I – Il gruppo scultoreo e i tre Io dell’uomo

Il gruppo scultoreo


 

Nel suo libro La soglia del mondo spirituale Rudolf Steiner ha trattato per la prima volta in modo esauriente

il Mistero del triplice Io dell’uomo.140

 

Qui venne portato ad espressione con chiarezza che l’organismo dell’Io consiste

nell’Io terreno, nell’altro Io o Io superiore e nel vero Io,

i quali appartengono corrispondentemente ai tre ambiti della totalità universale:

al mondo terreno, al mondo spirituale e al mondo sopraspirituale (O.O. 17).

 

Questo libro fu pubblicato nel 1913 in occasione della prima rappresentazione del quarto Mistero Drammatico «Il risveglio delle anime» (0.0. 14), nel quale viene mostrato come soltanto a due dei protagonisti è concesso di sperimentare coscientemente la Mezzanotte Cosmica dalla forza del vero Io, a Benedetto e Maria.

Rudolf Steiner aveva tuttavia già messo in rilievo questi tre Io due anni prima nella sua famosa conferenza di Bologna, da lui tenuta durante il IV Congresso Internazionale di Filosofia, trovandosi al centro delle sue esposizioni soprattutto il rapporto dell’Io superiore con l’Io terreno nel senso di un essere e il suo rispecchiamento nell’involucro corporeo.141

 

In questa rappresentazione l’esperienza dei tre Io viene collegata anche con i gradi di conoscenza superiore. Così, per vivere nella propria esperienza il carattere di rispecchiamento dell’Io terreno, come prima cosa è necessario raggiungere la liberazione dal corpo fisico, che nella Scienza dello Spirito viene definita quale grado di conoscenza immaginativa. Ma per giungere all’esperienza dell’Io superiore dobbiamo innalzarci al successivo grado, quello ispirativo, nel quale ora viviamo coscientemente nel proprio Sé superiore.

 

Se continuando a seguire il moderno cammino di iniziazione poi cerchiamo il passaggio dall’ispirazione all’intuizione, allora per fare questo passo dobbiamo di nuovo cancellare deliberatamente tutte le esperienze conseguite dall’Io superiore e con ciò diventa possibile il cosciente accesso al vero Io.

Nelle seguenti parole Rudolf Steiner descrive questo processo di cancellazione: • «Quando così la conoscenza ispirata stabilisce anche già un diretto rapporto del Sé con il mondo soprasensibile, la pura contemplazione di questo rapporto può essere ancora portata avanti. Ciò avviene mediante l’energica sottomissione dell’autocontemplazione conseguita. … Nel tipo di conoscenza qui caratterizzata [intuizione] il Sé è completamente escluso.»

 

Con ciò l’uomo si trova davanti alla necessità di fare come un salto oltre l’abisso universale per accogliere sull’altra riva il suo vero Io, quale atto di grazia dei mondi superiori. Nel ciclo I segreti della soglia, tenuto da Rudolf Steiner durante la prima rappresentazione del quarto Mistero Drammatico a Monaco, egli descrive questa esperienza – di certo propria – nel seguente modo: • «Ma è appunto qualcosa del tutto diverso … restare veramente per un po’ nel mondo spirituale presso l’abisso dell’essere di fronte al nulla come nulla. È l’esperienza più sconvolgente che si possa avere, e ci si deve avviare con grande fiducia ad essa. Per andare all’abisso come un nulla è necessario avere la fiducia che il vero Io ci venga condotto incontro dal mondo. E questo avviene. … Così è un’esperienza interiore l’innalzarsi al mondo sopraspirituale, sperimentare un mondo completamente nuovo presso l’abisso dell’essere, e accogliere il vero Io dal mondo sopraspirituale, presso l’abisso dell’essere» (O.O. 147, 30.8.1913).

Se qui ora emerge la domanda, da quale essere proviene questa dotazione del vero Io colma di grazia al di là dell’abisso universale, la risposta può essere soltanto che questo è in grado di farlo unicamente l’entità del Cristo.142 In tal senso del salto dell’uomo oltre l’abisso universale Rudolf Steiner parla ancora in un’altra occasione aggiungendo: • «L’uomo può fare il salto al di là del ‘non-essere’ rispetto al cosmo solo mediante l’attività di Michele e l’Impulso-Cristo» (0.0. 26, Massima 164).

 

E quando nella conferenza di Bologna questo rapporto con il vero Io viene definito con la parola «Io Universale», allora con ciò è indicato l’Io del Cristo, che Rudolf Steiner in diversi contesti definisce anche sempre a nuovo quale Io Universale (per esempio nella seconda parte della Meditazione della Pietra di Fondazione).

 

Oltre a ciò qui il rapporto con il Cristo diventa ancor più chiaro, se al vero e proprio contenuto della conferenza di Bologna aggiungiamo alcuni pensieri tratti dalla relazione con la quale Rudolf Steiner ha completato le sue esposizioni verbali. Nella conferenza stessa, quale meta della disciplina occulta là descritta, troviamo ancora la seguente osservazione: • «Allora la Scienza dello Spirito sarebbe da pensare quale cammino al vivere entro l’essere che si rispecchia.» Con ciò è indicato il cammino che conduce dall’Io terreno all’Io superiore e oltre ad esso al vero Io.

Nella suddetta relazione dal titolo «La Teosofia e la vita spirituale del presente», Rudolf Steiner nomina anche i fondamenti cristologici di questo cammino: • «L’apice dell’osservazione soprasensibile consiste nel fatto che nel mondo spirituale venga riconosciuto il Cristo quale forza dirigente.» E poi le decisive parole: • «Quanto più l’anima sviluppa forze di conoscenza soprasensibili, tanto più essa si avvicina all’entità del Cristo.»

Ne consegue in modo chiarissimo che quanto più nel cammino descritto ci avviciniamo al vero Io, tanto più interiormente ci uniamo all’entità del Cristo. E nel grado del vero Io la accogliamo pienamente in noi.

 

Nella conferenza di Bologna stessa, Rudolf Steiner illustra come gli ambiti ai quali secondo la loro origine appartengono l’Io terreno e l’Io superiore si trovino nella più grande polarità l’uno con l’altro.

• Infatti, l’Io terreno mediante i sensi del corpo fisco si collega con tutto il mondo fisico-sensibile, sentendosi nella coscienza ordinaria del tutto appartenente ad esso.

• L’Io superiore invece, che alla nascita dell’uomo sulla Terra non scende nel corpo143 e genera soltanto un’immagine riflessa del suo essere nell’involucro fisico dell’uomo, è altrettanto strettamente collegato con il mondo spirituale come lo è l’Io terreno con il mondo fisico. E poiché l’Io superiore porta in sé i flutti di tutte le incarnazioni, può essere considerato come quella parte costitutiva dell’entità umana, la quale li unisce tutti in una unità superiore, nominata abitualmente la rete del destino dell’uomo.

 

Nella terminologia cristiana

• l’Io terreno viene definito con la parola personalità

• e l’Io superiore come individualità.

 

• Nella vita quindi l’Io terreno e l’Io superiore stanno di fronte l’uno all’altro in modo così polare come in generale solo il mondo fisco e il mondo spirituale. Da se stessi non possono congiungersi, poiché non ne possiedono la forza necessaria. Questa deve provenire da un essere ancor più elevato, il quale, anche se nella conferenza di Bologna non è nominato expressis verbis, può tuttavia essere soltanto il vero Io dell’uomo, afferrato nell’intuizione. Nella conferenza stessa perciò, nel passo corrispondente al grado dell’intuizione raggiunto nella disciplina occulta viene menzionato come l’istanza che suscita il collegamento del mondo terreno con il mondo spirituale, ciò che allora nell’uomo significa la congiunzione dell’Io terreno con l’Io superiore dalle forze del vero Io.

 

Nelle parole di Rudolf Steiner qui si tratta della «sintesi del sensibile e soprasensibile» e l’effettiva «unione delle due correnti». Ma questo avviene soltanto nel grado più alto, nell’intuizione, che nell’atto della comunione spirituale rende possibile l’unione con il vero Io.

• «L’unione delle due correnti [la corrente sensibile e quella soprasensibile] può essere pensata come data, mediante un possibile ulteriore sviluppo della vita dell’anima alla conoscenza intuitiva caratterizzata. Soltanto all’interno di essa è data la possibilità di superare il contrasto [tra lo Spirito e la materia]» (corsivo di Rudolf Steiner).

 

Che questo oggi sia possibile sulla via della moderna iniziazione («dell’ulteriore sviluppo della vita dell’anima») lo dobbiamo agli eventi alla svolta dei tempi. Là nel bambino Gesù luchiano, il cui essere entrò per la prima volta dopo il peccato originale nella corrente delle incarnazioni, apparve come un archetipo l’Io terreno, nel quale si manifestava un puro riflesso del mondo esterno e con esso l’anima di Gesù cercava un collegamento soltanto mediante il suo illimitato amore e la sua compassione con tutti gli esseri.

All’età di dodici anni si congiunse con questo Gesù l’Io dell’altro bambino, di quello salomonico, che nel contempo era l’Io del grande iniziato Zarathustra, trattandosi naturalmente del suo Io superiore, che unicamente fu in grado di compiere un tale passaggio. Con ciò nell’involucro corporeo del Gesù di Nazareth per diciotto anni agirono insieme il suo Io terreno e un Io superiore, tuttavia derivanti da due entità diverse.144

Direttamente prima del battesimo nel Giordano l’Io di Zarathustra abbandonò poi Gesù di Nazareth e passò nel mondo spirituale. Dopo di ciò, per la prima volta nella storia dell’umanità l’Io Universale del Cristo entrò in un uomo terrestre, quale suo vero Io.

E mediante la sua unione con il vero Io ora all’Io terreno o alla personalità terrena era conferito il carattere dell’immortalità, che prima possedeva soltanto l’Io superiore, ossia l’individualità dell’uomo.

 

Con la mediazione del vero Io da allora esiste un collegamento del tutto nuovo fra l’Io terreno e l’Io superiore, quale fondamento della moderna iniziazione. E nel senso della conferenza di Bologna, con ciò diventa possibile un nuovo rapporto fra il mondo terreno e il mondo spirituale e così si crea il fondamento per ciò che Rudolf Steiner nel suo libro La scienza occulta definisce la più alta meta dell’evoluzione della Terra, e cioè la spiritualizzazione dell’uomo e della Terra sino entro le sostanze fisiche, che scaturisce dalla maturata forza dell’Io dell’uomo.

• «Si vede che nella ‘conoscenza del Gral risulta il più alto ideale dell’evoluzione umana che all’uomo sia dato di concepire: la spiritualizzazione che egli conquista per opera propria» (O.O. 13, pag. 335).

 

L’Io terreno tuttavia, attraverso il suo collegamento con il corpo e perciò con tutto il mondo fisico-sensibile, si trova in continuo pericolo di decadere alla tentazione di Arimane, mentre sussurra all’uomo che il mondo fisico accessibile all’Io nelle impressioni dei sensi rappresenta l’unica realtà. Con ciò egli vorrebbe indurre l’uomo alla convinzione che l’Io terreno, il quale in sé è soltanto un’immagine riflessa (e diviene entità unicamente in base al suo collegamento con il vero Io), è il vero e proprio essere dell’uomo. E in questo consiste il classico errore del materialismo, che vuol far valere l’Io dell’uomo soltanto come un prodotto del corpo fisico. Infatti, nella concezione del mondo materialistica l’immagine riflessa viene ritenuta l’essere stesso che si riflette.

 

Quindi diventa anche comprensibile perché nell’odierna civiltà soprattutto Arimane lotta in modo così veemente contro l’accettazione generale dell’idea delle ripetute vite terrene e con ciò cerca soprattutto di impedire la vera conoscenza del Karma nell’umanità. Infatti, secondo le sue intenzioni l’uomo non deve conseguire alcun accesso all’Io superiore, nel quale giacciono tutte le conoscenze delle precedenti vite terrene.

• Senza un collegamento con il suo Io superiore tuttavia, l’uomo diventa un essere semplicemente terreno, che prima o poi deve seguire il destino della Terra, ossia del suo corpo fisico, e cioè la morte generale.

 

Del tutto diverse sono le intenzioni di Lucifero in merito. È vero che egli vuole condurre all’Io superiore, tuttavia in modo tale che la chiara coscienza conseguita dall’uomo nel proprio Io terreno vada del tutto perduta. L’uomo ascende quindi al mondo spirituale, là tuttavia, senza possedere un sostegno nella coscienza dell’Io, egli cade in una condizione di estasi, considerata da molte filosofie orientali semplicemente la più alta meta dell’iniziazione, che viene ad espressione nell’immagine di una goccia di luce, che si dissolve nell’oceano della luce divina. Con ciò si tratta di un cammino estatico nel quale è di certo possibile giungere nel mondo spirituale, ma soltanto in modo luciferico, correndo il pericolo, attraverso l’amnesia di tutti i ricordi terreni, di giungere nel regno di Lucifero, invece che agli Dei buoni.

 

Così oggi l’umanità si trova in questa dura prova tra l’agire di Arimane in Occidente e di Lucifero in Oriente, i quali sul piano spirituale non vogliono permettere nessun collegamento fra l’Io terreno e l’Io superiore nell’uomo. Qui si manifesta la polarità tra il materialismo occidentale e l’unilaterale spiritualità orientale estranea alla Terra. In ciò è contenuta anche l’intera problematica esistente tra la civiltà e la mentalità occidentale e orientale con il loro inevitabile scontrarsi («Clash of Zivilizations»).145

 

La vera e propria risoluzione del problema mondiale qui accennato, sia nell’evoluzione dell’umanità, sia nell’uomo singolo è soltanto possibile mediante un reale rapporto con l’Impulso-Cristo e il raggiungimento del vero Io dell’uomo collegato con esso. Infatti, unicamente questo, nel senso della conferenza di Bologna è in grado di superare la polarità mondiale qui accennata, per giungere ad un’armonia superiore. Allora anche l’evoluzione dell’umanità continuerà nel senso positivo, altrimenti essa sarà soltanto minacciata da infinite separazioni, irrefrenabili lotte guerresche e altre catastrofi sociali.

 

Da quanto detto emerge con chiarezza il collegamento con il gruppo scultoreo. Nel suo centro appare l’Essere che, come Rappresentante dell’umanità, rivela il più alto aspetto dell’Io umano. È il Rappresentante del vero Io sulla Terra e con ciò facente parte di ogni uomo. Ma quando in quest’ultimo risplende il vero Io, allora non è più possibile la tentazione di Lucifero dall’alto all’Io superiore e di Arimane dal basso allìIo terreno. Infatti, con ciò l’Io superiore ottiene il necessario rapporto con la Terra e l’Io terreno entra in un corrispondente rapporto con il mondo spirituale. Così, mediante il vero Io viene raggiunta la sintesi di Io terreno e Io superiore, e con ciò della Terra e del Cielo, nella quale non c’è più posto per le potenze oppositrici.

                                                                                              Vero Io

                                                  Io terreno                    Io superiore
                                                  (Mondo terreno)               (Mondo spirituale)

 

• Nella terminologia cristiana questo raggiungimento significa il divenire immortale della personalità umana,

che mediante l’Impulso-Cristo viene condotta in un giusto rapporto con l’Io superiore

e con ciò all’immortale individualità dell’uomo, che nel mondo spirituale comprende tutte le sue incarnazioni.

 

Rudolf Steiner lo esprime nelle seguenti parole: • «È proprio questo il progresso realizzato dal cristianesimo: la personalità viene portata con sé nell’eternità» (O.0.264).

E in un’altra occasione egli aggiunge: • «Tutto quello che l’uomo può portare nell’individualità come frutto della singola personalità, egli lo raggiunge per il fatto che è unito con l’essere del Cristo» (0.0. 102,24.3.1908).

L’espressione artistica di questa nuova possibilità, decisiva per tutto il futuro dell’evoluzione dell’umanità, è data nel gruppo scultoreo.

 


 

Note:

140 – Vedi dettagli sulla questione dei tre Io dell’uomo in S. O. Prokofieff, Das Ràtsel des menschlichen Ich (L’enigma dell’Io umano), Dornach 2010.

141 – La conferenza fu tenuta l’8 aprile 1911 a Bologna con il titolo «Una parola sulla Teosofia al IV Congresso Internazionale di Filosofia», pubblicata con il titolo Rudolf Steiner a Bologna, Il Capitello del Sole, Bologna, come pure con due relazioni di Rudolf Steiner e altre autotestimonianze in Das gespiegelte Ich. Der Bologna-Vortrag – die philosophischen Grundlagen der Anthroposophie (L’io rispecchiato, la conferenza di Bologna – i fondamenti filosofici dell’Antroposofia), Dornach 2007.

142 – Vedi nota 140.

143 – Vedi 0.0.165, 19.12.1915.

144 – Vedi dettagli nell’O.O. 114, 18 e 19.9.1909.

145 – In riguardo a questa problematica vedi anche S. O. Prokofieff, Che cosa è l’Antroposofia?, Widar Edizioni 2005.