Il male è il caos necessario all’interno dell’uomo gettato all’esterno

O.O. 207 – Cosmosofia I – 23.09.21


 

Il male

non è altro che il caos necessario all’interno dell’uomo

gettato all’esterno.

 

• Nel caos che è interno e che tale deve rimanere, l’io umano, l’egoità vengono rafforzati.

L’egoità umana non può vivere nel mondo esterno al di là della sfera sensibile umana.

• Per questo la coscienza dell’io scompare nel sonno,

e quando fa la sua comparsa nei sogni, appare spesso estranea o indebolita.

 

L’io che si rafforza nel focolaio del male nell’interiorità non riesce ad andare oltre la sfera dei sensi.

• Da qui la concezione del saggio dell’antico Oriente, secondo la quale

solo attraverso la dedizione, l’amore, l’annullamento dell’io si può penetrare al di là della realtà dei sensi;

se ciò avviene completamente non si è più nell’illusorio mondo nel quale di solito ci muoviamo,

ma nel mondo in cui l’esistenza abituale è spazzata via, nel nirvana.

 

A questa comprensione del nirvana, del più alto grado di abnegazione dell’io,

che si attua nel sonno e che invece i discepoli nella civiltà dell’antico Oriente conoscevano in modo cosciente,

alluderebbe il saggio che ho immaginato in via ipotetica parlasse alle nostre anime.

 

Direbbe proprio questo: da voi tutto si basa sulla paura perché dovete sviluppare l’egoità.

Da noi, che dovevamo reprimere l’egoità, tutto si basava sull’amore.

Da voi parla l’io che vuole farsi valere.

Da noi parlava il nirvana, in quanto l’io si riversava amando nel mondo intero.

 

 

Comprendendo queste cose esse in un certo senso si conservano,

• fluttuando nell’umanità quali sensazioni, sentimenti,

• e compenetrando l’esistenza umana.

Rappresentano la diversità fra Occidente e Oriente.

 

In Occidente il sangue e la linfa umani sono pervasi dall’egoità che viene rafforzata nel focolaio del male.

In Oriente gli esseri umani hanno un sangue e una linfa nei quali sopravvivono gli echi del desiderio del nirvana.