I tre prodotti dell’io umano

O.O.107 – Antropologia S.S.- Vol. II – 17.06.09


 

Quali sono i più alti prodotti dell’io umano? Sono tre.

 

Primo, quello che noi chiamiamo la legge del pensiero, il pensiero logico.

È un quid che l’uomo aggiunge alle cose.

 

• Quando l’uomo non guarda soltanto al mondo esterno,

non soltanto lo percepisce, ma anche scopre la legge di ciò che percepisce;

quando non soltanto egli corre dietro al ladro per trovarlo,

ma elabora pensieri che, pur non avendo a che fare col ladro,

gli permettono di acciuffarlo, allora l’uomo vive nella logica, nella vera logica.

 

La logica è un quid che per mezzo dell’uomo si aggiunge alle cose.

In quanto l’uomo si dedica alla vera logica, l’io agisce oltre se stesso.

 

In un secondo modo l’io agisce oltre se stesso:

sviluppando piacere e dispiacere a contatto del bello, del sublime, dell’umoristico, del comico,

in breve di tutto quanto l’uomo stesso produce.

 

Supponiamo che voi scorgiate nel mondo qualcosa che vi sembra sciocco: voi ne ridete. Che voi ne ridiate, non dipende affatto dal vostro karma. Potrebbe venire uno stolto a cui ciò di cui voi ridete sembri intelligente. Ciò dipende dalla vostra particolare posizione. Oppure poniamo che voi vediate un eroe contro cui il mondo si avventa; dapprima egli resiste, ma infine perisce tragicamente. Questo fatto è determinato dal karma, ma il sentimento tragico che voi provate è nuovo.

 

La necessità del pensiero è il primo prodotto dell’io umano,

• piacere e dispiacere il secondo,

• e il terzo è il modo in cui ci si sente spinti ad agire sotto l’influsso delle situazioni.

 

• Il modo in cui ci si sente spinti ad agire

non è soltanto condizionato dal karma, ma anche dal vostro rapporto con le situazioni.

 

Supponiamo che due uomini per loro karma siano destinati a pagare insieme un debito. L’evoluzione dell’uno è più progredita, quella dell’altro lo è meno. Il più progredito pagherà, l’altro conserverà il debito e pagherà più tardi. Il primo svilupperà bontà di cuore, il secondo non altrettanto. Questo è qualcosa di nuovo che si aggiunge all’evoluzione.

 

Non dobbiamo considerare tutto come destinato;

molto dipenderà dal fatto che nelle nostre azioni ci si faccia guidare o meno dalle leggi della giustizia e dell’equità.

• Alla nostra moralità si aggiungeranno sempre nuovi elementi,

dovuti al nostro modo di adempiere al dovere e di giudicare in modo morale.

• Nel nostro giudizio morale, in particolare,

sta il terzo elemento per cui l’uomo procede oltre se stesso, per cui l’io s’innalza sempre più.

Ciò che l’io crea nel nostro mondo terreno non perisce.

 

I risultati

• del pensiero logico,       • del giudizio estetico,       • dell’adempimento del dovere,

gli uomini li introducono di epoca in epoca, di cultura in cultura;

questi risultati formano una corrente continua

e forniscono la materia e la sostanza in cui gli Spiriti della personalità si adagiano nella loro attuale evoluzione.