I “Figli di Dio”

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 22.05.1908


 

Ciò che, come vita, luce e Logos, apparve nel Cristo Gesù, già da sempre splendeva nel mondo;

ma non potevano riconoscerlo quelli che stavano appena maturando.

 

• La luce era esistita sempre; ché se non fosse esistita, non avrebbe potuto formarsi neppure la disposizione all’io.

• Ancora sulla Luna non c’era, dell’uomo attuale, che il corpo fisico, l’eterico e l’astrale;

l’io non vi era ancora stato accolto.

• Solo per essersi trasformata così, come ora splende sulla Terra, la luce

acquistò la forza di accendere i singoli io, di portarli lentamente alla maturazione:

«La luce splendeva nelle tenebre, ma le tenebre non potevano ancora comprenderla».

 

• Essa pervenne fino ai singoli uomini, fino agli uomini dotati dell’io;

giacché questi ultimi non avrebbero neppure potuto formarsi, se non fosse stata loro largita la luce dal Logos.

• Ma gli uomini dotati dell’io non l’accolsero;

solo pochi singoli l’accolsero, gl’iniziati, innalzandosi fino ai mondi spirituali.

• Questi furono sempre chiamati « figli di Dio »,

in quanto avevano conoscenza del Logos, della luce e della vita,

e sempre erano stati in condizione di poterne rendere testimonianza.

• Erano pochi singoli, che, per mezzo degli antichi misteri, avevano sempre conosciuto i mondi spirituali.

 

• E che cosa viveva in loro?

• Viveva in loro, in piena coscienza, ciò che è eterno nell’uomo.

• Essi già presagivano la grande parola: « Io e il Padre siamo uno »,

cioè io e il fondamento spirituale dell’universo siamo una cosa sola.

 

• E ciò che di più profondo recavano nella coscienza, cioè il proprio io,

non lo avevano ricevuto dal padre e dalla madre, bensì dall’iniziazione nei mondi spirituali.

• Non dal sangue, né dalla carne, né dalla volontà d’un padre o d’una madre lo avevano ricevuto,

bensì «da Dio», ossia dal mondo spirituale.

 

• Ecco dunque la spiegazione di quelle parole che ci dicono come la maggior parte degli uomini,

sebbene già possedesse la disposizione all’io, non accolse la luce:

questa scendeva bensì fino all’io di gruppo, ma i singoli non raccolsero.

• Coloro invece che l’accolsero – ed erano solo pochi – potevano divenire, grazie ad essa, figli di Dio;

coloro che credettero nella luce, lo divennero «da Dio», per mezzo dell’iniziazione.

Questo ci dà un’immagine chiara.

 

•Ma perché tutti gli uomini potessero riconoscere con i sensi terreni il Dio esistente,

egli dovette apparire sulla Terra in modo da poter essere veduto con gli occhi fisici,

dovette cioè assumere figura di carne, perché solo questa può venir percepita con gli occhi del corpo.

• Prima, solo gli iniziati potevano scorgerlo nei misteri;

ora invece egli aveva assunto, per la salvezza di tutti, figura di carne: «il Verbo si fece carne».

 

In questo modo l’autore del vangelo di Giovanni

riallaccia l’apparizione storica del Cristo Gesù a tutta l’evoluzione.

«Noi abbiamo ascoltato il suo insegnamento,

l’insegnamento dell’unigenito Figlio del Padre».