Il mistero del Golgota è letteralmente la salvezza dell’io umano

O.O. 131 – Da Gesù a Cristo – 11.10.1911


 

È impossibile comprendere il cristianesimo se non si comprende che,

al tempo in cui si verificarono gli eventi di Palestina,

la distruzione del corpo fisico nel genere umano sulla terra era giunta al suo massimo punto;

vi era perciò il pericolo per tutta l’evoluzione dell’umanità che andasse perduta la coscienza dell’io,

la vera conquista dell’evoluzione terrestre.

 

Se niente di nuovo si fosse aggiunto a ciò che esisteva fino all’evento di Palestina, se il fenomeno fosse continuato,

il processo distruttivo sarebbe andato sempre più penetrando nella corporeità fisica umana,

e gli uomini nati dopo il tempo dell’evento di Palestina

avrebbero dovuto vivere con un sentimento dell’io sempre più ottuso.

Sarebbe diventato sempre più ottuso ciò che dipende dalla perfezione dell’immagine riflessa da un corpo fisico.

 

Si verificò allora il mistero del Golgota così come lo abbiamo caratterizzato,

e grazie ad esso avvenne effettivamente quello che è totalmente difficile comprendere per l’intelletto

che è legato soltanto al corpo fisico carico di forze distruttive.

 

Si verificò che quell’unicissimo uomo, il portatore del Cristo,

attraversasse una morte tale che, dopo tre giorni,

quella parte del corpo fisico che nell’uomo è realmente mortale dovette sparire,

e che dalla tomba si risollevò quel corpo,

che è il portatore delle forze che sono alla base delle parti fisico-materiali.

 

• Ciò che veramente era stato destinato all’uomo dai reggitori di Saturno, Sole e Luna si sollevò dalla tomba:

era il puro fantòma del corpo fisico, con tutte le caratteristiche del corpo fisico.

• Con questo mezzo venne data la possibilità della genealogia spirituale di cui abbiamo parlato.

 

Se ci immaginiamo il corpo del Cristo risorto dalla tomba, possiamo pensare che

• come dal corpo di Adamo discendono i corpi degli uomini sulla terra, in quanto essi hanno il corpo corruttibile,

• così da ciò che è risorto dalla tomba discendono i corpi spirituali, i fantòma per tutti gli uomini.

 

È così possibile stabilire un nesso col Cristo grazie al quale

• l’uomo introduce nel suo corpo fisico corruttibile il fantòma risorto dalla tomba del Golgota.

È possibile che l’uomo riceva nella sua organizzazione le forze allora risorte,

così come al principio della terra, a causa delle forze luciferiche,

egli ricevette nella sua organizzazione fisica l’organizzazione di Adamo.

 

Questo è ciò che Paolo veramente intende:

l’uomo, in quanto appartenente alla corrente evolutiva fisica, ereditò il corpo fisico nel quale si andò sempre più effettuando la distruzione del fantòma portatore di forze, così egli può ereditare quel che ha perduto da ciò che è risorto dal sepolcro; lo può ereditare, se ne può rivestire, come si rivestì del primo Adamo; può diventare uno con esso, e così attraversare un’evoluzione per mezzo della quale risalire nuovamente, così come prima del mistero del Golgota era disceso nella evoluzione.

 

Vale a dire,

• ciò che allora gli venne tolto a seguito delle influenze luciferiche,

• può essergli restituito in quanto tuttora esiste come corpo risorto del Cristo.

Questo voleva dire in sostanza Paolo.

 

Come dal punto di vista dell’anatomia moderna o della fisiologia è facilissimo confutare quello che ora è stato detto (però confutarlo apparentemente), così è naturalmente anche facilissimo sollevare ora un’altra obiezione. Si potrebbe dire per esempio: se Paolo veramente credeva che un corpo spirituale fosse allora risorto, il corpo spirituale che allora si sollevò dalla tomba che cosa ha da fare con ciò che ogni uomo porta ora in sé?

 

Si può riuscire a capirlo. Bisogna soltanto pensare per analogia a ciò grazie al quale ogni uomo esiste quale uomo fisico. Si potrebbe chiedere da che cosa provenga il singolo uomo. In quanto uomo fisico proviene dall’unica cellula uovo. Un corpo fisico consiste però di tante singole cellule che sono tutte derivate da quella originaria cellula uovo; tutte le cellule che compongono un corpo umano risalgono alla cellula originaria.

 

Immaginiamo ora che l’uomo, grazie a ciò che ci si può rappresentare come un processo mistico cristologico, riceva un corpo del tutto diverso da quello che riceve gradatamente attraverso la linea discendente. Immaginiamo ancora che ognuno dei corpi ricevuti dagli uomini sia connesso con ciò che è risorto dalla tomba, così come le cellule umane del corpo fisico sono connessi con l’originaria cellula uovo.

 

• Dobbiamo immaginare che ciò che è risorto dal sepolcro cresce, si moltiplica,

così come si moltiplica la cellula uovo che è alla base del corpo fisico.

• Così effettivamente, nell’evoluzione dopo l’evento del Golgota

ogni uomo può acquistarsi qualcosa che è in lui

e che discende spiritualmente da ciò che è risorto dal sepolcro,

così come, per parlare con Paolo, il corpo abituale corruttibile discende da Adamo.

 

Naturalmente è uno scherno per l’intelletto umano, ora così superbo di sé, dire che un processo simile a quello della moltiplicazione della cellula uovo, che è visibile, si possa svolgere nell’invisibile.

 

Ma quello che è avvenuto con il mistero del Golgota è un fatto occulto,

e per chi osserva l’evoluzione con lo sguardo chiaroveggente si verifica il fatto che

quella cellula spirituale, cioè il corpo che ha superato la morte, il corpo del Cristo Gesù,

è risorto dal sepolcro e si partecipa a tutti coloro che nel corso del tempo

stabiliscono il nesso opportuno con il Cristo.

 

A chi voglia negare in generale tutti i processi soprasensibili, ciò sembrerà naturalmente assurdo. Chi però ammetta i processi soprasensibili, dovrà anzitutto pensare questo processo tale che ciò che si solleva dal sepolcro si partecipi agli uomini che si rendono adatti a riceverlo. Per chi ammetta il soprasensibile, è un processo che si può comprendere.

 

Se scriviamo nell’anima nostra questo insegnamento, che è veramente di Paolo,

arriveremo a considerare il mistero del Golgota come qualcosa di reale,

come qualcosa che è avvenuto nell’evoluzione terrestre e che doveva avvenire,

perché è letteralmente la salvezza dell’io umano.

 

Abbiamo veduto che

se il processo dell’evoluzione fosse continuato così come si era svolto fino all’evento di Palestina,

la coscienza dell’io non avrebbe potuto svilupparsi,

non sarebbe progredita dai tempi del Cristo Gesù in poi, ma sarebbe anzi discesa sempre più nell’oscurità.

• Così invece si avviò per il cammino dell’ascesa,

e salirà a misura che gli uomini troveranno il loro rapporto con l’entità del Cristo.

 

Ora possiamo in sostanza comprendere benissimo il buddismo.

Raffiguriamoci un uomo, mezzo millennio prima degli eventi di Palestina, che senza tener conto dell’evento del Golgota, a causa della sua linea evolutiva enuncia la verità: «Tutto il corpo fisico che racchiude l’uomo, ciò che fa di lui un essere nell’incarnazione corporea, deve in sostanza essere considerato senza valore, qualcosa che alla fine deve essere abbandonato ».

 

Fino ad allora indubbiamente l’umanità sembrava doversi dirigere verso una concezione del mondo siffatta, se nulla di nuovo fosse intervenuto. Ma si verificò appunto l’evento del Golgota e provocò un completo rinnovamento dei perduti princìpi evolutivi dell’uomo.

 

Mentre l’uomo accoglie quello a cui ieri abbiamo dato il nome di «corpo incorruttibile»

e che oggi abbiamo esaminato con maggior precisione,

mentre fa proprio quel corpo imperituro,

arriverà sempre più a rendere la sua coscienza dell’io più e più chiara,

e sempre più riconoscerà nella sua natura ciò che passa da incarnazione a incarnazione.

 

Ciò che è entrato nel mondo con il cristianesimo andrà quindi considerato non soltanto come una nuova dottrina — questo deve essere sottolineato esplicitamente — non come una teoria nuova, ma come qualcosa di reale, di effettivo.

Se dunque gli uomini dicono che tutto ciò che il Cristo ha insegnato vi era già prima, questo non significa niente per la reale comprensione del cristianesimo, perché non è essenziale.

 

L’essenziale non è quello che il Cristo ha insegnato, ma ciò che il Cristo ha dato: il suo corpo!

Infatti fino allora, nell’evoluzione terrestre,

non era ancora mai penetrato per mezzo di un uomo che fosse morto

ciò che è risorto dal sepolcro del Golgota.

 

Dal principio dell’evoluzione dell’umanità in poi

mai vi era stato sulla terra, per mezzo di un uomo passato attraverso la morte,

ciò che vi fu con il corpo risorto del Cristo Gesù.

 

• Di tutto quanto di simile vi era, si può infatti dire che avveniva perché gli uomini, dopo esser passati per la soglia della morte e aver attraversato il periodo fra la morte e la nuova nascita, entravano nell’esistenza per mezzo di una nuova nascita. Essi portavano però con loro un fantòma carente, votato alla distruzione; vale a dire non facevano risorgere un fantòma completo.

 

• Oppure potremmo citare anche il caso degli iniziati o adepti. A questi succedeva sempre di dover ricevere l’iniziazione al di fuori del loro corpo fisico, col superamento del loro corpo fisico: l’iniziazione non era estesa fino al risveglio del fantòma fisico.

 

Tutte le iniziazioni dei tempi precristiani erano tali da arrivare soltanto ai limiti esteriori del corpo fisico; non toccavano le forze del corpo fisico, o meglio solo per quel tanto che l’organizzazione interiore tocca in generale quella esteriore. In nessun caso si era mai verificato che ciò che era passato attraverso la morte umana trionfasse della morte stessa in quanto fantòma umano.

 

Indubbiamente si erano verificate cose simili,

ma mai era avvenuto che si fosse attraversata una completa morte umana

e che il fantòma completo trionfasse di essa.

• Come è vero dunque che soltanto quel fantòma

ci può dare la completa umanità terrestre nel corso dell’evoluzione terrestre,

• così è vero che quel fantòma ha il sepolcro del Golgota come punto di partenza.

 

Questo è l’importante nell’evoluzione cristiana. Perciò non è un biasimo quando viene ripetuto che l’insegnamento del Cristo Gesù si è trasformato in un insegnamento sul Cristo Gesù. Così doveva essere, perché l’importante non è quel che il Cristo Gesù ha insegnato, ma quel che ha dato all’umanità.

 

• La sua risurrezione

è il nascere di una  n u o v a   parte costitutiva della natura umana, di un corpo incorruttibile.

Il fatto che questo potesse succedere,

che il fantòma umano potesse venir salvato attraverso la morte, dipende da due cose:

• prima dal fatto che l’entità del Cristo Gesù era quella che ieri abbiamo caratterizzata, cioè

corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale come li abbiamo descritti, e non un io umano, ma l’entità del Cristo.

• E in secondo luogo dal fatto che l’entità del Cristo aveva deciso di immergersi in un corpo umano,

di incarnarsi in un corpo umano di carne.

 

Se infatti vogliamo osservare l’entità del Cristo nella giusta luce, dobbiamo cercarla come entità in tempi antecedenti alla comparsa dell’uomo sulla terra. Allora naturalmente l’entità-Cristo esisteva già. Essa non entra nel cerchio dell’evoluzione umana, ma prosegue la sua vita nel mondo spirituale.

 

L’uomo discende sempre più profondamente,

e in un determinato momento, quando arriva la crisi dell’evoluzione umana,

l’entità del Cristo si incarna nel corpo fisico di un uomo.

Questo è il massimo sacrificio che dall’entità del Cristo poteva venir offerto alla evoluzione della terra!