I nomi dello zodiaco

O.O. 110 – Gerarchie spirituali – 13.04.1909 sera


 

Le scuole dei primi iniziati dell’epoca postatlantica

designarono i cherubini che si avvicinavano all’antico Sole da quattro lati,

con i nomi che divennero poi quelli del Toro, del Leone, dell’Aquila e dell’Uomo.

Parleremo ancora più precisamente su questo argomento;

oggi vogliamo considerare queste quattro specie di cherubini che si fecero incontro agli arcangeli.

 

Ecco dunque ciò che appariva sull’antico Sole:

quando gli uomini che lo vivificavano, cioè gli arcangeli, si diffondevano nello spazio, da quattro parti venivano ad incontrarli i cherubini, e cioè quattro diverse specie di cherubini. Di conseguenza fu possibile agli arcangeli di dimorare nel regno dello spirito, che circondava l’antico Sole, più a lungo di quanto sarebbe stato loro possibile altrimenti. L’influenza dei cherubini sugli arcangeli era infatti al massimo grado vivificatrice nel senso spirituale. Ma allorché i cherubini si avvicinavano al Sole, la loro influenza dovette palesarsi anche altrimenti.

 

Non è forse vero che qualcosa esistente in un dato luogo non si manifesta sempre e solo in una maniera? Poniamo ad esempio che in una stanza vi siano due persone: una desidera che la stanza sia molto riscaldata, l’altra non divide questo desiderio, ma trovandosi nella medesima stanza subirà la stessa sorte; anch’essa sentirà il caldo. Così fu dei cherubini che irradiavano le loro forze dallo spazio.

 

Sulle entità dell’antico Sole che per così dire si erano sollevate fino all’elemento della luce, che erano in grado di vivere nella luce, i cherubini operavano nel modo già detto. Ma sull’elemento della luce potevano esercitare la loro influenza solo durante il giorno solare, mentre la luce si diffondeva nello spazio. Vi erano però anche notti solari, durante le quali la luce non si diffondeva, ma i cherubini erano ancora nel cielo. Durante il tempo nel quale il pianeta solare si oscurava, esso era solo gas-calore, non era risplendente: correnti gassose e caloriche si diffondevano nell’interno del globo solare. Intorno stavano i cherubini che trasmettevano influssi verso il basso; agivano nell’oscuro gas.

 

• Quando dunque i cherubini non potevano agire direttamente sugli arcangeli in modo normale,

agivano sull’oscuro fumo del Sole, sull’oscuro gas.

• Mentre dunque sull’antico Saturno dallo spazio cosmico si agiva sul calore,

ora invece si agiva sul calore condensato, sul gas dell’antico Sole.

A questo influsso si deve attribuire il fatto che dalla nebbia solare

si formarono i primi germi di quello che chiamiamo oggi regno animale.

 

•  Come sull’antico Saturno  erano sorti i primi princìpi del regno umano nel corpo fisico umano,

•  così sul Sole, dal fumo, dal gas, venne formata la prima base del regno animale.

• Sull’antico Saturno, dal calore, si formarono le prime basi del corpo umano;

sull’antico Sole, dal rispecchiarsi di quelle figure di cherubini nei gas solari,

si formarono le prime basi, mobili come fumo, dei corpi fisici degli animali.

 

Così le figure di cherubini che si estendono intorno al Sole sono una coorte di elevate entità

• che da un lato vengono a braccia aperte incontro agli arcangeli,

• e dall’altro, nelle notti solari, magicamente traggono dal gas solare le prime basi fisiche del regno animale.

 

Dalla nebbia solare si sviluppa il regno animale nelle sue prime basi fisiche.

Perciò quei nostri antenati che dai misteri traevano conoscenza

di questi particolari altamente significativi della cosmogonia spirituale,

denominarono zodiaco le entità che da varie parti dello spazio cosmico agirono sull’antico Sole

(dal greco zodiakos: zoon = animale; kyklos = circolo).

 

Questo è il significato dello zodiaco.

Sull’antico Saturno vennero poste le prime basi dell’umanità,

grazie al sacrificio dei troni i quali emanarono la sostanza che oggi è nel corpo fisico.

Sull’antico Sole viene formata la prima origine del regno animale; le prime forme di animali nascono magicamente

per il rispecchiarsi dei cherubini nella sostanza di calore condensatasi in gas.

 

Così gli animali  vengono inizialmente ad esistenza come immagini solari dello zodiaco.

È un reale rapporto interno tra lo zodiaco e gli animali che si andavano formando sul Sole.

I nostri animali sono discendenti contraffatti, quasi caricature, di quelli che divennero animali sul Sole.

 

Invero non per nulla vennero dati quei nomi alle cose; non si deve mai credere che in quegli antichi tempi i nomi fossero inventati arbitrariamente. Se oggi si scopre una nuova stella, che cosa fa l’astronomo che ha avuto la fortuna di intravvederla? Apre un’enciclopedia e cerca un nome della mitologia greca che sia ancora disponibile, e lo impone alla stella.

 

Ai tempi in cui nel nome si cercava l’espressione del fatto reale, ai tempi in cui regnavano i misteri, non si davano mai i nomi in questa maniera; nei nomi che si davano allora si poteva sempre trovare il significato profondo della cosa stessa.

Le forme dei nostri animali, sebbene oggi siano ridotte a caricature, derivano dalla periferia dell’universo, dalla configurazione dello zodiaco quale era allora.

 

Potrà ora colpire il fatto che nel disegno abbiamo segnato solo quattro nomi dello zodiaco. Queste sono appunto le principali espressioni per i cherubini, perché in realtà ogni figura di cherubino a destra e a sinistra ha una specie di seguace o d’accompagnatore.

 

Pensando ognuno dei quattro cherubini seguito da due accompagnatori,

si avranno allora dodici forze e poteri circondanti il Sole;

appena accennati, essi erano già presenti anche sull’antico Saturno.

Abbiamo dodici forze che appartengono al regno dei cherubini

e che devono compiere la loro missione nell’universo nel modo che si è detto.

 

Potrebbe sorgere ancora una domanda: come si debbono considerare i soliti nomi dello zodiaco?

Ne parlerò nei prossimi giorni, perché nella sequenza dei nomi si son verificati alcuni mutamenti.

 

Si comincia di solito a contare con Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone; seguono poi Vergine, Bilancia.

L’Aquila ha dovuto subire, per un successivo mutamento

e per ben determinati motivi, la denominazione di Scorpione.

Poi vengono due accompagnatori: Sagittario e Capricorno.

Per certi dati motivi che impareremo a conoscere, l’Uomo si chiama Acquario (portatore d’acqua).

Seguono i Pesci.

 

• Solo nel Toro e nel Leone, e un po’ ancora nell’Uomo

(che nella comune denominazione exoterica vien chiamato Acquario)

vediamo ancora trasparire le reali figure dalle quali è sorto lo zodiaco;

nelle prossime conferenze diremo il motivo per cui lo zodiaco ha subito queste variazioni.

 

Vediamo dunque che elevate entità spirituali, elevate gerarchie, i troni,

sull’antico Saturno emanarono anzi tutto dalla loro propria sostanza la sostanza fuoco,

e vediamo anche come spiriti ancora molto più elevati, che chiamiamo cherubini,

poterono accogliere in sé la luce che emanava da quella sostanza di fuoco

e come poterono rischiararne ed elevarne l’esistenza luminosa.

 

Ma ogni volta che nell’universo si verifica un innalzamento,

a che il necessario equilibrio si mantenga deve pure verificarsi un abbassamento.

 

• Affinché durante il giorno gli arcangeli potessero trovare l’opportunità di prolungare la loro esistenza spirituale,

durante la notte i cherubini dovettero continuare ad agire

per portare ad espressione, nella sostanza di calore condensatasi in fumo e in gas,

gli esseri animali sottostanti all’umanità.

 

Per così dire nel senso della saggezza antichissima abbiamo così acquistato un concetto importante, la prima idea della cooperazione di talune entità spirituali dell’universo col nostro pianeta, e abbiamo anche visto come quel che ci appare esteriormente fisico sia sempre da ricondursi a entità spirituali.

 

Quello che oggi così materialmente si chiama lo zodiaco va riconnesso alla cerchia dei cherubini

che dallo spazio celeste agirono sull’antico Sole il quale irradiava nell’universo la sua forza, come forza di luce.