Gli oracoli atlantici

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 29.06.1909


 

Abbiamo indicato ieri il momento in cui si è presentata la chiara sensazione dell’io. Abbiamo detto che il corpo eterico dell’uomo è arrivato a coincidere completamene col corpo fisico all’avvicinarsi dell’ultimo terzo dell’epoca atlantica.

Anche il modo di guidare l’umanità era prima ben diverso. Nel periodo atlantico non esisteva affatto un modo d’intendersi fra uomo e uomo per cui uno potesse fare appello al giudizio dell’altro.

 

In quei tempi di chiaroveggenza crepuscolare, la reciproca comprensione era basata sul fatto che un influsso subcosciente veniva esercitato da uomo a uomo. Esisteva allora in alto grado ciò di cui oggi ci sono rimasti soltanto alcuni residui ereditati, poco compresi e male interpretati; esisteva cioè una suggestione, un influsso subcosciente da uomo a uomo, che faceva soltanto un debole appello all’attività dell’altra anima.

 

Se volgiamo indietro lo sguardo verso gli antichi tempi dell’Atlantide, possiamo vedere che allora veniva esercitata una forte influenza sull’anima degli altri appena un’immagine o un sentimento sorgeva nell’anima dell’uomo, ed egli indirizzava la sua volontà verso un’altra persona. Tutti gli influssi erano potenti, e anche la volontà aveva la forza di accogliere tali influssi. Di tutto ciò sono rimasti oggi soltanto pochi residui.

 

Immaginiamo che un uomo di quei tempi passasse dinanzi ad un altro eseguendo determinati movimenti; il risultato su quell’altro che lo stava a guardare, ammesso che fosse più debole di lui, sarebbe stato di obbligarlo ad imitare ed eseguire tutti quei movimenti. Oggi non è rimasto di questo che un residuo ereditario: il fatto che, quando una persona sbadiglia, chi sta a vedere prova anch’egli la tendenza a sbadigliare.

 

Vi era a quei tempi un legame molto più intimo fra uomo e uomo.

Ciò dipendeva dal fatto che l’uomo viveva in un’atmosfera del tutto diversa da quella odierna. Oggi viviamo in una atmosfera compenetrata di acqua soltanto quando piove molto. Allora, l’aria era continuamente pervasa da densi vapori acquei; e l’uomo, al principio del periodo atlantico, era costituito di una sostanza poco densa, press’a poco simile a quella che hanno certi animali gelatinosi che oggi vivono nel mare, e che appena si distinguono dall’acqua circostante. Così era l’uomo; egli non si densificò che gradatamente.

 

Sappiamo già che l’uomo di allora era sempre sottoposto a delle influenze, non solo a quelle delle superiori entità spirituali in realtà dirigenti, che abitavano sul Sole o erano distribuite sui diversi pianeti del nostro sistema solare, ma anche a quelle degli spiriti luciferici che influenzavano il suo corpo astrale.

Abbiamo caratterizzato la direzione in cui veniva esercitata quell’influenza; e abbiamo anche detto che le persone destinate ad essere i capi delle popolazioni atlantiche dovevano combattere l’influsso luciferico nel loro corpo astrale. Siccome a quei tempi l’uomo aveva per lo più coscienza spirituale e chiaroveggente, egli percepiva anche tutti gli influssi spirituali che vivevano in lui.

 

Oggi un uomo che non conosca la scienza dello spirito ride se gli si dice che nel suo corpo astrale si hanno effetti dell’attività degli spiriti luciferici. Egli non sa che così questi spiriti hanno su di lui una presa molto più forte di quanto non avrebbero se egli li riconoscesse.

«Del diavolo la gente non si accorge, nemmeno se la tiene per il collo».

Questa è una massima molto profonda nel Faust di Goethe; e molte influenze materialistiche non vi sarebbero oggi, se gli uomini sapessero che gli influssi luciferici non sono ancora tutti usciti dall’uomo.

 

A quei tempi venivano sorvegliati con severa cura, nei riguardi delle guide e dei loro discepoli, tutti gli istinti, le passioni e i desideri che potevano destare nell’uomo un interesse per il suo ambiente fisico-sensibile più profondo di quanto non convenisse per il progresso della sua evoluzione nell’universo.

Chi infatti si voleva evolvere per diventare una guida, doveva esercitare anzitutto questa autoconoscenza, ricercando severamente in se stesso tutto ciò che poteva provenire dall’influsso di Lucifero; doveva studiare a fondo le entità luciferiche nel suo proprio corpo astrale. In tal modo egli riusciva a tenersene ben alla larga e a vedere le altre entità, quelle dirigenti superiori divino-spirituali, soprattutto quelle che avevano trasferito il loro campo d’azione sul Sole o sugli altri pianeti, seconda della loro discendenza, gli uomini percepivano anzi regioni diverse.

 

Vi erano delle anime umane discese per esempio da Marte; quando queste anime si dedicavano all’evoluzione atta a combattere l’influsso luciferico nel loro corpo astrale, esse venivano condotte a un grado di chiaroveggenza superiore, ad una chiaroveggenza buona e pura, e vedevano le entità spirituali superiori del regno dal quale esse erano discese, ossia dal regno di Marte. Le anime discese dal regno di Saturno arrivavano a vedere le entità di Saturno, quelle di Giove o di Venere vedevano le entità di Giove e di Venere. Ognuno percepiva il proprio rispettivo regno.

Ma gli uomini più evoluti, quelli che avevano superato la crisi lunare, potevano gradatamente prepararsi a vedere non soltanto gli esseri spirituali di Marte, Giove o Venere, ma anche quelli del Sole stesso, gli eccelsi spiriti solari.

 

• Per il fatto che gli esseri che venivano iniziati fossero discesi dai diversi pianeti,potevano di nuovo percepire i mondi spirituali di quei pianeti.

• Risulta quindi comprensibile la ragione per cui nella antica Atlantide vi fossero delle sedi, delle istituzioni, nelle quali venivano accolti per esempio gli uomini provenienti da Marte, quando essi erano maturi per lo studio dei segreti di Marte.

• Vi erano altri luoghi dove coloro che provenivano da Venere studiavano i segreti di Venere.

• Se con una parola usata tardi vogliamo chiamarli «oracoli », troveremo nell’Atlantideun «oracolo di Marte», dove venivano studiati i segreti di Marte, un «oracolo di Saturno», un «oracolo di Giove», un «oracolo di Venere» e così via.

 

Il massimo era «l’oracolo del Sole», e l’iniziato più elevato era il più alto iniziato dell’oracolo del Sole.

Siccome l’uomo era suscettibile alla suggestione, ed esistevano forti influssi sulla volontà, anche tutto l’insegnamento era diverso. Cerchiamo di raffigurarci il modo in cui maestri e discepoli si intrattenevano fra di loro. Supponiamo che vi fossero dei maestri spirituali ai quali l’iniziazione era stata impartita come per atto di grazia. I loro successori, i loro discepoli, come arrivavano all’iniziazione durante il periodo atlantico?

 

Dobbiamo pensare anzitutto che quelli già iniziati, mediante il loro apparire, la loro semplice esistenza, esercitavano un potente influsso su coloro che erano predestinati a divenire i loro discepoli. Nessun iniziato atlantico poteva farsi vedere senza che coloro, i quali dovevano diventare discepoli, non sentissero subito vibrare nelle loro anime le corde che davano loro la possibilità di seguire quel discepolato.

 

Erano influenze che si sottraevano alla coscienza oggettiva diurna, quelle che a quei tempi passavano da uomo a uomo; né a quei tempi era necessario il metodo di insegnamento che oggi conosciamo. Tutte le relazioni col maestro, tutto ciò che egli faceva, si svolgeva in collaborazione con la facoltà imitativa dell’uomo.

 

Molto veniva trasmesso inconsciamente dal maestro al discepolo. Perciò era di massima importanza che chi era maturato, a seguito delle circostanze precedenti della sua vita, fosse anche solo introdotto nelle sedi degli oracoli e vivesse vicino ai maestri. Vedendo quello che facevano i maestri, e mediante l’azione di sentimenti e sensazioni, essi venivano preparati; peraltro preparati nel corso di un lungo lungo periodo di tempo.

 

Arrivava poi il momento in cui esisteva un tale accordo armonico fra l’anima del maestro e quella dello scolaro, che tutte le conoscenze superiori possedute dal maestro fluivano nel discepolo. Così succedeva negli antichi tempi. Ma dopo che si era verificata l’unione fra il corpo eterico e il corpo fisico, che cosa avvenne?

 

Sebbene durante il periodo atlantico il corpo eterico e il corpo fisico fossero arrivati a coincidere perfettamente, pure essi non erano ancora saldamente uniti; bastava uno sforzo di volontà da parte del maestro per ottenere che, in certo qual modo, il corpo eterico si separasse.

 

A un certo punto non fu più possibile che al momento propizio le conoscenze del maestro passassero naturalmente nello scolaro; però il maestro poteva facilmente far uscire il corpo eterico del discepolo, e allora il discepolo poteva vedere ciò che vedeva il maestro. Era cioè possibile, dato il leggero legame del corpo eterico col corpo fisico, di fare uscire il corpo eterico del discepolo, in modo che la saggezza del maestro, la sua osservazione chiaroveggente, venisse trasferita nel discepolo.

 

Poi venne la grande catastrofe che distrusse il continente atlantico.

Delle perturbazioni possenti nel campo atmosferico e acqueo, dei violenti terremoti fecero sì che a poco a poco tutto l’aspetto della Terra si modificasse.

L’Europa, l’Asia e l’Africa, che prima erano terra ferma soltanto in minima parte, emersero dalle acque; e così fu per l’America; l’Atlantide sparì. Gli uomini emigrarono verso oriente e verso occidente, e si formarono i più svariati insediamenti.