Il cielo stellato è manifestazione di Lucifero, la terra di Arimane

O.O. 203 – La responsabilità dell’uomo – Vol. II – 29.01.1921


 

Dalle differenti considerazioni che abbiamo fatto in quest’ultimi tempi, potete dedurre che vi è un rapporto intimo – benché non sia percepibile esteriormente – tra un corpo celeste, un pianeta, e l’essere che è il suo principale abitatore, in una data epoca. Si può guardare dai punti di vista più diversi questo rapporto tra l’uomo e l’insieme della vita della Terra, con tutto ciò che vi si ricollega. Considereremo oggi questa questione da un punto di vista speciale, e ne dedurremo qualche nozione sul vero essere dell’uomo.

 

Sappiamo che l’uomo compie il suo destino sulla Terra attraverso incarnazioni successive. Esse lo pongono più strettamente in rapporto con il pianeta terrestre in confronto a quanto accade nei periodi che separano la sua morte da una nuova nascita. Quest’ultimi periodi allontanano l’uomo dalla Terra, molto di più di quello che può accadere tra la nascita e la morte.

 

Ma essere lontani dalla Terra o rapportarsene, non significa nient’altro che delle variazioni profonde nei nostri rapporti con le entità del mondo spirituale, perché ciò che noi chiamiamo gli ambiti “sensibili” dell’universo, vale a dire, esteriormente percepibili dai nostri sensi – non sono, in definitiva – che delle espressioni d’un certo rapporto, tra noi e gli esseri spirituali.

 

La nostra Terra può assomigliare molto fisicamente a quello che descrivono i geologi – ad un enorme accumulo di sassi e di rocce, circondato da un viluppo d’aria – ma questo non è in fondo, che apparenza.

 

Ciò che ci appare in tal modo, non è in realtà, che il corpo di certe entità spirituali. E d’altra parte, ciò che ci appare esternamente alla Terra, che proietta il suo bagliore sulla Terra e che chiamiamo cielo stellato, il mondo degli astri, così come noi lo vediamo inizialmente, non è che l’espressione “sensibile” della coordinazione tra gli esseri divini delle Gerarchie.

 

Conduciamo la nostra vita, tra la nascita e la morte, grazie a ciò che ci appare essere il globo pesante della Terra; esso è il substrato sul quale viviamo e perciò ci è particolarmente familiare. Tra la morte e la nuova nascita, entriamo in ben altri relazioni con ciò che brilla sul fondo dello spazio, con il mondo degli astri.

 

È molto più che un’immagine, è una verità profonda, il dire che l’uomo discende dai mondi stellari sulla Terra, quando vi s’incarna per nascervi.

Non dobbiamo immaginarci tuttavia, che l’aspetto sotto il quale si presenta a noi, quaggiù, il mondo stellare, sia quello che percepiamo tra la morte e una nuova nascita. Per nulla!

 

Ciò che percepiamo allora, è la realtà interna, spirituale, del mondo degli astri.

Abbiamo allora a che fare con l’interiorità di ciò che per l’uomo terrestre incarnato è realmente esteriore.

Così dunque, vorrei dire, tutto è apparenza, sia che guardiamo in basso come in alto.

La verità, l’essenza, è dietro a quest’apparenza.

 

Se ciò è in questo modo, è perché la nostra vita terrestre incarnata da una parte,

e la nostra vita spirituale, cosmica, post mortem, dall’altra parte,

sono l’una e l’altra esposte al pericolo di deviare al di fuori delle misure umane:

sulla Terra possiamo assimilarci esageratamente al nostro pianeta e sviluppare degli impulsi troppo terrestri –

• e fuori dalla vita terrestre,

possiamo essere tentati di assomigliare troppo alle potenze cosmiche esteriori alla Terra.

 

Quaggiù sulla Terra ci troviamo troppo vicini all’apparente immagine dell’Essere, dell’essenza spirituale.

Questo si vela e si riveste di materialità. Gli diveniamo estranei.

Quando c’evolviamo tra la morte e una nuova nascita,

siamo posti totalmente nell’Essenza spirituale, viviamo la sua Vita,

e corriamo il rischio di sommergerci in essa, di dissolverci.

 

Tanto qui in basso, siamo esposti ad un eccessivo indurimento nell’esistenza fìsica –

tanto, là, tra la morte e una nuova nascita, siamo esposti ad una evaporazione nell’esistenza spirituale.

Questi due rischi esistono perché a lato delle potenze regolari che conosciamo sotto il nome di Gerarchie spirituali,

esistono anche delle entità irregolari.

 

Sapete che si trovano degli “spiriti elementari” nei tre regni della natura; a seguire, vi è l’uomo, e più in alto le Gerarchie regolari, a cominciare da quelle più prossime all’uomo. Si dice nella Scienza spirituale, che le Gerarchie “appaiono alla loro giusta ora cosmica”, ma vi sono anche delle entità che appaiono nell’evoluzione cosmica in una sorta di “controtempo”. Queste sono le entità luciferiche e arimaniche di cui vi ho parlato già soventemente. Vi siete probabilmente già rappresentati le entità luciferiche: sono essenzialmente degli esseri che, così come sono attualmente, avrebbero dovuto vivere in un’epoca ben più lontana. Al contrario, le entità arimaniche, così come sono attualmente, avrebbero dovuto vivere soltanto più tardi, in un’epoca futura.

 

• Le entità luciferiche sono delle entità ritardanti,

• quanto le entità arimaniche sono in qualche modo, premature.

 

In passato, le entità luciferiche hanno mancato d’approfittare del tempo che era stato loro impartito e ugualmente di partecipare pienamente all’evoluzione. Quando odiernamente si manifestano, appaiono come degli esseri in ritardo, rimasti ad uno stadio anteriore dell’evoluzione, ad un antico livello.

 

Per contro, le entità arimaniche non hanno saputo attendere – per divenire ciò che sono – l’ulteriore epoca dell’evoluzione a loro destinata. Volevano realizzarsi subitamente. Allora, esse s’indurirono nell’attuale esistenza, e si mostrano già a noi, sotto ad una forma, alla quale avrebbero dovuto pervenire – in realtà – solo molto più tardi.

 

Quando si levano gli occhi verso le lontananze degli spazi del cosmo e vi si vede l’insieme degli astri, cosa si osserva veramente? Conoscete questo spettacolo molto particolare: la Via Lattea, il firmamento…, tutto questo è la manifestazione dell’essere luciferico!

 

Ciò che così ci circonda, innondandoci di raggi luminosi, è l’espressione dell’essenza luciferica del cosmo!

E come vi sto dicendo, essa non è rimasta che ad una fase passata, irrisolta, della sua evoluzione.

 

Ecco perché, quando ci offriamo esageratamente alla bellezza del mondo sensibile e in modo particolare, a quella del cielo stellato, questo ci rende via via più luciferici.

Questa contemplazione, tra la nascita e la morte, non ha valore attuale e non concerne una realtà “presente”, né “diretta”.

 

Essa proviene da un istinto che ci è rimasto dal tempo in cui soggiornavamo nei mondi spirituali, tra la morte e la nostra nascita – o concezione.

Là, abbiamo acquisito una parentela troppo forte con il mondo cosmico e c’è rimasta una certa tendenza – che non è, a dire il vero, troppo frequente nell’umanità attuale – a lasciarci rapire d’ammirazione per il mondo delle stelle.

È una mancanza che sviluppiamo in conseguenza di tutto il nostro karma.

Creiamo questo karma particolare quando sulla Terra, tra la nascita e la morte, viviamo in uno stato di dormiveglia e non coltiviamo le nostre facoltà coscienti se non con assai poco zelo.

 

Al contrario, se partecipiamo troppo fortemente a quanto è terrestre – tra la nascita e la morte – questo aumenta il rischio d’arimanizzazione che minaccia l’uomo: quando c’immergiamo con troppa compiacenza nella vita sensibile, nell’elemento terrestre, allora appaiono presso di noi dei tratti arimanici.

Ben inteso, tutto questo ha delle ripercussioni profonde sull’entità umana.

 

Quando tra la morte e una nuova nascita, ci perdiamo, in qualche modo, nel mondo spirituale e diventiamo troppo simili alle entità superiori, sovraterrestri, non possiamo più, in seguito, qui sulla Terra, trovare il nostro equilibrio tra i due ambiti, e queste cose s’addizionano d’incarnazione in incarnazione. Potremmo allora arrivare ad una vita terrestre durante la quale, non potremmo più essere presenti in una condizione di veglia. Oggi un danno di questa specie è già sospeso sopra le nostre teste. Potrebbe già manifestarsi, in certi casi, nelle nostre prossime incarnazioni. Nel caso, poco dopo la nostra nascita, le entità luciferiche potrebbero mantenerci in un certo stato infantile e fare in modo che non si muoia mai.

 

Le persone che si animano volentieri nell’esaltazione o in un misticismo nebuloso o sregolato, che s’allontanano da un pensare netto, chiaro, che detestano i concetti ben delineati e che sfuggono dal coltivare un certo zelo, una certa disponibilità, perché preferiscono il sogno, s’espongono a questo rischio: restare infantili, nel senso negativo del termine, nelle loro prossime incarnazioni! È una tentazione luciferica che si farà sentire in tutta l’umanità.

 

Nel tempo, gli esseri umani non s’immergeranno più interamente nell’esistenza terrestre.

Alla nascita, resteranno come aderenti ai mondi sovrasensibili.

 

Gli esseri luciferici, che si sono creati dei legami con la nostra Terra, si sforzano di compromettere in questo modo l’evoluzione umana; in quel momento, non si vedranno più sulla Terra degli “anziani”, ma soltanto degli esseri umani che passeranno tutta la loro vita in un’illusione di falsa giovinezza.

Da questo, gli spiriti luciferici condurranno la Terra, in quanto pianeta, a diventare sempre di più un solo corpo, animato da una sola anima, che sarà comune a tutti gli individui, perché tutte le anime individuali vi si fonderanno.

Un corpo collettivo, con uno psichismo collettivo, questo è l’obiettivo delle potenze luciferiche.

 

Ricordatevi ora di ciò che spesso vi ho già esposto: ciò che importa nell’evoluzione della Terra, non è il regno minerale, né il regno vegetale, né il regno animale, perché questi tre regni non sono in realtà che dei residui dell’evoluzione. Quello che importa, è quanto passa all’interno della pelle umana, ed è nell’organismo dell’uomo che risiedono le forze che fanno evolvere il nostro pianeta. Comprenderete allora che è impossibile fare delle predizioni su quello che avverrà infine al globo terrestre ricorrendo a delle ipotesi fisiche.

 

Quest’ipotesi non possono avere che un interesse molto limitato! Non ci si può farsene un’idea che conoscendo a fondo l’entità umana. Ma questa entità umana può allearsi a Lucifero in una sorta di patto. Allora, la Terra non potrà sostenere che un numero piccolissimo d’esseri veramente individualizzati; essa tenderà a diventare un organismo globale, con uno psichismo collettivo. Questo è ciò che ricercano le potenze luciferiche.

 

Prendete il quadro che tracciano certi mistici d’uno stato avvenire che a loro sembra estremamente sostenibile. Ripetono a sazietà “ch’essi vogliono fondersi nel Tutto”, che significa tutt’al più, in una qualche unità panteista. Qui, potete percepire l’inclinazione luciferica che vi sto definendo.

 

Ma dall’altro lato, delle entità arimaniche sono ugualmente entrate in relazione con la nostra Terra. Esse hanno la tendenza opposta a quanto vi ho detto. Esse agiscono nelle forze che, durante la vita terrestre, trascinano il nostro organismo a quelle stesse entità, ed esse ci rendono sempre di più intelligenti, intellettuali perché, nello stato di veglia, è la nostra intelligenza che costituisce il legame tra la nostra anima e il nostro corpo fisico. Quando questa intelligenza è ipertrofica, siamo assorbiti esageratamente nell’esistenza fisica e perdiamo – anche lì – ogni possibilità d’equilibrio. Il risultato, è che l’uomo risulta impedito all’alternarsi, com’è necessario fare, tra le sue vite terrestri e le sue vite sovraterrestri.

 

A ciò Arimane si sforza: stornare l’uomo, nel prossimo avvenire, da questa alternanza regolare. Fare in modo che l’uomo rifiuti d’incarnarsi. Renderlo tale che egli non possa realmente più vivere che nella sua incarnazione presente, vale a dire, in quanto essere intellettuale e non come uomo completo. Il suo ideale, è che l’uomo possa forgiarsi dei concetti relativi a tutto ciò che esiste sulla Terra. Anche certe persone hanno questo ideale, servirebbe ad immagazzinare nella ragione umana tutti i concetti possibili relativi a questo mondo. Concetti analoghi c’ induriscono nel corpo fisico durante tutta l’attuale vita terrestre. Allora l’uomo prova un profondo disgusto all’idea di vivere ancora delle incarnazioni future. Egli sperimenta, al contrario, felicità al non voler più riapparire sulla Terra.

 

Vi ho spesso esposto come la cultura orientale si manifesti oggi, in una situazione in decadenza. Là, Arimane può del tutto particolarmente provocare lo smarrimento di cui vi parlo. Certo, gli orientali sono, nella loro vita interiore, piuttosto dominati dalle potenze luciferiche, ma questo giustamente facilita l’approccio d’Arimane, che può allora immettere in essi il desiderio di concludere le incarnazioni terrestri e a non voler più riapparire in dei corpi fisici.

 

Certi maestri spirituali d’Oriente, al servizio d’Arimane, predicano l’ideale a cui gli uomini devono uniformarsi: quello di non incarnarsi mai più sulla Terra. Questo ideale figura fra le cose che le dottrine teosofiche hanno importato dalla decadente saggezza dell’Oriente attuale – ma sapete che questo ideale non è ammesso in nessun modo dalla nostra Antroposofia. S’insegna in queste dottrine che il rifiuto ad incarnarsi rappresenta un altissimo grado di perfezione umana. È questa una tentazione arimanica. Questa tentazione può avere delle risultanti terribili!

 

Certo, la Terra non diventerebbe l’organismo unificato che vuole Lucifero,

ma arriverebbe ad una iper-individualizzazione.

Gli uomini giungerebbero ad uno stato arimanizzato così avanzato che potrebbero ancora morire,

ma dopo la loro morte, resterebbero come aderenti al globo terrestre,

che a sua volta, non sarebbe, esso stesso, che l’espressione

di questa folla d’esseri ipe-rindividualizzati, separati per sempre gli uni dagli altri.

 

• Questo lo scopo che Arimane si propone:

fare della Terra una espressione dell’intelletto, intellettualizzarla totalmente.

Ai nostri giorni è necessario assolutamente che l’umanità comprenda

che il destino della Terra dipende dalla volontà umana.

 

La Terra sarà ciò che gli uomini ne faranno.

Essa non sarà quello che le forze fisiche potrebbero farne!

Queste forze di cui parla la Fisica saranno ridotte a niente, saranno senza importanza per l’avvenire della Terra

perché questa sarà unicamente ciò che gli uomini vorranno farne.

Viviamo ora e già, questa svolta decisiva dell’evoluzione terrestre.

 

Una cosa è vivere in un nebuloso misticismo, in sogni senza consistenza,

o ancora, lasciarsi catturare dalla vita dei sensi, nella sensualità

che è anch’essa una sorta d’oscuro sogno, di sonnolenza, di rifiuto al pensiero;

e un’altra cosa è compenetrare interamente d’intelletto, di ragione,

immagazzinando tutto quello che la ragione può comprendere, rifiutando la poesia e i prodotti dell’immaginazione,

vedendo dappertutto dei meccanismi, diventando aridi e solenni…

 

Gli uomini hanno la scelta.

Possono crollare spiritualmente, oscurando completamente la propria vita

– perché in realtà, che la si oscuri in sé attraverso un nebuloso misticismo o attraverso voluttà sensuali,

ciò non è che il differente aspetto d’una sola e medesima cosa –

o altrimenti, l’uomo può divenire un pedante arido e dogmatico

che soppesa tutto freddamente, che schematizza, che classifica, enumerando tutto!

Questi sono i due termini del dilemma.

 

Ma esiste anche una terza possibilità: • è la compensazione e l’equilibrio tra le due tentazioni.

 

Certo, non si può parlare d’equilibrio in termini coniati in tal modo tra due tendenze estreme. È necessario ricercare l’equilibrio conquistando, per così dire, le due potenze tentatrici, l’una alla propria destra e l’altra alla propria sinistra, senza lasciarsi attirare troppo fortemente né dall’una né dall’altra.

Ci si può regolare obbligandole a controllarsi mutualmente l’una attraverso l’altra.

 

• Se l’uomo si decidesse oggi a cedere alla tentazione di Lucifero,

l’evoluzione della Terra non sarebbe mai raggiunta;

la Terra resterebbe tale qual’era l’antica Luna – o più esattamente –

diverrebbe una caricatura di quell’antica Luna: un grande organismo

dotato di un’anima nella quale come in un “Nirvana”, tutte le anime umane sarebbero fuse.

 

• Se decidesse di cedere alla tentazione arimanica,

vale a dire ad intellettualizzarsi sempre di più, questo rappresenterebbe il sacrificio di ogni comunità terrestre,

e i corpi sarebbero sempre più sclerotici, ossificati ed individualizzati.

Attraverso il misticismo nebuloso o attraverso la sensualità, l’uomo farebbe del suo corpo una sorta di spugna,

così come ne farebbe una pietra grazie all’iper-intelligenza.

 

Ora, appare chiaramente come l’attuale umanità sia poco portata a scegliere l’equilibrio

e sia soprattutto attirata dagli estremi.

In Occidente, gli uomini hanno sempre di più il gusto dell’intelletto, della pedanteria.

Qui, l’uomo spinge il suo intelletto fin nella propria vita corporea.

• D’altro lato, all’Est, gli uomini hanno una tendenza a consumare il proprio corpo, a bruciarlo.

È questo che si constata nelle decadenti filosofie d’Oriente,

ma anche nello spaventoso scatenarsi sociale dell’Europa dell’Est.

Non sono che incubi.

 

È venuto il momento per l’uomo di decidersi per l’equilibrio,

ma egli non può prendere coscienza di questo dovere che approfondendo gli insegnamenti della Scienza spirituale.

 

• Da un lato, vediamo l’aspirazione al Nirvana, divenuto una dottrina sacra in Oriente, ma che è molto differente da ciò che fu in origine, perché l’antico Nirvana non era che la ricerca dell’equilibrio con l’aiuto della reale chiaroveggenza. Quando la saggezza orientale decadente del nostro secolo impiega questo termine, essa non può che mirare ad un mondo luciferico.

• D’altro canto, quello che risulta sempre di più dagli sforzi occidentali per perfezionare la civiltà materiale, senza assolutamente compenetrarla di conoscenza spirituale, è la meccanizzazione del mondo, uno sforzo costante per rendere meccanico ogni processo dell’esistenza.

 

Nella mia ultima conferenza, ho descritto da un certo punto di vista,

il carattere disorientante, caotico della vita umana durante gli ultimi tempi.

• Se questo continuasse, indubbiamente si produrrà l’arimanizzazione dell’umanità.

• Vi ci si può opporre introducendo la conoscenza del mondo spirituale in questa

• Vita iperintellettualizzata e iperindividuale, interamente governata dagli egoismi.

• Dappertutto, abbiamo bisogno di queste concezioni, di questi impulsi spirituali.

• È necessario ch’esse penetrino in tutti i settori scientifici altrimenti,

quelli finiranno per regnare dispoticamente e l’umanità sarà arimanizzata.

 

Attualmente, dove gli enigmi della vita sociale scuotono come risacca le rive dell’evoluzione, è particolarmente importante levare gli occhi verso le corrispondenze che uniscono l’uomo alla vita del suo pianeta.

Ancora, nel seno delle confessioni religiose tradizionali, le idee che si formano gli uomini sulle loro relazioni con il mondo spirituale sono lentamente sbiadite.

 

Non ne restano che degli articoli di fede puramente astratti – ciò che conduce specificatamente la confessione protestante – o, peggio, dei principi autoritari emananti da una volontà di potenza di fatto esteriore – ed è il caso della Chiesa cattolica romana.

 

Sono questi, ulteriori sintomi della doppia tentazione che cerca di sottomettere l’umanità.

• È dunque necessario che l’uomo trovi in sé una direttiva interiore

e che veda liberamente ciò che lo lega al suo pianeta, e successivamente a tutto il cosmo.

• È necessario che l’uomo senta che la Geologia non è una vera Scienza della Terra.

Lo spettacolo d’un colosso fatto di sassi e rocce,

bagnato dagli oceani e avvolto d’aria, non è realmente una visione della Terra.

 

E là in alto, lo spettacolo della Via Lattea, con i suoi mille soli, non è realmente una visione dell’universo!

Nell’universo, vi sono,

• in basso, delle entità arimaniche;      • in alto, delle entità luciferiche.

Esse traspaiono attraverso le realtà sensibili.

 

Poi vi sono le Gerarchie normali, verso le quali l’uomo eleva il suo sguardo

quando oltrepassa le apparenze, raggiungendo la verità.

L’uomo del presente deve scegliere tra

• il votarsi all’illusione e restare “geologo”,   • o diventare “geosofo”,

vale a dire interpretare tutto ciò che vede sulla Terra come una emanazione delle entità spirituali

delle quali le più alte sono i Serafini, i Cherubini, e i Troni.

 

  L’uomo che alza gli occhi al cielo stellato può elaborare ogni sorta di teoria con l’aiuto di ciò che là vi vedono i suoi occhi fisici. Allora si luciferizza, ma, se è capace d’interpretare lo spirituale che traspare attraverso l’apparenza sensibile, prende coscienza delle Kyriotetes, delle Exusiai, delle Dynamis, e trova il suo equilibrio.

 

Non si tratta per nulla di parlare d’entità cosmiche come d’esseri migliori o sublimi,

si tratta di percepire le apparenze e raggiungere l’Essere stesso, al quale noi siamo uniti.

L’apparenza sensibile, in quanto tale, non è falsificante – essa non mente.

Quando l’interpretiamo con giustizia, le Gerarchie divine sono là, esse si offrono alla nostra vista spirituale.

 

Possiamo sbagliarci soltanto errando nel nostro modo di vedere

e di comprenderele apparenze sensibili.

E l’ho già detto precedentemente,

i nostri errori provengono dall’influenza luciferica e dall’influsso arimanico.

A delle buone prospettive, l’uomo d’oggi non giunge, per così dire, mai, se si ancora ai prodotti della nostra civiltà.

Ci si dimentica che in altri tempi, fu altrimenti.

 

Certo, gli uomini leggono con una certa avidità degli scritti antichi – dal 12° al 15° secolo – ma li leggono senza comprenderli. Se altro fosse, s’accorgerebbero che non si pensava allora, come essi fanno oggi, soltanto da pochissimo tempo: da qualche secolo appena!

 

Anticamente, si vedeva nella roccia, e nella Terra, il corpo d’esseri spirituali, d’esseri divini.

E negli astri, si vedevano le manifestazioni di questi esseri.

Solo da pochissimo tempo l’uomo possiede una “geologia” e una “cosmologia”.

D’ora in avanti sarà necessario acquisire una “geosofìa” e una “cosmosofia”,

perché è sotto l’influenza della sua geologia che l’uomo rischia di luciferizzarsi,

e sotto l’influenza della sua cosmologia che rischia d’arimanizzarsi.

 

Può preservarsi creando una cosmosofia e una geosofia –

e le due insieme, costituiscono l’Antroposofia, perché l’uomo è figlio dell’intero cosmo.

• Cercare, in modo unilaterale, la parentela dell’uomo con la luce, è riconoscersi vassalli di Lucifero!

• Cercare unilateralmente, la sua parentela con la gravità, è riconoscersi vassallo d’Arimane.

Questo è necessario: che ci si compenetri di un impulso volontario

che ci renda capaci di trovare il nostro equilibrio tra la luce e la gravità, tra il terrestre e il sovraterrestre luciferico!

 

L’uomo deve pervenire a questo equilibrio, e può farlo

se completa le sue rappresentazioni sensibili con rappresentazioni sovrasensibili.

Ancora una cosa del tutto paradossale: ricordate tutto quello che vi ho detto e guardate quello che si legge nella corrente letteratura, quello che s’intende nelle aule universitarie, etc…

Misurate l’abisso tra queste due concezioni del mondo!

 

Allora, sentirete ciò che è necessario affinché uomo non s’annebbi nella decadenza: un lavoro cosciente nell’ambito della spiritualità e da ogni pericolo egli sarà preservato se deciderà di prendere seriamente delle idee e delle concezioni del mondo tali come quelle che abbiamo esposto, ancora una volta, oggi.