“Il figlio dell’uomo”

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 25.05.1908


 

Cerchiamo ora di rivolgere ancora per un po’ il nostro sguardo spirituale a un altro fatto dell’evoluzione.

Volgiamoci un’altra volta indietro, ai tempi in cui il corpo astrale dell’uomo insieme al suo io stava immerso nel grembo dell’universale elemento astrale-divino.

Possiamo così descrivere schematicamente come avvenne l’evoluzione, a partire da quella condizione.

 

• In origine l’intero astrale dell’uomo si trovava adagiato entro l’astrale universale; e per mezzo dei processi che abbiamo testé descritti, il fisico e l’eterico si andarono formando come degli involucri intorno a quello.

• Così i singoli uomini si vennero separando come parti isolate dall’astrale universale: come se aveste dinanzi a voi una sostanza liquida e ne attingeste una parte dopo l’altra.

 

• Parallelamente a questa separazione del corpo fisico si svolse la separazione della singola coscienza umana dalla coscienza divina.

• Cosicché col progredire dell’evoluzione possiamo dire che, racchiusi nell’involucro del corpo fisico, si vanno formando i singoli uomini, come parti che si isolano dall’astralità universale.

 

• Naturalmente l’uomo deve pagare l’acquisto di quell’indipendenza con l’oscuramento della sua coscienza astrale; in cambio egli guarda fuori dall’involucro del suo corpo fisico e scorge il mondo fisico.

• Ma la coscienza chiaroveggente antica a poco a poco va per lui perduta.

Così vediamo formarsi l’interiorità dell’uomo, l’interiorità individuale e indipendente, portatrice dell’io.

 

Se oggi contempliamo l’uomo immerso nel sonno, i corpi fisico ed eterico che rimangono nel letto rappresentano ciò che, attraverso il processo di addensamento, sono divenuti quegli involucri formatisi nel corso del tempo.

Ciò che in un remoto passato si era separato dall’astralità universale, ogni notte torna in seno alla sostanza divina universale, per rinvigorirsi.

Naturalmente esso non vi si effonde nello stesso grado che in quel remoto passato; altrimenti diverrebbe chiaroveggente. Esso conserva la propria indipendenza.

 

L’individualità autonoma è dunque qualcosa ch’è venuta formandosi nel corso dell’evoluzione terrestre.

Tuttavia, a chi deve la propria esistenza quell’interiorità umana autonoma, individuale, che cerca il proprio rinvigorimento fuori del corpo fisico e dell’eterico?

La deve proprio ai corpi fisico ed eterico dell’uomo, i quali si formano a poco a poco nel corso dell’evoluzione terrestre.

 

Il corpo fisico ha dato origine a ciò che di giorno s’immerge nei sensi fisici e guarda fuori, verso il mondo fisico, ma che di notte cade in uno stato d’incoscienza per essersi distaccato dalla condizione in cui si trovava in precedenza.

• Nel linguaggio occulto ciò che rimane a giacere nel letto  si dice il vero e proprio uomo terrestre: questo era detto « l’uomo ».

 

• E l’elemento entro il quale l’io si trova di giorno e di notte, e che peraltro ha avuto origine dal corpo fisico e dall’eterico, lo si chiamava « il bambino dell’uomo », ovvero « il figliuolo dell’uomo ».

Il figlio dell’uomo è l’io e il corpo astrale, in quanto nati nel corso dell’evoluzione dal corpo fisico e dall’eterico.

«Figliuolo dell’uomo» è il termine tecnico per questo complesso.

 

 

Per che cosa è venuto in Terra il Cristo Gesù?

Che cosa doveva conferire alla Terra il suo impulso?

Il «figliuolo dell’uomo», che si era distaccato dal grembo della divinità, dalla connessione nella quale si trovava in precedenza conquistandosi in cambio la coscienza fisica, grazie alla forza del Cristo apparso sulla Terra deve pervenire di nuovo alla coscienza della spiritualità.

Egli non deve solo percepire coi sensi fisici nell’ambiente fisico, ma per mezzo della forza della sua propria natura interiore, di cui ora non è consapevole, dovrà illuminarglisi la coscienza dell’esistenza divina.

 

Grazie alla forza del Cristo apparso in Terra, il figlio dell’uomo deve venire nuovamente innalzato al divino.