Il cristianesimo in confronto alle altre religioni

O.O. 139 – Il Vangelo di Marco – 16.09.1912


 

Oggi l’umanità è già arrivata al punto di svolta in cui si deve dare inizio

alla comprensione approfondita della successione progrediente degli eventi,

alle cause del loro intrecciarsi e del loro districarsi.

• Si scoprirà allora che è l’evoluzione stessa dell’umanità

a mostrarci come entrino in scena, nei punti cruciali, le diverse individualità,

per dare certi impulsi, per stringere o sciogliere certi nodi.

• E solo conoscendo in questo modo il corso della storia

s’impara a valutare come l’individuo umano s’inserisca nell’evoluzione dell’umanità.

 

Così facendo, la storia si trasforma da una mera successione di fatti in un organismo, anzi in qualcosa di più grande ancora di un organismo: ogni cosa viene a trovarsi veramente al suo posto, e si faranno anche in questo campo certe distinzioni che in altri campi gli uomini considerano ovviamente necessarie. A nessun astronomo infatti verrà in mente di equiparare il Sole ai diversi pianeti; per lui è evidente che il Sole va considerato in modo diverso dai pianeti, come qualcosa di unico in confronto a una molteplicità.

 

Analogamente riesce naturale a chi conosce a fondo la realtà dell’evoluzione umana, distinguere un «Sole» in mezzo alle diverse grandi guide dell’umanità. E come sarebbe assurdo parlare del Sole allo stesso modo in cui si parla dei pianeti Giove o Marte, così è assurdo che si parli del Cristo allo stesso modo dei Bodisatva o di altre grandi guide dell’umanità. Ciò dovrebbe riuscire talmente ovvio che l’idea della reincarnazione di Cristo risulta del tutto assurda, inconcepibile, se si osservano bene i fatti.

 

Però bisogna veramente andare a fondo delle cose, afferrandole nella loro essenza, non limitandosi ad affermarle come un dogma, come oggetto di fede settaria. Se si parla di una cristologia nel senso reale, cosmologico della parola, non si enuncia una preferenza del cristianesimo in confronto alle altre religioni.

Sarebbe come se nei libri sacri di una religione qualsiasi stesse scritto che il Sole è un pianeta come gli altri; poi viene un tale a proclamare che il Sole va invece distinto dai pianeti; la gente si oppone a questa affermazione, dicendo che si tratta di una preferenza accordata al Sole!

 

Non si tratta di una preferenza, ma semplicemente del riconoscimento della verità stessa.

Lo stesso vale per il cristianesimo; anche qui si tratta solo di un riconoscimento della verità, di una verità che qualsiasi religione della Terra potrebbe accettare, purché lo volesse.

 

Se le diverse religioni prendessero sul serio il principio dell’ammissibilità di tutte le religioni, e non lo usassero solo come un’etichetta, non si scandalizzerebbero più del fatto che l’occidente non abbia adottato un Dio nazionale, ma un Dio che non ha nulla a che vedere con una qualsiasi nazionalità, in quanto è una entità cosmica.

Gli Indiani parlano dei loro dèi nazionali. È quindi perfettamente naturale che ne parlino in modo diverso da come parlano uomini che non seguono, per esempio, una divinità nazionale germanica, bensì si raccolgono intorno a un’entità che si è incarnata in un popolo lontano e diverso dal loro. Si potrebbe parlare di una contrapposizione del principio religioso occidentale a quello orientale indiano, se si volesse per esempio dichiarare che Wotan è superiore a Krishna.

Nel caso del Cristo questo non è possibile.

 

Sin dall’inizio egli non appartiene ad alcun popolo singolo, ma al contrario egli realizza il più bello dei princìpi della scienza dello spirito: il riconoscimento della verità, senza distinzione di colore, di razza, di stirpe.

Dobbiamo veramente conquistarci la chiarezza di giudizio obiettivo su queste cose. Comprenderemo i vangeli veramente solo mediante la conoscenza di ciò che sta a fondamento dei vangeli stessi. E si può già intravvedere il contenuto del vangelo di Marco, tenendo presente quanto è stato detto qui oggi sulla grandiosa semplicità con cui esso si esprime, e sulla drammatica progressione che sta nel passaggio dalla personalità di Giovanni Battista a quella del Cristo Gesù.