I 4 organismi dell’uomo: solido, liquido, aereo e di calore

O.O. 202 – Il Ponte tra la spiritualità cosmica – 17.12.1920


 

Nel corso del tempo abbiamo raccolto le più diverse componenti necessarie per la conoscenza dell’uomo. Ora siamo arrivati al punto da inserire a poco a poco l’uomo da un lato nella vita cosmica, dall’altro nella vita sociale. Per questo è necessario che oggi facciamo attenzione a qualcosa che può ancora arricchire la comprensione dell’entità umana.

 

Quando si considera l’uomo nel senso dell’orientamento scientifico attuale, in realtà si considera solo una parte dell’entità umana. Infatti non si prende assolutamente in considerazione il fatto che, oltre del suo corpo fisico, l’uomo è dotato di altre componenti della sua entità di grado più elevato. Oggi però vogliamo per ora prescindere da questo fatto.

Vogliamo occuparci in modo particolare di quanto da un lato viene più o meno riconosciuto dall’indirizzo scientifico e dall’altro è già entrato a far parte della coscienza popolare.

 

In realtà si considera l’uomo asserendo che alla sua organizzazione appartiene solo quel che ci si può rappresentare in qualche modo allo stato solido o solido-liquido. Certo, si considera come l’elemento liquido e l’elemento aeriforme entrino ed escano dall’uomo, ma non si guarda a questi elementi come a componenti stessi della organizzazione umana.

 

Si considera come uno stato dell’organismo umano, e non come una parte costitutiva dell’organizzazione, il calore che l’uomo ha in sé e che è più elevato di quello dell’ambiente circostante. Vedremo subito con maggior precisione che cosa s’intenda con quel che ho detto.

 

Già una volta ho fatto prestare attenzione all’ondeggiamento in su e in giù del liquor cefalo-rachidiano entro il canale midollare: lì si vede come grazie all’inspirazione e all’espirazione abbia luogo un movimento oscillatorio regolare, un movimento ondeggiante del liquor dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso.

 

Nell’inspirazione il liquor viene spinto verso l’alto, va per così dire a urtare contro l’organizzazione del cervello, per poi abbassarsi nuovamente con l’espirazione.

Nell’ambito delle sostanze puramente liquide dell’organismo umano, un processo di tal genere non viene considerato come appartenente di per sé all’organizzazione.

 

Appunto in quanto organizzazione fisica, si pensa press’a poco che l’uomo consista di quelle parti, di quelle sostanze più o meno solide, o al massimo solido-liquide, che si possono ritrovare al suo interno.

Possiamo fare un disegno schematico: si pensa che l’uomo consista appunto di queste sostanze più o meno solide, di sostanze ossee e così via, cioè ci si rappresenta l’uomo in certo qual modo come un’impalcatura (bianco). Il resto, la parte propriamente liquida dell’uomo, come quella dell’esempio del liquor cefalo-rachidiano, la parte aeriforme, non vengono considerate appartenenti all’organizzazione umana, studiando anatomia e fisiologia.

 

Ci si dice: sì, l’uomo inspira l’aria, essa percorre in lui determinate vie, ha certi compiti; poi viene di nuovo espirata. Si parla dello stato di calore dell’uomo, ma in fondo si considera solo il solido come principio organizzatore. Non si presta attenzione al fatto che, oltre a quell’impalcatura solida, bisogna considerare l’uomo intero anche come un corpo liquido; a tutta prima possiamo dire come una colonna liquida (nel disegno: blu, I); inoltre tutto l’uomo è compenetrato di aria (rosso, II) ed è pervaso da un certo calore (giallo, III).

 

Un’osservazione più approfondita mostra che, allo stesso modo in cui bisogna considerare il solido o il solido-liquido come una parte, come una parte costitutiva dell’organizzazione umana, allo stesso modo bisogna pensare anche a tutta la sostanza liquida che si trova direttamente all’interno dell’uomo non come a una massa liquida indifferente, ma come a una sostanza organizzata, anche se l’organizzazione è fluttuante: quest’organizzazione liquida ha un significato altrettanto importante quanto l’organizzazione solida.

 

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Quindi accanto all’uomo in certo qual modo solido bisogna considerare l’uomo liquido e inoltre bisogna anche considerare l’uomo aeriforme. Infatti tutta l’aria che portiamo entro di noi, in rapporto alla sua articolazione, in rapporto alle sue parti, è un organismo allo stesso modo dell’organismo solido, solo che si tratta di un organismo aeriforme e in movimento. Infine, il calore che portiamo entro noi non è uno spazio caldo uniforme che si estende a tutto l’uomo, ma è organizzato fin nelle sue parti più sottili allo stesso modo dell’organismo solido, di quello liquido, di quello aeriforme.

 

L’importante è che, nel momento in cui si parla dell’organismo liquido, di quell’organismo liquido che in certo modo occupa lo stesso spazio dell’organismo solido, non se ne può parlare, riferendoci all’attuale costituzione dell’uomo sulla Terra, senza parlare anche del corpo eterico che compenetra e pervade di forze l’organismo liquido.

 

L’organismo fisico sta in primo luogo per conto suo: è il corpo fisico.

• In quanto lo vogliamo considerare nella sua completezza, a tutta prima lo consideriamo come organismo solido.

Abbiamo a che fare col vero e proprio corpo fisico.

 

• In secondo luogo consideriamo poi l’organismo liquido:

esso naturalmente non può venir esaminato come l’organismo solido, tagliandolo col bisturi,

ma deve venir compreso come un organismo mobile in sé, un organismo liquido.

Non possiamo considerarlo senza pensarlo compenetrato dal corpo eterico.

 

• In terzo luogo abbiamo l’organismo aeriforme.

Non lo possiamo considerare senza pensarlo pervaso dalle forze del corpo astrale.

 

• Infine in quarto luogo c’è l’organismo di calore, del tutto differenziato in sé.

Non lo possiamo considerare senza trovarlo pervaso dalle forze dell’io.

Tutto ciò in conformità all’attuale costituzione dell’uomo sulla Terra.

 

Abbiamo quindi:

1 – Organismo solido Corpo fisico

2 – Organismo liquido Corpo eterico

3 – Organismo aeriforme Corpo astrale

4 – Organismo di calore Io

 

Consideriamo ora ad esempio il sangue.

•  Dal momento che una parte principale del sangue è essenzialmente liquida

e che quindi il sangue appartiene all’organismo liquido,

abbiamo dunque il corpo eterico che pervade di forze il sangue.

•  Inoltre abbiamo nel sangue quel che di solito chiamiamo lo stato di calore.

•  Ma questa è in realtà un’organizzazione

e non coincide assolutamente con l’organizzazione del sangue liquido come tale.

 

Se si potesse esaminare questo fatto (in futuro, volendo prendere in considerazione queste cose, ci potranno essere senz’altro dei metodi fisici d’indagine) registrando semplicemente gli stati di calore nelle diverse parti dell’organismo umano, si troverebbe che essi non coincidono con l’organizzazione liquida o con un’altra organizzazione.

Nel momento in cui si considererà l’uomo in questo modo, si vedrà però che con considerazioni di tal genere non si può rimanere all’interno dell’organismo umano. Si può rimanere all’interno dell’organismo umano fintantoché si considera il solo organismo solido.

 

Esso forma una certa struttura conchiusa, delimitata verso l’esterno dalla pelle.

Anche questo è però solo apparenza, perché l’uomo considera il solido come se fosse un blocco solido in sé conchiuso.

Ma anche il solido è in sé differenziato

e soprattutto si trova ad essere in relazione nei modi più diversi con tutto il resto della corporeità solida.

 

Osserviamo ad esempio un fatto ovvio: le diverse sostanze solide hanno un peso diverso. Già da questo fatto si può ricavare la conclusione che le sostanze all’interno dell’organismo umano, avendo un peso diverso, un peso specifico diverso, in certo qual modo gravano in modo diverso nell’uomo.

 

Con riferimento alla sua organizzazione fisica,

l’uomo si trova pertanto in relazione con tutta la Terra.

Pur tuttavia si può delimitare spazialmente questa organizzazione fisica

almeno a una prima vista esteriore.

 

Le cose stanno in modo diverso già per quanto riguarda la seconda organizzazione,

quella liquida che abbiamo vista pervasa dalle forze del corpo eterico.

L’organizzazione liquida  non può più venir delimitata dall’ambiente circostante in modo così rigido.

Il liquido di un certo spazio confina con il resto del liquido.

 

Anche se a tutta prima il liquido è presente come tale nel nostro mondo esterno solo in uno stato diluito, tuttavia non si può più determinare in modo così rigido come nel caso dell’organismo solido un limite tra il liquido all’interno dell’uomo e il liquido all’esterno dell’uomo.

 

Perciò siamo costretti a sfumare in un certo modo il limite fra il liquido interno dell’uomo e quello esterno.

•  Questo fatto diventa ancor più chiaro prendendo in esame l’organismo aeriforme,

l’organismo pervaso dalle forze del corpo astrale.

L’aria che portiamo entro di noi per un determinato periodo di tempo,

poco prima era fuori di noi e fra poco sarà nuovamente fuori di noi.

•  Ci troviamo in un continuo rapporto di dare e avere per quanto riguarda l’aria dentro di noi.

 

Possiamo prendere in considerazione in certo modo solo l’aria che circonda la nostra Terra e possiamo dire: essa si protende fin dentro il nostro organismo per poi ritrarsene; nel momento però in cui si protende fin dentro il nostro organismo, entra a far parte della nostra organizzazione.

In tutto quel che diventa la nostra organizzazione aeriforme abbiamo un organismo che continuamente si forma partendo da tutta quanta l’atmosfera e che si ritrae dopo in quella stessa atmosfera.

 

In realtà in noi stessi viene di continuo costruito qualcosa nel corso di ogni processo inspiratorio, o almeno un processo di costruzione viene modificato con ogni atto inspiratorio.

Parimenti ha luogo una distruzione, anche se parziale, con ogni processo espiratorio.

 

Possiamo dire: in certo modo il nostro organismo aeriforme con ogni respiro viene modificato, non proprio rigenerato ma modificato, sia con l’inspirazione sia con l’espirazione.

Nel corso dell’espirazione naturalmente non muore, ma si modifica soltanto: ha luogo un continuo rapporto scambievole fra l’organismo aeriforme entro di noi e l’aria esterna.

 

L’organizzazione umana, così come viene considerata abitualmente nella rappresentazione popolare, può venir considerata in tal modo solo perché non si tiene conto del fatto che l’organismo aeriforme in realtà, rispetto all’organismo solido, ha solo un minimo grado di diversità.

In misura ancora maggiore è il caso che riguarda il nostro organismo di calore.

 

Naturalmente è una conseguenza del modo di pensare materialistico meccanicistico il non tener conto dell’organismo liquido, dell’organismo aeriforme, dell’organismo di calore, ma solo dell’organismo solido. Ma non si arriva ad alcuna reale conoscenza dell’uomo, se non si vuole ammettere l’articolazione dell’uomo in: organismo di calore, organismo aeriforme, organismo liquido e organismo solido.

 

Nell’organismo di calore vive principalmente l’io.

L’io stesso è, vorrei dire, quell’organizzazione spirituale che da parte sua

domina, configura e pervade di forze tutto il calore entro di noi:

lo configura non solo delimitandolo esteriormente, ma lo configura strutturandolo interiormente.

Non possiamo comprendere la parte animica dell’uomo se non teniamo conto di questa azione diretta dell’io sul calore.

 

È l’io all’interno dell’uomo a tradurre la volontà in attività, a donare gli impulsi volitivi.

In che modo l’io dona gli impulsi volitivi?

 

Partendo da un altro punto di vista abbiamo detto

di come gli impulsi volitivi siano in rapporto con tutto il terrestre,

al contrario degli impulsi di pensiero, degli impulsi delle rappresentazioni,

che sono in rapporto con l’extraterrestre.

 

Dal momento che l’io tiene insieme gli impulsi volitivi,

qual è la via per spingere in certo modo gli impulsi volitivi nell’organismo, in tutta l’entità umana?

Questo avviene dal momento in cui la volontà agisce a tutta prima

nell’organismo di calore dell’uomo (vedi schema più avanti).

Quando l’io ha un impulso volitivo, questo impulso agisce innanzi tutto sull’organismo di calore.

 

Date le attuali condizioni terrestri non è naturalmente possibile vedere in realtà, in concreto, quel che voglio descrivere.

Tuttavia lo si può prendere in considerazione come un elemento essenziale presente nell’uomo.

Lo si può prendere in considerazione prescindendo dal fatto

che nello spazio delimitato dalla pelle è racchiusa l’organizzazione solida.

 

Prescindiamo da questa organizzazione, prescindiamo dall’organizzazione liquida,

prescindiamo anche dall’organizzazione aeriforme.

Allora lo spazio resta pieno di calore, di un calore che tuttavia è in comunicazione con il calore esteriore.

Ed è l’io ad agire in questo calore, ad arricchirlo di correnti, di movimenti interiori,

in modo che esso diventi appunto un organismo.

 

Consideriamo adesso il corpo astrale dell’uomo:

il corpo astrale umano è il portatore di tutte le forze del sentimento.

Le forze del sentimento vivono nel corpo astrale

in modo che il corpo astrale a sua volta le possa condurre all’estrinsecazione fisica

nell’organismo aeriforme che sta alla base dell’uomo.

 

Si potrebbe dire: data l’attuale costituzione dell’uomo sulla Terra,

il suo io, attraverso l’organismo di calore, dà origine alle manifestazioni che si hanno

quando l’uomo stesso entra nel mondo quale essere dotato di volontà.

• Nell’organismo aeriforme si manifestano i sentimenti vissuti dal corpo astrale

e poi estrinsecati nell’organizzazione terrena.

 

Se passiamo all’organismo eterico, al corpo eterico, esso contiene in sé

(anche se in modo più immaginativo che cosciente, perché per la coscienza è necessario

ancora il corpo fisico che traduce le immagini nelle loro rappresentazioni fisiche),

esso contiene in sé la vera e propria capacità di rappresentazione, per quanto essa è ricca d’immagini;

la capacità di rappresentazione agisce poi sull’organismo liquido.

• Vediamo dunque come ci si accosta al mondo animico considerando questi particolari organismi dell’uomo.

 

Il modo di pensare materialistico, volendo rimanere ancorato solo alla struttura solida, affermando come una cosa ovvia che l’acqua non può essere organizzata (essa è invece organizzata nell’organismo), deve arrivare da parte sua al punto da ritrovarsi di fronte al mondo animico senza alcuna capacità di comprensione; infatti il mondo animico è direttamente presente appunto in questi altri organismi.

 

Il vero e proprio organismo solido, vorrei dire, è in fondo solo una specie di sostegno per gli altri organismi.

•  Abbiamo l’organismo solido che, essendo formato da ossa, muscoli e così via,

forma come una specie d’impalcatura di sostegno.

•  Entro questa impalcatura di sostegno s’inserisce poi l’organismo liquido

che è in sé differenziato e in sé parimenti configurato; in esso vibra il corpo eterico, in esso si producono i pensieri.

 

In che modo si producono i pensieri?

Si producono per il fatto che nell’organismo liquido si manifesta in una certa metamorfosi

quel che altrimenti conosciamo nel mondo esterno come suono.

Il suono è in realtà qualcosa che, si può dire, inganna in grande misura il modo di pensare umano.

 

In quanto uomini terrestri noi percepiamo il suono in modo che l’aria ne è la portatrice.

•  Sì, ma l’aria in realtà è solo una mediatrice per il suono che vive nel suo interno.

•  Chi vede l’essenza del suono solo nelle vibrazioni dell’aria assomiglia a chi dica:

l’uomo ha solo il suo organismo fisico, dentro non c’è nessun’anima.

 

È proprio come considerare solo l’organismo fisico dell’uomo, e non vedervi dentro nessun’anima, il considerare come essenza del suono solo le vibrazioni dell’aria: esse sono in realtà solo la manifestazione esteriore.

 

Il suono che vive nel loro interno è essenzialmente un elemento eterico.

• Il nostro suono aereo trae la sua origine solo dal fatto

che l’aria è compenetrata dall’etere suono, che è lo stesso dell’etere chimico.

•  Questo etere, compenetrando l’aria, la rende partecipe di tutto quel che vive

al suo interno, e per la nostra percezione ne risulta quel che chiamiamo suono.

 

Lo stesso etere suono, che al tempo stesso è l’etere chimico (ne parleremo con maggiore precisione in una prossima occasione), vive essenzialmente nel nostro organismo liquido.

 

Pertanto possiamo distinguere:

• nel nostro organismo liquido abbiamo la vita del nostro corpo eterico;

• inoltre vi penetra da tutte le parti l’etere del suono che sta alla base del suono.

 

Prego di fare una distinzione molto precisa.

•  Abbiamo in noi stessi il corpo eterico che, producendo dei pensieri, agisce entro il nostro organismo liquido.

•  Ma in questo organismo liquido entra ed esce continuamente quel che possiamo chiamare etere chimico.

Considerando dunque il nostro organismo,

abbiamo un organismo eterico completo che consiste

•  di etere chimico,  •  etere di calore, •  etere di luce  •  e etere di vita,

e inoltre abbiamo in modo del tutto particolare

•  l’etere chimico che entra ed esce attraverso il corpo liquido.

 

•  Il corpo astrale, che si manifesta nel sentimento, vive grazie all’organismo aeriforme.

•  Un altro tipo di etere, che compenetra in modo particolare l’aria,

ha a sua volta una particolare affinità con l’organismo aeriforme: è l’etere di luce.

•  Antiche visioni del mondo sottolinearono infatti sempre in modo particolare

questa affinità dell’aria fisica espansibile con l’etere di luce che la compenetra.

 

L’etere di luce, che in certo qual modo viene portato proprio dall’aria,

che in realtà è più affine all’aria del suono,

penetra in modo particolare nel nostro organismo aeriforme

e sta alla base di tutto quel che esce ed entra nell’organismo aeriforme.

 

Abbiamo dunque il nostro corpo astrale: esso vive in sé la vita di sentimento,

si mostra particolarmente attivo nell’organismo aeriforme

e lì si trova di continuo messo a confronto in modo particolare con l’etere di luce.

 

Abbiamo poi l’io dell’uomo.

L’io dell’uomo è attivo con la volontà nell’organismo di calore

ed è a sua volta in collegamento con il calore esterno, con l’etere di calore esterno che entra ed esce.

 

Ne derivano quindi le seguenti relazioni:

 

 

Pensiamo dunque:

il corpo eterico rimane entro di noi anche quando dormiamo,

anche dal momento in cui ci addormentiamo fino a quando ci svegliamo.

•  Anche in questo periodo, da quando ci addormentiamo fino a quando ci svegliamo,

è presente entro di noi l’azione reciproca dell’etere chimico col corpo eterico, grazie all’organismo liquido.

 

Le cose stanno diversamente per quanto riguarda il corpo astrale e la vita di sentimento.

Dal momento in cui ci addormentiamo fino a quando ci svegliamo

il corpo astrale è al di fuori dell’organismo umano;

allora non è il corpo astrale con la sua vita di sentimento ad agire nell’organismo aeriforme, ma quest’ultimo,

di cui abbiamo già dovuto sottolineare i rapporti con tutto l’ambiente circostante, viene intrattenuto dall’esterno.

 

L’uomo stesso, per quanto tiene vivo il corpo astrale con la vita di sentimento,

va al di fuori del corpo fisico, si trova dunque al di fuori del corpo umano

ed entra nel mondo con cui è correlato a tutta prima dall’etere di luce.

•  Dal momento in cui s’addormenta fino a quando si sveglia

l’uomo vive direttamente nel mondo che durante lo stato di veglia gli viene mediato,

in rapporto al corpo astrale, dall’organismo aeriforme.

• Un caso analogo avviene per l’io e l’organismo di calore.

 

Vediamo così come si acquista una comprensione del rapporto dell’uomo con l’ambiente solo quando si passa a considerare realmente la costituzione dell’uomo, quella costituzione che in realtà non viene assolutamente presa in considerazione dal comune modo di pensare meccanicistico.

 

Nell’uomo tutto si compenetra:

l’io, vivendo nell’organismo di calore e compenetrando

anche l’organismo aeriforme, l’organismo liquido e l’organismo solido,

li compenetra proprio anche con l’organismo di calore che quindi vive in tutto quanto.

 

Pertanto l’organismo di calore vive nell’organismo aeriforme,

e pervaso di forze dell’io vive anche nell’organismo liquido.

•  Questa è la via per ricercare, ad esempio nella circolazione del sangue, il modo di agire dell’io.

Il modo d’agire dell’io nella circolazione del sangue è presente

in quanto l’io agisce nella circolazione del sangue tramite l’organismo di calore.

L’io agisce come entità che in certo qual modo spinge la volontà

partendo dal calore attraverso l’aria fin nel liquido.

• Così nell’organismo s’intessono tutte le azioni reciproche.

 

Non ne veniamo a capo fintantoché abbiamo soltanto le comuni rappresentazioni astratte delle azioni reciproche; ne veniamo a capo solo potendoci rappresentare concretamente com’è costituito l’uomo e come tutto quel che gli si trova attorno prende parte alla sua organizzazione.

Anche alla comprensione dello stato di sonno si arriva solo prendendo esattamente in considerazione queste cose.

 

Si pensi che nello stato di sonno in realtà sono presenti soltanto il corpo fisico e il corpo eterico come nello stato di veglia; l’io e il corpo astrale sono al di fuori. Quindi, essendo presenti nell’uomo dormiente solo il corpo fisico e il corpo eterico, anche per quanto riguarda l’organismo aeriforme e l’organismo di calore può agire in lui quel che si trova entro il corpo fisico e il corpo eterico.

 

In base a quanto ho detto, nell’organismo sveglio vediamo il rapporto tra l’io e il corpo astrale e l’intero organismo.

Anche se nel sonno l’io e il corpo astrale sono al di fuori, pure abbiamo nell’organizzazione umana i quattro elementi:

• l’impalcatura di sostegno solida, l’organismo liquido,

ma anche l’organismo aeriforme in cui di solito agisce il corpo astrale, e l’organismo di calore in cui di solito agisce l’io.

 

Li abbiamo dentro l’organismo dormiente:

lì essi agiscono in modo altrettanto organizzato come nello stato di veglia grazie all’azione dell’io e del corpo astrale.

Nel nostro stato di sonno, invece dell’io che è fuori,

abbiamo in noi lo spirito che di solito compenetra il mondo

e che nella veglia abbiamo respinto fuori di noi grazie all’io, che è una parte dello stesso spirito.

 

• Abbiamo il nostro corpo di calore compenetrato dallo spirito universale,

• abbiamo il nostro organismo aeriforme compenetrato

da quel che possiamo chiamare anima universale, astralità universale,

quella che respingiamo fuori di noi allo stato di veglia.

•  Possiamo dunque considerare ora veglia e sonno anche da questo punto di vista.

 

Nel sonno il nostro organismo di calore è compenetrato dalla spiritualità universale

che nella veglia respingiamo fuori di noi con l’io: l’io è una parte della stessa spiritualità

e provvede, nel periodo da quando ci svegliamo fino a quando ci addormentiamo,

a quel che altrimenti viene provocato nell’organismo di calore dalla spiritualità universale.

 

Allo stesso modo, quando ci addormentiamo,

restituiamo la capacità d’azione nel nostro organismo all’astralità universale,

per poi respingerla fuori di noi quando ci svegliamo.

Possiamo pertanto dire: quando dormendo abbandoniamo il nostro corpo,

facciamo penetrare nel nostro organismo di calore lo spirito universale

e nel nostro organismo aeriforme l’anima universale, l’astralità universale.

 

Si arriva non solo a una comprensione dei rapporti dell’uomo col mondo fisico che lo circonda, ma se solo si è abbastanza spregiudicati nella considerazione dell’uomo si arriva anche a comprendere il rapporto dell’uomo con la spiritualità universale e con l’astralità universale.

 

Con la veglia in certo modo si incorporano nell’organizzazione umana l’io e il corpo astrale;

essi scacciano la spiritualità universale e l’astralità universale.

 

Così stanno le cose considerate da un lato.

Possiamo considerarle ora dal lato gnoseologico e si vedrà come le due considerazioni si riuniscano.

 

Di solito si procede considerando conoscenza solo quel che si sperimenta in modo conoscitivo,

dal momento in cui ci svegliamo fino a quando ci addormentiamo,

tramite la percezione e tramite l’elaborazione concettuale della percezione.

•  Solo che in questo modo si viene a conoscere esclusivamente l’ambiente fisico che circonda l’uomo.

 

Naturalmente non saremmo corretti se procedessimo in senso scientifico-spirituale

e ci abbandonassimo a ogni sorta di fantasticherie

vedendo qualcosa di direttamente essenziale nelle immagini dei sogni:

perciò non cercheremo nei sogni una conoscenza allo stesso modo in cui

la cerchiamo nella vita di rappresentazione e di percezione allo stato di veglia.

 

Pure in certo modo meno elevato il sognare è una forma di conoscenza.

Infatti è una forma particolare di autoconoscenza fisica.

 

Da un punto di vista grossolano si può ad esempio vedere come l’uomo sogni in un certo modo degli stati interni: quando ci si sveglia avendo sognato una stufa bollente al cui calore ci si è trovati esposti, al risveglio si ha uno stato di estremo calore o qualcosa del genere nel proprio interno.

Anche in altri casi i sogni sono configurati in un certo modo. Si sognano dei serpenti quando qualcosa negli intestini non è in ordine. Si sognano delle specie di caverne in cui bisogna rimpiattarsi quando si ha mal di testa, e così via.

 

In un modo oscuro, crepuscolare, il sogno fa riferimento alla vita organica interna dell’uomo, e possiamo già parlare di una certa conoscenza più bassa nella vita di sogno.

Questo fenomeno si amplifica in uomini particolarmente sensibili: nei loro sogni si può realmente avere un preciso rispecchiarsi dell’organismo.

 

Nel sonno profondo, nel sonno senza sogni, crediamo di regola di non conoscere nulla.

Dal punto di vista gnoseologico consideriamo il sonno senza sogni privo d’importanza. Ma non è così.

Esso ha un suo compito conoscitivo, anche se è individuale, personale per ogni uomo.

Se non potessimo dormire, se la nostra vita non fosse continuamente interrotta dal sonno,

noi non potremmo pervenire a una chiara rappresentazione dell’io, a una chiara vita interiore.

 

Vivremmo sperimentando continuamente il mondo esterno e ci esauriremmo nell’esteriorità.

Solo che l’uomo non considera queste cose a sufficienza,

non essendo abituato a prendere in considerazione in modo realmente spregiudicato

le cose che vive animicamente e organicamente.

 

Guardiamo all’indietro:

possiamo seguire le immagini delle nostre esperienze di vita fino al punto in cui ci ricordiamo.

•  Ma tutta questa corrente di manifestazioni

è continuamente interrotta ogni notte dal sonno, e nel ricordo trascuriamo il sonno.

•  Non pensiamo che la corrente dei ricordi dell’uomo è interrotta di continuo dal sonno.

L’interruzione determina questo fatto: in un certo modo del tutto incosciente,

oltre a vedere in un campo pieno noi vediamo anche in un nulla.

 

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Se abbiamo qui un campo bianco con il centro nero, vediamo il bianco, e il nero al centro (il disegno era su una lavagna nera), ma il nero nei confronti del bianco è un nulla. Che le cose non stiano proprio così non ci deve interessare in questo momento. Vediamo il campo nero, vediamo che con il bianco non si è coperto tutto il campo; ma questa è un’impressione altrettanto positiva, pur non essendo un’impressione analoga alle impressioni del campo bianco. Il campo nero è un’impressione altrettanto positiva. Allo stesso modo è un’esperienza positiva quando, guardando all’indietro, nello sguardo all’indietro non fluisce nulla dei periodi di tempo in cui abbiamo dormito.

 

Il tempo in cui abbiamo dormito è sì nel nostro sguardo all’indietro, solo che non appare direttamente alla soglia della coscienza, perché la coscienza si rivolge solo alle immagini che risultano dalla vita passata allo stato di veglia. Ma la scienza viene rafforzata interiormente proprio dal fatto che il campo visivo interiore rivolto all’indietro ha anche delle zone oscure; da ciò deriva la nostra capacità di coscienza interiore.

 

Ci perderemmo nel mondo esterno se fossimo solo svegli, se la veglia non fosse continuamente interrotta dal sonno.

•  Acquistiamo una conoscenza interiore di noi stessi col sonno senza sogni.

•  Mentre il sonno ricco di sogni ci rispecchia in immagini caotiche determinate singole parti,

il sonno senza sogni ci fornisce la coscienza della nostra umanità complessiva in quanto organismi,

quindi anche una conoscenza.

 

Possiamo dire:

• con la coscienza di veglia percepiamo il mondo esterno.

• Con i sogni, anche se in modo crepuscolare e indeterminato, percepiamo singoli stati organici nel nostro interno.

• Col sonno senza sogni sappiamo qualcosa della nostra organizzazione complessiva,

anche se in modo oscuro e ottuso;

pure proprio col sonno veniamo a sapere qualcosa della nostra organizzazione complessiva.

 

Abbiamo dunque in certo qual modo tre gradi di conoscenza:

•  il sonno,  •  il sonno pervaso da sogni,  •  lo stato di veglia.

Poi arriviamo ai tre stadi superiori,

• all’immaginazione,  • all’ispirazione,  • all’intuizione.

 

Essi sono gli stati superiori, al di sopra della coscienza di veglia,

e diventano sempre più chiari man mano che gli stati di coscienza forniscono conoscenze sempre più chiare.

• Invece, andando al di sotto della coscienza ordinaria,

perveniamo a conoscenze caotiche, necessarie per la vita ordinaria.

Le cose stanno dunque così, se viste dal campo della coscienza.

 

Non possiamo dire di portare in noi soltanto l’ordinaria coscienza di veglia,

e non possiamo nemmeno dire di portare in noi soltanto l’ordinario organismo solido.

Dobbiamo dire di avere l’organismo solido come qualcosa che sta nello spazio con una forma ben determinata

e che, pensando in modo del tutto materialistico, comprendiamo come l’organizzazione umana.

 

Dobbiamo pensare che la coscienza ordinaria è chiara,

tanto che le rappresentazioni che ne ricaviamo hanno dei contorni ben precisi.

•  Ma non possiamo pensare di avere solo il corpo solido, né di avere solo la coscienza di veglia:

abbiamo invece il corpo solido compenetrato dal corpo liquido, con un’organizzazione sfumata, fluttuante,

e abbiamo poi la chiara coscienza di veglia compenetrata dalla coscienza di sogno.

•  Quest’ultima non ha immagini con contorni ben precisi, ma con contorni sfumati:

in certo qual modo la vita di coscienza diventa liquida.

 

Oltre all’organismo liquido abbiamo l’organismo aeriforme che, durante il sonno, viene addirittura intrattenuto da qualcosa d’altro che non da noi stessi, che quindi in fondo è in correlazione con la nostra vita animica non totalmente, ma solo parzialmente, provvisoriamente, e solo allo stato di veglia; lo abbiamo entro noi come un organismo particolare.

 

Abbiamo una terza coscienza, una coscienza oscura, la coscienza del sonno senza sogni, in cui le rappresentazioni non solo diventano sfumate, ma s’ottundono fino al buio interiore: lì la coscienza in certo modo cessa di venir vissuta interiormente da noi come stato di coscienza, così come in certe circostanze il corpo aeriforme cessa di venir sperimentato da noi stessi quando dormiamo.

 

Se consideriamo l’uomo interiormente ed esteriormente arriviamo così a una visione sempre più ampia dell’entità umana.

 

 

Passiamo dal corpo solido al corpo liquido, al corpo aeriforme, al corpo di calore ed entriamo nella vita dell’anima.

Passiamo dalla chiara coscienza di veglia alla coscienza di sogno ed entriamo nel corpo.

Entriamo ancor più profondamente nel corpo fisico

se ci sappiamo lì dentro con la coscienza del sonno senza sogni.

 

Abbassando la coscienza di veglia fino alla coscienza di sonno entriamo nella corporeità,

considerando l’uomo in base alle parti costitutive della sua coscienza.

•  Considerando la corporeità stessa, dal suo stato solido in alto fino al suo stato di calore, usciamo dalla corporeità.

•  Se ne ricava la necessità di non accontentarsi in realtà semplicemente

di quel che si manifesta a una considerazione esteriore prevenuta.

 

Lì si ha da un lato il corpo fisico, cui ci si aggrappa con rappresentazioni materialistiche meccanicistiche;

dall’altro lato vi è la vita dell’anima, che in realtà appare alla coscienza moderna

solo più ricca di contenuti rispetto alla chiara vita di veglia.

•  Non si va da questa coscienza (io) verso il basso; infatti, se si va verso il basso, si entra nel corpo.

•  Non si va dal corpo spirituale (corpo di calore) verso il basso; infatti se si va verso il basso, si entra nel corpo solido.

 

Invece si considerano due cose che non formano affatto un insieme, il corpo solido senza il corpo liquido, il corpo aeriforme senza il corpo di calore, la chiara coscienza di veglia senza quel che in realtà rispecchia solo l’interno della corporeità, senza la coscienza di sogno e senza la coscienza di sonno.

 

Ora possiamo chiederci, prendendo le mosse dalla psicologia ufficiale:

come vive l’animico-spirituale nel fisico? Si fa proprio questo.

Pensiamo: ci sono il corpo solido, il corpo liquido, il corpo aeriforme, il corpo di calore.

•  Grazie al corpo di calore l’io sviluppa l’ordinaria, chiara coscienza di veglia.

•  Andando verso il basso, si arriva alla coscienza di sogno;

ancora più in basso si arriva alla coscienza del sonno senza sogni.

•  Lì sotto (tratteggiato nello schema), come si sa dalla mia Scienza occulta,

c’è ancora uno stato di coscienza che ora non è necessario considerare.

 

Domandiamoci qual è il rapporto fra quanto sta qui a destra con quanto sta qui a sinistra,

allora si vede che vanno d’accordo.

Qui infatti (freccia a sinistra), andando dal basso verso l’alto, si passa all’animico,

qui invece nel corporeo (freccia a destra); la destra e la sinistra vanno d’accordo.

Invece nel modo di considerare le cose proprio del mondo d’oggi,

si prende in considerazione solo il corpo solido e a sua volta poi solo lo stato di coscienza dell’io.

Allora l’io sta per aria, il corpo solido sta per terra e non si trova alcun rapporto.

 

Leggendo gli odierni manuali di psicologia si trova che vengono poste le ipotesi più inverosimili su come l’anima agisca sul corpo. Questo succede perché si considera una parte del corpo e poi qualcosa che gli è ben lontana, una parte dell’anima.

 

Che la scienza dello spirito debba dappertutto tendere alla totalità, che debba realmente creare il ponte tra il corporeo da una parte e l’animico dall’altra, che essa ricerchi veramente gli stati in cui l’animico diventa corporeo, e il corporeo animico, irrita i nostri contemporanei: essi vogliono rimanere fermi solo a quel che si manifesta a un modo esteriore e prevenuto di considerare le cose.