IIIa – Dai ricordi di Heinz Müller

Il gruppo scultoreo


 

Il pedagogo Waldorf della prima ora Heinz Müller (1899-1968) all’inizio degli anni venti andò a trovare Rudolf Steiner a Dornach e in tale occasione fu condotto anche davanti al gruppo scultoreo nell’Atelier, al quale Rudolf Steiner continuò a lavorare in ogni momento libero a sua disposizione. Le spiegazioni che Heinz Müller ricevette là da Rudolf Steiner durante la comune osservazione del gruppo e delle sue singole figure, sono così eccezionali e straordinarie e perciò vogliono essere riportate qui integralmente.

 

«Nel frattempo egli era salito su un’impalcatura bassa e scolpiva la figura del Rappresentante dell’umanità con un largo coltello dalla forma piatta-rotonda. Con la sua mano destra muoveva con estrema prudenza una mazzuola molto grande; con la sua mano sinistra muoveva lo scalpello altresì con attenzione e, come apparve, con grande forza, che tuttavia sembrava del tutto trattenuta. – Ora avevo il tempo di guardarmi una serie di schizzi per i dettagli dei dipinti nelle due cupole del Goetheanum. C’era anche un disegno dei tre vasi di sacrificio dei Cabiri di Samotracia eseguito nella tecnica di tratteggio e alcuni schizzi dei due oppositori. Dopo una fugace osservazione della testa di Arimane, del busto di Lucifero e del capo del Rappresentante dell’umanità, ora mi rivolsi in modo più profondo alla testa di Arimane. Il volto rigido, tirato indietro, cipiglioso, beffardo con gli occhi sbiechi a mandorla, trasmetteva una sensazione di paura e nel contempo di compassione. Da esso parlavano scherno e freddezza, ma in tutta la negazione anche la chiara volontà di condurre attacchi distruttivi contro il mondo e l’umanità.

 

Adesso Rudolf Steiner mise in parte i suoi attrezzi e si avvicinò a me. Dapprima egli parlò della testa di Arimane. Se la mancanza d’amore, la pedanteria e la grettezza, come oggi purtroppo si estendono sempre più tra gli uomini, sopravvalessero, allora andrebbero loro perduti tutti i tratti individuali. Sì, sino nei dettagli dei tratti del volto, ma anche della configurazione delle mani e dei piedi e infine di tutta la figura diventerebbero sempre più assomiglianti ad Arimane. L’umanità del presente dovrebbe tendere a elaborarsi idee chiare delle potenze oppositrici e con ciò togliere ad esse il potere. Per questo si è sforzato, egli disse, di dare una rappresentazione di tutti i dettagli nel modo più preciso possibile. In tal modo egli è stato in grado di realizzare nei ritratti la maggior possibile assomiglianza. – Siccome evidentemente il suo ospite rimase molto stupito da queste parole, egli raccontò che aveva costretto sia Arimane che Lucifero a fargli da modelli. Con Arimane è riuscito soltanto dopo aver applicato una regolare forte costrizione, mentre Lucifero si è adattato a tale situazione in modo relativamente facile. Durante queste parole con stupore mi colmarono pensieri devoti sulla grandezza dello Spirito al quale fu concesso di pronunciare tali parole con semplicità.

 

Sembrava che Rudolf Steiner sentisse questi pensieri all’istante e diede in un primo momento una nota più leggera al dialogo, indicando con un sorriso ima grande poltrona, nella quale appunto andavano accomodate visite elevate. Appena mi ripresi interiormente egli continuò nell’originario tono serio, che aveva costretto Arimane a posare in questa poltrona sino alla fine del suo studio. Poi egli, Rudolf Steiner, concluse la seduta, Arimane tuttavia si vendicò in modo cattivo: Nella facciata Ovest del Goetheanum egli aveva distrutto la grande vetrata rosso-porpora. Allora questa riportò una fenditura dall’alto al basso.

 

Ora mi recai dinanzi alla figura di Lucifero già scolpita meravigliosamente in tutta la sua grandezza e in possenti superfici. Oltre al capo e al petto questa riportava le braccia e forme d’ali. Ma ciò che trovai più appariscente era l’enigmatica formazione, mediante la quale la laringe di Lucifero era in collegamento con le orecchie da un lato e dall’altro lato con i forti movimenti ondulatori, che dallo sterno vanno verso l’alto. Rudolf Steiner mi indusse a esprimere prima di tutto in parole, con la massima precisione possibile, le mie osservazioni sulla scultura che stava davanti a me. Poi egli disse all’incirca: ‘Lei vede che moltissimo di quanto ha detto a Pasqua puramente dalle sue riflessioni sulle connessioni del linguaggio con l’udire e il respirare, appare espresso nella figura corporea di Lucifero. Non deve spaventarsi, poiché Lucifero ha giustamente a che fare con tutto ciò che è artistico.’ Seguì ancora una serie di ulteriori rappresentazioni sulle connessioni dell’organizzazione del linguaggio e del respiro, che tuttavia entravano così tanto nell’ambito medico da poterne di certo comunicare di più un medico che non un insegnante.

 

Seguirono ancora osservazioni sull’assomiglianza del ritratto di Lucifero nel modello. Poi tuttavia, Rudolf Steiner vide come il suo ascoltatore cercava di imitare i gesti di Lucifero e di Arimane con le mani e le dita. Egli mi venne in aiuto nel seguente modo. Prese una 118 tazza da caffè che si trovava là, afferrò delicatamente il manico con il pollice e l’indice, fece cadere un po’ giù le due dita centrali e in un modo incantevole e civettuolo, inimitabile, egli divaricò il mignolo lateralmente verso l’alto. Con ciò, ammiccando allegramente con gli occhi, chiese dove e presso chi si poteva osservare spesso tale posizione della mano. Ciò indusse il giovane ‘Wandervogel’ (‘uccello migratore’) alla risposta un po’ sfacciata, che questo era possibilissimo vederlo in alcune signore nella mensa. Rudolf Steiner quietanzò dapprima questa osservazione con visibile piacere, poi tuttavia la attenuò subito e disse che egli intendeva appunto i veri pettegolezzi da salotto delle signore che si riuniscono per prendere il caffè e sono in grado di scagliarsi su tutti e su ogni cosa con eccessiva critica. Poi egli aggiunse con benevolenza che una cosa simile intorno al Goetheanum non si potrà di certo trovarla.

 

Come sono del tutto diverse le posizioni delle dita nelle mani indurite artritiche di Arimane! Il pollice e l’indice formano per così dire una tenaglia aperta, mentre le altre tre dita sono rigide e piegate verso il basso. In questo portamento si esprime una volontà brutale, spiegò Rudolf Steiner. Contrariamente la posizione delle mani del Rappresentante dell’umanità indica l’armonia delle tre forze dell’anima pensare, sentire e volere. Nell’estensione dell’indice e del dito medio in verticale verso l’alto, delle seguenti dita estese sotto 90 gradi in avanti e nel pollice che indica nelle ultime tre direzioni dello spazio, si deve riconoscere come in futuro le forze del pensare, sentire e volere dovrebbero vivere in autonomia e tuttavia in reciproca armonia.158 Come è unilaterale il gesto e la locuzione, si deve tenere qualcosa sotto il pollice. Nelle sue osservazioni egli parlò anche di tradizioni giuridiche nelle condanne e disse che il pollice che indica verso il basso potrebbe persino esprimere la condanna a morte. Qui tuttavia nella statua del Rappresentante dell’umanità i gesti delle mani e delle dita sono la conseguenza delle correnti d’amore derivanti dal cuore. Non si deve quindi assolutamente pensare che la caduta di Lucifero fu provocata forse in seguito ad una forza lottatrice derivante dal Cristo; altrettanto Arimane incatena se stesso mediante tutto quanto è nato, quale violenza autodistruttiva nel suo essere di certo intelligentissimo, ma privo di amore.

 

Poi Rudolf Steiner parlò anche della somiglianza tra il suo studio e il volto del Cristo. Quando Lo si incontra nel mondo spirituale, la prima impressione è che con ogni pensiero, sentimento e impulso di volontà Egli cambia sorprendentemente in modo intenso. Allora si comprende che i Suoi avversari e nemici dovettero ricorrere a trovare in Giuda Iscariota un traditore, che doveva togliere loro i dubbi di chi sarebbe stato quello giusto; poiché i Suoi discepoli gli somigliavano tanto da non poterli distinguere, specialmente quando vennero colmati e infiammati per così dire dal Suo essere alle parole e alle azioni.159 Adesso, che il Suo essere domina libero nelle altezze eteriche, indipendente dal corpo del Gesù di Nazareth, questa costante trasformazione del Suo volto, sì, di tutta la sua figura è aumentata. Ciononostante, assicurò Rudolf Steiner, sia la scultura, sia la rappresentazione nel dipinto colorato del Rappresentante dell’umanità sono configurati in modo tale da riconoscerLo subito incontrandoLo. Anche qui dunque si può parlare senz’altro di una specie di somiglianza nel ritratto.

 

Ora Rudolf Steiner ritornò al suo posto di lavoro, afferrò lo scalpello largo e piatto e la mazzuola e spiegò che cosa egli intendeva quando parlava della doppia superficie curva. Dal materiale non ancora lavorato, ma già fissato a un grande banco di lavoro con un fortissimo colpo di scalpello egli tolse un pezzo di legno. Con ciò si formò una scheggiatura dipendente soltanto dall’incavo dello scalpello. In seguito una volta egli definì questo modo di lavorare il legno in maniera un po’ sprezzante semplicemente ‘spaccare’. Direttamente accanto egli effettuò ora un taglio in cui muoveva lo scalpello come avvitando, così che nella lunghezza del taglio quasi uguale egli eseguì una rotazione di circa 60 gradi in movimento antiorario, e in un terzo taglio la guida dello scalpello avvenne come avvitando nel senso orario. Nel secondo e terzo taglio vennero effettuati molti piccoli colpi di scalpello. Ma sia nel materiale, sia nella scheggiatura stessa non si vedevano graduali slittamenti nel taglio. Mentre il primo taglio faceva un effetto monotono e morto, i due successivi tagli con la loro superficie a doppia curvatura attiravano subito in modo vivente la fantasia. Rudolf Steiner confermò questa osservazione e disse che perciò, in ogni lavoro da eseguire con il legno, sin dall’inizio si deve porre l’attenzione alla superficie a doppia curvatura e proteggersi dallo ‘spaccare’ reprimente. Ora egli mostrò presso la figura del Rappresentante dell’umanità come le superfici a doppia curvatura rispecchiavano la luce in modo vivente. Poi egli passò di nuovo a scolpire il ginocchio della figura che avanza. Proprio il modo in cui effettuare i tagli in questo punto, deve da un lato mostrare la maestosa calma di colui che avanza e dall’altro lato deve risultare con chiarezza il camminare, poiché non deve nascere l’impressione, che il Cristo sia fermo.»160

 


 

Note:

158 – Colpisce che la descrizione delle posizioni delle dita della mano del Rappresentante dell’umanità, data come spiegazione da Rudolf Steiner a Heinz Mtiller, sia differente da come egli alla fin fine le ha eseguite nel gruppo scultoreo. La differenza consiste nella posizione dell’indice e del dito medio, che non indicano in verticale verso l’alto, ma sono altrettanto piegati a 90 gradi in avanti, come le altre due dita.

159 – Di questa eccezionale presenza del Cristo nei suoi discepoli, che provocò che nessuno al di fuori potesse sapere esattamente dove il Cristo Gesù stesso era presente in quel momento, ne parla Rudolf Steiner in una conferenza dal Quinto Vangelo (vedi O.O. 148, 6.10.1913).

160 – Da: Heinz Müller, Spuren auf dem Weg. Erinnerungen (Tracce nel cammino. Ricordi), Stoccarda 21976, pag. 38-41; corsivo di Heinz Müller.