Il mondo animico – Regioni e processi

O.O. 9 – Teosofia – (I tre mondi)


 

Regioni e processi del mondo animico

In quanto dimora dell’uomo subito dopo la morte, il mondo animico può essere chiamato “regione delle brame”.

I vari sistemi religiosi che hanno accolto nelle loro dottrine la coscienza di queste condizioni,

designano la “regione delle brame” col nome di “purgatorio”, “fuoco purificatore”, e così via.

 

1 La regione più bassa del mondo animico è quella della brama ardente.

Là, dopo la morte, vengono cancellate dall’anima tutte le brame egoistiche più grossolane connesse con la vita inferiore del corpo. Attraverso tali brame l’anima può infatti sperimentare l’azione delle forze di questa regione animica. Le brame insoddisfatte rimaste dalla vita fisica forniscono il punto di presa. La simpatia di tali anime tende solo verso ciò che può alimentare il proprio essere egoistico e viene di gran lunga superata dall’antipatia che si riversa su tutto il resto. Ora le brame vanno però verso i godimenti fisici che non possono essere soddisfatti nel mondo animico. Per questa impossibilità di appagamento la brama si acuisce all’estremo. Nello stesso tempo, data l’impossibilità, la brama deve anche in pari tempo spegnersi a poco a poco.

 

Le brame ardenti si consumano a poco a poco,

e così l’anima impara che nella loro estinzione sta l’unico mezzo per impedire il dolore che ne deve venire.

Durante la vita fisica si ha sempre di continuo il loro appagamento.

• Così il dolore della brama ardente viene ricoperto da una specie di illusione.

 

Dopo la morte, nel fuoco purificatore questo dolore si palesa interamente.

L’anima sperimenta le privazioni corrispondenti.

• Le anime si trovano in uno stato di tenebra.

• In una tale condizione cadono naturalmente solo coloro

i cui appetiti durante la vita fisica tendevano alle cose più grossolane.

Nature gravate di pochi appetiti attraversano questo stadio senz’accorgersene, poiché non vi sono affini.

 

Bisogna dire che le anime subiscono tanto più a lungo l’azione della brama ardente, quanto più, attraverso la loro vita fisica, si sono imparentate con essa, quanto più è loro quindi necessaria la purificazione corrispondente.

Una tale purificazione non va semplicemente chiamata dolore nel senso in cui si dovrebbe chiamare dolore qualcosa di simile nel mondo fisico poiché, dopo la morte, l’anima aspira alla propria purificazione, in quanto questa soltanto può cancellare le imperfezioni che esistono in essa.

 

2 Una seconda specie di processi del mondo animico è caratterizzata dall’equilibrio fra simpatia e antipatia.

Nella misura in cui dopo la morte è in una tale condizione, l’anima umana viene influenzata per un certo tempo da questi processi. L’abbandono alle futilità esteriori della vita, la gioia per le impressioni passeggere dei sensi, determinano questa condizione. Gli uomini vivono in essa, in quanto le inclinazioni animiche sopra accennate la determinano. Essi si lasciano influenzare da ogni inezia quotidiana.

 

Poiché però la loro simpatia non si volge in particolare ad alcuna cosa, queste influenze scompaiono rapidamente. Tutto quanto non appartiene a questo regno inconsistente è antipatico a siffatte persone. Se dopo la morte l’anima attraversa questa condizione senza che ci siano più gli oggetti fisico-sensibili necessari a soddisfarla, tale stato dovrà finire con lo spegnersi. La privazione che precede l’estinguersi di questo stato dell’anima è naturalmente dolorosa. In questa scuola di dolore s’impara a distruggere l’illusione in cui l’uomo è stato avvolto durante la vita fisica.

 

3 In terzo luogo si presentano nel mondo animico i processi in cui predomina la simpatia, la natura del desiderio.

• La loro azione si esplica sulle anime attraverso tutto ciò che conserva un’atmosfera di desideri dopo la morte. Anche questi desideri si estinguono gradualmente attraverso l’impossibilità dell’appagamento.

 

4 – La regione del piacere e dispiacere, menzionata più sopra come quarta, impone all’anima prove particolari.

Finché vive nel corpo, l’anima partecipa a tutto quanto lo concerne. L’alterno gioco di piacere e dispiacere è collegato al corpo. Quest’ultimo cagiona all’anima benessere e malessere, piacere e dispiacere. Durante la vita fisica, l’uomo sente il suo corpo come suo sé. Quel che si chiama sentimento di se stesso si fonda su questo fatto. E quanto più in un uomo predominano i sensi, tanto più prende questo carattere il sentimento che egli ha di se stesso.

 

Dopo la morte viene a mancare il corpo, come oggetto del sentimento di sé.

L’anima, alla quale tale sentimento è rimasto, si sente perciò come svuotata. L’assale un sentimento come di essersi perduta. Ciò dura finché l’anima non abbia riconosciuto che il vero uomo non è nella corporeità. Gli influssi di questa quarta regione distruggono quindi l’illusione del sé corporeo.

 

L’anima impara a non sentire più la corporeità come qualcosa di essenziale.

Guarisce e si purifica dall’attaccamento alla corporeità. Così essa ha superato quel che prima la incatenava al mondo fisico, e può dispiegare appieno le forze di simpatia che vanno verso l’esterno. Si è per così dire liberata da se stessa ed è pronta a riversarsi, piena di partecipazione, nel complesso del mondo animico.

 

Non va taciuto che le esperienze di queste regioni vengono attraversate con particolare intensità dai suicidi. Essi abbandonano in modo innaturale il loro corpo fisico, mentre tutti i sentimenti connessi con questo rimangono immutati.

Nella morte naturale il decadimento del corpo è accompagnato da un parziale spegnersi dei sentimenti con esso collegati. Nei suicidi, al tormento causato dall’improvviso senso di svuotamento, si aggiungono le brame e i desideri inappagati per cui essi si sono tolti la vita.

 

5 Il quinto gradino del mondo animico è quello della luce animica.

Qui la simpatia per ogni cosa si afferma già altamente.

Le anime hanno affinità con questa regione se durante la vita fisica non si sono consumate nel soddisfacimento dei bisogni inferiori, ma hanno provato gioia e piacere per il mondo circostante. L’entusiasmo per la natura, in quanto abbia avuto carattere sensuale, ad esempio è sottoposto qui a purificazione.

 

Bisogna però distinguere bene un tale entusiasmo per la natura da quel più elevato vivere nella natura che ha carattere spirituale e ricerca lo spirito che si rivela negli oggetti e nei processi naturali. Quest’ultima specie di senso della natura è parte delle cose che promuovono lo sviluppo dello spirito stesso e fondano in esso qualcosa di durevole.

Da questo senso della natura bisogna però distinguere il godimento delle cose naturali che si fonda sui sensi. Nei riguardi di quest’ultimo, l’anima deve purificarsi come nei riguardi di altre inclinazioni fondate sulla sola vita fisica.

 

Molti vedono una specie d’ideale in istituzioni che servono alla prosperità materiale, ad esempio in un sistema educativo che mira al benessere fisico. Di loro non si può dire che servono unicamente i loro istinti egoistici. La loro anima è però rivolta al mondo sensibile, e deve essere guarita mediante la forza di simpatia che domina nella quinta regione del mondo animico, ove mancano i corrispondenti mezzi di soddisfacimento esteriore. L’anima impara qui gradatamente che quella simpatia deve prendere altre vie, le quali vengono trovate nell’effusione dell’anima entro lo spazio animico per simpatia con l’ambiente animico.

 

Anche le anime che, in compenso delle loro pratiche religiose, domandano anzitutto un accrescimento di prosperità materiale vengono qui purificate, sia che la loro aspirazione miri a un paradiso terrestre oppure a un paradiso celeste. Nella regione animica trovano sì questo paradiso, ma soltanto per comprenderne la vanità. Tutti questi sono naturalmente singoli esempi di purificazioni che avvengono in questa quinta regione. Si potrebbero moltiplicare.

 

6 Nella sesta regione, in quella della forza animica attiva,

avviene la purificazione della parte dell’anima che è assetata di un’attività non egoistica,

ma che pure ha i suoi motivi nella soddisfazione fisica prodotta dall’attività stessa.

Le nature che hanno sviluppato questo piacere per l’azione, appaiono da fuori senz’altro come idealiste, capaci di sacrificio. In senso più profondo esse mirano però all’intensificazione di un piacere fisico. Molte nature artistiche, e quelle che si dedicano a un’attività scientifica per il piacere che ne traggono, fanno parte di questa regione. Ciò che le lega al mondo fisico è la credenza che l’arte e la scienza esistano ai fini di un tale piacere.

 

7 La settima regione, quella della vita animica vera e propria, libera l’uomo dalle ultime inclinazioni verso il mondo fisico-sensibile.

Ognuna delle regioni precedenti assorbe dall’anima gli elementi che le sono affini. Quel che ancora avvolge lo spirito è l’opinione che la sua attività debba essere tutta dedita al mondo sensibile. Vi sono personalità di alto ingegno che tuttavia riflettono quasi esclusivamente sui processi del mondo fisico. Una tale fede può essere chiamata materialistica; dev’essere distrutta, e lo è nella settima regione.

 

Qui le anime vedono che nella vera realtà non esistono oggetti per un atteggiamento d’anima materialistico. Come neve al sole qui si scioglie questa loro fede. L’anima è ormai tutta assorbita dal mondo animico; lo spirito è libero da ogni vincolo. Si solleva alle regioni in cui vive soltanto nella sfera a lui propria.

L’anima ha assolto il suo precedente compito terrestre, e ciò che di tale compito era rimasto quale vincolo per lo spirito, si è sciolto dopo la morte. Col superare i residui della vita terrena, l’anima stessa è restituita al suo elemento.

 

Da questa descrizione risulta che le esperienze del mondo animico, e con esse le condizioni della vita dell’anima dopo la morte, assumono un aspetto sempre meno ripugnante all’anima quanto più l’uomo si è spogliato di ciò che gli era rimasto per la sua unione terrena con la corporeità fisica.

 

• Secondo le condizioni create nella vita fisica, l’anima farà parte più o meno lungamente dell’una o dell’altra regione.

• Dove sente un’affinità, si ferma finché questa sia cancellata.

• Dove non vi sia affinità, l’anima passa senza sentire gli effetti che altrimenti si sarebbero avuti.

 

Qui si sono volute descrivere soltanto le qualità fondamentali del mondo animico e il carattere generale della vita dell’anima in quel mondo. Lo stesso sia detto per le descrizioni seguenti del mondo spirituale. Si oltrepasserebbero i confini in cui questo libro deve rimanere, se ci si volesse addentrare in altri caratteri dei mondi superiori.

Di tutto quanto può essere paragonato a relazioni di spazio e di tempo, che nei mondi superiori sono totalmente diversi da quelli del mondo fisico, si può infatti parlare in modo da essere compresi solo trattandone diffusamente.

Notizie importanti al riguardo si trovano nella mia Scienza occulta.