« Il figlio di Dio che ha occhi come fiamme di fuoco e i piedi simili a metallo»

O.O. 104 – L’Apocalisse – 20.06.1908


 

…. L’uomo purifica la sua anima per fare di sé un puro portatore di Manas.

A questo fine è certamente ancora necessario attraversare il quarto periodo di civiltà.

In questo appare il redentore, il Cristo Gesù stesso. Questa è la comunità di Tiatira.

Qui egli si annuncia come « il figlio di Dio che ha occhi come fiamme di fuoco e i piedi simili a metallo».

 

Ora egli si annuncia come figlio di Dio,

ora è egli la guida del quarto periodo di civiltà nel quale l’uomo è sceso del tutto sul piano fisico,

nel quale egli stesso ha creato la propria immagine perfino nei mezzi esteriori di civiltà.

 

Ora è arrivato il tempo in cui la divinità stessa sì fa uomo, si fa carne, si fa persona;

il tempo in cui l’uomo è disceso fino al gradino della personalità,

in cui nelle opere degli scultori greci appaiono le divinità individualizzate come personalità,

e nel cittadino romano la personalità appare sulla scena del mondo.

Questo periodo doveva perciò contemporaneamente accogliere un impulso che rivela la divinità in forma umana.

 

L’uomo disceso poteva soltanto venir salvato con l’apparire di Dio stesso come uomo.

L’« io-sono », o l’« io » entro il corpo astrale doveva ricevere l’impulso del Cristo Gesù.

 

Quello che prima si accennava solo in germe, l’« io », o l’« io-sono »,

dovette uscire sul piano esteriore della storia del mondo.

Il figlio di Dio, come guida dell’avvenire, può quindi dire:

« E tutte le comunità devono riconoscere l’« io-sono » che sonda cuori e reni » (Apocalisse, 2,23).

 

All’« io-sono », al quarto elemento dell’essere umano, è dato qui peso.

« Come io ho ricevuto dal padre mio; e io voglio dare a lui la stella del mattino » (Apocalisse, 2,28).