Il cammino dell’umanità tende sempre più a raggiungere l’interiorizzazione nell’esteriore

O.O. 102 – L’Agire di entità spirituali nell’uomo – 13.05.1908


 

Il cammino dell’umanità tende sempre più a raggiungere l’interiorizzazione.

• Anche nelle diverse razze c’è una coscienza crescente dell’interiorizzazione nell’esteriore.

 

Vorremmo dire che nelle immagini greche degli dèi

vediamo in che modo ciò che vive interiormente nell’uomo si riversi nel mondo esteriore.

 

Nel cristianesimo troviamo l’impulso più importante in questa direzione.

• Nel cristianesimo vediamo sorgere ciò che fino ai tempi nostri viene chiamato scienza.

Ciò che al giorno d’oggi si definisce in questo modo,

la comprensione delle cause prime ideali dell’esistenza, inizia infatti appena nel periodo caldaico.

• Nel periodo attuale noi viviamo veramente

in una fase di grande cambiamento nell’ambito dell’evoluzione umana.

 

Valutiamo ora ciò che abbiamo considerato in modo abbozzato e chiediamoci:

perché è successo tutto in questo modo?

• Perché l’uomo si è sviluppato in modo da imprimere l’interiore nell’esteriore?

La risposta sarà che l’uomo è stato spinto a farlo dallo sviluppo della propria organizzazione.

 

Gli antichi Atlantidei potevano fare delle esperienze nel mondo soprasensibile

perché il loro corpo eterico non era ancora entrato del tutto nel corpo fisico.

C’era un punto della testa eterica che non si sovrapponeva ancora al punto corrispondente della testa fisica.

• Nella completa compenetrazione del corpo eterico con il corpo fisico

troviamo la ragione del fatto che l’uomo venga ora maggiormente spinto nel mondo esterno.

 

Quando si chiusero le porte del mondo soprasensibile,

l’uomo, nella sua evoluzione artistica, ebbe bisogno di trovare un legame,

un collegamento tra il mondo sensibile e quello soprasensibile.

• Prima, nell’epoca atlantica, egli non ne aveva bisogno,

poiché allora era ancora in grado di conoscere il mondo soprasensibile per esperienza diretta.

 

Fu necessario raccontare agli uomini degli dèi e degli spiriti

solo quando essi ebbero perso la percezione degli stessi,

allo stesso modo in cui bisogna raccontare delle piante

solo a quelle persone che non le hanno mai viste.

Questo è il motivo dello sviluppo della religione nell’epoca postatlantica.

 

Perché, allora, un’entità soprasensibile come il Cristo dovette manifestarsi in una personalità finita,

in Gesù, e incedere sulla Terra?

Perché Cristo dovette diventare una personalità storica?

Perché gli sguardi degli uomini dovettero essere ammaliati da questa figura?

 

Abbiamo detto che gli uomini non erano più in grado di vedere nel mondo soprasensibile.

Cosa doveva succedere perché il dio diventasse un’esperienza per loro?

Egli doveva diventare sensibile, doveva incarnarsi in un corpo fisico-sensibile.

Questa è la risposta alla domanda.

 

Fintantoché gli uomini erano in grado di percepire la realtà spirituale,

fintantoché potevano percepire gli dèi tramite un’esperienza soprasensibile,

nessun dio avrebbe dovuto diventare uomo.

Ma adesso il dio doveva essere presente nel mondo sensibile.

 

A partire da questi sentimenti sono fluite le parole degli apostoli per sottolineare questo fatto: «Abbiamo messo le nostre mani nelle sue ferite…», e simili. Così vediamo come l’apparizione del Cristo Gesù diventi chiara anche a noi a partire dalla natura degli uomini dell’epoca postatlantica, così come riconosciamo perché Cristo dovette manifestarsi per la percezione dei sensi. La più potente realtà storica dovette essere a disposizione dell’uomo.

Il sé spirituale dovette essere presente in modo sensibile, così che gli uomini avessero un punto di riferimento che li potesse collegare al mondo soprasensibile.

 

La mera scienza degenerò sempre più in una venerazione, in un’adorazione del mondo esteriore.

Al giorno d’oggi abbiamo raggiunto il culmine di questa tendenza.

Il cristianesimo fu un grande sostegno che permise di contrastare questo dissolversi nella realtà sensibile.

• Oggi il cristianesimo deve essere approfondito in senso teosofico,

per potersi presentare all’uomo in una nuova comprensione.

 

Precedentemente, nel Medioevo, esisteva ancora un collegamento tra scienza e cristianesimo.

Oggi abbiamo bisogno di un approfondimento soprasensibile del sapere, della saggezza stessa,

per riuscire a comprendere il cristianesimo in tutta la sua profondità.

 

Dunque, ci troviamo davanti a una comprensione spirituale del cristianesimo;

questo è il prossimo livello: il cristianesimo teosofico o scientifico-spirituale.

Al contrario, la scienza che si fonda sulla realtà materiale

perderà sempre più il collegamento con i mondi soprasensibili.

 

Quale è dunque il compito della scienza dello spirito?

L’uomo che cerca lo spirito, può rivolgersi alla scienza odierna?

 

Ciò che è la scienza comune odierna,

è proprio ciò che sempre più prenderà la strada dello sviluppo postatlantico

per concentrarsi su ciò che è esteriore, fisico, materiale, perdendo sempre più il collegamento con il mondo spirituale.

 

Provate a seguire all’indietro una scienza qualsiasi fino ai tempi antichi: quanti elementi spirituali conteneva ancora nel passato!

Vedrete come dappertutto, nella medicina e in altri settori, si sia sempre più perso il nesso spirituale. Questo lo potete vedere dappertutto. E questo percorso deve essere tale (perché questo è il percorso dell’epoca postatlantica) che il rapporto originario con il mondo soprasensibile deve perdersi sempre più. Oggi possiamo prevedere quale sarà il percorso della scienza: la scienza esteriore non sarà capace, per quanti tentativi si facciano, di un approfondimento spirituale.

Essa diventerà sempre più una guida superiore per sviluppare abilità tecniche, un mezzo per dominare il mondo esteriore.

 

• Per i pitagorici la matematica era ancora un mezzo

per riconoscere le relazioni dei mondi superiori, l’armonia cosmica;

• per gli uomini del giorno d’oggi è un mezzo per continuare a sviluppare la tecnica

e per dominare con questa il mondo esteriore.

 

Secolarizzata, resa non filosofica — questo sarà il percorso della scienza esteriore.

Tutti gli uomini dovranno prendere i propri impulsi dallo sviluppo spirituale.

E questo sviluppo spirituale prende la strada che porta verso il cristianesimo spirituale.

La scienza dello spirito sarà quella in grado di fornire gli impulsi per ogni vita spirituale.

 

La scienza in effetti diviene sempre più una guida tecnica. Intanto la vita universitaria scivola sempre più in quella che è la vita degli istituti superiori di formazione professionale, e ciò è giusto. Tutto ciò che è spirituale si svilupperà diventando un patrimonio libero dell’umanità che deve uscire dalla scienza. La scienza si manifesterà allora in un contesto completamente diverso, in una forma del tutto diversa.