I sette stati di coscienza planetari

O.O. 99 – La Saggezza dei rosacroce – 1.06.1907


 

Esamineremo ora una dopo l’altra le diverse incarnazioni del nostro pianeta.

Innanzi tutto dobbiamo realmente pensare che si tratta di incarnazioni della nostra Terra, stati diversi della Terra, che volta a volta fu Saturno, Sole e Luna. Quelle incarnazioni furono necessarie per la formazione di esseri e specialmente dell’uomo, perché proprio lo sviluppo dell’uomo è strettamente legato con la Terra.

Avremo però una giusta idea di quanto realmente è avvenuto, soltanto se capiremo che quel che ora noi siamo è il risultato di trasformazioni e modifiche avvenute nel corso dell’evoluzione, soprattutto legato a determinate caratteristiche.

Esaminiamo in primo luogo le variazioni avvenute negli stati di coscienza dell’uomo.

 

• Tutto si evolve nel mondo, e anche la nostra coscienza si è evoluta.

L’uomo non ha sempre avuto la sua attuale coscienza; essa è arrivata a poco a poco allo stadio odierno.

La nostra coscienza attuale può essere denominata coscienza oggettiva o sveglia coscienza diurna.

Essa è nota a tutti, ed è la coscienza che ci è caratteristica dal momento del risveglio mattutino fino al sonno serale.

Volendo definire in che cosa essa consista, si può dire che l’uomo indirizza i suoi sensi verso il mondo esterno, percependo oggetti: appunto per questo la si denomina coscienza oggettiva.

L’uomo osserva il suo ambiente e con i suoi occhi rileva nello spazio determinati oggetti, delimitati da colori.

Egli ascolta con l’orecchio e percepisce i rumori diffusi da oggetti nello spazio; li tocca e li trova caldi o freddi, ne percepisce l’odore e li assaggia.

Pensa quindi alle sue percezioni sensorie, e indirizza la sua intelligenza alla comprensione degli oggetti stessi, in modo da realizzare l’attuale coscienza umana diurna, riunendo cioè le percezioni sensorie alla comprensione delle stesse.

 

• L’uomo non ha sempre avuto questa forma di coscienza, ma l’ha sviluppata a poco a poco;

• né essa resterà sempre uguale, perché egli salirà a più elevati stati di coscienza.

 

Con i mezzi fornitici dall’occultismo, possiamo distinguere sette stati di coscienza, dei quali il nostro attuale è quello mediano, preceduto e seguito da altri tre.

• Ci si potrà meravigliare d’essere proprio nel bel mezzo, ma ciò deriva dal fatto che il primo stato di coscienza fu preceduto da altri per noi imperscrutabili, mentre il settimo sarà seguito da altri ancora che del pari si sottraggono alla nostra osservazione. Noi vediamo cioè in ugual misura sia indietro sia avanti, e se fossimo arretrati di un gradino ne vedremmo uno di più all’indietro e uno di meno in avanti — proprio come in una pianura nella quale si vede a ugual distanza, sia a destra sia a sinistra.

 

I sette stati di coscienza sono i seguenti:

il primo molto cupo e profondo, quale oggi quasi più non si conosce, o che solo è possibile in soggetti disposti in modo particolare ad avere qualità medianiche; è una coscienza che fu comune a tutti gli uomini su Saturno.

Tali soggetti medianici possono arrivare a uno stato, noto anche al moderno psicologo, nel quale si addormentano la coscienza diurna e anche altri stati di coscienza, mentre i soggetti stessi restano come morti.

Se poi, sia ricordandosene sia anche durante lo stato accennato, quei soggetti disegnano o descrivono le esperienze avute, arrivano a raccontare fatti stranissimi che non avvengono attorno a noi.

Tracciano dei disegni, anche grotteschi o sfigurati, che però corrispondono agli stati cosmici indicati dalla scienza dello spirito.

Le descrizioni sono spesso del tutto errate, ma contengono qualcosa che permette di riconoscere come tali soggetti, durante quello stato attutito, hanno sì una coscienza oscura, ma anche universale; vedono cioè dei corpi celesti e li disegnano.

Un tempo, durante la prima incarnazione della nostra Terra, l’uomo ebbe la coscienza detta di «trance profonda», stato oscuro, ma che in compenso rappresenta nel nostro cosmo una forma di onniscienza.

Alcuni esseri del nostro ambiente, i minerali, hanno ancora quello stato di coscienza; se fosse possibile parlare con loro, essi racconterebbero della vita su Saturno. Questa coscienza è certo molto oscura.

 

• Il secondo stato di coscienza è quello del sonno abituale, esso pure poco noto, perché appunto dormiamo mentre lo sperimentiamo.

Rispetto al primo, questo stato di coscienza non è più onnisciente, ma nonostante sia ancora molto oscuro è già più chiaro del precedente.

Gli uomini ebbero di continuo la «coscienza di sonno» mentre la Terra era ancora «Sole»; in quell’epoca i progenitori umani dormivano continuamente.

Oggi esiste ancora quello stato di coscienza, ed è caratteristico delle piante, esseri che dormono in continuazione e che, potendo parlare, ci racconterebbero che cosa avveniva sul Sole perché hanno una coscienza solare.

 

• Il terzo stato, ancora sempre crepuscolare e cupo in confronto alla nostra coscienza diurna, è la «coscienza d’immagini» della quale possiamo avere un concetto preciso perché ne sperimentiamo ancora un riflesso nel sonno con sogni; si tratta soltanto di un residuo della coscienza propria a tutti gli uomini sulla Luna.

Si potrà perciò muovere dal sogno per avere un’idea della coscienza lunare.

Nella vita di sogno esistono senz’altro elementi confusi e caotici, ma ad una più precisa osservazione la stessa confusione presenta un’intima regolarità.

Il sogno è prima di tutto simbolico.

In altre conferenze ho spesso portato alcuni esempi, tutti tolti dalla realtà: si sogna di rincorrere una rana per prenderla, e si arriva a sentire il suo corpo morbido e liscio; svegliandosi, ci si avvede di avere fra le mani un angolo del lenzuolo. Usando la coscienza diurna, si sarebbe saputo di toccare il lenzuolo con la mano.

 

La coscienza di sogno ci dà un simbolo dell’azione esteriore, sostituisce un simbolo al fatto che avremmo percepito con la coscienza diurna.

Ancora, uno studente sogna di essere davanti alla porta di un’aula e di venire offeso. Ne nasce una sfida, ed egli vive ogni particolare, sino al momento in cui, accompagnato dai suoi secondi e dal medico, si trova sul terreno e parte il primo colpo. Proprio allora si sveglia e si avvede di aver rovesciato la sedia vicina al suo letto. Con la coscienza diurna avrebbe semplicemente udito la caduta, mentre il sogno simboleggia l’azione prosaica con la drammaticità del duello. Anche i nessi temporali sono del tutto diversi, perché nell’istante della caduta della sedia gli è passato davanti tutto il dramma; tutta la preparazione si è svolta in un istante.

 

Il sogno sposta indietro il tempo, non ubbidisce alle condizioni del mondo: esso medesimo crea il tempo.

Nel sogno possono essere simbolizzati non soltanto avvenimenti esterni, ma anche processi interni del corpo.

Si sogna di essere in una cantina dove ragni repellenti strisciano verso di noi e ci si sveglia col mal di testa. Il cranio viene simbolizzato nella cantina e il dolore nei ragni.

 

Il sogno dell’uomo d’oggi simbolizza avvenimenti interni od esterni a lui, ma non era così col terzo stato di coscienza nell’uomo dell’epoca lunare.

Allora l’uomo viveva di continuo in immagini simili a quelle dei nostri attuali sogni, esse però allora rispecchiavano delle realtà, significavano una cosa reale, proprio come il colore azzurro è oggi una realtà: con la differenza che allora il colore era libero nello spazio invece che fisso agli oggetti.

Con la coscienza d’allora l’uomo non avrebbe potuto passeggiare per la strada come fa oggi, scorgere un suo simile da lontano e avvicinarglisi; allora non si sarebbero percepite forme di esseri aventi un colore sulla loro superficie, a prescindere dal fatto che a quel tempo l’uomo non camminava come oggi.

• Immaginando che un uomo sulla Luna ne avesse incontrato un altro, sarebbe sorta una immagine con forma e colore, aleggiante davanti a lui; se essa fosse stata brutta, egli si sarebbe tirato da parte per schivarla, se fosse stata bella si sarebbe avvicinato. L’immagine brutta gli avrebbe rivelato che l’altro essere nutriva sentimenti d’antipatia verso di lui, quella bella che l’altro gli voleva bene.

 

• Immaginiamo ancora che sulla Luna ci fosse stato il sale. Se oggi il sale è sulla tavola, lo vediamo come esso si presenta nello spazio, come oggetto, granuloso e con un determinato colore. Allora, sull’antica Luna, non sarebbe stato così, non si sarebbe visto il sale, ma dal luogo dove esso si trovava sarebbe sorta un’immagine aleggiante con forma e colore che ci avrebbe indicato l’utilità del sale. La coscienza era allora piena di immagini dalle forme e dai colori aleggianti, e l’uomo viveva in quel mare di forme e colori, indicanti però gli avvenimenti che gli succedevano attorno, in primo luogo le cose dell’anima o che si riferivano all’anima, e mostranti inoltre che cosa fosse utile o dannoso per lui. L’uomo si orientava così in giusto modo su quanto lo circondava.

• Quando l’antica Luna si reincarnò nella Terra attuale, questa coscienza si trasformò nella nostra odierna coscienza diurna, lasciandone solo un residuo nel sogno, quale oggi ci si presenta. Un residuo, come di tante altre cose rimangono dei residui. Così per esempio ci sono rimasti, vicino alle orecchie, certi muscoli che oggi sembrano inutili; prima essi avevano una funzione e servivano per muovere le orecchie a volontà, mentre oggi soltanto poche persone riescono ancora a farlo.

 

• Nell’uomo sono dunque rimasti stati di coscienza residui di condizioni passate. Allora le immagini descritte rappresentavano il mondo esterno, mentre oggi non hanno più alcun significato. Ancor oggi però esiste il medesimo stato di coscienza presso quegli animali che, si badi bene, non possono emettere suoni producendoli dal loro interno.

• In occultismo si fa una distinzione, ben più precisa che non nella scienza ufficiale, fra gli animali interiormente muti e quelli capaci di emettere suoni dal loro interno. Si trovano certo anche animali inferiori che producono suoni, non però dal loro interno, bensì in modo meccanico attraverso sfregamento o altro, come per esempio fanno anche le rane.

• Soltanto gli animali superiori, formatisi quando l’uomo potè esprimere in suoni il suo dolore o la sua gioia, ebbero la possibilità, assieme all’uomo medesimo, di manifestare con dei versi il loro dolore e il loro piacere.

 

Tutti gli animali rimasti interiormente muti hanno ancora la coscienza d’immagini descritta prima.

Non è vero che gli animali inferiori vedano le medesime nostre immagini limitate.

Quando un qualsiasi animale inferiore, per esempio un granchio, percepisce un’immagine che gli procura una determinata impressione brutta, esso si scansa; non percepisce l’oggetto, ma nell’immagine che lo respinge vede il pericolo per lui.

 

• Il quarto stato di coscienza è ora comune a tutti gli uomini.

Le immagini di colore, prima percepite come aleggianti libere nello spazio, coincidono ora con gli oggetti, sono ad essi sovrapposte, costituiscono i contorni delle cose, appaiono aderenti alle cose; di conseguenza sono divenute la manifestazione della forma.

Quanto prima l’uomo aveva in sé è ora uscito da lui e aderisce agli oggetti, permettendogli così di arrivare alla sua attuale coscienza di veglia.

 

Passando ad altro, ricordiamo che

• su Saturno venne preparato il corpo fisico dell’uomo;

• sul Sole si aggiunse il corpo eterico o vitale che compenetrò il corpo fisico: lo prese al punto al quale era giunto e, lavorando su di esso, lo elaborò ulteriormente.

• Sulla Luna si aggiunse il corpo eterico o vitale che compenetrò il corpo fisico, modificando di nuovo la figura del corpo fisico;

 

• su Saturno esso era molto semplice,

• sul Sole già molto più complicato, dato che su di esso lavorava il corpo eterico, rendendolo più perfetto.

• Sulla Luna si aggiunse il corpo astrale

• e sulla Terra l’io, facendolo ancora più perfetto.

 

Al tempo di Saturno, prima di esser compenetrato dal corpo eterico, il corpo fisico non aveva ancora in sé tutti gli organi di cui oggi dispone; mancavano il sangue, i nervi e tutte le ghiandole.

Anche se soltanto come disposizione, l’uomo aveva allora solo quegli organi, oggi divenuti i più perfetti perché hanno avuto il tempo di arrivare all’odierna compiutezza: gli organi dei sensi, oggi costruiti in modo mirabile.

• Le stupende costruzioni dell’occhio e dell’orecchio umano hanno raggiunto soltanto ora la loro attuale perfezione perché, formatisi già su Saturno, furono poi elaborati dal corpo eterico, da quello astrale e dall’io.

Lo stesso dicasi per la laringe, predisposta già su Saturno, benché allora l’uomo non potesse ancora parlare.

Sulla Luna egli iniziò ad emettere dei suoni e dei versi inarticolati, ma soltanto ora sulla Terra, attraverso il lungo lavoro descritto, la laringe è divenuta un apparato perfetto.

 

• Sul Sole, durante il quale si aggiunse il corpo eterico, gli organi dei sensi furono ulteriormente elaborati, mentre si aggiungevano tutti gli altri organi, in prevalenza di secrezione e di vita, che servono alla nutrizione e alla crescita.

Sul Sole fu soltanto posto il germe di questi ultimi organi.

Poi il corpo astrale proseguì a lavorare durante il periodo lunare, e l’io nel corso di quello terrestre, di modo che le ghiandole e gli altri organi della crescita maturarono sino alla perfezione odierna.

Sulla Luna, con l’aggiunta del corpo astrale, quando l’uomo aveva la coscienza d’immagini, vennero posti i germi del sistema nervoso.

Ma soltanto l’io diede il sangue all’uomo, l’io che lo rende capace di sviluppare la coscienza oggettiva e che in pari tempo gli dà la possibilità di esprimere la sua gioia e il suo dolore a mezzo di suoni emessi dall’interno.

 

In questo modo

• l’intero universo costruì gli organi dei sensi;

• il corpo eterico formò le ghiandole e gli organi per la riproduzione e il nutrimento;

• il corpo astrale costruì il sistema nervoso,

• e l’io aggiunse il sangue.

 

Nel fenomeno patologico dell’anemia il sangue non è più in grado di conservare la coscienza di veglia, e chi è colpito da questa malattia spesso ritorna a una coscienza crepuscolare, simile a quella dell’antica Luna.

 

Esaminiamo ora gli altri tre stati di coscienza che seguiranno; a questo proposito è lecito chiedere come sia possibile averne notizia già da ora. L’iniziazione lo rende possibile, perché già in anticipo l’iniziato può avere i futuri stati di coscienza.

 

• Il prossimo stato  (5°) noto all’iniziato è quello cosiddetto PSICHICO, uno stato di coscienza nel quale si hanno congiuntamente la coscienza d’IMMAGINI e quella OGGETTIVA.

Con la coscienza psichica si percepiscono gli uomini con i loro contorni e le loro forme, come avviene nella chiara coscienza diurna, pur vedendo in pari tempo quello che vive nella loro anima e che si manifesta in nuvole di colore e nelle immagini della cosiddetta aura.

Quindi non ci si muove per il mondo in uno stato sognante come l’uomo dell’antica Luna, ma sempre in condizione di completo autocontrollo, come oggi gli uomini fanno in chiara coscienza diurna.

Sul pianeta che seguirà la nostra Terra, tutta l’umanità avrà la coscienza psichica o animica, la coscienza di Giove.

 

• Esiste poi un sesto stato di coscienza che l’umanità avrà pure in avvenire.

Esso riunirà l’attuale chiara coscienza diurna con la coscienza psichica (nota soltanto all’iniziato) e con quanto l’uomo d’oggi non arriva a sperimentare nel sonno.

Quando si vivrà con una tale coscienza, detta coscienza ISPIRATIVA, si sarà in grado di scrutare molto più profondamente nella natura degli altri esseri.

Allora l’uomo non percepirà soltanto immagini di colore e forme, ma udrà anche risonare le entità altrui.

Ogni individualità umana avrà un suo suono particolare, e tutto risonerà formando come una sinfonia.

Quando il nostro pianeta si sarà trasformato nello stato di Venere, l’uomo avrà questo stato di coscienza e sperimenterà allora l’armonia delle sfere, come è descritta da Goethe nel prologo del Faust:

 

Gareggia il sole, con l’antico suono,

tra le sfere sorelle, in armonia;

e con rombante impeto di tuono

va ricompiendo la prescritta via.

 

Quando la Terra era ancora Sole, l’uomo udiva quelle armonie in modo crepuscolare, e su Venere le riudirà «con l’antico suono». Goethe è rimasto fedele all’immagine persino in questa espressione.

 

• Il settimo gradino è la coscienza SPIRITUALE, vale a dire la più elevata coscienza, nella quale si è ONNISCIENTI, si percepisce quanto avviene sul proprio pianeta e in tutte le vicinanze cosmiche.

Si avrà la stessa coscienza che su Saturno si aveva in modo oscuro, per quanto fosse pur sempre una specie di onniscienza.

Quando sarà su Vulcano l’uomo avrà questo stato di coscienza più gli altri descritti.

 

Ecco dunque i sette stati di coscienza dell’uomo, quelli che egli deve sperimentare nella sua peregrinazione attraverso il cosmo.

Ognuna delle incarnazioni della Terra presenta le condizioni necessarie affinché siano possibili gli stati di coscienza descritti.

• Soltanto perché sulla Luna è stato posto il germe del sistema nervoso, sviluppatosi poi nel cervello attuale, si è resa possibile l’odierna coscienza oggettiva.

• Devono quindi essere creati degli organi per mezzo dei quali gli stati di coscienza superiori possano manifestarsi anche fisicamente, mentre oggi l’iniziato li sperimenta in ispirito.

 

L’evoluzione assume un significato, proprio perché l’uomo deve attraversare quei sette stati planetari.

Ogni incarnazione planetaria è legata all’evoluzione di uno dei sette stati di coscienza dell’uomo, mentre quanto avviene su ogni pianeta forma gli organi caratteristici per ognuno degli stati di coscienza.

• Su Giove avremo un organo psichico più elevato;

• su Venere avremo un organo per mezzo del quale si svilupperà fisicamente la coscienza ora posseduta soltanto dall’iniziato nel mondo devachanico.

• Su Vulcano infine esisterà la coscienza spirituale, oggi propria soltanto dell’iniziato che raggiunga le più alte parti del devachan, il mondo della ragione.

 

 

Domani ci soffermeremo sui singoli pianeti perché, come la Terra nei periodi atlantico e lemurico ebbe aspetti diversi dall’attuale, e come in seguito ancora si trasformerà, così anche la Luna, il Sole e Saturno attraversarono diversi stadi, e diversi ne attraverseranno Giove e Venere.

Oggi abbiamo studiato i grandi periodi evolutivi generali dei pianeti, e domani ci occuperemo delle trasformazioni subite dai pianeti stessi, mentre servivano da dimora agli uomini.