Gli influssi di Lucifero e di Arimane

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 05.07.1909


 

Verso la fine dell’epoca atlantica,

dopo che l’uomo aveva accolto in sé il proprio corpo eterico,

era rimasto in questo ancora un residuo,

un avanzo di ciò che il corpo eterico aveva posseduto quando era fuori,

come un « piccolo risparmio », se così posso dire.

È come quando un figlio ha il padre; il padre guadagna,

e il figlio riceve sempre qualcosa dal padre per quanto gli è necessario.

 

Così l’uomo riceveva la saggezza, quel tanto di cui aveva bisogno, dal mondo circostante, fino al momento in cui il suo corpo eterico se ne distaccò.

Supponiamo ora, per rimanere nel nostro paragone, che il figlio perda il padre e non gli resti che una determinata somma, alla quale non aggiunge nessun guadagno; un bel giorno l’avrà esaurita e non gli rimarrà più niente. L’uomo era appunto in questa situazione.

 

Egli si era distaccato dalla saggezza del Padre, non vi aveva aggiunto niente col suo lavoro, e aveva vissuto di essa fino al periodo cristiano; anzi ancora nel nostro periodo egli seguita a vivere di ciò che ha ereditato, e non di ciò che si è guadagnato. Egli vive per così dire del capitale.

 

Nei periodi più antichi dell’evoluzione postatlantica, l’uomo possedeva ancora un poco del suo capitale, sebbene non avesse elaborato la saggezza col proprio lavoro; egli viveva per così dire degli interessi, e si faceva dare ogni tanto qualcosa dagli iniziati.

Ma alla fine la moneta dell’antica saggezza non ebbe più corso.

 

Quando venne data a Edipo la moneta antica, essa non valeva più.

L’antica saggezza non lo preservò dall’errore più spaventoso, e non preservò dall’errore nemmeno Giuda.

A questo era giunto il corso dell’evoluzione umana.

 

Ma, da che cosa dipese che l’uomo consumasse a poco a poco il suo patrimonio di saggezza?

Dipese dal fatto di aver precedentemente accolto in sé già due specie di entità spirituali;

prima le entità luciferiche, e poi, a seguito di quelle, le entità arimaniche o mefistofeliche.

 

Esse gli impedirono di aggiungere qualcosa all’antica saggezza, perché agivano nella sua entità in due modi: le entità luciferiche deteriorando specialmente i sentimenti e le passioni; le entità arimaniche o mefistofeliche guastando esteriormente la sua percezione, la sua osservazione del mondo.

 

• Se le entità luciferiche non fossero intervenute nell’evoluzione terrestre,

l’uomo non avrebbe acquistato interesse

per il mondo fisico che lo attira giù, al disotto del proprio livello.

• E se in seguito alle entità luciferiche non fossero intervenute le entità arimaniche,

o mefistofeliche o sataniche, l’uomo saprebbe, e sempre avrebbe saputo,

che dietro ad ogni oggetto sensibile esteriore vi è lo spirito.

• Attraverso la superficie delle cose del mondo sensibile esteriore egli vedrebbe lo spirito.

 

Ma Arimane ha introdotto e mescolato nella sua percezione come un fumo oscuro,

e così l’uomo non può penetrare con lo sguardo fino allo spirito.

• Ad opera di Arimane l’uomo viene impigliato nella menzogna,

e si trova quindi imprigionato nella maya, nell’illusione.

 

Queste due specie di esseri gli impediscono di acquistarsi altre conoscenze

da aggiungere all’antico patrimonio di saggezza che aveva un tempo accolto.

Questo si è così esaurito, ed ha perduto a poco a poco la sua utilità.

Ma in un determinato altro senso l’evoluzione prosegue nondimeno il suo corso.

 

Durante l’epoca atlantica l’uomo ha immerso il suo corpo eterico nel corpo fisico;

fu una sventura per lui rimanere in certo qual modo abbandonato da Dio,

e sperimentare in questo mondo fisico, dentro il suo corpo fisico,

le influenze di Lucifero e di Arimane; fu il suo destino.

La conseguenza ne fu che, proprio per l’influenza del corpo fisico,

a causa della vita nel corpo fisico, l’antico tesoro di saggezza divenne inutilizzabile.

Come avvenne ciò?

 

Prima l’uomo non viveva nel corpo fisico;

egli attingeva allora la saggezza, per così dire, dalla cassa del padre, dagli antichi tesori di saggezza;

egli aveva cioè la sua cassa fuori dal suo corpo fisico, appunto perché col suo corpo eterico egli dimorava al di fuori.

Questa cassa lentamente si è esaurita.

L’uomo avrebbe dovuto avere una cassa nel proprio corpo, per aumentare il suo tesoro di saggezza.

 

Ma siccome non la aveva, appunto perché l’uomo

non possedeva nel suo corpo una sorgente per rinnovare la saggezza,

avvenne che ogni volta che egli usciva dopo la morte dal suo corpo fisico,

nel suo corpo eterico vi era minore quantità di saggezza.

Dopo la morte, dopo ogni incarnazione,

il suo corpo eterico conteneva ogni volta meno saggezza;

il corpo eterico diventava sempre più povero di saggezza.

 

……………………………….

 

Due possibilità si presentano per l’evoluzione umana.

• Una è la seguente: L’uomo si evolve senza il Cristo.

In questo caso il corpo eterico non potrebbe portar seco niente dal corpo fisico,

perché non vi ha ricevuto niente; ne uscirebbe a mani vuote.

 

• Siccome il corpo eterico non ha nulla,

non potrebbe nemmeno vivificare il corpo fisico, non potrebbe impedire che esso si logorasse, si inaridisse.

L’uomo perderebbe a poco a poco tutti i frutti della vita fisica,

essi non potrebbero dargli niente muovendo dal corpo fisico, ed egli sarebbe costretto ad abbandonarlo.

• Ma gli uomini sono scesi sulla terra proprio per aggiungere un corpo fisico ai germi che già esistevano.

 

Il germe del corpo fisico è precedente, ma senza la formazione del corpo fisico

l’uomo non potrebbe mai adempiere la sua missione terrestre.

• Sulla terra sono poi venuti gli influssi di Lucifero e di Arimane.

• Se l’uomo non acquista nulla nel suo corpo fisico,

se il suo corpo eterico ne esce senza poter portar seco qualcosa di nuovo

– anzi consumando perfino l’antico patrimonio di saggezza –

allora la missione terrestre sarebbe fallita, allora la missione della terra è perduta per l’universo.

 

• L’uomo non porterebbe seco nulla nell’avvenire.

• Egli porterebbe seco il teschio eterico vuoto, mentre lo aveva portato pieno all’inizio dell’evoluzione terrestre!

 

Supponiamo invece che al momento giusto si verifichi qualcosa mediante cui l’uomo, quando il suo corpo eterico torna ad uscire dal corpo fisico, diventi atto a dare qualcosa al corpo eterico, a vivificarlo nuovamente, a compenetrarlo nuovamente di saggezza. Allora, anche movendo verso il futuro, il corpo eterico potrebbe uscire, ma sarebbe fornito di nuova vita e di nuova forza; potrebbe nuovamente adoperarla per la vivificazione del corpo fisico; potrebbe rimandare forza e vita nel corpo fisico.

 

Ma occorre prima che esso stesso ne abbia; occorre prima che esso stesso riceva forza e vita.

Se il corpo eterico può ottenere forza e vita sarà salvato il frutto terrestre dell’uomo.

Allora il corpo fisico non si decomporrà semplicemente,

ma, perituro, prenderà la forma del corpo eterico, dell’imperituro!

E la resurrezione dell’uomo, con le sue conquiste nel corpo fisico, è salvata.

 

Doveva dunque venire un impulso sulla terra per mezzo del quale ciò che era stato consumato dell’antico patrimonio di saggezza potesse essere rinnovato, per mezzo del quale potesse venire innestata nuova vita nel corpo eterico, in modo che il fisico, altrimenti destinato a decomporsi, potesse attrarre ciò che è imperituro, e riempirsi di un corpo eterico che lo rendesse imperituro, che lo salvasse dall’evoluzione terrestre.

E proprio questo, questa vita rivolta al corpo eterico, fu portata dal Cristo.

 

È dunque legato al Cristo il fatto che ciò che altrimenti sarebbe stato destinato alla morte,

vale a dire il corpo fisico dell’uomo,

sia trasformato, sia preservato dalla decomposizione, abbia la capacità di attrarre l’imperituro.

 

L’impulso del Cristo

ha versato vita nel corpo eterico dell’uomo, vita nuova, dopo che la vita era stata consumata!

E l’uomo, quando dirige il suo sguardo verso l’avvenire, deve dirsi:

• «Quando un giorno il mio corpo eterico sarà fuori dal corpo fisico,

dovrò allora essermi evoluto in modo che il corpo eterico

sia tutto compenetrato dal Cristo. Il Cristo dovrà vivere in me!

Nel corso della mia evoluzione terrestre devo a poco a poco

compenetrare completamente il mio corpo eterico col Cristo».

 

Ho descritto ora i processi più profondi che sfuggono allo sguardo esteriore.

Essi sono la spiritualità nascosta dietro all’evoluzione fisica del mondo. Ma quale doveva essere la forma esteriore?

Che cosa penetrò dunque nel corpo fisico attraverso le entità luciferiche e arimaniche?

 

Penetrò nel corpo fisico il germe della decomposizione, il germe del dissolvimento,

in altre parole il germe della morte.

Il germe della morte era entrato nel corpo fisico.

 

Il germe della morte

si sarebbe manifestato completamente alla fine dell’evoluzione terrestre,

se non fosse venuto il Cristo, perché in tal caso

il corpo eterico sarebbe stato per sempre incapace di vivificare l’uomo.

 

Alla fine dell’evoluzione terrestre tutto ciò che è stato creato quale corpo fisico umano

sarebbe caduto vittima della decomposizione,

e la stessa missione terrestre sarebbe stata destinata a morire.

 

Quando vediamo la morte in questa esistenza attuale, essa è sempre un indizio della morte universale che ci aspetterebbe alla fine dell’evoluzione terrestre. Soltanto lentamente si esaurisce ciò che venne dato nel passato all’umanità. Che l’uomo torni sempre nuovamente a rinascere, che possa passare da una incarnazione all’altra, è stato possibile soltanto perché gli era stata data una riserva di vita.

 

La possibilità di esistenza per una vita puramente esteriore attraverso le successive incarnazioni verrebbe a mancare soltanto alla fine dell’evoluzione terrestre, ma a poco a poco risulterebbe evidente che gli uomini muoiono. Ciò avverrebbe lentamente, una parte dopo l’altra, e il corpo fisico diventerebbe sempre più disseccato.

 

• Se non fosse venuto l’impulso del Cristo, verso la fine dell’evoluzione terrestre

l’uomo avrebbe visto morire le sue membra una alla volta.

 

L’impulso del Cristo è appena all’inizio della sua evoluzione;

esso penetrerà solo a grado a grado nell’umanità,

e soltanto i tempi avvenire mostreranno pienamente

quello che il Cristo sarà per l’umanità, sino alla fine dell’evoluzione terrestre