonno dell’uomo, è dovuto al fatto che il suo corpo fisico e quello eterico rimangono nel letto, mentre ne emergono il corpo astrale e quanto vi è connesso: in tali condizioni però, di norma, l’uomo si trova in uno stato di incoscienza.

 

• Coltivando sempre più intensamente gli esercizi che consistono nella meditazione, nella concentrazione, e così via, si rafforzano sempre più le facoltà latenti nell’anima umana.

Ne deriva per l’uomo la possibilità di conservare la sua coscienza durante il sonno: non diventa cioè incosciente dopo aver estratto dai suoi corpi fisico ed eterico il corpo astrale.

L’uomo allora non ha certo intorno a sé il mondo fisico, e neppure il mondo degli spiriti naturali che ho descritto finora, bensì un mondo diverso, più spirituale di quello.

Quando per l’uomo è giunto il momento in cui avverte la propria coscienza desta, anche dopo essersi liberato del corpo fisico e del corpo eterico, allora egli percepisce una specie del tutto nuova di entità spirituali.

A questo punto lo sguardo occulto adeguatamente sviluppato nota che la nuova specie di spiriti che ora percepisce sono, per così dire, i comandanti degli spiriti della natura: vediamo un po’ in che senso lo sono.

 

Ho già detto che le entità che abbiamo chiamate spiriti naturali dell’acqua operano in particolare nel mondo vegetale che germoglia spuntando dalla Terra.

Gli spiriti naturali che possiamo chiamare spiriti dell’aria sono invece prevalentemente attivi quando alla fine dell’estate e in autunno le piante si avviano ad appassire.

Quegli spiriti dell’aria, simili a meteore, si posano allora sul mondo vegetale, del quale per così dire si saziano, facendo appassire le forme sviluppatesi in primavera e in estate.

Questo ordinamento, per cui nelle diverse zone della Terra operano soprattutto ora gli spiriti dell’acqua, ora quelli dell’aria, varia certo nelle diverse parti della Terra: le cose si svolgono naturalmente in modo del tutto diverso nell’emisfero settentrionale in confronto all’emisfero sud.

A disporre questo ordinamento (per cui le diverse categorie di spiriti naturali vengono indirizzate a svolgere i loro rispettivi compiti) sono le entità spirituali che lo sguardo occulto impara a conoscere solo quando si è appreso a percepire qualcosa anche durante il sonno, quando cioè ci si è separati dal proprio corpo fisico e da quello eterico.

 

Possiamo dunque dire, ad esempio:

• in connessione col nostro pianeta terrestre certe entità spirituali operano distribuendo l’attività degli spiriti della natura nelle diverse stagioni, in modo da condizionare l’alternanza delle stagioni nelle diverse zone della Terra.

Queste entità spirituali rappresentano quello che potremmo chiamare il corpo astrale della Terra. Si tratta delle medesime entità entro le quali l’uomo immerge il suo corpo astrale, quando la sera si addormenta.

Quel corpo astrale, costituito da spiriti più elevati, è connesso con la Terra, e durante la notte il corpo astrale proprio dell’uomo si immerge nella sfera di quegli spiriti superiori che aleggiano intorno al pianeta terrestre, compenetrandolo come un’atmosfera spirituale.

Senonché per l’osservazione occulta sussiste una grande differenza fra le categorie di spiriti naturali che abbiamo descritte per prime (gli spiriti della terra, dell’acqua, e così via) e questi spiriti che a loro volta dirigono gli spiriti naturali.

Gli spiriti della natura si occupano di far maturare o appassire gli organismi naturali, cioè di portar vita nella sfera complessiva della Terra.

 

Diversamente stanno le cose per le entità spirituali

che nel loro complesso si possono definire come il corpo astrale della Terra.

Queste entità sono tali che l’uomo (quando è in grado di conoscerle mediante il suo sguardo occulto)

le sente già connesse con la propria anima, col proprio corpo astrale.

Le sente come entità che agiscono sul corpo astrale dell’uomo (e anche sul corpo astrale degli animali),

in modo che non si può più parlare solamente di un’azione vitalizzante, bensì

di un’azione affine a quella che sentimenti o pensieri esercitano sulla nostra anima.

 

Gli spiriti naturali dell’acqua o dell’aria possono essere oggetti di osservazione,

e si può affermare che essi si trovano nell’ambiente circostante.

Delle entità di cui stiamo trattando adesso non si può dire che esse si trovino nel nostro ambiente:

quando si è in grado di percepirle, si constata che con esse si è sempre congiunti, quasi effusi in esse.

Ci si immerge in esse, ed esse ci parlano in ispirito.

È come se dall’ambiente si percepissero pensieri e sentimenti:

e nei pensieri, nei sentimenti che da quelle entità ci vengono incontro

si esprimono anche impulsi di volontà, simpatie e antipatie.

Dobbiamo quindi proprio scorgere in questa categoria di spiriti, esseri affini alle anime umane.

 

Riconsiderando retrospettivamente quanto abbiamo sin qui esposto, possiamo dire che

queste entità sono connesse con tutti i tipi di ordinamento temporale,

con ogni genere di suddivisione dei rapporti di tempo o di spazio.

Perciò l’occultismo ha conservato un antico termine per indicare queste entità

(nel complesso delle quali noi riconosciamo il corpo astrale della Terra),

un termine che si potrebbe rendere con «spiriti dei periodi ciclici».

Cosicché agli spiriti che assegniamo al corpo astrale della Terra è da attribuirsi

non solo la regolare alternanza della crescita e dell’appassimento delle piante nel corso dell’anno,

ma anche il regolare svolgimento della rotazione che per il nostro pianeta si esprime nell’alternanza

del giorno e della notte.

 

In altre parole,

• tutto ciò che è connesso con una periodica ripetizione, con un ritmico alternarsi,

tutto ciò che si manifesta come alternanza di condizioni temporali, come ripetizione ritmica di eventi nel tempo,

viene disposto da entità spirituali che tutte insieme appartengono al corpo astrale della Terra,

e per le quali è appropriato il nome di «spiriti dei periodi ciclici del nostro pianeta».

 

Ciò che l’astronomo trova mediante i suoi calcoli, circa la rotazione della Terra intorno al suo asse, si palesa allo sguardo occulto con la presenza, tutt’intorno alla Terra, di questi «spiriti dei periodi ciclici» che sono i veri portatori delle forze che fanno ruotare la Terra sul suo asse.

È straordinariamente importante che nel corpo astrale della Terra si scorga tutto quello che è connesso sia con l’alternanza annuale del nascere e sfiorire delle piante, sia con il ritmo del giorno e della notte: dunque tanto il ritmo delle stagioni, quanto quello diurno-notturno. L’osservatore, divenuto capace di rimanere cosciente anche quando nel sonno il suo corpo astrale è uscito dal corpo fisico e dall’eterico, ricava da quei diversi ritmi l’impressione di entità spirituali che appartengono appunto agli «spiriti dei periodi ciclici».

 

Con ciò abbiamo per così dire sollevato il secondo velo, quello intessuto dagli spiriti della natura.

Possiamo dire che,

• sollevando il primo velo, intessuto dalle impressioni fisico-sensibili,

perveniamo al corpo eterico della Terra, agli spiriti della natura.

• Poi possiamo togliere un secondo velo, giungendo così agli spiriti dei periodi ciclici

i quali regolano e organizzano tutto ciò che si ripete periodicamente, che è soggetto a una variazione ritmica.

 

Noi sappiamo d’altra parte che nei nostri corpi astrali si trovano per così dire adagiati i componenti superiori della natura umana, ciò che si riassume nel nome dell’io, che si trova appunto inserito nel nostro corpo astrale.

Di quest’ultimo abbiamo già ricordato che esso si immerge nella sfera, nell’agitato mare degli «spiriti dei periodi ciclici»; quanto all’io, esso dorme ancora più del corpo astrale, per la coscienza ordinaria.

Del fatto che l’io dorma ancora di più si potrà accorgere chi abbia intrapreso il proprio sviluppo esoterico: infatti egli impara dapprima a penetrare nelle percezioni del corpo astrale, cioè in quel mondo spirituale nel quale egli si immerge e che consiste degli «spiriti dei periodi ciclici».

 

• Tale percezione rappresenta in realtà uno scoglio pericoloso per lo sviluppo esoterico,

poiché il corpo astrale è un’unità in se stesso, mentre tutto ciò che si trova

nell’ambito di quegli spiriti costituisce, in fondo, una molteplicità.

E poiché l’uomo, come si è detto, è congiunto, è immerso in quella molteplicità,

quando col proprio io dorme ancora mentre col corpo astrale si è già destato,

egli si sente come smembrato nel mondo degli spiriti dei periodi ciclici.

Questa condizione va appunto evitata, nel corso di un regolare sviluppo esoterico.

 

Perciò coloro che sono in grado di dare istruzioni per un tale sviluppo regolare prendono certe disposizioni,

affinché l’uomo non permetta affatto al suo io di addormentarsi,

quando il suo corpo astrale si è già risvegliato.

L’uomo perderebbe infatti la propria coesione interiore,

se l’io rimanesse addormentato quando il corpo astrale è già desto,

e si sentirebbe smembrato come Dioniso nel mondo astrale complessivo della Terra,

costituito dagli spiriti dei periodi ciclici.

 

Per uno sviluppo esoterico corretto vengono dunque prese disposizioni perché ciò non avvenga.

Esse consistono nell’aver cura che chi, mediante la meditazione o altri esercizi esoterici, viene avviato alla chiaroveggenza conservi ad ogni costo due cose, quando penetra in tutto l’ambito della percezione chiaroveggente.

 

• È della massima importanza che in ogni sviluppo esoterico si proceda in modo

che non vadano perdute due cose di cui l’uomo dispone nella vita ordinaria,

ma che facilmente può perdere se il suo sviluppo esoterico non viene guidato nel giusto modo:

non le perderà invece, se la guida è operata in modo corretto.

 

La prima esigenza è questa:

l’uomo non deve mai perdere il ricordo di tutte le esperienze fatte nell’attuale sua incarnazione,

quali le ricorda abitualmente.

Le connessioni della memoria non debbono andare distrutte.

 

Nell’ambito dell’occultismo questa continuità della memoria ha un significato ancora molto maggiore che nella vita ordinaria. In quest’ultima si intende per memoria solamente il poter guardare indietro e il non avere appunto perduta la coscienza di certi fatti importanti della propria vita.

 

Per l’occultismo invece una giusta memoria consiste anche nel fatto

che sul piano del sentimento l’uomo attribuisca valore solo a ciò che ha già compiuto nel passato,

sì da non attribuire a se stesso altro valore che quello conferitogli dalle azioni effettivamente compiute in passato.

Qui occorre non fraintenderci!

Con le parole che precedono  io ho enunciato qualcosa di straordinariamente importante.

 

Se qualcuno fosse spinto dal proprio sviluppo occulto a dirsi improvvisamente: io sono l’incarnazione di questo o di quest’altro spirito, senza che ciò fosse giustificato in un modo qualunque dalle sue azioni precedenti, da ciò che di lui è già presente in questo mondo fisico, ciò significherebbe che, in senso occulto, la sua memoria è spezzata.

 

Nello sviluppo occulto costituisce un principio importante quello di non attribuire a se stessi nessun valore

che non scaturisca da ciò che si è compiuto nel mondo fisico, durante la presente incarnazione.

Ciò è proprio importantissimo.

Qualunque altro valore non potrà derivare che da uno sviluppo superiore:

e questo non può realizzarsi che fondandosi rigorosamente sul principio

di non considerarsi niente di diverso da quanto si è stati capaci di compiere in questa incarnazione.

 

• Del resto, è naturale che sia così, se si osservano i fatti oggettivamente: infatti, ciò che abbiamo compiuto nell’incarnazione attuale è il risultato anche delle incarnazioni precedenti, è quello che il karma ha fatto di noi fino a questo momento. Quel che il karma potrà ancora fare di noi ha ancora da essere fatto: non possiamo quindi conteggiarlo nel nostro valore attuale. Se dunque si tratta di valutare noi stessi, all’inizio di uno sviluppo esoterico lo faremo nel modo giusto solo se faremo risultare il nostro valore dal nostro passato, quale si presenta nel ricordo. Questo è dunque uno dei due elementi che debbono rimanerci conservati, affinché il nostro io non si addormenti mentre si desta il nostro corpo astrale.

 

Il secondo elemento che non ci deve andare perduto, in quanto siamo uomini del nostro tempo,

è il grado di coscienza morale che possediamo nel mondo fisico.

Anche questo è un punto da osservare con la massima attenzione.

 

Può darsi che qualcuno abbia appreso già più di una volta che qua o là una persona stia passando per uno sviluppo occulto. Se questo sviluppo esoterico non viene guidato nel giusto modo, capita spesso di fare l’esperienza che, per quanto riguarda i problemi di coscienza, la persona in questione prende le cose più alla leggera che prima di avere intrapreso quella via. Prima di quel momento erano stati l’educazione ricevuta, o le connessioni sociali, a indicargli se fare o non fare una cosa o l’altra. Dopo l’inizio dello sviluppo occulto può darsi che cominci a mentire chi prima non avrebbe mentito, e che qualcuno prenda più alla leggera di prima certi problemi morali di coscienza.

Non si dovrebbe invece perdere nessun grado raggiunto dalla propria coscienza morale.

 

Ecco dunque quello che dobbiamo ad ogni costo conservare:

• la memoria, nel senso di attribuire a noi stessi soltanto il valore dovuto a ciò che siamo già effettivamente diventati,

senza ricorrere a prestiti sul futuro, su ciò che faremo in seguito,

• e inoltre la coscienza morale, nel grado che l’abbiamo acquistata nell’ordinario mondo fisico.

 

Se conserveremo nella nostra coscienza questi due elementi: la nostra sana memoria, che non ci lusinga di essere qualcosa di diverso da quanto risulta dalle nostre azioni passate, e la nostra coscienza, che ci fa prendere le cose morali non già più alla leggera di prima, ma anzi (se possibile) con serietà anche maggiore; se conserveremo queste due facoltà, il nostro io non potrà mai addormentarsi quando si sarà destato il nostro corpo astrale.

 

• Così porteremo intatta la coesione del nostro io nel mondo in cui ci destiamo col nostro corpo astrale,

quando per così dire dormiamo desti, conservando la nostra consapevolezza

nello stato in cui ci troviamo col nostro corpo astrale liberato dal corpo fisico e dall’eterico.

Quando poi ci destiamo col nostro io,

non solo sentiamo il nostro corpo astrale congiunto con tutte le entità spirituali

che abbiamo oggi descritto come gli spiriti dei periodi ciclici del nostro pianeta,

ma sentiamo anche in modo singolarissimo che in fondo

non abbiamo più un rapporto diretto con quell’uomo singolo,

portatore di questo corpo fisico, di questo corpo eterico, nei quali abitualmente ci troviamo.

 

Abbiamo quasi l’impressione che ci venga tolto

tutto quello che risulta solo dalle qualità dei nostri corpi fisico ed eterico.

Perciò sentiamo anche che ci viene tolto tutto ciò che può vivere solo esteriormente,

in questo o quel territorio del nostro pianeta:

infatti, quello che vive in un certo territorio della Terra sta in relazione con gli spiriti dei periodi ciclici.

A quel punto però, destandoci col nostro io,

non solo ci sentiamo effusi nel complesso degli spiriti dei periodi ciclici,

ma ci sentiamo identici allo spirito unitario del pianeta stesso.

• Ci destiamo nello spirito stesso unitario del pianeta.

 

• È estremamente importante il sentirsi come appartenenti all’intero pianeta.

Questa vita congiunta al pianeta si esprime per la visione occulta sufficientemente sviluppata (per menzionare un dato particolare) ad esempio nel fatto seguente:

• quando l’uomo è pervenuto al punto che il suo corpo astrale e il suo io siano desti simultaneamente,

egli durante la veglia diurna segue certo il Sole nel suo percorso dall’alba al tramonto:

ma quando egli si addormenta, non per questo il Sole scompare per lui.

• Il Sole rimane congiunto con lui quando egli si addormenta:

non cessa di risplendere, ma assume un carattere spirituale.

L’uomo non perde quindi di vista il Sole, neppure quando dorme di notte.

 

L’uomo è dunque congiunto alle mutevoli condizioni del pianeta

solo in quanto egli vive nel suo corpo astrale.

Non ha invece nulla a che fare con quelle condizioni mutevoli, quando acquista coscienza del proprio io:

in questo caso egli acquista coscienza di tutte le condizioni che il suo pianeta può attraversare.

Egli, l’uomo, si effonde nell’intera sostanza del pianeta.

 

Non bisogna credere che affermando che l’uomo vive in unione con lo spirito del suo pianeta si enunci qualcosa di eccezionale, per quanto riguarda la chiaroveggenza. Nel senso in cui questa possibilità viene qui intesa, si tratta pur sempre soltanto di un inizio. Infatti,

• quando l’uomo si desta nel modo descritto,

egli in fondo sperimenta lo spirito del pianeta solo in modo per così dire generico,

mentre in realtà lo spirito del pianeta consiste di moltissimi particolari,

di mirabili entità spirituali singole, come avremo modo di vedere nelle prossime conferenze.

 

L’uomo non percepisce ancora, a quel punto, i particolari dello spirito del pianeta e i suoi speciali multiformi aspetti.

Ciò che egli percepisce si traduce nella conoscenza, da parte sua, di vivere immerso nello spirito planetario,

quasi come in un mare che circondi spiritualmente tutta la Terra, e che dunque è lo spirito stesso della Terra.

Ci si può sviluppare esotericamente per lunghissimi tempi,

e fare un’esperienza sempre più ampia di questa unificazione con lo spirito del pianeta:

l’inizio però consiste in quel che è stato descritto.

 

Come dunque noi diciamo che dietro al corpo astrale dell’uomo si trova il suo io, così si deve affermare

che dietro a tutto quello che noi chiamiamo il complesso degli spiriti dei periodi ciclici

si trova nascosto lo spirito stesso del pianeta.

 

Mentre gli spiriti dei periodi ciclici dirigono gli spiriti naturali degli elementi,

al fine di indurre sul pianeta terrestre dei cambiamenti periodici

e delle ripetizioni nel tempo, nonché delle alternanze di fenomeni nello spazio,

lo spirito della Terra ha un compito differente.

Esso ha il compito di mettere la Terra stessa in alterni rapporti con i rimanenti corpi celesti,

di dirigerla in modo che nel corso del tempo essa venga a trovarsi nelle giuste posizioni rispetto agli altri corpi celesti.

Lo spirito della Terra per così dire è il grande apparato sensoriale della Terra,

grazie al quale il pianeta terrestre perviene al giusto rapporto col mondo circostante.

 

Possiamo ora riassumere la sequenza delle entità spirituali che per prime si incontrano sulla nostra Terra,

e alle quali si può pervenire grazie a una graduale disciplina occulta.

 

• Il primo velo, il più esterno, è costituito dal mondo sensibile,

con tutta la sua varietà che si presenta ai nostri sensi e che l’intelletto umano può comprendere.

• Dietro al mondo sensibile si trova quello degli spiriti della natura,

• dietro a quest’altro sta il mondo degli spiriti dei periodi ciclici,

• e dietro ancora si trova lo spirito del pianeta.

 

Volendo confrontare questa sovrapposizione dei diversi mondi con quello che di essa si presenta alla coscienza normale dell’uomo, si potrebbe esprimersi così:

• il velo più esterno del mondo sarebbe il mondo dei sensi, dietro ad esso il mondo degli spiriti naturali, poi quello degli spiriti dei periodi ciclici, e dietro a questo lo spirito del pianeta.

 

• Bisogna però sapere che l’attività dello spirito planetario si esprime in certo qual modo fin nel mondo dei sensi:

in quest’ultimo è possibile percepire in certo senso l’immagine di quello:

e lo stesso vale per gli spiriti dei periodi ciclici e per gli spiriti della natura.

 

Osservando il mondo sensibile stesso per mezzo della coscienza normale

è perciò possibile rilevare come una specie di impronta «da dietro»

effettuata dai mondi che appunto stanno dietro al mondo dei sensi:

è come se nello strato più superficiale (quello del mondo sensibile che abbiamo tolto)

fossero in qualche modo presenti le entità spirituali che su gradini successivi operano dietro ad esso.

La coscienza normale percepisce il mondo dei sensi: nelle percezioni sensibili

• il mondo degli spiriti naturali si esprime sotto forma di quelle che chiamiamo le forze naturali.

 

Là dove la scienza parla di forze naturali in realtà non c’è niente di reale.

Per l’occultista le forze naturali non sono qualcosa di reale, bensì sono la maya,

l’impronta degli spiriti della natura che operano dietro al mondo dei sensi.

 

• Quelle che per la coscienza ordinaria sono poi le leggi della natura,

sono a loro volta l’impronta degli spiriti dei periodi ciclici:

in fondo, tutte le leggi della natura esistono in quanto questi spiriti operano come potenze dirigenti.

Per l’occultista le leggi naturali non sono niente di reale.

 

Quando gli scienziati parlano di leggi di natura e le combinano esteriormente,

l’occultista sa che esse si rivelano nella propria verità quando qualcuno sappia ascoltare, a corpo astrale desto,

ciò che dicono gli spiriti dei periodi ciclici e le disposizioni che essi dànno agli spiriti della natura.

Nella maya, nella parvenza esteriore ciò si esprime nelle leggi naturali.

La coscienza ordinaria non può di solito andare più oltre;

essa non perviene di solito fino all’impronta che nel mondo esterno lascia lo spirito del pianeta.

 

• La coscienza normale dell’uomo odierno parla delle percezioni esterne,

dei fatti che si percepiscono, delle forze della natura;

parla della luce, del calore, del magnetismo, dell’elettricità, e così via, della forza di attrazione, della gravità, ecc.

Sono queste le entità della maya a base della quale sta il mondo degli spiriti della natura, il corpo eterico della Terra.

 

La scienza parla poi di leggi naturali: e queste a loro volta sono una maya.

Alla loro base si trova quel mondo degli spiriti dei periodi ciclici, del quale abbiamo parlato oggi.

Solo penetrando ancora più oltre si perviene all’impronta

che lo spirito stesso del pianeta lascia nel mondo sensibile esteriore.

La scienza odierna non arriva a tanto; e a chi oggi ancora lo fa, non si presta poi tanto credito!

Lo fanno i poeti, gli artisti, che cercano ancora un senso dietro alle cose.

Perché fioriscono le piante? perché nascono e periscono le specie animali? perché l’uomo abita la Terra?

Ricercando in questo modo il senso dei fenomeni naturali, sforzandosi di analizzarlo e di risintetizzarlo dai fenomeni esterni, come cerca di fare talvolta anche una certa filosofia più profonda, allora ci si avvicina all’espressione dello spirito planetario stesso nel mondo fisico.

Però oggi non si crede poi tanto a una tale ricerca del senso dell’esistenza. Ci crede forse ancora talvolta un poco il sentimento; la scienza invece non sa che farsene di ciò che eventualmente si potrebbe scoprire, nel susseguirsi dei fenomeni, al di là delle leggi di natura.

 

Qualora si cercasse ancora un senso al di sopra delle leggi naturali nelle cose del mondo percepito coi sensi,

lo si potrebbe scoprire come l’impronta dello spirito planetario nel mondo sensibile.

Questo sarebbe la maya esteriore.

 

• Il mondo sensibile una prima maya, in quanto esso

è ciò che viene prodotto dal corpo eterico stesso della Terra, la sostanza degli spiriti della natura.

• Una seconda maya è ciò che degli spiriti della natura appare agli uomini nelle forze naturali;

• quello che degli spiriti dei periodi ciclici si manifesta sotto forma di leggi naturali rappresenta una terza maya.

• Un quarto grado di maya è rappresentato da qualcosa

che (malgrado il suo carattere di parvenza, di maya) parla all’anima dell’uomo,

perché nella percezione del senso della natura l’uomo almeno si sente congiunto con lo spirito dell’intero pianeta,

quello che porta il pianeta attraverso lo spazio cosmico e gli conferisce appunto il suo significato.

In quest’ultima maya si trova direttamente l’impronta dello spirito planetario stesso.

Possiamo dunque dire che oggi siamo saliti fino allo spirito unitario del nostro pianeta.

Volendo ora stabilire ancora una volta un’analogia fra quanto abbiamo trovato per il pianeta e l’uomo, potremmo dire:

• il mondo sensibile corrisponde al corpo fisico dell’uomo,

• il mondo degli spiriti della natura al suo corpo eterico,

• il mondo degli spiriti dei periodi ciclici al corpo astrale,

• e lo spirito planetario all’io dell’uomo (cfr. Io schema precedente).

 

Come l’io dell’uomo percepisce l’ambiente terrestre fisico,

così lo spirito planetario percepisce tutto quello che esiste nel mondo spaziale circostante,

e secondo queste percezioni del cosmo esso ordina le azioni del pianeta e anche il sentire del pianeta.

 

Infatti ciò che un pianeta opera nello spazio, percorrendo la sua orbita cosmica,

e ciò che esso opera nel proprio corpo, negli elementi di cui è costituito,

è proprio il risultato delle osservazioni che lo spirito planetario effettua nei confronti del mondo esterno.

 

Come qui sulla Terra ogni singola anima umana vive a contatto di altri uomini,

tenendo conto della loro presenza per le proprie azioni,

così lo spirito planetario vive nel proprio corpo planetario, che è poi il terreno sul quale noi ci troviamo;

e d’altra parte quello spirito planetario vive in compagnia di altri spiriti planetari,

e più in generale di altri spiriti di corpi celesti.