Il mondo animico

O.O. 9 – Teosofia – (I tre mondi)


 

Le figure e gli esseri del mondo animico consistono di sostanza animica e sono retti da forze animiche,

così come quelli del mondo fisico consistono di materia fisica e sono retti da forze fisiche.

 

• Come alle forme corporee sono propri la dimensione e il moto spaziali,

• così alle cose e agli esseri animici è propria la sensibilità, la brama impulsiva.

Il mondo animico si chiama perciò anche

mondo della brama o del desiderio, oppure “mondo della cupidigia”.

Queste espressioni sono ricavate dal mondo animico umano.

 

Bisogna quindi tener presente che, nella parte del mondo animico che è fuori dell’anima umana, le cose sono altrettanto diverse dalle forze animiche che si trovano nell’anima, quanto le materie e le forze fisiche del mondo corporeo esterno sono diverse da quelle che costituiscono il corpo umano fisico.

 

(Impulso, desiderio, cupidigia sono designazioni per la sostanza del mondo animico. Tale sostanza può essere chiamata “astrale”. Guardando più alle forze del mondo animico, si potrà parlare di “entità di brama”.

Non va però dimenticato che qui la distinzione fra “sostanza” e “forza” non può essere così rigida come nel mondo fisico. Un impulso può altrettanto bene esser chiamato “forza” quanto “sostanza”).

 

Per chi guarda per la prima volta nel mondo animico, la diversità di questo dal mondo fisico porta a confusione. Ma ciò avviene anche all’aprirsi di un senso fisico prima inattivo. Il cieco nato che abbia subito l’operazione deve prima imparare a orientarsi nel mondo che conosceva solo attraverso il tatto. Vede all’inizio gli oggetti nel suo occhio: poi comincia a distinguerli fuori, ma comunque gli appaiono come se fossero dipinti su una superficie. Solo a poco a poco egli afferra gli sfondi, le distanze, e così via.

 

Nel mondo animico dominano leggi del tutto diverse da quelle del mondo fisico. Molte forme animiche sono però legate a quelle degli altri mondi. L’anima umana è legata ad esempio sia al corpo fisico sia allo spirito umano. I processi che si possono osservare in lei sono quindi influenzati anche dal mondo corporeo e da quello spirituale. Occorre tenerne conto nell’osservazione del mondo animico, e non vanno considerate come leggi animiche quelle che provengono dall’azione di un altro mondo.

 

Quando per esempio un uomo esterna un desiderio, esso è sorretto da un pensiero, da una rappresentazione dello spirito e ne segue le leggi. Ma come si possono stabilire le leggi del mondo fisico, astraendo dalle influenze che l’uomo esercita sui suoi processi, è anche possibile stabilire le leggi del mondo animico.

 

• Un’importante differenza tra i processi animici e quelli fisici può venir espressa dicendo che l’azione reciproca dei processi animici è molto più interiore rispetto agli altri.

• Nello spazio fisico regna ad esempio la legge dell'”urto”. Se una palla d’avorio in moto ne urta una in riposo, quest’ultima si muove in una direzione che può venir calcolata dal movimento e dall’elasticità della prima.

• Nello spazio animico l’azione reciproca di due forme che si incontrano dipende invece dalle loro qualità interiori. Esse s’interpenetrano, per così dire si fondono, se sono affini. Si respingono, se le loro essenze sono contrastanti.

 

Nello spazio corporeo, ad esempio per la vista, dominano determinate leggi. Oggetti lontani appaiono prospetticamente rimpiccioliti. Guardando un viale, secondo le leggi della prospettiva gli alberi più lontani appaiono più accostati tra loro che non i vicini.

Invece nello spazio animico tutte le cose, quelle vicine e quelle lontane, appaiono al veggente nelle distanze che hanno per la loro natura interiore. Ciò è naturalmente fonte dei più svariati errori per chi entra nello spazio animico e intende giovarsi delle norme portate dal mondo fisico.

 

• Per orientarsi nel mondo animico, bisogna anzitutto saper distinguere le varie specie in cui si suddividono le forme che ne fanno parte, come nel mondo fisico usiamo distinguere i corpi in solidi, liquidi, aeriformi o gassosi.

• Per arrivarvi, bisogna conoscere le due forze fondamentali che qui hanno la massima importanza. Si possono chiamare simpatia e antipatia.

Dal modo in cui agiscono in una forma animica queste forze di base se ne determina la specie.

 

Col nome di simpatia si indica la forza mediante la quale una forma animica

• ne attrae altre,    • cerca di fondersi,       •  afferma la propria affinità con esse.

 

Antipatia è invece la forza mediante la quale le forme animiche

• si respingono,     • si escludono,        • affermano ciascuna la propria particolarità.

 

Dalla misura in cui queste due forze fondamentali esistono in una forma animica

dipende la parte che essa rappresenta nel mondo animico.

 

• A seconda dell’azione che simpatia o antipatia esplicano in esse,

possiamo anzitutto distinguere tre specie di forme animiche che differiscono fra loro

perché simpatia e antipatia vi hanno ben determinate relazioni reciproche.

• In ognuna di queste tre specie di forme animiche esistono entrambe le forze fondamentali.