I mondi del pensiero, del sentimento e della volontà

O.O. 26 – Massime antroposofiche – Lettera del 11.01.1925


 

Che cosa è la vita animica terrena?

È il mondo dei ricordi, pronto ogni momento ad accogliere nuove percezioni.

In questa reciproca azione tra ricordo e nuova esperienza l’uomo vive la sua vita terrena interiore.

 

Ma tale vita terrena interiore non potrebbe svilupparsi

se non esistesse ancora attualmente nell’uomo, quale ricordo cosmico,

ciò che si vede guardando spiritualmente al primo stadio del suo divenire di uomo terrestre;

stadio in cui l’uomo non era ancora sciolto dall’essere divino-spirituale.

 

Di ciò che accadeva allora nel mondo, oggi sulla terra esiste di vivo ancora

soltanto quello che si svolge nell’organismo nervo-sensorio umano.

Nella natura esteriore tutte le forze che allora erano attive sono morte,

e si possono osservare solo in forme morte.

 

Nel mondo del pensiero umano vive quindi, come manifestazione presente,

ciò che, per avere esistenza terrena, deve avere come base

quello che già era sviluppato nell’uomo prima che egli conseguisse un’esistenza terrestre individuale.

 

Nella vita fra morte e nuova nascita l’uomo sperimenta ogni volta di nuovo quello stadio.

Solamente egli porta la pienezza della sua esistenza individuale, formatasi nella vita terrena,

nel mondo degli esseri divino-spirituali che lo riaccoglie, come un tempo già lo ebbe in sé.

Fra morte e nuova nascita egli è nel presente, ma al tempo stesso

• è in tutta la estensione di tempo che ha attraversato nelle consecutive vite sulla terra

• e nelle consecutive vite fra morte e nuova nascita.

 

Diversamente stanno le cose per ciò che vive nel mondo del sentimento umano.

• Tale mondo è in relazione con le esperienze che seguirono immediatamente lo stadio

in cui l’uomo non si manifestava ancora come tale;

con le esperienze che l’uomo attraversò già come uomo,

ma non ancora separato dall’essere, dal pensare e dal volere divino-spirituali.

 

L’uomo non potrebbe attualmente sviluppare un mondo del sentimento,

se questo non sorgesse sulle basi del suo organismo ritmico.

• In questo è presente il ricordo cosmico del già descritto secondo stadio dell’evoluzione umana.

Nel mondo del sentimento agiscono così insieme

il presente animico umano e ciò che in esso sopravvive da un’epoca remota.

 

• Nella vita fra morte e nuova nascita l’uomo sperimenta

il contenuto dell’epoca di cui abbiamo ora parlato, come il confine del suo cosmo.

• Ciò che nella vita terrestre fisica è per l’uomo il firmamento,

nella vita fra morte e nuova nascita è spiritualmente la sua esistenza

che sta fra la sua unione completa col mondo divino-spirituale e la separazione dal medesimo.

• Ivi, al confine del mondo, non appaiono i corpi celesti fisici,

ma, al posto di ogni stella, la somma degli esseri divino-spirituali che in realtà formano la stella.

 

Unito solo alla volontà, non al sentimento e al pensare,

vive nell’uomo il contenuto delle vite terrene che all’osservazione già si manifestano personalmente individuali.

• Ciò che dal cosmo dà all’uomo la sua figura esteriore, si conserva in essa come ricordo cosmico.

• Questo vive, come forza, nella figura umana; e tale forza non è immediatamente forza volitiva,

bensì ciò che nell’organizzazione umana è la base delle forze volitive.

 

Nella vita fra morte e nuova nascita questa regione dell’essere umano giace al di là del « confine del mondo ».

Ivi l’uomo se la rappresenta come ciò che sarà nuovamente suo nella sua nuova vita terrena.

 

Nell’organizzazione neurosensoriale

l’uomo è ancor oggi collegato col cosmo, come lo era quando,

ancora in seno all’elemento divino-spirituale, egli si manifestava solo in germe.

Nella sua organizzazione ritmica

l’uomo vive ancora oggi nel cosmo, come viveva quando già esisteva come uomo,

ma non era ancora separato dall’elemento divino-spirituale.

Nella sua organizzazione delle membra e del ricambio,

quale base dell’attività volitiva,

l’uomo vive in modo che questa organizzazione riecheggia tutto quanto egli ha sperimentato

dall’inizio delle sue vite terrene personali-individuali in poi,

sia nel corso di esse, sia nella vita fra morte e nuova nascita.