I cristiani delle catacombe come modello delle aspirazioni spirituali del nostro tempo

O.O. 102 – L’Agire di entità spirituali nell’uomo – 11.06.1908


 

Quando l’uomo imparerà in che modo l’interiore si esprime nell’esteriore,

ci sarà di nuovo una cultura.

 

E in verità ci sono stati tempi nei quali non esisteva ancora un’architettura romanica e non esisteva ancora il gotico, tempi in cui coloro che portavano nelle loro anime una nuova cultura sorgente si incontravano nelle catacombe dell’antica città romana. Però, ciò che viveva in loro e che poteva essere solo seppellito in forme anguste nelle antiche grotte, in ciò che potete trovare sulle bare dei morti, tutto ciò che stava allora sorgendo è ciò che successivamente si manifestò nell’arco romanico, nella colonna romanica, nell’abside.

 

Il pensiero fu portato fuori nel mondo.

Se i primi cristiani non avessero portato il pensiero nell’anima,

esso non ci verrebbe ora incontro in quella che è poi diventata la cultura mondiale.

Il teosofo si sente tale solo quando è cosciente di portare nella propria anima una cultura per il futuro.

Gli altri possono anche dirgli: ma tu che cosa hai realizzato?

E lui si dirà: che cos’hanno realizzato allora i cristiani delle catacombe?

E tuttavia, che conseguenze ne sono derivate!

 

Quando ci riuniamo, cerchiamo di ampliare nello spirito il piccolo impulso del sentimento che vive nella nostra anima, così come i pensieri dei cristiani poterono espandersi in quei meravigliosi archi dei duomi di epoca successiva! Nelle ore in cui siamo insieme, pensiamo a come ciò si espanda e venga portato fuori nel mondo.

 

Allora avremo in noi gli impulsi che dobbiamo avere, se siamo coscienti del fatto che la teosofia

non deve essere un passatempo per i singoli che stanno seduti insieme, bensì qualcosa che va portato fuori nel mondo.

Le anime che qui stanno sedute coi loro corpi, quando appariranno reincarnate

troveranno che sarà già stato realizzato qualcosa di ciò che oggi vive in loro.

Portiamo questi pensieri, mentre stiamo insieme per l’ultima volta

a conclusione di una stagione ed elaboriamo i pensieri scientifico-spirituali dell’inverno.

 

Mettiamo in pratica i pensieri scientifico-spirituali in modo che essi agiscano come impulsi culturali.

Cerchiamo di impregnare così la nostra anima di sentimenti e sensazioni,

e lasciamo andare ciò verso il sole dell’estate che nell’esteriorità fisica ci mostra la forza cosmica attiva.

 

In questo modo la nostra anima sarà sempre più in grado di portare nel mondo esteriore

ciò che essa sperimenta nei mondi spirituali.

Questo fa parte dello sviluppo del teosofo.

Faremo un passo in avanti, se porteremo con noi questi sentimenti e sensazioni.