Il conflitto tra gli Spiriti della forma rimasti indietro e le Archai progredite.

O.O. 222 – Azioni e impulsi delle potenze spirituali – 17.03.1923


 

Sommario: Il conflitto tra gli Spiriti della forma rimasti indietro e le Archai progredite. Le conseguenze di tale conflitto nella vita storica del Medioevo e dell’incipiente età moderna. Il combattimento dell’anima in Agostino, considerato dal punto di vista soprasensibile. L’influsso spirituale degli Arcangeli normalmente evoluti e di quelli rimasti indietro, quale si esplica nelle lotte di religione dell’età della Riforma e nella guerra dei Trent’anni. La conoscenza concreta della forza d’impulso delle potenze spirituali come compito dell’antroposofia.

 

Ieri, prendendo in esame un momento dell’evoluzione storico-universale

la cui importanza ci è nota ormai da diverso tempo, vale a dire il quarto secolo dopo Cristo,

ho cercato di mostrare come, per comprendere veramente appieno l’evoluzione dell’umanità,

si debba guardare non solo a quel che si svolge per così dire davanti alle quinte della storia universale,

ma anche a ciò che sta dietro di esse.

 

Ieri ho detto altresì che dobbiamo registrare approssimativamente nel quarto secolo,

inteso come momento centrale – giacché la cosa è durata parecchie centinaia di anni -,

il passaggio del mondo cosmico dei pensieri dagli Spiriti della forma

alle entità spirituali chiamate Archai, o princìpi primordiali, o forze primordiali.

 

E questo implica che il rapporto dell’uomo con i propri pensieri

– appunto perché l’uomo si trova a dipendere, per quanto concerne i pensieri, da entità spirituali del tutto diverse –

sia ora completamente mutato rispetto a prima.

 

Occorre aver chiaro come si svolga, nei secoli in questione, la storia universale esteriore, come si svolgano, cioè, sia gli avvenimenti storici esteriori sia la storia spirituale dell’umanità, e come, su questi avvenimenti storici, si ripercuota appunto il fatto soprasensibile di cui s’è parlato.

Mentre prima, dunque, i pensieri del mondo erano governati dagli Spiriti della forma — da quelle stesse entità che la Bibbia ad esempio chiama Elohim -, così che l’uomo, inconsapevolmente, doveva rivolgersi agli Spiriti della forma se voleva concepire dei pensieri sulle cose, ora, invece, la vita dei pensieri passa alle forze primordiali, che si trovano molto più vicino all’uomo.

 

Questa vicinanza, ieri l’ho illustrata dicendo quanto segue. Immaginiamo che qui vi sia il confine che rappresenta il mondo sensibile. Questa linea starà dunque a simboleggiare tutto ciò che noi vediamo e percepiamo nel mondo sensibile, come colori, suoni, sensazioni di calore. (si veda il disegno seguente).

Ora, quel che sta dietro le sensazioni costituisce il campo in cui si trovano, come ho detto ieri, gli Spiriti della forma, gli Elohim secondo il nome biblico, poi gli spiriti superiori che sono detti Dynameis, poi ancora le Kyriotetes e così via.

Questi sono dunque i tre regni che si trovano dietro il mondo sensibile.

 

 

La fisica moderna, quando si traduce in filosofia della natura, favoleggia della presenza, dietro il mondo sensibile, di atomi in moto vorticoso. Ma questa è una fantasiosa rappresentazione materialistica. Là dietro si svolgono, in verità, processi che hanno suono e colore, e vi si svolgono per il fatto che gli spiriti delle gerarchie superiori agiscono nei colori, nei suoni e così via.

 

Anteriormente al quarto secolo dopo Cristo, dunque, l’azione degli Spiriti della forma si estendeva non solo alle impressioni del mondo sensibile, ma anche e soprattutto ai pensieri. Questi pensieri sono passati da allora alle Archai, ai princìpi primordiali.

Le Archai però, rispetto agli Spiriti della forma, sono più vicine all’uomo, perché si trovano davanti al mondo sensibile. Stanno fra l’uomo e quel che l’uomo percepisce con i sensi; tuttavia, poiché sono di natura sopra-sensibile, l’uomo non ne rileva la presenza. Dopo di esse vengono gli Arcangeli, poi vi sono gli Angeli, poi l’uomo stesso, e di seguito gli animali, i vegetali, i minerali.

 

Nel periodo di cui stiamo parlando, dietro le quinte della storia universale si cela dunque un fatto grandioso, un fatto di enorme portata: quello per cui i pensieri, che sono nelle cose e che l’uomo attinge dalle cose, cessano di essere proprietà esclusiva, diciamo così, degli Elohim, per diventare invece proprietà dei princìpi primordiali, delle Archai.

Ora però, nell’evoluzione dell’universo succede sempre che, contemporaneamente al progredire delle entità spirituali, alcune di esse, alcune entità cosmico-spirituali, rimangano indietro. Mentre perciò nell’insieme le entità spirituali progrediscono, ve ne sono certe che rimangono indietro. E, così, anche in questo arco di tempo, ossia nei primi secoli dopo Cristo, è accaduto che siano rimasti indietro degli Spiriti della forma.

Ma che cosa vuol dire che a quel tempo degli Spiriti della forma sono rimasti indietro? Vuol dire che certi Spiriti della forma non hanno saputo risolversi a cedere il mondo dei pensieri ai princìpi primordiali, alle Archai, e lo hanno tenuto per sé.

Quindi, fra le entità spirituali che soprintendono agli eventi umani,

abbiamo le forze primordiali debitamente evolute che detengono la proprietà del mondo dei pensieri,

e abbiamo quegli Spiriti della forma, o Elohim, rimasti indietro,

che continuano pur tuttavia a governare il medesimo mondo dei pensieri.

Nasce con ciò, entro la corrente spirituale che regge l’umanità,

un’azione congiunta di forze primordiali, o Archai, e di Spiriti della forma, o entità elohistiche.

 

Le conseguenze, per gli uomini, possono essere allora di due tipi:

• vi è chi, adeguatamente preparato a ciò dal suo karma, riceve dalle Archai gli impulsi del suo pensiero.

Il quale perciò, pur rimanendo oggettivo, diviene suo personale possesso.

Costui a mano a mano elabora sempre più i pensieri come suo possesso personale.

 

• Altri non arrivano a elaborare i pensieri come possesso personale.

O li adottano per via ereditaria dai loro genitori e dai loro antenati,

oppure li accettano in quanto pensieri convenzionali,

in quanto pensieri predominanti all’interno della loro comunità nazionale, della loro comunità etnica, e via dicendo.

 

All’accadimento soprasensibile che vi ho descritto

va ricondotto tutto l’interagire di singole personalità individuali

– che compaiono sempre più numerose in quest’epoca di fine dell’antichità e inizio del Medioevo –

e correnti di pensiero che conquistano interi gruppi umani.

Tutto ciò si distribuisce a sua volta sulla Terra seguendo, direi così, un criterio geografico.

 

• Dagli impulsi che procedono, quali impulsi di pensiero, dalle Archai, dai princìpi primordiali, vengono conquistate anzitutto certe eminenti personalità che vivono nell’Asia anteriore, che appartengono alla civiltà araba.

E ciò che è contenuto in questi impulsi di pensiero si propaga specialmente, oltre l’Africa, in direzione della Spagna, dell’intera Europa occidentale.

Scopriamo per così dire questa grande processione di pensiero che, passando per l’Africa, per la Spagna, e toccando anche l’Italia meridionale, risale verso l’ovest dell’Europa. Abbiamo un grande flusso di stimolazione dei pensieri che si origina dagli impulsi sopra descritti.

Tale corrente di pensiero conquista la nascente civiltà arabo-ispanica, che poi, molto tempo dopo la sua fioritura, eserciterà ancora una grande influenza su spiriti come Spinoza, ad esempio, e continuerà anche a mantenersi viva nella scienza della natura, come ci è dato osservare negli impulsi di pensiero di Galileo, Copernico e altri ancora.

 

• Mentre in queste correnti di pensiero, e nei grandi fatti storici che ne scaturiscono, vivono gli impulsi delle Archai, vediamo che dappertutto si inserisce entro il corso degli avvenimenti mondiali anche ciò che soggiace prevalentemente all’influsso degli Spiriti della forma rimasti indietro, i quali dunque, a loro volta, permeano di impulsi l’umanità.

Vediamo così un’altra corrente di vita del pensiero e di avvenimenti mondiali che si muove leggermente più a nord dall’Asia all’Europa. Questa corrente di pensiero ha trovato solo più tardi la sua peculiare, estrema espressione, quando le masse turche si sono rovesciate in qua dall’Asia.

 

Da quest’epoca, dal quarto secolo in avanti, vediamo perciò che la vita dell’Europa, la sua storia,

è penetrata da quello che chiamerei un incessante combattimento spirituale.

Le Archai si battono con le Exusiai rimaste indietro, con questi Spiriti della forma,

per la legittima proprietà loro assegnata negli avvenimenti mondiali.

 

Tutto ciò che accade nel Medioevo lungo le direttrici ovest-est ed est-ovest,

tutto ciò che in quel tempo è disordinato e impetuoso trasmigrare di popoli,

tutto ciò che è guerra degli uni contro gli altri,

dalle battaglie con gli Unni a quelle con i Turchi, dalle invasioni barbariche alle crociate,

e che ha sempre un andamento da ovest a est o da est a ovest,

ebbene, tutto ciò è l’impronta sensibile-fisica, l’impronta storica, di un combattimento spirituale

– quello cui ho poco prima accennato – che si svolge dietro le quinte della storia universale.

 

La dimensione reale degli avvenimenti storici che si compiono sulla Terra può venire colta, appunto, solo se in questi avvenimenti si vede un’impronta di quanto accade nel mondo soprasensibile-spirituale fra le entità delle gerarchie superiori.

 

Considerando la cosa da un lato, possiamo dire innanzi tutto così: abbiamo due correnti;

• la prima, quella che ho tratteggiato qui , dà poi origine ai più svariati movimenti da occidente a oriente;

• la seconda si spinge avanti, poi inverte a sua volta la direzione, cosicchè le due correnti si intersecano continuamente.

 

Quel che allora si compie entro il mondo spirituale lo vediamo riflesso nei conflitti che sappiamo aver accompagnato la migrazione dei popoli, in quei conflitti che portano alla parziale distruzione della civiltà antica, ma nel corso dei quali la civiltà antica viene anche permeata dall’individualità umana.

 

Si può essere indotti a fare la seguente considerazione. Ci si può domandare: che ne sarebbe stato della civiltà europea, della vita di questa civiltà, se i diversi popoli non avessero intrapreso le loro migrazioni, irrompendo tumultuosamente dall’Asia in Europa e finendo spesso con lo stanziarvisi, e se nel contesto di queste migrazioni, talora violentemente, la personalità umana non avesse fatto valere la propria individualità?

Vediamo infatti come, nel contesto della migrazione dei popoli,interi gruppi etnici siano conquistati da uno spirito comune.

 

Ma, se osserviamo a fondo il corso della storia, ci si fa dappertutto evidente anche un’altra cosa, ossia che entro ciascuno di questi gruppi etnici omogenei, permeati da uno spirito comune – Ostrogoti, Visigoti, Longobardi, Eruli, Franchi, Marcomanni e così via – vi sono singole personalità che vengono conquistate dagli impulsi individuali.

Potremmo dire che emerge in ogni dove l’azione di ciò che rappresenta, da un lato, il persistente flusso di impulsi dei vecchi Spiriti della forma, in realtà ormai esautorati, e, dall’altro, la legittima assunzione di iniziativa degli Spiriti della personalità, delle forze, o dei princìpi, primordiali.

Se la storia venisse narrata in modo più appropriato) se ci fosse una maggiore considerazione per le forze spirituali che si fanno sentire in ciò che di solito viene descritto semplicemente come conflitto di popoli, allora si vedrebbe che, appunto nel periodo della vita europea segnato dalla migrazione dei popoli, predomina questa duplicità di impulsi di pensiero agenti in seno all’umanità.

 

Come ho detto, si può osservare: che ne sarebbe stato della civiltà europea, se queste popolazioni in parte barbare non si fossero rovesciate dall’oriente in occidente, riversandosi sulla civiltà greco-romana, ormai invecchiata, con la fresca e giovanile personalità dei loro singoli individui?

Ma, d’altra parte, ci si può anche domandare: quale civiltà europea avrebbero mai potuto fondare queste popolazioni semibarbare, se non vi fosse confluito quel che era presente nella civiltà greco-romana, e che era stato preso in consegna dagli Spiriti della personalità, dalle Archai?

 

Questo è davvero interessante, enormemente interessante.

Se infatti si volge lo sguardo ai Greci, e ancora agli stessi Romani, si vede con la massima chiarezza che essi attingono tutti i loro pensieri, in campo scientifico, artistico, politico, sociale, da quelle correnti che procedono dagli Spiriti della forma, dalle Exusiai. Si pensi a spiriti quali Pericle, Alcibiade, o quali ancora furono Siila e perfino Annibale – che tuttavia reca forte il segno della personalità -, ma, più tardi, anche a uno spirito quale fu Cesare: basta solo accostarsi a tutti questi spiriti non con lo sguardo approssimativo che è tipico della storiografia odierna, ma con una sensibilità un po’ più raffinata, e si scoprirà che, in loro, i pensieri agiscono ancora come potenze cosmiche, come un che di istintivo.

Ciò dipende precisamente dal fatto ch’essi ricevono i loro pensieri dagli Spiriti della forma.

 

In seguito compare una personalità che si trova, con la propria anima, nel bel mezzo del conflitto tra gli Spiriti della personalità di recente legittimati e gli Spiriti della forma che hanno perduto la loro legittimazione: questa personalità, impigliata con l’anima in tale conflitto, è il cattolico Agostino, il Padre della chiesa.

Ve ne ho descritto il combattimento dell’anima dai punti di vista più diversi. Considerare però questo combattimento dell’anima come l’impronta terrena di un evento cosmico-soprasensibile significa riconoscere in questo spirito, che propende in gioventù per il manicheismo e poi abbraccia la fede cattolica romana più ortodossa, significa vedere in quest’anima, rapita ora in un senso ora nell’altro, l’impronta terrena, il riflesso terreno, di qualcosa che si svolge dietro l’evoluzione dell’umanità sul piano cosmico.

Agostino si orienta verso i manichei quando ancora è impigliato con l’anima negli impulsi degli Spiriti della forma. Nella sua anima, essi portano tutto ciò che di buono viene dai tempi passati, anche se questo, oramai, è inadeguato per le anime della sua epoca. Ma i validi beni, i beni preziosi della civiltà antica ch’egli ha ricevuto dagli Spiriti della forma rimasti indietro gli impediscono di accogliere, con il pieno dispiegarsi della sua personalità individuale, la nuova forma dei pensieri, quale può venire trasmessa dai nuovi legittimi detentori dei pensieri stessi, ovvero dagli Spiriti della personalità, dalle Archai. Ed egli può accoglierla solo in quanto si converte totalmente al dogma della Chiesa.

 

Una personalità come Agostino è sempre caratterizzabile da due lati.

Ponendosi dal punto di vista dell’esistenza terrena, si può guardare semplicemente a questa personalità in quanto tale, e vedervi le potenze dell’anima che si combattono.

Ma si può anche osservare la cosa dall’al di là dell’esistenza terrena, e prestare attenzione a come una simile personalità venga diretta e guidata dalle potenze divino-spirituali delle gerarchie superiori.

Nel primo caso allora, quando si assume cioè il punto di vista terreno, si impara a conoscere per l’appunto una personalità umana, quale si manifesta nel suo vivere su questa Terra.

Quando invece si assume l’altro punto di vista, quello soprasensibile, si impara a riconoscere come una siffatta personalità sia un inviato del mondo spirituale.

 

In verità, l’uomo è sempre tale.

Qui sulla Terra l’uomo è un’entità terrena, e può venire considerato compiutamente come entità terrena.

La libertà di questo suo essere terreno non è in alcun modo ostacolata

dal fatto che egli riceva, al tempo stesso, gli impulsi provenienti dalle forze del mondo ultraterreno

– non che venga diretto e guidato, ma che riceva degli impulsi -,

e che sia perciò, al tempo stesso, un inviato delle potenze soprasensibili.

 

In seguito, ci ritroviamo davanti a un’ulteriore, diversa manifestazione di questo interagire fra gli Spiriti della forma rimasti indietro — i quali vanno a cercarsi di preferenza in Asia le loro truppe scelte, se così posso chiamarle, e le spingono continuamente verso l’Europa – e gli Spiriti della personalità legittimati, le Archai, che si sono già inoltrati in prevalenza verso occidente e vogliono a loro volta respingere quel che viene dagli Spiriti della forma rimasti indietro.

Questo tumultuoso fluttuare in direzioni opposte delle impronte terrene di impulsi spirituali superiori, da occidente a oriente e da oriente a occidente, ci si ripresenta infatti, tempo dopo, nelle crociate. Studiatele attentamente. Notate come si sviluppino a partire da un preciso impulso, che è senza dubbio connesso con l’essere degli Spiriti della personalità, delle Archai; notate da quali poderosi intenti siano sostenute. Osservate poi come i crociati si assoggettino in misura sempre crescente alle opinioni della massa, come le opinioni della massa acquistino una sempre crescente forza di suggestione.

Direi così: quanto più i crociati si spostano da ovest verso est, tanto più l’individuo diventa prigioniero delle opinioni della massa. E, quando i crociati passano poi nella sfera di vita asiatica, gli impulsi della massa finiscono con lo stendersi su tutto quel che era stato impiantato da singole individualità in singole individualità.

 

Vediamo come gli uomini perdano la loro personalità. Vediamo come i crociati europei, in Oriente, subiscano il declino delle loro qualità animiche. Sotto gli influssi della massa, nei quali si vanno smarrendo, essi non riescono a dispiegare gli impulsi morali buoni che si erano portati appresso.

Vanno incontro alla decadenza morale. E in conseguenza di questa decadenza morale, decadenza di uomini che erano passati da occidente a oriente animati dalle migliori intenzioni, riacquistano il predominio gli impulsi che si spingono da oriente a occidente, quegli impulsi che vivono nella gente musulmana, nella gente turca.

Nelle crociate cogliamo dunque per la seconda volta, sul piano della storia universale, l’ondeggiare in un senso e nell’altro di questo conflitto che si estende da oriente verso occidente e da occidente verso oriente, e che è il riflesso di quell’altro conflitto, del conflitto spirituale tra Spiriti della forma rimasti indietro e Spiriti della personalità debitamente progrediti.

 

Con il tempo, il tutto si sarebbe configurato secondo uno schema, sia pure unilaterale, per cui – guardando all’Europa – in occidente si sarebbero propagati sempre di più gli impulsi degli Spiriti della personalità, in oriente sempre di più gli impulsi degli Spiriti della forma rimasti indietro (tratteggio viola). Quello che vi sto descrivendo oggi potete integrarlo con altri punti di vista, che qui ho già da tempo approfondito riguardo a queste correnti di civiltà, e ciò in quanto, nell’ambito soprasensibile, le cose si svolgono sempre in una reciproca interrelazione, e non si possono comprendere se non a poco a poco, addentrandosi nella svariata molteplicità degli impulsi.

La questione, anche in questo caso, è più complessa.

 

Indubbiamente, se risaliamo al periodo più antico del Medioevo, se risaliamo fino ai tempi della prima crociata, possiamo dire che, in rapporto al periodo considerato, le cose stanno come le ho schematizzate qui.

Progressivamente, però, entra in gioco un altro elemento – e mi riferisco adesso alla sfera soprasensibile -, dato dal fatto che, in realtà, non vi sono soltanto Spiriti della forma rimasti indietro, né soltanto Archai, princìpi primordiali, che hanno compiuto il loro progresso, poiché invece, nelle gerarchie del mondo soprasensibile, accade sempre che certe entità spirituali rimangano indietro, che determinate altre compiano il loro normale progresso, ma anche che certe entità si spingano oltre la meta.

 

 

Vediamo così che a ovest, e precisamente con direzione sud-nord, si inseriscono nel movimento complessivo Arcangeli rimasti indietro (freccia rossa a sinistra). Più o meno qui (in alto) abbiamo dunque Archai debitamente legittimate, mentre qui (in basso) abbiamo, invece, gli Arcangeli che si sono fermati a stadi precedenti, che rappresentano propriamente entità ferme a stadi precedenti, entità rimaste indietro, entità che sono rimaste Arcangeli: avrebbero già potuto essere Archai, ma sono rimaste Arcangeli. Tale è l’essenza di questi Spiriti.

Vediamo, in definitiva, che nell’ovest dell’Europa si sviluppa sempre più un’azione congiunta di Archai “normali” – se posso esprimermi con questi termini pedanteschi e abusati – e di Arcangeli “anormali”.

 

Considerando la cosa dal punto di vista geografico, gli Arcangeli hanno una direzione sud-nord, mentre le direzioni delle Archai e delle Exusiai rimaste indietro sono quelle ovest-est ed est-ovest. In questo modo, riusciamo dunque a vedere gli eventi storico-geografici che si svolgono sulla Terra come impronte dei conflitti e delle azioni congiunte di entità spirituali superiori.

Tutto ciò che avviene nell’ovest dell’Europa, tutto ciò ch’è avvenuto, si può ben dirlo, fino ai giorni nostri, tutto ciò può essere inteso come impronta dell’azione congiunta delle Archai normali e degli Arcangeli anormali, delle Archai anormali, che, per il fatto di trovarsi molto vicino agli uomini, trasmettono loro impulsi con forza particolare, soprattutto li dispongono a un rapporto emozionale con il loro linguaggio, quel rapporto emozionale che per gli uomini – come ricorderete da una conferenza che ho tenuto qui poco tempo addietro – ha veramente una grande importanza.

 

Questo influsso degli Arcangeli, così importante

specie per il rapporto dell’uomo con il linguaggio,

determina l’essere degli uomini nella sua totalità con una forza straordinaria.

 

Ciò che proprio attraverso il linguaggio tiene uniti gli uomini, ciò che li fa apparire fanaticamente uniti dal linguaggio, si chiarisce come impronta terrena di fatti soprasensibili, ove appunto si conoscano i fatti soprasensibili retrostanti.

Ora, nelle diverse epoche vi sono impulsi più o meno forti, da una parte o dall’altra. Abbiamo un peso preponderante delle Archai normali all’ovest, e una preponderanza degli impulsi venienti dagli Arcangeli anormali al sud. E in ogni caso possibile caratterizzare la vita storica di uomini e popoli dal punto di vista del soprasensibile.

Va detto inoltre che quanto sarebbe accaduto a oriente viene sostanzialmente modificato dal fatto che gli Spiriti della forma rimasti indietro, che hanno invero una grande potenza, vengono fortemente influenzati dagli Arcangeli normalmente evoluti – oramai posso dire così, giacché il significato lo conoscete -, i quali agiscono da nord verso sud. Entro il flusso tumultuoso e caotico generato in particolare dai Turchi, dai Mongoli e da consimili potenze tutte egualmente dominate dagli Spiriti della forma rimasti indietro, da entità elohistiche, si inserisce in certo modo (freccia, in giallo), vi si frammischia calando giù da nord, qualcosa che proviene da Arcangeli buoni – se così posso chiamarli -, i quali stanno molto vicino all’uomo, e riversano in ogni singolo animo umano quanto ha il potere di sovrastare quello spirito comune che trae propriamente origine dagli Spiriti della forma rimasti indietro.

 

Di nuovo, succede anche qui che, nelle diverse epoche della storia universale, predomini a volte il moto tumultuoso di un temibile spirito comune impersonale, sopraindividuale, e prevalgano altre volte le individualità. Se mai qualcuno tratteggiasse la storia singolare della Russia a questo modo, come impronta dell’azione congiunta di entità spirituali delle gerarchie superiori, quel che avviene in ogni epoca di questa storia ne uscirebbe illuminato da potenti fasci di luce.

Dunque abbiamo, a ovest, una corrente diretta da sud a nord che si mischia con quella diretta da ovest a est, e qui una corrente da nord a sud che si mischia a sua volta con la corrente ovest-est. Ma queste due correnti si espandono ancora, e abbiamo più tardi una corrente sud-nord che viene continuamente sollecitata dagli impulsi ovest-est a procedere in maniera altalenante, diciamo così, con un movimento a zigzag (si veda il disegno).

E abbiamo, che interagisce con la prima, e che vi agisce dentro, la corrente nord-sud che viene a sua volta sollecitata dagli impulsi ovest-est a procedere con un movimento a zigzag (arancione). Questo combinarsi delle due correnti, in sé già composite, si presenta più tardi nel corso dell’evoluzione europea, si presenta cioè nel periodo in cui hanno inizio i conflitti legati alla Riforma.

 

Vediamo allora come una corrente diretta da nord a sud – che però è sempre mescolata con quella diretta da ovest a est, nella quale agiscono con forza le Archai normali -, vediamo dunque come tale corrente si spinga in ciò che restava degli impulsi provenienti dagli Spiriti della forma rimasti indietro, impulsi che in precedenza erano affluiti in qua dall’Asia. E si presenta in modo elementare, poiché ha qualcosa a che fare con gli Spiriti della forma, qualche cosa che, nello stesso tempo, attiene però agli impulsi normali dell’evoluzione dell’umanità.

Studiate tutto ciò che da un lato, quale frutto del pensiero schiettamente evangelico-protestante, si riversa da nord a sud, ma finisce poi con l’incidere in un groviglio di guerre ferocissime, e studiate le correnti contrarie, che salgono da sud e conducono anch’esse a quell’intrico di guerre. Esaminate per esempio la corrente evangelico-protestante, che ha principalmente una direzione nord-sud, e quella cattolico-gesuitica, con la sua precipua direzione da sud a nord: avrete modo, allora, di seguire l’interazione, la complessa interazione, dei fatti che si svolgono sulla Terra ad immagine dei superiori combattimenti spirituali del mondo soprasensibile.

 

E qui viene in luce qualcosa che dovreste valutare attentamente proprio in quanto antroposofi. Dalle esposizioni odierne della guerra dei Trent’anni – che Schiller ha solo leggermente rettificate, specie per quanto riguarda l’inizio degli avvenimenti – si viene a sapere che il conflitto religioso è sfociato a un certo punto nei fatti di Praga, allorché la popolazione in tumulto fece irruzione nel municipio della città, e i due legati imperiali Martinitz e Slawata, nonché il segretario Fabricius, vennero defenestrati, senza peraltro farsi un gran male, come ben sapete, perché caddero sopra un cumulo di immondizia, che altro non era in realtà se non un mucchio di pezzi di carta gettati dabbasso. Non si trattava di un cumulo d’immondizia nel senso corrente del termine, ma di un mucchio di pezzi di carta, giacché, a quel tempo, non si adoperava il cestino della carta, ma si era soliti buttare i rimasugli di carta dalla finestra; e i rivoltosi, quindi, vi gettarono sopra gli uomini politici di cui s’è detto.

 

Se, cominciando di qui, si continua a seguire la vicenda, ne vien fuori un confuso girovagare per la carta geografica dell’Europa: ora vince l’uno, ora l’altro, ora c’è quel principe elettore che escogita un qualcosa, ora questo condottiero che riprende a muoversi nella tal direzione e così via. È come un girare in tondo per la carta dell’Europa, che lo si illustri graficamente, o che semplicemente lo si descriva. Proprio con esposizioni come queste di fenomeni straordinariamente importanti quali la guerra dei Trent’anni, nella scuola ci si troverà sempre in difficoltà, perché, attenendosi per l’appunto alle esposizioni storiche correnti, è giocoforza narrare i fatti in un modo tale per cui gli scolari, subito dopo, li dimenticano; e infatti è tutto un girare intorno senza capo né coda! Qui dentro non c’è proprio niente che dia un orientamento alle singole correnti di pensiero. Se invece si guarda alla vera sostanza della cosa, allora si scorgono, dietro ciò ch’è per l’appunto impronta esteriore, queste correnti dirette da nord a sud e da sud a nord, costantemente incrociate, a loro volta, dalla corrente ovest-est.

 

Nelle mosse del Wallenstein, poi nelle calate dal nord di Gustavo Adolfo e così via, in tutto ciò si vede come gli avvenimenti storici esteriori siano in certo qual modo non tanto – lo ripeto – diretti e guidati dalle forze soprasensibili che vi stanno dietro, quanto piuttosto sollecitati dai loro impulsi. In questo gli uomini restano ad ogni modo esseri liberi; l’uomo, infatti, è un essere libero, benché le sue azioni siano anche guidate da impulsi naturali. Non diremo certo che la libertà umana venga a mancare per il semplice fatto che, dopo avere guardato dalla finestra e avere visto che piove, ci si porta dietro l’ombrello e, una volta fuori, lo si apre; è appunto un adattarsi alle forze naturali. Allo stesso modo, l’uomo è senz’altro inserito, con il proprio agire animico-spirituale, nel contesto degli impulsi spirituali, nel nesso delle forze spirituali; ma resta, nondimeno, un essere libero.

 

Ciò che si svolge sul piano della grande storia universale, tuttavia, può essere compreso soltanto a partire dal soprasensibile che sta dietro di esso. E con questo si arriva altresì a cogliere il concreto impulso esercitato sugli eventi storico-universali dalle potenze spirituali, mentre, se ci si limita a parlare astrattamente di divinità, non è assolutamente possibile farsene un’idea.

Chi parla semplicemente di una divinità astratta, non potendo in ogni caso pensare che la divinità non sia all’opera dappertutto, dovrebbe in verità rintracciarla, ove per esempio si trattasse di una battaglia dei Turchi, sia dalla parte dei Turchi, sia dalla parte di quelli che li combattono! Vuol dire allora che qui la divinità combatte contro di sé, che si trova in un conflitto con se stessa, e ciò in quanto è concepita solo come divinità astratta.

 

Nel momento in cui ci si pone di fronte alle entità spirituali concrete, i cui rapporti reciproci sono dati, secondo quanto vi ho illustrato, dal fatto che determinati compiti passano da un gruppo di entità all’altro, ma anche dal fatto che certi gruppi rimangono indietro, altri raggiungono il loro stadio normale, altri ancora avanzano impetuosamente; nel momento in cui si riconosce che nel mondo spirituale v’è in effetti una molteplicità di esseri, i quali si combattono, ma possono anche aiutarsi a vicenda; in quel momento soltanto si ottiene la possibilità di intendere realmente, con concetti umani, ciò che avviene dietro le quinte della storia universale, nella sfera soprasensibile del cosmo, e di intenderlo senza dover rispondere di contraddizioni inammissibili.

 

Poiché allora, vedete, entrano in gioco dei concetti concreti. A ovest vediamo come gli Arcangeli esautorati intervengano in una legittima attività delle Archai, e come il bene subisca perciò un pregiudizio costante, un costante detrimento, nel prodursi dei conflitti locali. A est vediamo come gli Arcangeli bene operanti compensino, quali spiriti soccorrevoli, protettori, ciò che altrimenti gli Spiriti della forma rimasti indietro avrebbero sviluppato in modo non confacente alla pienezza dell’essere umano.

E poi vediamo come, dalle spinte reciproche di queste due correnti, nasca in seno all’Europa centrale una mischia ininterrotta tra Riforma e Controriforma, con le dimensioni che queste forze hanno assunto nella guerra dei Trent’anni, e nei conflitti che anche dopo si sono svolti in quest’area.

 

Due cose devono essere ben presenti alla nostra anima.

Noi prendiamo in esame l’individuo, e tuttavia non lo consideriamo allo stesso modo della scienza ufficiale di oggi, che vede solo questo: un dato muscolo qui, un altro là, qui un certo osso, là un nervo – ma consideriamo l’uomo intero, nella sua conformazione fisica, come un’impronta del soprasensibile, e sappiamo che l’uomo fisico, l’uomo così come sta sulla Terra, fra la morte e una nuova vita viene prodotto, viene elaborato, a cominciare dal piano dei suoi pensieri, dallo stesso uomo che si incorpora sulla Terra, in unione con gli spiriti delle gerarchie superiori. E consideriamo pertanto l’individuo come l’impronta di una forma umana archetipa.

Ma, in secondo luogo, anche quel che avviene nella storia noi lo consideriamo egualmente un’impronta di avvenimenti che si svolgono dietro le quinte della storia stessa, che si svolgono appunto nel mondo soprasensibile, in quel mondo ove interi eserciti di entità soprasensibili intrattengono – se posso definirli con termini terreni – vicendevoli rapporti sociali, proprio come fanno gli uomini sulla Terra. Solo che le azioni di queste entità sociali ultraterrene sono tali per cui i loro impulsi si trasmettono sulla Terra e si esprimono nelle azioni degli uomini.

 

Soprattutto per gli uomini del nostro tempo è importante rendersi precisamente conto di come,

da un lato, l’uomo sia un’impronta del soprasensibile,

e, dall’altro, siano impronte del soprasensibile anche gli eventi storici.

E non c’è altra strada da seguire se non questa, per poter fare di nuovo ritorno al mondo divino-spirituale.

Con le idee puramente astratte della divinità, oggi si può ancora far leva su quanti non abbiano neppure cominciato

a voler conoscere e ragionare secondo la moderna vita dello spirito.

Ma costoro saranno sempre meno,

mentre il numero di coloro che vogliono conoscere e ragionare continuerà a crescere.

Occorre che questi ultimi vengano ricondotti alla vita religiosa.

 

Si potrà farlo soltanto a condizione di metter loro davanti, davanti agli occhi dell’anima, i concreti, reali processi del mondo spirituale, e di non liquidarli con l’idea generica, puramente astratta, di una divinità sulla quale in effetti non si vuole dir nulla, ma che viene presentata quasi fosse una parola che comprende in generale ogni cosa, perché ciò che manca è la comprensione delle cose particolari.

Con questo, miei diletti amici, abbiamo messo ancora una volta in evidenza, da un nuovo punto di vista, uno dei compiti che la conoscenza antroposofica ha, e deve avere, nel tempo presente.