Il capo

Dall’ O.O. 183 – Il divenire dell’uomo – 18.06.1918


 

Il capo, ciò che forma il capo dell’uomo, le sue forze formatrici,

tutto ciò viene tratto essenzialmente dalla precedente incarnazione,

e vi è solo un tenue collegamento fra questo elemento spirituale-animico sottilmente tessuto

e la componente corporea che deriva in realtà dalla precedente incarnazione.

 

Voi avete infatti una fisionomia che corrisponde propriamente alle azioni e alle caratte-ristiche della vostra precedente incarnazione. E colui che è esperto nell’interpretare gli uomini investiga appunto i tratti fisionomici del capo, non guarda a ciò che proviene dall’interiorità luciferica, bensì piuttosto a ciò che si adegua all’universo. Bisogna infatti considerare la fisionomia come se fosse impressa nell’uomo dall’esterno. Non tanto come se uscisse da lui, quanto piuttosto vedendovi in certo modo l’immagine al negativo della sua componente animica; lo si vede in quell’immagine al negativo che è il volto.

 

Se facessimo un’impronta di un volto qualsiasi, ne vedremmo in realtà la fisionomia, che è una spia estremamente efficace di quel che abbiamo fatto nella precedente incarnazione.

Al contrario, tutto quel che ho schizzato qui sotto come solo connesso con il mare fluttuante dell’elemento spirituale-animico del mondo, e che va inteso nel senso che corrisponde alla componente subcosciente o incosciente dell’uomo, è fortemente affine alla corporeità, la impregna. Questa corporeità si congiunge talmente con l’elemento spirituale che l’elemento spirituale non può assolutamente manifestarsi come tale.

 

Perciò, affondando lo sguardo qui sotto, si vedrebbe il confluire confuso di elemento spirituale ed elemento corporeo che sta dietro la soglia del ricordo.

Questo è ciò che prepara il capo della successiva incarnazione, ciò che tende a metamorfosarsi in quel che riceverà solida forma materiale solo nel futuro, che diverrà capo solo nella successiva incarnazione.

Il capo umano infatti eccede i limiti del normale sviluppo dell’uomo.

 

Esso perciò – come ricorderete dalle precedenti conferenze che ho tenuto qui – è di fatto già completamente sviluppato intorno ai ventisette, ventotto anni di età. Qui, nella forma del capo, abbiamo già una formazione oltre misura.

Ma anche il resto dell’uomo è un capo, per quanto strano possa sembrare; solo che non è ancora giunto tanto in là quanto il capo.

 

• Se immaginiamo l’uomo privato del capo,

quel che ne rimane è altresì un capo umano, ma a un livello ancora molto arretrato.

• Se si sviluppa ulteriormente, diviene capo a sua volta,

mentre quello che è adesso il capo dell’uomo è stato nella precedente incarnazione il rimanente dell’organismo.

 

• Se poi immaginiamo privato del corpo, liberato dal corpo, quel che nel nostro organismo attuale non è ancora capo,

se immaginiamo quindi senza capo l’organismo attuale,

che diventa capo solo nella successiva incarnazione – ma questo nostro organismo è un’immagine,

ogni elemento fisico è la riproduzione di un elemento spirituale –

se immaginiamo perciò l’elemento spirituale che nella sua forma esteriore non è progredito fino all’uomo:

allora lo vediamo nella figura di Lucifero del nostro gruppo scultoreo là fuori, lo abbiamo là!

 

E ora immaginiamo inserito nell’uomo tutto l’elemento spirituale-animico che in noi è trattenuto dal nostro capo, immaginiamo quindi premuto dentro il capo umano tutto ciò che nell’uomo è un limite che egli non può penetrare [vedi disegno di pag. 23, a destra]: allora l’uomo non solo avrà un capo vecchio e venerando come quello che possiede comunque, ma avrà un capo completamente ossificato, l’uomo si ossificherà del tutto, come la figura di Arimane del nostro gruppo là fuori.

 

• Se dunque immaginiamo riversato nell’interiorità dell’uomo ciò che sta sotto il limite del ricordo,

ne otteniamo un elemento completamente luciferico.

• Se immaginiamo riversato dentro la figura umana

tutto ciò che si trova di là da quest’onda di sbarramento [a destra], ne otteniamo la forma arimanica.

• E l’uomo è fra l’una e l’altra.

 

Ciò che vi ho spiegato qui ha una grande importanza non solo per la comprensione dell’uomo,

ma anche per la comprensione dei processi spirituali che interessano l’evoluzione dell’umanità.

Non si comprende come il cristianesimo e l’impulso-Cristo siano intervenuti nell’evoluzione dell’umanità

se non si comprendono a fondo queste cose.

Né si comprende quali funzioni abbia avuto la chiesa cattolica, quali funzioni abbiano il gesuitismo e analoghe correnti,

quali funzioni l’orientalismo e l’occidentalismo, se non è possibile considerarli in rapporto a queste cose.

 

Di queste correnti, orientalismo, occidentalismo, gesuitismo, americanismo eccetera, che in realtà possono essere rettamente comprese solo quando si abbia una chiara visione di questi fondamenti dell’uomo spirituale-animico, avrò il piacere di parlare un po’ domani.