Il Cristo, è vissuta come entità cosmica nel corpo di Gesù di Nazaret

O.O. 139 – Il Vangelo di Marco – 23.09.1912


 

Gli uomini comprenderanno veramente che la Terra è connessa coi mondi spirituali

solo se avranno compreso che la realtà spirituale, cioè il Cristo,

è vissuta come entità cosmica nel corpo di Gesù di Nazaret;

se avranno compreso che tutte le altre guide dell’umanità vissute sulla Terra

erano state inviate dal Cristo come suoi precursori,

a preparargli la via perché egli potesse essere compreso e riconosciuto.

 

Certo, al momento in cui si compì il mistero del Golgota tutta quella preparazione non servì a molto, dato che nell’ora decisiva tutti vennero meno. Tuttavia si realizzerà sempre più l’ora in cui un numero crescente di uomini comprenderà non solo il mistero del Golgota, ma anche gli altri eventi raggruppati intorno ed esso, mediante i quali il mistero del Golgota potrà venir compreso sempre meglio.

 

Può darsi che oggi ancora taluno non veda di buon occhio i popoli europei, in quanto non seguono l’esempio di molti altri popoli i quali riconoscono per vera solo la religione nata in seno alla loro nazione, alla loro razza, come per esempio avviene in India, dove viene apprezzato soltanto ciò che è scaturito dal sangue indiano. Perfino nell’ambiente teosofico si fa un gran parlare del riconoscimento di tutte le religioni, mentre poi in realtà si cerca solo di favorire la propria.

 

Gli europei non possono farlo, perché nessun popolo europeo ha ormai più una sua divinità nazionale, una divinità che sia nata e cresciuta sul suo suolo, come invece è il caso per i popoli asiatici. Il Cristo Gesù proviene dall’Asia e i popoli europei lo hanno accolto e hanno accolto l’opera sua. Non vi è egoismo nazionale nel riconoscere il Cristo Gesù e si sviserebbero completamente le cose, se si volesse paragonare quello che gli europei dicono del Cristo con quanto altri popoli dicono delle loro divinità nazionali; per esempio con quello che i cinesi dicono di Confucio o gli indiani di Krishna e del Buddha.

 

Del Cristo Gesù è possibile parlare dal punto di vista esclusivo della storia obiettiva. E la storia obiettiva fa appello esclusivamente all’autoconoscenza dell’uomo, a quell’autoconoscenza che al tempo del mistero del Golgota era così radicalmente stravolta e deformata. Il mistero del Golgota però ha conferito all’umanità la possibilità di ricevere l’impulso per trovare se stessa, mentre a quel tempo la comprensione degli uomini per il mistero del Golgota fallì totalmente, come abbiamo veduto.

 

Un giorno, in avvenire, tutte le religioni del mondo, comprendendo rettamente se stesse, collaboreranno a poco a poco per giungere alla comprensione del mistero del Golgota, rendendone accessibile l’impulso a tutta l’umanità.

• Si potrà pervenire un giorno alla comprensione del nucleo di sapienza e di verità di tutte le religioni, soltanto quando si sarà riconosciuto che parlando del Cristo Gesù non si enuncia una confessione religiosa particolare, egoistica, ma un fatto storico dell’evoluzione umana che ogni confessione religiosa può riconoscere in eguale misura.

 

E la misura in cui ancora ci si oppone alla vera scienza dello spirito equivale alla misura in cui ancora ci si oppone alla vera comprensione del mistero del Golgota. D’altra parte, la misura della comprensione per la scienza dello spirito è quella della comprensione per il mistero del Golgota. Quindi il cristiano che abbia accolto la scienza dello spirito potrà intendersi veramente con gli uomini di tutto il mondo.

 

Certi rappresentanti di altre confessioni religiose affermano con orgoglio sconfinato (ma anche in un certo senso giustificato): voi cristiani avete una sola incarnazione del vostro Dio, noi invece possiamo presentarne più d’una, del nostro: dunque siamo più ricchi di voi! Il cristiano non dovrebbe replicare a questo genere di vanterie facendo gareggiare su quel terreno il Cristo Gesù: altrimenti mostrerebbe di non comprendere affatto il mistero del Golgota.

 

Giusto è invece che il cristiano replichi a chi gli mostra che il fondatore della propria religione si è incarnato più volte: «Certo, è cosi; ma nessuno di coloro che si sono incarnati molte volte ha potuto attuare il mistero del Golgota. E in quale altra religione si può trovare realizzato ciò che costituisce il contenuto del cristianesimo, e realizzato in quel modo?».

 

In altre occasioni ho ricordato che seguendo la vita del Buddha si giunge a un momento che corrisponde a quello che il vangelo di Marco ci descrive come la trasfigurazione del Cristo: il Buddha giunto all’estremo limite della sua vita umana, si dissolve in luce, come ci viene narrato e come di fatto corrisponde alla verità occulta.

 

Nel punto corrispondente della vita del Cristo Gesù avviene la trasfigurazione (ne parlo anche nel mio libro Il cristianesimo come fiato mistico), ma l’evento non riguarda singolarmente il Christo: infatti apprendiamo che egli si intrattenne con Elia e con Mosè «sul monte», cioè là dove debbono svolgersi gli eventi cosmici. Solo dopo questo evento, dopo la trasfigurazione, ebbe inizio il mistero del Golgota.

 

Questo fatto risulta talmente evidente dai testi stessi, che in fondo riesce impossibile negarlo, una volta che lo si sia riconosciuto, confrontando la vita del Buddha con quella del Cristo. Anche quello che ho esposto in questa conferenza, a proposito dei sentimenti che si destano di fronte alla totale incomprensione mostrata dagli uomini per il figlio dell’uomo, non è altro che una conseguenza di quello che avevo messo in evidenza tanti anni fa, nel Cristianesimo come fatto mistico.